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Minou Amirsoleimani – Nel labirinto
Minou Amirsoleimani in questi lavori recenti, realizzati utilizzando esclusivamente la carta, che lei stessa produce mescolando alla polpa pigmenti naturali, e poi modella a seconda delle sue specifiche esigenze, continua una ricerca cominciata nei primi anni ’90.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Martedì 8 giugno 2004, alle ore 18,00 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori Centro , via Ercole Bombelli 22, si inaugura la personale di Minou Amirsoleimani . Nel labirinto , curata da Loredana Rea. La mostra rimarrà aperta fino al 25 giugno, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17 alle 20.
L’evento, è l’ottavo e ultimo appuntamento del ciclo Immagini Materie Segni , in cui i critici Ivana D’Agostino e Loredana Rea presentano nell’arco di tempo compreso tra gennaio e giugno otto artisti – oltre a Armisoleimani,
Giuliano Mammoli, Fernando Rea, Barbara Gurrieri, Angelo Brugnera, Diana Ferrara, Antonella Capponi, Claudio Granato – differenti per formazione, scelte e, soprattutto, modalità espressive.
Seguendo tre grandi direttrici della ricerca artistica, rappresentate emblematicamente dalle continue sperimentazioni intorno all’immagine, alla materia e al segno, l’intento critico è quello di riflettere sul presente, per cogliere le motivazioni vere delle pratiche espressive e le direzioni tangenti o divergenti dei criteri metodologici e progettuali e restituire, poi, uno spaccato, certamente incompleto, ma sicuramente vitale della contemporaneità.
Minou Amirsoleimani in questi lavori recenti, realizzati utilizzando esclusivamente la carta, che lei stessa produce mescolando alla polpa pigmenti naturali, e poi modella a seconda delle sue specifiche esigenze, continua una ricerca cominciata nei primi anni ’90, che l’ha condotta alla costruzione di un linguaggio in cui si fondono inscindibilmente la memoria delle radici mediorientali con la tradizione dell’arte dell’occidente.
Amirsoleimani, infatti, con la carta, modellata incisa pigmentata, crea una serie di opere sapientemente articolate per evidenziare da una parte il rigore delle forme e dall’altra le capacità evocative dei simboli della cultura persiana, con l’intento dichiarato di indagare attraverso il recupero della memoria l’insondabile profondità del proprio universo interiore e per non perdere la coscienza di sé.
Il labirinto, su cui è costruita questa esposizione, pensata appositamente per gli spazi della galleria è, appunto, quello delle radici profonde in cui affonda la sua originaria cultura, nell’intento di ritrovare la capacità di mettere a nudo se stessa, le inquietudini, le incertezze, i timori, le difficoltà di un quotidiano che attraverso l’arte si libera di ogni prosaicità, di ogni tentazione narrativa.
Nel labirinto quest’artista iraniana, ma residente in Italia da un ventennio, si muove con levità e maestria nell’intenzione dichiarata di materializzare l’immateriale, di vedere l’invisibile, di dire l’indicibile.
L’evento, è l’ottavo e ultimo appuntamento del ciclo Immagini Materie Segni , in cui i critici Ivana D’Agostino e Loredana Rea presentano nell’arco di tempo compreso tra gennaio e giugno otto artisti – oltre a Armisoleimani,
Giuliano Mammoli, Fernando Rea, Barbara Gurrieri, Angelo Brugnera, Diana Ferrara, Antonella Capponi, Claudio Granato – differenti per formazione, scelte e, soprattutto, modalità espressive.
Seguendo tre grandi direttrici della ricerca artistica, rappresentate emblematicamente dalle continue sperimentazioni intorno all’immagine, alla materia e al segno, l’intento critico è quello di riflettere sul presente, per cogliere le motivazioni vere delle pratiche espressive e le direzioni tangenti o divergenti dei criteri metodologici e progettuali e restituire, poi, uno spaccato, certamente incompleto, ma sicuramente vitale della contemporaneità.
Minou Amirsoleimani in questi lavori recenti, realizzati utilizzando esclusivamente la carta, che lei stessa produce mescolando alla polpa pigmenti naturali, e poi modella a seconda delle sue specifiche esigenze, continua una ricerca cominciata nei primi anni ’90, che l’ha condotta alla costruzione di un linguaggio in cui si fondono inscindibilmente la memoria delle radici mediorientali con la tradizione dell’arte dell’occidente.
Amirsoleimani, infatti, con la carta, modellata incisa pigmentata, crea una serie di opere sapientemente articolate per evidenziare da una parte il rigore delle forme e dall’altra le capacità evocative dei simboli della cultura persiana, con l’intento dichiarato di indagare attraverso il recupero della memoria l’insondabile profondità del proprio universo interiore e per non perdere la coscienza di sé.
Il labirinto, su cui è costruita questa esposizione, pensata appositamente per gli spazi della galleria è, appunto, quello delle radici profonde in cui affonda la sua originaria cultura, nell’intento di ritrovare la capacità di mettere a nudo se stessa, le inquietudini, le incertezze, i timori, le difficoltà di un quotidiano che attraverso l’arte si libera di ogni prosaicità, di ogni tentazione narrativa.
Nel labirinto quest’artista iraniana, ma residente in Italia da un ventennio, si muove con levità e maestria nell’intenzione dichiarata di materializzare l’immateriale, di vedere l’invisibile, di dire l’indicibile.
08
giugno 2004
Minou Amirsoleimani – Nel labirinto
Dall'otto al 25 giugno 2004
arte contemporanea
Location
STUDIO ARTE FUORI CENTRO
Roma, Via Ercole Bombelli, 22, (Roma)
Roma, Via Ercole Bombelli, 22, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle 17 alle 20
Vernissage
8 Giugno 2004, ore 18