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Mimmo Paladino | Opera Grafica 1984 – 2008
La mostra, propone trentacinque opere – fra le quali alcuni dei capolavori firmati dall’artista campano, come la rara «Small Town», i sei fogli della serie «Atlantico», e le cartelle complete «Lacrimose», «Rabanus Maurus» e «Matematico».
Comunicato stampa
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Fino al 14 gennaio, Vicolo Folletto Art Factories ospita l’opera grafica di Mimmo Paladino (Paduli, 1948), con una personale dedicata interamente a uno dei suoi linguaggi preferiti, l’incisione. La mostra, propone trentacinque opere – fra le quali alcuni dei capolavori firmati dall’artista campano, come la rara «Small Town», i sei fogli della serie «Atlantico», e le cartelle complete «Lacrimose», «Rabanus Maurus» e «Matematico».
Le grafiche, a partire da «Introibo ad altare dei» del 1984, segnano alcuni momenti fondamentali nello sviluppo tecnico e linguistico dell’opera di Paladino e mettono in evidenza alcuni temi a lui cari, come il rapporto con l’opera letteraria, che lo portò a rappresentare non pochi soggetti classici, dai temi omerici fino al «Pinocchio», un libro che Paladino ha più volte rappresentato e che sarà presente anche in questa occasione. Del 1986 è invece la cartella «Lacrimose», un lavoro sperimentale portato a termine nell’officina di Upiglio a Milano e senza dubbio uno dei momenti più alti del lavoro incisorio degli anni ottanta di Paladino. Dello stesso rigore la cartella completa «Atlantico», altro vero e proprio capolavoro: un viaggio misterioso fra le suggestioni, le forme e le idee che stanno alla base della Transavanguardia.
Di grande interesse è anche la cartella completa del «Rabanus Maurus. De universo» dove Paladino interviene per rendere quella che viene considerata una delle prime enciclopedie del sapere occidentale, un puro pretesto d’immagine. Uno dei codici più antichi conservato all'abbazia di Montecassino, scritto in lingua beneventana, ha ispirato il maestro per la realizzazione di otto fogli grafici di grandi dimensioni, ideativamente complessi e di straordinarie qualità tecniche. Una scelta formale che Paladino ha usato con il massimo controllo, sovrapponendosi e integrandosi, ma senza cancellare, lo scritto e le immagini del codice.
Fra gli altri fogli spicca la serie completa di «Matematico», che allude a un altro motivo molto caro all’artista, che trova nella geometria, nell’architettura e, appunto, nell’ordine matematico un luogo di dialogo con la realtà. D’altronde, il mondo di Paladino è fatto di proporzioni e di numeri, come di cortocircuiti linguistici che sottendono comunque un ritmo logico e musicale. Fra le opere singole in esposizione merita poi di essere nuovamente citata «Small Town»: due grandi lastre che formano un’unica immagine quasi quadrata di due metri di lato. L’incisione, del 1990, mette in risalto non solo le possibilità tecniche di Paladino, ma anche la sua poetica di totale e assoluta libertà linguistica, in grado, alla fine degli anni Settanta, di offrire un forte slancio rinnovativo all’arte internazionale.
Le grafiche, a partire da «Introibo ad altare dei» del 1984, segnano alcuni momenti fondamentali nello sviluppo tecnico e linguistico dell’opera di Paladino e mettono in evidenza alcuni temi a lui cari, come il rapporto con l’opera letteraria, che lo portò a rappresentare non pochi soggetti classici, dai temi omerici fino al «Pinocchio», un libro che Paladino ha più volte rappresentato e che sarà presente anche in questa occasione. Del 1986 è invece la cartella «Lacrimose», un lavoro sperimentale portato a termine nell’officina di Upiglio a Milano e senza dubbio uno dei momenti più alti del lavoro incisorio degli anni ottanta di Paladino. Dello stesso rigore la cartella completa «Atlantico», altro vero e proprio capolavoro: un viaggio misterioso fra le suggestioni, le forme e le idee che stanno alla base della Transavanguardia.
Di grande interesse è anche la cartella completa del «Rabanus Maurus. De universo» dove Paladino interviene per rendere quella che viene considerata una delle prime enciclopedie del sapere occidentale, un puro pretesto d’immagine. Uno dei codici più antichi conservato all'abbazia di Montecassino, scritto in lingua beneventana, ha ispirato il maestro per la realizzazione di otto fogli grafici di grandi dimensioni, ideativamente complessi e di straordinarie qualità tecniche. Una scelta formale che Paladino ha usato con il massimo controllo, sovrapponendosi e integrandosi, ma senza cancellare, lo scritto e le immagini del codice.
Fra gli altri fogli spicca la serie completa di «Matematico», che allude a un altro motivo molto caro all’artista, che trova nella geometria, nell’architettura e, appunto, nell’ordine matematico un luogo di dialogo con la realtà. D’altronde, il mondo di Paladino è fatto di proporzioni e di numeri, come di cortocircuiti linguistici che sottendono comunque un ritmo logico e musicale. Fra le opere singole in esposizione merita poi di essere nuovamente citata «Small Town»: due grandi lastre che formano un’unica immagine quasi quadrata di due metri di lato. L’incisione, del 1990, mette in risalto non solo le possibilità tecniche di Paladino, ma anche la sua poetica di totale e assoluta libertà linguistica, in grado, alla fine degli anni Settanta, di offrire un forte slancio rinnovativo all’arte internazionale.
10
novembre 2017
Mimmo Paladino | Opera Grafica 1984 – 2008
Dal 10 novembre 2017 al 14 gennaio 2018
arte contemporanea
Location
VICOLO FOLLETTO ART FACTORIES
Reggio Nell'emilia, Vicolo Del Folletto, 1, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Vicolo Del Folletto, 1, (Reggio Nell'emilia)
Vernissage
10 Novembre 2017, h 18
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