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Mirko Artuso – Re del Tempo: il mondo è il mio Teatro
Mirko Artuso, attore e regista del panorama teatrale e cinematografico italiano, lavora dal 1995 al fianco di persone disabili sia nell’età evolutiva che con adulti affetti da diverse patologie psicomotorie e neurologiche; promuovendone il benessere, l’autonomia e l’inclusione in ogni ambito del vivere sociale. L’attività svolta negli anni ha toccato le città di Torino, Bari, Trento, Ferrara, Treviso, Padova, Bologna.
Comunicato stampa
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Mirko Artuso, attore e regista del panorama teatrale e cinematografico italiano, lavora dal 1995 al fianco di persone disabili sia nell’età evolutiva che con adulti affetti da diverse patologie psicomotorie e neurologiche; promuovendone il benessere, l’autonomia e l’inclusione in ogni ambito del vivere sociale.
L'attività svolta negli anni ha toccato le città di Torino, Bari, Trento, Ferrara, Treviso, Padova, Bologna.
"Questa mostra non è totalmente mia, direi una bugia: ho incontrato in questi 25 anni di teatro occhi e destini diversi, guardato migliaia di foto, ascoltato centinaia di storie, ho visto gli sguardi di tutti quei bambini vissuti a volte in epoche lontane, mi sono imbevuto dei loro gesti, delle loro parole silenziose, dei loro sorrisi. La mia giostra, così carica di tutta questa memoria, non può essere solamente mia, è di tutti quegli sguardi che ci sono dentro. La meraviglia, ecco che cosa mi interessa: riportare lo sguardo alla meraviglia. Se l’infanzia non è davvero un’età della vita, ma è un modo per guardare il mondo, la meraviglia è quel modo, quello sguardo.
I miei disegni vogliono sospendere lo sguardo quotidiano, rimetterlo su qualcosa di elementare e lì cercare di comprendere il mondo con gli occhi non più di un bambino o di un adulto, ma con gli occhi di una persona senza età."
Mirko Artuso
"Bella sorpresa l'Artuso disegnatore, la semplicità del disegno è una lunga conquista, e in questo caso parte da lontano. Da uno sguardo di meraviglia che incanta un bambino, e che non lascerà mai. I guazzi di colore sono esplosioni di allegria, una magia che si rinnova ad ogni palpito dell'anima. Quell'anima infantile non si perde nella corporeità di un omone qual'è Mirko, non si annacqua, non stinge. Anzi, distilla incanti, accompagnata dalla consapevolezza del proprio mestiere, che mai degraderà nel "mestierare", e cioè nella ripetizione, nelle repliche d'abitudine. Artuso viene dalla campagna trevigiana, la terra è adattata ad argine, bianchi e neri e silenzi condiscono i paesaggi di bruma. Ma quando il bimbo Mirko mette gli occhi sulle marionette e i teatrini itineranti, quell'incanto lo folgora, il colore entra sottopelle, il cuore batte il tempo del teatro. Tra ispirazioni collodiane e tratti felliniani, il carrozzone va', guidato con mano ferma dall'incantato cantore, Mirko Artuso."
Beppe Mora
"Ho conosciuto Mirko Artuso quando ero all’ultimo anno del liceo. È stata una folgorazione simile a quella di Pinocchio per il teatro di Mangiafuoco. Non sorprende che l’origine dei suoi disegni sia da cercare tra le luci delle giostre e dei circhi; anche il suo teatro condivide la stessa natura: l’esplosione dei colori e delle grida, il grande tendone che avvolge ed accoglie, come una madre, come i sogni e come gli incubi, la malinconia dei sorrisi di carta dei pupazzi, l’eccitazione dei buffi pericoli e l’incontenibile, effimera gioia, il vortice delle ruote, il c’è – non c’è, c’è - non c’è dell’esistenza. Come una promessa, che non sappiamo se vogliamo mantenuta, non manca mai nei disegni e nel teatro di Mirko un risveglio, risvolto diurno di questo villaggio nomade: ancora la tenda, la ruota, la carta colorata, i pupazzi, ma visti nudi, alla luce fredda e silenziosa del mattino, tra le nebbie della campagna, fuori dal paese, non lontano dall’argine. Ed è qui, in questo improvviso deserto, che sono meglio visibili, insieme la gentilezza e il pugnale, il cappio e la mano tesa."
Simone Derai
"Questa mostra non è totalmente mia, direi una bugia: ho incontrato in questi 25 anni di teatro occhi e destini diversi, guardato migliaia di foto, ascoltato centinaia di storie, ho visto gli sguardi di tutti quei bambini vissuti a volte in epoche lontane, mi sono imbevuto dei loro gesti, delle loro parole silenziose, dei loro sorrisi. La mia giostra, così carica di tutta questa memoria, non può essere solamente mia, è di tutti quegli sguardi che ci sono dentro. La meraviglia, ecco che cosa mi interessa: riportare lo sguardo alla meraviglia. Se l’infanzia non è davvero un’età della vita, ma è un modo per guardare il mondo, la meraviglia è quel modo, quello sguardo.
I miei disegni vogliono sospendere lo sguardo quotidiano, rimetterlo su qualcosa di elementare e lì cercare di comprendere il mondo con gli occhi non più di un bambino o di un adulto, ma con gli occhi di una persona senza età."
Mirko Artuso
"Bella sorpresa l'Artuso disegnatore, la semplicità del disegno è una lunga conquista, e in questo caso parte da lontano. Da uno sguardo di meraviglia che incanta un bambino, e che non lascerà mai. I guazzi di colore sono esplosioni di allegria, una magia che si rinnova ad ogni palpito dell'anima. Quell'anima infantile non si perde nella corporeità di un omone qual'è Mirko, non si annacqua, non stinge. Anzi, distilla incanti, accompagnata dalla consapevolezza del proprio mestiere, che mai degraderà nel "mestierare", e cioè nella ripetizione, nelle repliche d'abitudine. Artuso viene dalla campagna trevigiana, la terra è adattata ad argine, bianchi e neri e silenzi condiscono i paesaggi di bruma. Ma quando il bimbo Mirko mette gli occhi sulle marionette e i teatrini itineranti, quell'incanto lo folgora, il colore entra sottopelle, il cuore batte il tempo del teatro. Tra ispirazioni collodiane e tratti felliniani, il carrozzone va', guidato con mano ferma dall'incantato cantore, Mirko Artuso."
Beppe Mora
"Ho conosciuto Mirko Artuso quando ero all’ultimo anno del liceo. È stata una folgorazione simile a quella di Pinocchio per il teatro di Mangiafuoco. Non sorprende che l’origine dei suoi disegni sia da cercare tra le luci delle giostre e dei circhi; anche il suo teatro condivide la stessa natura: l’esplosione dei colori e delle grida, il grande tendone che avvolge ed accoglie, come una madre, come i sogni e come gli incubi, la malinconia dei sorrisi di carta dei pupazzi, l’eccitazione dei buffi pericoli e l’incontenibile, effimera gioia, il vortice delle ruote, il c’è – non c’è, c’è - non c’è dell’esistenza. Come una promessa, che non sappiamo se vogliamo mantenuta, non manca mai nei disegni e nel teatro di Mirko un risveglio, risvolto diurno di questo villaggio nomade: ancora la tenda, la ruota, la carta colorata, i pupazzi, ma visti nudi, alla luce fredda e silenziosa del mattino, tra le nebbie della campagna, fuori dal paese, non lontano dall’argine. Ed è qui, in questo improvviso deserto, che sono meglio visibili, insieme la gentilezza e il pugnale, il cappio e la mano tesa."
Simone Derai
01
febbraio 2014
Mirko Artuso – Re del Tempo: il mondo è il mio Teatro
Dal primo al 17 febbraio 2014
arte contemporanea
Location
SPAZIO PARAGGI
Treviso, Via Pescatori, 23, (Treviso)
Treviso, Via Pescatori, 23, (Treviso)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 9.00-19.00 sabato e domenica 16.30-20.00
Vernissage
1 Febbraio 2014, ore 18.30
Autore
Curatore