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Mirko Andreoli – b/n
personale
Comunicato stampa
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Talvolta spiegando le caratteristiche estetiche del famoso "Bolero" di Ravel, mi capita di invitare gli allievi a meditare sull'enorme difficoltà di porsi nell'ottica di raccontare “tutto" utilizzando un linguaggio estremamente sintetico e castigato. Li spingo a pensare a quanto sarebbe difficile realizzare un tema, capace di fare emergere tutta la ricchezza emotiva che si possiede, facendo uso di pochissime ed efficaci parole! Personalmente ho sempre nutrito una forte ammirazione per coloro che in ogni campo artistico, hanno dato prova di possedere doti di sintesi. Credo che il valore di ogni creazione risieda nella sua semplicità; più poveri sono i mezzi e più alto deve essere il potenziale espressivo, per giungere a toccare la sensibilità degli interlocutori. Sulla base di questo pensiero mi accingo a presentare l'opera di Mirko Andreoli, mio figlio, un artista che ho visto crescere fisicamente ed intellettualmente, le cui scelte, mirate alla ricerca di una propria identità nel percorso dell'arte, hanno fatto spesso i conti con l'inevitabile confronto dovuto alla scomoda presenza del padre, il sottoscritto.
Già da bambino il suo spirito indipendente gli ha imposto un percorso completamente distaccato, sia per le scelte tematiche, tecniche ed interpretative, rispetto al mio, ha saputo costruirsi un linguaggio personalissimo, mediato da una forte predisposizione al disegno classico, fattore notato da Flavio Russo, che in una recensione di alcuni anni or sono scriveva: “Sa di disegno quanto troppi sedicenti pittori nemmeno in tarda età conoscono" La sua carica emotiva viene espressa prevalentemente attraverso l'uso del "Bianco e nero", i toni neutri per antonomasia, che per esprimere il senso della vita, devono essere supportati da forte rigore stilistico-espressivo, nonché da grande sensibilità da parte dell'autore. Così è Mirko: attento ad ogni minima vibrazione dell'animo umano, capace di raccontare le mille facce dell'emotività attraverso il gioco del chiaro-scuro, dai contrasti più irruenti, alle morbide sfumature delle numerose tonalità dei grigi.
L'oggetto principale delle sue attenzioni sono soprattutto i visi ed i corpi femminili, mai sorridenti, sempre colti in atteggiamenti di pura riflessione, quasi ad invitare l'osservatore a compiere, insieme a loro, il magico rito mirato ad esorcizzare i problemi della nostra realtà. I nudi corpi, realizzati con estrema dignità sembrano voler farci riavvicinare alla storia dei grandi artisti del passato, dove ogni volgarità è bandita. Gli unici elementi che denunciano una problematica attuale, sono taluni accostamenti di forme infantili che si contrappongono al forte realismo delle figure principali, forme semplici ed innocenti, che sconvolgono la pacatezza del soggetto, capaci di generare nell'osservatore un forte senso di disagio, richiamando l'attenzione al dato psicologico, essenziale componente dell'impianto costruttivo dell'artista. Non mancano, comunque, le eccezioni al bianco e nero, ed ecco, allora, sporadici soggetti in cui l'uso del colore acrilico fornisce un contributo alla composizione del tema. L'atmosfera delle figure colorate rimane tuttavia imperniata sulla dinamica chiaroscurale; i toni si animano partendo dal nero del fondo, dando vita soprattutto, a corpi in cui il contrasto luminoso appare elemento primario. La varietà produttiva di Mirko, più che nelle tematiche, appare evidente nell'impiego di formati estremi: il suo repertorio e caratterizzato dalla produzione che va dai minuti schizzi di volti umani, piccoli come un francobollo, tesi a fissare l'idea di un momento, a supporti di grande dimensione in cui l'occhio attraversa i vuoti ed i pieni alla ricerca del dinamismo compositivo.
In ultima analisi, credo che l'aver scritto queste poche righe siano state per me, 1'occasione per raccontare una soddisfazione mai apertamente espressa nei confronti di Mirko, mio figlio, forse spesso taciuta per paura di mostrare quelle debolezze che il mio carattere, piuttosto portato a frenare gli eccessivi entusiasmi, non ammette.
Già da bambino il suo spirito indipendente gli ha imposto un percorso completamente distaccato, sia per le scelte tematiche, tecniche ed interpretative, rispetto al mio, ha saputo costruirsi un linguaggio personalissimo, mediato da una forte predisposizione al disegno classico, fattore notato da Flavio Russo, che in una recensione di alcuni anni or sono scriveva: “Sa di disegno quanto troppi sedicenti pittori nemmeno in tarda età conoscono" La sua carica emotiva viene espressa prevalentemente attraverso l'uso del "Bianco e nero", i toni neutri per antonomasia, che per esprimere il senso della vita, devono essere supportati da forte rigore stilistico-espressivo, nonché da grande sensibilità da parte dell'autore. Così è Mirko: attento ad ogni minima vibrazione dell'animo umano, capace di raccontare le mille facce dell'emotività attraverso il gioco del chiaro-scuro, dai contrasti più irruenti, alle morbide sfumature delle numerose tonalità dei grigi.
L'oggetto principale delle sue attenzioni sono soprattutto i visi ed i corpi femminili, mai sorridenti, sempre colti in atteggiamenti di pura riflessione, quasi ad invitare l'osservatore a compiere, insieme a loro, il magico rito mirato ad esorcizzare i problemi della nostra realtà. I nudi corpi, realizzati con estrema dignità sembrano voler farci riavvicinare alla storia dei grandi artisti del passato, dove ogni volgarità è bandita. Gli unici elementi che denunciano una problematica attuale, sono taluni accostamenti di forme infantili che si contrappongono al forte realismo delle figure principali, forme semplici ed innocenti, che sconvolgono la pacatezza del soggetto, capaci di generare nell'osservatore un forte senso di disagio, richiamando l'attenzione al dato psicologico, essenziale componente dell'impianto costruttivo dell'artista. Non mancano, comunque, le eccezioni al bianco e nero, ed ecco, allora, sporadici soggetti in cui l'uso del colore acrilico fornisce un contributo alla composizione del tema. L'atmosfera delle figure colorate rimane tuttavia imperniata sulla dinamica chiaroscurale; i toni si animano partendo dal nero del fondo, dando vita soprattutto, a corpi in cui il contrasto luminoso appare elemento primario. La varietà produttiva di Mirko, più che nelle tematiche, appare evidente nell'impiego di formati estremi: il suo repertorio e caratterizzato dalla produzione che va dai minuti schizzi di volti umani, piccoli come un francobollo, tesi a fissare l'idea di un momento, a supporti di grande dimensione in cui l'occhio attraversa i vuoti ed i pieni alla ricerca del dinamismo compositivo.
In ultima analisi, credo che l'aver scritto queste poche righe siano state per me, 1'occasione per raccontare una soddisfazione mai apertamente espressa nei confronti di Mirko, mio figlio, forse spesso taciuta per paura di mostrare quelle debolezze che il mio carattere, piuttosto portato a frenare gli eccessivi entusiasmi, non ammette.
07
ottobre 2006
Mirko Andreoli – b/n
Dal 07 al 20 ottobre 2006
arte contemporanea
Location
CANTINA COMUNALE
La Morra, Via Carlo Alberto, 2, (Cuneo)
La Morra, Via Carlo Alberto, 2, (Cuneo)
Orario di apertura
10 - 12,30; 14,30 - 18,30; visitabile tutti i giorni ad esclusione del martedì
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