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Mino Guarneri – Armoniche astrazioni
Presentati gli ultimi lavori astratti dell’artista, oltre 30 opere di grandi dimensioni. Lavori che mostrano una ricerca atta ad eliminare il superfluo. Disaggregare elementi per ricomporre l’essenza degli stessi.
Comunicato stampa
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L’occasione del nuovo lavoro pittorico dell’amico Mino Guarneri si presta per una riflessione sulla
creatività legata al gioco e alla professione.
Mino passa dall’arte figurativa a quella astratta così, come il bambino sulla spiaggia di Nietzche,
dopo la distruzione di un castello di sabbia, ne costruisce un altro architettonicamente diverso.
Questo bambino lega i grandi costruttori ai grandi distruttori. Ma non è dalle rovine che nasce la
ricerca? Se è vero che il nuovo castello è formalmente diverso dal precedente distrutto, è altrettanto
vero che l’esperienza e l’amore che si ha per il primo non scompare: tutt’altro, il “vissuto” e l’amore
accompagna la riedificazione del secondo.
Non è questa la ricerca, che scrollandosi di dosso i pesi del passato, si proietta verso i nuovi mondi ?
Mino; bambini e vecchi sono simili nel gioco divino della creatività:
Tutto ritorna, ritorna differente.
Aldo Spoldi
Mèta raggiunta o ennesima ripartenza?
Dopo i rosa pastello e i blu misurati dell’isola di Ischia (1965), dopo i vigorosi grigi perla dei paesaggi
francesi (1970), dopo gli azzurri incantati della laguna di Burano (1985), dopo i verdi pastosi e i gialli
assolati delle colline piacentine (1999), dopo avere incarnato le astratte e colorite stravaganze
del fascino circense (2005), ecco l’incontro con l’ultima produzione artistica del pittore Mino Guarneri.
E’ un’autentica e sorprendente full immersion all’interno delle potenzialità creative che il suo colore
sa esprimere in tutte le più estese e liriche tonalità e che, tuttavia, egli interpreta con naturalezza, quasi con
ironia. Ci saziano quei toni costruiti con saggezza e senso del limite, sempre originali e irripetibili, che spaziano e vivono imbrigliati e contenuti, come nomadi, fra linee e corposi tessuti geometrici che si modificano, che si sovrappongono, che giocano tra loro, che si adagiano sopra fondi ora sfumati ora più intensi, liberando energia e scandendo la vitalità dell’insieme. Un colorismo esperto, ricercato
con caparbietà, quasi a diventare ortodossia culto, ma che non cede mai all’esasperazione, al disagio o
alla forzatura. E’ solo armonia. Il racconto dell’artista si sviluppa così, ricco di componenti emotive ed
evocative, nella totale metamorfosi dei volumi. Ci interroghiamo se la metà è stata raggiunta o se è l’ennesima ripartenza verso una avventura pittorica alla quale questo artista mutevolissimo ancora una volta saprà dare una vita. Una ricerca mai doma e che, dopo quarant’anni, non finisce di stupirci.
Ad multos annos, allora, e che lo accompagni nel suo fantastico viaggio l’augurio degli antichi latini: quicquid calcàverit hic rosa flat. Possa spuntare sempre un fiore ovunque poserà il suo pennello.
Luciano Aiolfi
creatività legata al gioco e alla professione.
Mino passa dall’arte figurativa a quella astratta così, come il bambino sulla spiaggia di Nietzche,
dopo la distruzione di un castello di sabbia, ne costruisce un altro architettonicamente diverso.
Questo bambino lega i grandi costruttori ai grandi distruttori. Ma non è dalle rovine che nasce la
ricerca? Se è vero che il nuovo castello è formalmente diverso dal precedente distrutto, è altrettanto
vero che l’esperienza e l’amore che si ha per il primo non scompare: tutt’altro, il “vissuto” e l’amore
accompagna la riedificazione del secondo.
Non è questa la ricerca, che scrollandosi di dosso i pesi del passato, si proietta verso i nuovi mondi ?
Mino; bambini e vecchi sono simili nel gioco divino della creatività:
Tutto ritorna, ritorna differente.
Aldo Spoldi
Mèta raggiunta o ennesima ripartenza?
Dopo i rosa pastello e i blu misurati dell’isola di Ischia (1965), dopo i vigorosi grigi perla dei paesaggi
francesi (1970), dopo gli azzurri incantati della laguna di Burano (1985), dopo i verdi pastosi e i gialli
assolati delle colline piacentine (1999), dopo avere incarnato le astratte e colorite stravaganze
del fascino circense (2005), ecco l’incontro con l’ultima produzione artistica del pittore Mino Guarneri.
E’ un’autentica e sorprendente full immersion all’interno delle potenzialità creative che il suo colore
sa esprimere in tutte le più estese e liriche tonalità e che, tuttavia, egli interpreta con naturalezza, quasi con
ironia. Ci saziano quei toni costruiti con saggezza e senso del limite, sempre originali e irripetibili, che spaziano e vivono imbrigliati e contenuti, come nomadi, fra linee e corposi tessuti geometrici che si modificano, che si sovrappongono, che giocano tra loro, che si adagiano sopra fondi ora sfumati ora più intensi, liberando energia e scandendo la vitalità dell’insieme. Un colorismo esperto, ricercato
con caparbietà, quasi a diventare ortodossia culto, ma che non cede mai all’esasperazione, al disagio o
alla forzatura. E’ solo armonia. Il racconto dell’artista si sviluppa così, ricco di componenti emotive ed
evocative, nella totale metamorfosi dei volumi. Ci interroghiamo se la metà è stata raggiunta o se è l’ennesima ripartenza verso una avventura pittorica alla quale questo artista mutevolissimo ancora una volta saprà dare una vita. Una ricerca mai doma e che, dopo quarant’anni, non finisce di stupirci.
Ad multos annos, allora, e che lo accompagni nel suo fantastico viaggio l’augurio degli antichi latini: quicquid calcàverit hic rosa flat. Possa spuntare sempre un fiore ovunque poserà il suo pennello.
Luciano Aiolfi
04
aprile 2009
Mino Guarneri – Armoniche astrazioni
Dal 04 al 30 aprile 2009
arte contemporanea
Location
ATELIER
Calvenzano, Via Lusardi, 13, (Bergamo)
Calvenzano, Via Lusardi, 13, (Bergamo)
Orario di apertura
Orari di apertura:
da lunedì a sabato:
09:00 – 12:30
14:30 – 19:30
domenica
su appuntamento
Vernissage
4 Aprile 2009, Ore 17:30
Autore