Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Mimmo Paladino – Opere grafiche
L’opera grafica presentata a Villa Gualino raccoglierà 6-7 grandi lavori di Paladino, molto rari e di qualità nella loro unicità stilistica e artistica.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’ “Associazione Culturale Galleria Folco”, la rivista mensile “Italia Arte”, in collaborazione con “De
Arte - Progetti e servizi per l’arte” presentano, in contemporanea alla mostra di sculture di Massimo
Ghiotti che inaugurerà il “Parco Internazionale di Sculture di Villa Gualino-Italia Arte”, a Torino, alcune
opere grafiche di Mimmo Paladino, in un allestimento particolarmente suggestivo negli spazi storici di
Villa Gualino, Torino, dal 15 ottobre al 22 novembre 2009.
L’opera grafica presentata a Villa Gualino raccoglierà 6-7 grandi lavori di Paladino, molto rari e di qualità
nella loro unicità stilistica e artistica. Il dialogo fra la modernità del segno essenziale di Paladino e la
monumentalità delle sculture di Massimo Ghiotti, presentati contemporaneamente, ma con due progetti
ben distinti, si confrontano sul terreno comune della sintesi stilistica e della ricerca sperimentale e concettuale
di un’arte nuova, classicamente intesa come armonia naturale della forma e del gesto, tra un ritorno
‘transavanguardista’ alla figurazione, per Paladino e l’elegante visionarietà universale delle presenze
scultoree di Ghiotti.
La mostra gode del Patrocinio di Regione Piemonte, Provincia di Torino, Città di Torino e
Consorzio Villa Gualino e sarà inaugurata il 15 ottobre, dalle ore 18.
L’ARTISTA
Mimmo Paladino, nato a Paduli, in provincia di Benevento, il 18 dicembre 1948, trascorre la sua infanzia
a Napoli e, dal 1964 al 1968, frequenta il Liceo Artistico a Benevento. Muovendo dal clima comune
del “concettuale”, la prima fase dell'attività dell'artista s'incentra principalmente sulla fotografia. La sua
prima personale si tiene allo Studio Oggetto di Enzo Cannaviello a Caserta, nel 1969. I lavori prodotti in
questa prima fase sono presentati alla Galleria Nuovi Strumenti di Brescia nel 1976. Tuttavia, le eccezionali
doti di disegnatore di Paladino non rimangono a lungo celate. Nel 1977, infatti, realizza un grande
pastello sul muro della galleria di Lucio Amelio a Napoli e partecipa inoltre alla rassegna "Internationale
Triennale für Zeichnung" organizzata a Breslavia. Nello stesso anno si trasferisce a Milano.
Nella seconda metà degli anni ‘70 egli riscopre la pittura e recupera il colore sia nella sua valenza espressiva
sia nella matericità del pigmento: il suo interesse si concentra soprattutto sulla peculiarità della figurazione
a divenire linguaggio. Immagini astratte e oniriche si susseguono su grandi tele dai forti valori
timbrici, spazialmente definite da strutture geometriche, rami e maschere che attraggono l'osservatore.
Gli anni a cavallo tra il ‘78 e l’ ‘80 sono da leggersi come un periodo transitorio tra la posizioni concettuali
sulle quali era assiso inizialmente e la rinnovata attenzione per la pittura figurativa.
La sua arte riscuote ampio consenso all'estero. Nel 1980 giunge all'elaborazione di superfici di grandi
dimensioni e opere di forte impatto visivo nelle quali racconta la vita e il mistero della morte. Utilizza
l'incisione e molte altre tecniche per rappresentare il proprio “mondo interiore”, primordiale e magico.
Introduce presto nelle sue tele elementi scolpiti, unendo modernità e arte povera.
Ad “Aperto ‘80”, nell'ambito della Biennale di Venezia, il critico Achille Bonito Oliva propone la corrente
della transavanguardia, di cui fanno parte Chia, Clemente, Cucchi e lo stesso Paladino.
Dal 1985 si cimenta, inoltre, con grandi sculture in bronzo e con installazioni.
Pur nella loro apparente fissità da icone le opere di Paladino conservano sempre un'ambiguità densa di
allusioni. Le maschere senza sguardo, i profili arcaici delle teste, custodiscono valenze emblematiche che
sfuggono ad un'interpretazione univoca, anzi appaiono serbare enigmi, misteri insondabili o segreti.
Nella seconda metà degli anni '80 i lavori di Paladino risultano fondati su una composizione che va semplificandosi.
Si restringe l'inventario dei segni, mentre il colore suggerisce l'intero spazio dell'opera.
Alla fine degli anni '90 Paladino realizza diversi altri cicli pittorici, nei quali si rende evidente l'aspetto
più problematico della sua ricerca, ovvero il continuo interrogarsi sul linguaggio dell'arte: la geometria,
la frammentarietà, la molteplicità e l'accumulazione dei segni, insieme a improvvise cesure e cambi di
registro, costituiscono alcuni fili conduttori della sua opera.
La sua produzione inizia ad essere conosciuta anche all'estero, grazie ad una mostra itinerante del 1980,
che si sposta da Basilea ad Essen, ad Amsterdam, oltre ad una personale alla Badischer Kunstverein di
Karlsruhe. Nel 1982 partecipa a Documenta di Kassel e hanno luogo importanti personali e del 1985 è la
sua prima retrospettiva al Lenbachhaus di Monaco. I diversi viaggi compiuti in Brasile contribuiscono ad
introdurre nella sua pittura componenti animistiche e fortemente emotive.
Verso la fine degli anni Ottanta si riscontra nei suoi lavori un maggiore rigore ed una composizione molto
più semplificata. Nel 1990 realizza la scenografia de La sposa di Messina di Schiller a Gibellina per la
regia di Elio Capitani e costruisce per la prima volta la Montagna di sale. Del 1992 è l'installazione permanente
Hortus conclusus nel complesso universitario di San Domenico a Benevento.
Mimmo Paladino vive e lavora tra Paduli, Roma e Milano.
Arte - Progetti e servizi per l’arte” presentano, in contemporanea alla mostra di sculture di Massimo
Ghiotti che inaugurerà il “Parco Internazionale di Sculture di Villa Gualino-Italia Arte”, a Torino, alcune
opere grafiche di Mimmo Paladino, in un allestimento particolarmente suggestivo negli spazi storici di
Villa Gualino, Torino, dal 15 ottobre al 22 novembre 2009.
L’opera grafica presentata a Villa Gualino raccoglierà 6-7 grandi lavori di Paladino, molto rari e di qualità
nella loro unicità stilistica e artistica. Il dialogo fra la modernità del segno essenziale di Paladino e la
monumentalità delle sculture di Massimo Ghiotti, presentati contemporaneamente, ma con due progetti
ben distinti, si confrontano sul terreno comune della sintesi stilistica e della ricerca sperimentale e concettuale
di un’arte nuova, classicamente intesa come armonia naturale della forma e del gesto, tra un ritorno
‘transavanguardista’ alla figurazione, per Paladino e l’elegante visionarietà universale delle presenze
scultoree di Ghiotti.
La mostra gode del Patrocinio di Regione Piemonte, Provincia di Torino, Città di Torino e
Consorzio Villa Gualino e sarà inaugurata il 15 ottobre, dalle ore 18.
L’ARTISTA
Mimmo Paladino, nato a Paduli, in provincia di Benevento, il 18 dicembre 1948, trascorre la sua infanzia
a Napoli e, dal 1964 al 1968, frequenta il Liceo Artistico a Benevento. Muovendo dal clima comune
del “concettuale”, la prima fase dell'attività dell'artista s'incentra principalmente sulla fotografia. La sua
prima personale si tiene allo Studio Oggetto di Enzo Cannaviello a Caserta, nel 1969. I lavori prodotti in
questa prima fase sono presentati alla Galleria Nuovi Strumenti di Brescia nel 1976. Tuttavia, le eccezionali
doti di disegnatore di Paladino non rimangono a lungo celate. Nel 1977, infatti, realizza un grande
pastello sul muro della galleria di Lucio Amelio a Napoli e partecipa inoltre alla rassegna "Internationale
Triennale für Zeichnung" organizzata a Breslavia. Nello stesso anno si trasferisce a Milano.
Nella seconda metà degli anni ‘70 egli riscopre la pittura e recupera il colore sia nella sua valenza espressiva
sia nella matericità del pigmento: il suo interesse si concentra soprattutto sulla peculiarità della figurazione
a divenire linguaggio. Immagini astratte e oniriche si susseguono su grandi tele dai forti valori
timbrici, spazialmente definite da strutture geometriche, rami e maschere che attraggono l'osservatore.
Gli anni a cavallo tra il ‘78 e l’ ‘80 sono da leggersi come un periodo transitorio tra la posizioni concettuali
sulle quali era assiso inizialmente e la rinnovata attenzione per la pittura figurativa.
La sua arte riscuote ampio consenso all'estero. Nel 1980 giunge all'elaborazione di superfici di grandi
dimensioni e opere di forte impatto visivo nelle quali racconta la vita e il mistero della morte. Utilizza
l'incisione e molte altre tecniche per rappresentare il proprio “mondo interiore”, primordiale e magico.
Introduce presto nelle sue tele elementi scolpiti, unendo modernità e arte povera.
Ad “Aperto ‘80”, nell'ambito della Biennale di Venezia, il critico Achille Bonito Oliva propone la corrente
della transavanguardia, di cui fanno parte Chia, Clemente, Cucchi e lo stesso Paladino.
Dal 1985 si cimenta, inoltre, con grandi sculture in bronzo e con installazioni.
Pur nella loro apparente fissità da icone le opere di Paladino conservano sempre un'ambiguità densa di
allusioni. Le maschere senza sguardo, i profili arcaici delle teste, custodiscono valenze emblematiche che
sfuggono ad un'interpretazione univoca, anzi appaiono serbare enigmi, misteri insondabili o segreti.
Nella seconda metà degli anni '80 i lavori di Paladino risultano fondati su una composizione che va semplificandosi.
Si restringe l'inventario dei segni, mentre il colore suggerisce l'intero spazio dell'opera.
Alla fine degli anni '90 Paladino realizza diversi altri cicli pittorici, nei quali si rende evidente l'aspetto
più problematico della sua ricerca, ovvero il continuo interrogarsi sul linguaggio dell'arte: la geometria,
la frammentarietà, la molteplicità e l'accumulazione dei segni, insieme a improvvise cesure e cambi di
registro, costituiscono alcuni fili conduttori della sua opera.
La sua produzione inizia ad essere conosciuta anche all'estero, grazie ad una mostra itinerante del 1980,
che si sposta da Basilea ad Essen, ad Amsterdam, oltre ad una personale alla Badischer Kunstverein di
Karlsruhe. Nel 1982 partecipa a Documenta di Kassel e hanno luogo importanti personali e del 1985 è la
sua prima retrospettiva al Lenbachhaus di Monaco. I diversi viaggi compiuti in Brasile contribuiscono ad
introdurre nella sua pittura componenti animistiche e fortemente emotive.
Verso la fine degli anni Ottanta si riscontra nei suoi lavori un maggiore rigore ed una composizione molto
più semplificata. Nel 1990 realizza la scenografia de La sposa di Messina di Schiller a Gibellina per la
regia di Elio Capitani e costruisce per la prima volta la Montagna di sale. Del 1992 è l'installazione permanente
Hortus conclusus nel complesso universitario di San Domenico a Benevento.
Mimmo Paladino vive e lavora tra Paduli, Roma e Milano.
15
ottobre 2009
Mimmo Paladino – Opere grafiche
Dal 15 ottobre al 22 novembre 2009
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
VILLA GUALINO
Torino, Viale Settimio Severo, 63, (Torino)
Torino, Viale Settimio Severo, 63, (Torino)
Orario di apertura
tutti i giorni, dalle ore 10:00 alle 20:00
Vernissage
15 Ottobre 2009, ore 18
Sito web
www.italiaarte.it
Autore