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Mimmo Rotella – Marylin per sempre
La grande intuizione di Rotella – che ne ha giustamente decretato il successo – sta nella sensazione di immedesimazione che ciascuno di noi prova di fronte alle sue opere: il suo desiderio è il nostro, e quegli strappi avremmo potuto farli noi.
Comunicato stampa
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La mostra comprende 15 décollages realizzati da Mimmo Rotella tra il 2000 e il 2004
E' un rapporto di odio/amore quello che si stabilisce tra Mimmo Rotella, le sue immagini e i suoi gesti. Non è facile, infatti, immaginare di avvicinarsi a un simbolo riconosciuto della sensualità, qual è Marylin, e strapparne brandelli, fare a pezzi l'intorno, cancellarne delle parti, deturparne la figura. Il gesto è quello del vandalo, che di notte si avvicina ai cartelloni male incollati e cammin facendo ne strappa con noncuranza e con un pizzico di gioia una striscia, trasformando un manifesto in una dichiarazione di rabbia, di "sfregio", forse anche di disagio e persino di rivolta (anche se questa è una parola grossa...): eppure, chi non ha mai provato questo impulso?
L'impressione è quella di una pratica vagamente sadomasochista, insita però in ciascuno di noi, e che Rotella ha in un certo qual modo codificato, palesato (compito dell'arte è rendere visibile l'invisibile, diceva uno molto lontano da Rotella, Paul Klee...), e quindi elaborato e resa accettabile.
L'oltraggio che Rotella procura a Marylin è una dichiarazione d'amore.
Non è un caso, a questo proposito, che la "svolta" per Rotella avvenga attorno al 1960, quando l'artista già adottava la tecnica del "décollage" da molti anni: durante gli anni Cinquanta, però, il suo interesse e la sua personalissima tecnica producevano opere in cui predominante era, per così dire, la "poetica del frammento", nel senso che il decollage, per quanto innovativo nei materiali e nell'oggettualità, andava a toccare soprattutto questioni espressive legate alle problematiche dell'Informale. Quando invece attorno al Sessanta nei suoi lavori appare l'immagine – e quell'immagine, quelle icone del divismo e del sogno popolare – l'accento si sposta decisamente non soltanto verso l'immaginario pop, ma l'opera si carica anche di una specie di surplus psicologico. L'artista, cioè, agisce su due livelli: quello superficiale della fantasia pop, del mito di massa, e quello profondo, individuale, psicologico, pulsionale.
La grande intuizione di Rotella – che ne ha giustamente decretato il successo – sta nella sensazione di immedesimazione che ciascuno di noi prova di fronte alle sue opere: il suo desiderio è il nostro, e quegli strappi avremmo potuto farli noi.
E' un rapporto di odio/amore quello che si stabilisce tra Mimmo Rotella, le sue immagini e i suoi gesti. Non è facile, infatti, immaginare di avvicinarsi a un simbolo riconosciuto della sensualità, qual è Marylin, e strapparne brandelli, fare a pezzi l'intorno, cancellarne delle parti, deturparne la figura. Il gesto è quello del vandalo, che di notte si avvicina ai cartelloni male incollati e cammin facendo ne strappa con noncuranza e con un pizzico di gioia una striscia, trasformando un manifesto in una dichiarazione di rabbia, di "sfregio", forse anche di disagio e persino di rivolta (anche se questa è una parola grossa...): eppure, chi non ha mai provato questo impulso?
L'impressione è quella di una pratica vagamente sadomasochista, insita però in ciascuno di noi, e che Rotella ha in un certo qual modo codificato, palesato (compito dell'arte è rendere visibile l'invisibile, diceva uno molto lontano da Rotella, Paul Klee...), e quindi elaborato e resa accettabile.
L'oltraggio che Rotella procura a Marylin è una dichiarazione d'amore.
Non è un caso, a questo proposito, che la "svolta" per Rotella avvenga attorno al 1960, quando l'artista già adottava la tecnica del "décollage" da molti anni: durante gli anni Cinquanta, però, il suo interesse e la sua personalissima tecnica producevano opere in cui predominante era, per così dire, la "poetica del frammento", nel senso che il decollage, per quanto innovativo nei materiali e nell'oggettualità, andava a toccare soprattutto questioni espressive legate alle problematiche dell'Informale. Quando invece attorno al Sessanta nei suoi lavori appare l'immagine – e quell'immagine, quelle icone del divismo e del sogno popolare – l'accento si sposta decisamente non soltanto verso l'immaginario pop, ma l'opera si carica anche di una specie di surplus psicologico. L'artista, cioè, agisce su due livelli: quello superficiale della fantasia pop, del mito di massa, e quello profondo, individuale, psicologico, pulsionale.
La grande intuizione di Rotella – che ne ha giustamente decretato il successo – sta nella sensazione di immedesimazione che ciascuno di noi prova di fronte alle sue opere: il suo desiderio è il nostro, e quegli strappi avremmo potuto farli noi.
24
settembre 2004
Mimmo Rotella – Marylin per sempre
Dal 24 settembre al 23 ottobre 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA MYCOLLECTION
Verona, Via Sottoriva, 12, (Verona)
Verona, Via Sottoriva, 12, (Verona)
Orario di apertura
10-13 / 16-20
Vernissage
24 Settembre 2004, ore 18:30
Curatore