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Miró – Litografie originali
Le atmosfere oniriche di Joan Miró (Barcellona, 1893 – Palma di Maiorca, 1983) sono pronte ad avvolgere l’autunno torinese: Elena Salamon ha selezionato circa quaranta litografie originali del Maestro per la sua galleria ubicata a pochi passi da Palazzo Chiablese.
Comunicato stampa
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Le atmosfere oniriche di Joan Miró (Barcellona, 1893 - Palma di Maiorca, 1983) sono pronte ad avvolgere l’autunno torinese: Elena Salamon ha selezionato circa quaranta litografie originali del Maestro per la sua galleria ubicata a pochi passi da Palazzo Chiablese - sede della mostra istitu-zionale Miró, in cui confluiranno circa 130 opere, per lo più dipinti a olio di grandi dimensioni realizzati dall’artista durante il suo lungo soggiorno alle Baleari, dal 1956 al 1983.
Fra le produzioni artistiche del Novecento, quelle di Miró sono le più amate e apprezzate dal pubblico nonostante il linguaggio espressivo utilizzato non ne faciliti la comprensione: al limite dell’informale e molto più visionario di quello di Chagall, o di tutti gli artisti del Surrealismo, cor-rente pittorica in cui il Maestro catalano si identifica.
Le opere di Miró possiedono la rara caratteristica di strappare un sorriso all’osservatore. Sorriso motivato dall’utilizzo di colori vivaci e allegri, dalle strane figure irreali e, in particolare, dai segni che assomi¬gliano agli scarabocchi dei bambini. La piacevolezza dell’opera, e la serenità che questa emana, porta il grande pubblico ad accettarne l’immagine anche se non ne comprende appieno il significato.
Miró fu tra i primi esponenti ad aderire al movimento surrealista che af¬fermava l’importanza della “dimensione del sogno”, asserto basato sulle teorie psicoanalitiche di Sigmund Freud. Ciò aprì agli artisti un nuovo mondo di rappresentazioni, di significati fino a quel momento ignoti e rin-novate dimensioni per l’arte figurativa.
Le immagini rappresentate sono la raffigurazione dei sogni, ciò che Miró “vedeva”. Il significato irrazionale di queste rappresentazioni rende facilmente percepi¬bile l’anima dell’artista; le sue ope-re sono allegre, gio¬iose, esprimono la semplicità e l’innocenza dell’infanzia: sono armonie di for-me, astri in cielo, o semplici ideogrammi che trasmettono un mondo interiore di dolcezza e sere-nità. Per averne la conferma basta osservare l’espressione dei suoi occhi in una delle tante foto-grafie: sono dolci e sereni proprio come quelli di un bimbo.
Joan Miró amava molto incidere e scolpire tanto che per molti anni abbandonò la tecnica pittori-ca per dedicarsi con maggiore attenzione a queste pratiche. Si contano più di duemila lastre rea-lizzate dall’artista in tutto l’arco della propria vita: una pro¬duzione cospicua, complessa e assai ra-ra, paragonabile solo a quelle Picasso e Chagall. Molte opere fu¬rono incise con il preciso scopo di produrre litografie e acque¬forti destinate a essere pubblicate come edizioni correnti.
Miró, litografie originali. rimarrà aperta al pubblico fino al 24 dicembre, con un’apertura straordinaria per la Notte dell’Arte Contemporanea di Torino di sabato 4 novembre 2017.
Fra le produzioni artistiche del Novecento, quelle di Miró sono le più amate e apprezzate dal pubblico nonostante il linguaggio espressivo utilizzato non ne faciliti la comprensione: al limite dell’informale e molto più visionario di quello di Chagall, o di tutti gli artisti del Surrealismo, cor-rente pittorica in cui il Maestro catalano si identifica.
Le opere di Miró possiedono la rara caratteristica di strappare un sorriso all’osservatore. Sorriso motivato dall’utilizzo di colori vivaci e allegri, dalle strane figure irreali e, in particolare, dai segni che assomi¬gliano agli scarabocchi dei bambini. La piacevolezza dell’opera, e la serenità che questa emana, porta il grande pubblico ad accettarne l’immagine anche se non ne comprende appieno il significato.
Miró fu tra i primi esponenti ad aderire al movimento surrealista che af¬fermava l’importanza della “dimensione del sogno”, asserto basato sulle teorie psicoanalitiche di Sigmund Freud. Ciò aprì agli artisti un nuovo mondo di rappresentazioni, di significati fino a quel momento ignoti e rin-novate dimensioni per l’arte figurativa.
Le immagini rappresentate sono la raffigurazione dei sogni, ciò che Miró “vedeva”. Il significato irrazionale di queste rappresentazioni rende facilmente percepi¬bile l’anima dell’artista; le sue ope-re sono allegre, gio¬iose, esprimono la semplicità e l’innocenza dell’infanzia: sono armonie di for-me, astri in cielo, o semplici ideogrammi che trasmettono un mondo interiore di dolcezza e sere-nità. Per averne la conferma basta osservare l’espressione dei suoi occhi in una delle tante foto-grafie: sono dolci e sereni proprio come quelli di un bimbo.
Joan Miró amava molto incidere e scolpire tanto che per molti anni abbandonò la tecnica pittori-ca per dedicarsi con maggiore attenzione a queste pratiche. Si contano più di duemila lastre rea-lizzate dall’artista in tutto l’arco della propria vita: una pro¬duzione cospicua, complessa e assai ra-ra, paragonabile solo a quelle Picasso e Chagall. Molte opere fu¬rono incise con il preciso scopo di produrre litografie e acque¬forti destinate a essere pubblicate come edizioni correnti.
Miró, litografie originali. rimarrà aperta al pubblico fino al 24 dicembre, con un’apertura straordinaria per la Notte dell’Arte Contemporanea di Torino di sabato 4 novembre 2017.
04
settembre 2017
Miró – Litografie originali
Dal 04 settembre al 24 dicembre 2017
arte moderna
Location
ELENA SALAMON ARTE MODERNA
Torino, Via Torquato Tasso, 10, (Torino)
Torino, Via Torquato Tasso, 10, (Torino)
Orario di apertura
martedì, mercoledì e venerdì ore 15-19
giovedì e sabato ore 10:30-19
Vernissage
4 Settembre 2017, ore 18:30
Autore
Curatore