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Mirror Man
Dieci giovani artisti sviluppano un progetto espositivo che abbraccia il tema del riflesso e della riflessività. Visioni, percezioni, proiezioni, immagini sdoppiate della realtà rimandano a un corpo disunito e poliedrico che si guarda e pensa se stesso interrogandosi curioso sugli sguardi che riceve
Comunicato stampa
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Mirror Man is about places that don't exist and a collection of stories about the people who live there -- abandoned by the future, forbidden access to the past, and set adrift in a mirage-like Now.[1]
[1] David Thomas
Dieci giovani artisti sviluppano un progetto espositivo che abbraccia il tema del riflesso e della riflessività. Visioni, percezioni, proiezioni, immagini sdoppiate della realtà rimandano ad un corpo disunito e poliedrico che si guarda e pensa se stesso interrogandosi curioso sugli sguardi che riceve.
Ogni elemento della mostra e’ un riflesso scomposto ma anche una congettura che amplifica e deforma piccoli dettagli sparsi altrove.
Le parole e le frasi scritte sono riflessioni contemporanee/simultanee su proiezioni altrui.
In questa sala degli specchi i riflessi sono molteplici, alcuni formano i volti che si specchiano, altri determinano immagini cangianti: brevi e intense apparizioni che indicano, oltre alla volontà di modificare l‘andamento delle faccende quotidiane, sorpresa ed incanto.
La mostra e’ nata dall’esperienza del corso di Arti Visive di Marcello Maloberti presso la NABA –Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.
IO NON VIVO MAI NEGLI SPAZI ANTROPOLOGICI
Attraverso una gestualità minima, di matrice infantile, Daniele ci inizia ad una presa di coscienza della percezione corporea e spaziale. Con una continua analisi del rapporto corpo-spazio, decostruisce “l’abituale” e allena l’occhio ad un nuovo sguardo. Il ripetersi di un gesto infantile da gioco diventa analisi. Ogni volta un punto e a capo. È un continuo interrogarsi, cercando la risposta nel ripetersi. Mi siedo, mi spingono, volo, buco lo spazio e cado a terra. Da capo. Mi siedo, mi spingono, volo... La ripetizione è un modo per dire che non c’è nè inizio nè fine. Mi ricorda la canzone di Rodari “Ci vuole un fiore”. La buccia del mandarino che diventa albero che diventa seme che torna mandarino.
SESSO CONTRO CARNE
Istruzioni per l’uso: sventrare la scatola e controllare la mancanza dei pezzi fondamentali, ora combaciate il ciarpame rimanente, ed attendere se si ha tempo a sufficienza che il tavolo si accumuli, Lunazione. Solo a tal punto estrarre il manuale d’istruzioni capovolgerlo e girarlo, ora seguire le istruzioni e riassemblare. Si consiglia cottura lenta, Disegno intelligente. Quando i sistemi s’incontrano con estremo disinteresse tutto inizia a girare fino a cadere in un apparente perdita di controllo. E’ così quando vedi lunazione, traballano i disegni intelligenti, assurdi e incompatibili stranezze a ripetizione. "La malattia è la più grande imperfezione dell'uomo" Georg Lichtenberg
NON VI SENTO PIU
Perchè affliggermi ora? Il quotidiano come visione cinica quanto poetica è la dimensione in cui ci immerge Giuseppe, portandoci a riconsiderare situazioni in cui abbiamo saccentemente scartato la soluzione più semplice.
L’INCUBO DI GALILEO
Oggi sembra che tu abbia i capelli più lunghi del solito...sarà perchè sono appena lavati, sarà per l'umidità, ma a me pare proprio che tu li abbia più lunghi.
Tu mi dici: "Crescono i capelli", ma è quasi impossibile che crescano così in tre soli giorni...ora guardi fuori dalla finestra...forse sogni...e forse i sogni allungano i capelli... ''
SEZIONI
Collezione, sezionamento e manipolazione: operazioni mediante cui la struttura interna delle piante si rivela. Processo e gesto permangono in un'immagine
potenzialmente in divenire. Recupero, sezione, analisi, composizione. Assemblaggi di nature morte sotto vetro, tavolo scientifico, tensione vitale e morfologia vegetale.
MASCHERA Donne, uomini, amici o sconosciuti. Non c'è un soggetto in particolare che vuole estrapolare da riviste, film o fotografie personali. Lei vuole ammucchiarli/allinearli per il piacere di farlo. In questo disordine scombussolante, all'apparenza c'è un ordine segreto. Infatti il lavoro si evolve e se prima moltiplicava adesso divide: diventa analisi logica del riflesso del suo mondo. Indossare una maschera è una metafora per distinguere i tipi di atteggiamenti tenuti nelle diverse situazioni della vita, quindi si può indossare la maschera dell'impiegato, come quella del burlone, o del marito e ognuna in realtà non maschera nulla, ma permette di mostrare un lato della propria personalità. Infatti noi non siamo solo amici, compagni, lavoratori...Siamo l'essenza che interpreta tutti questi ruoli.
LE MIE AMICHE
Interpretare queste ragazze poco femminili, poco sensuali, pesanti tutte nella medesima posa. C’e’ una ripetibilità e unicità nelle foto. Modificare la realtà. Una rugbista con la grazia di una diva. Una nuova posa, frutto di una nuova percezione.
LA CITTA’ PUO’ AVERE UN SENSO/FUNZIONE NELL’UNIVERSO?
Tra il Naturale e l'artificiale, l'Organico e l'inorganico, una ricerca sulla città non come residenza ma come essenza, un luogo di perenne scoperta, d'attraversamento, di strade, negozi, vie mai vissute prima, con un occhio nuovo. Un walkscape tra l'immaginario del vero e la vera immaginazione. Navigare, Volare, Sognare sopra la città. Lo Spazio, La Luce, L'essere e lo Sparire. Ciò che terrorizza in realtà è un percorso che ci porta a scoprire lo spazio, la vera materia delle cose oltre che noi stessi, un qualcosa di massimamente universale. esistono dei concetti che hanno una loro universalità cioè la luce e il buio. Ciò che non si vede è in realtà davanti a te.
L’ARMADIO DELLA VERGOGNA
La tendenza umana di pensare al destino come a un fatto personale, non sociale. Le Vittime non possono uccidere un Carnefice, questa è la legge.
Correndo il rischio di scoprire che la realtà può essere più complessa.
FUNGHI
I funghi delle fiabe sono sempre colorati.
[1] David Thomas
Dieci giovani artisti sviluppano un progetto espositivo che abbraccia il tema del riflesso e della riflessività. Visioni, percezioni, proiezioni, immagini sdoppiate della realtà rimandano ad un corpo disunito e poliedrico che si guarda e pensa se stesso interrogandosi curioso sugli sguardi che riceve.
Ogni elemento della mostra e’ un riflesso scomposto ma anche una congettura che amplifica e deforma piccoli dettagli sparsi altrove.
Le parole e le frasi scritte sono riflessioni contemporanee/simultanee su proiezioni altrui.
In questa sala degli specchi i riflessi sono molteplici, alcuni formano i volti che si specchiano, altri determinano immagini cangianti: brevi e intense apparizioni che indicano, oltre alla volontà di modificare l‘andamento delle faccende quotidiane, sorpresa ed incanto.
La mostra e’ nata dall’esperienza del corso di Arti Visive di Marcello Maloberti presso la NABA –Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.
IO NON VIVO MAI NEGLI SPAZI ANTROPOLOGICI
Attraverso una gestualità minima, di matrice infantile, Daniele ci inizia ad una presa di coscienza della percezione corporea e spaziale. Con una continua analisi del rapporto corpo-spazio, decostruisce “l’abituale” e allena l’occhio ad un nuovo sguardo. Il ripetersi di un gesto infantile da gioco diventa analisi. Ogni volta un punto e a capo. È un continuo interrogarsi, cercando la risposta nel ripetersi. Mi siedo, mi spingono, volo, buco lo spazio e cado a terra. Da capo. Mi siedo, mi spingono, volo... La ripetizione è un modo per dire che non c’è nè inizio nè fine. Mi ricorda la canzone di Rodari “Ci vuole un fiore”. La buccia del mandarino che diventa albero che diventa seme che torna mandarino.
SESSO CONTRO CARNE
Istruzioni per l’uso: sventrare la scatola e controllare la mancanza dei pezzi fondamentali, ora combaciate il ciarpame rimanente, ed attendere se si ha tempo a sufficienza che il tavolo si accumuli, Lunazione. Solo a tal punto estrarre il manuale d’istruzioni capovolgerlo e girarlo, ora seguire le istruzioni e riassemblare. Si consiglia cottura lenta, Disegno intelligente. Quando i sistemi s’incontrano con estremo disinteresse tutto inizia a girare fino a cadere in un apparente perdita di controllo. E’ così quando vedi lunazione, traballano i disegni intelligenti, assurdi e incompatibili stranezze a ripetizione. "La malattia è la più grande imperfezione dell'uomo" Georg Lichtenberg
NON VI SENTO PIU
Perchè affliggermi ora? Il quotidiano come visione cinica quanto poetica è la dimensione in cui ci immerge Giuseppe, portandoci a riconsiderare situazioni in cui abbiamo saccentemente scartato la soluzione più semplice.
L’INCUBO DI GALILEO
Oggi sembra che tu abbia i capelli più lunghi del solito...sarà perchè sono appena lavati, sarà per l'umidità, ma a me pare proprio che tu li abbia più lunghi.
Tu mi dici: "Crescono i capelli", ma è quasi impossibile che crescano così in tre soli giorni...ora guardi fuori dalla finestra...forse sogni...e forse i sogni allungano i capelli... ''
SEZIONI
Collezione, sezionamento e manipolazione: operazioni mediante cui la struttura interna delle piante si rivela. Processo e gesto permangono in un'immagine
potenzialmente in divenire. Recupero, sezione, analisi, composizione. Assemblaggi di nature morte sotto vetro, tavolo scientifico, tensione vitale e morfologia vegetale.
MASCHERA Donne, uomini, amici o sconosciuti. Non c'è un soggetto in particolare che vuole estrapolare da riviste, film o fotografie personali. Lei vuole ammucchiarli/allinearli per il piacere di farlo. In questo disordine scombussolante, all'apparenza c'è un ordine segreto. Infatti il lavoro si evolve e se prima moltiplicava adesso divide: diventa analisi logica del riflesso del suo mondo. Indossare una maschera è una metafora per distinguere i tipi di atteggiamenti tenuti nelle diverse situazioni della vita, quindi si può indossare la maschera dell'impiegato, come quella del burlone, o del marito e ognuna in realtà non maschera nulla, ma permette di mostrare un lato della propria personalità. Infatti noi non siamo solo amici, compagni, lavoratori...Siamo l'essenza che interpreta tutti questi ruoli.
LE MIE AMICHE
Interpretare queste ragazze poco femminili, poco sensuali, pesanti tutte nella medesima posa. C’e’ una ripetibilità e unicità nelle foto. Modificare la realtà. Una rugbista con la grazia di una diva. Una nuova posa, frutto di una nuova percezione.
LA CITTA’ PUO’ AVERE UN SENSO/FUNZIONE NELL’UNIVERSO?
Tra il Naturale e l'artificiale, l'Organico e l'inorganico, una ricerca sulla città non come residenza ma come essenza, un luogo di perenne scoperta, d'attraversamento, di strade, negozi, vie mai vissute prima, con un occhio nuovo. Un walkscape tra l'immaginario del vero e la vera immaginazione. Navigare, Volare, Sognare sopra la città. Lo Spazio, La Luce, L'essere e lo Sparire. Ciò che terrorizza in realtà è un percorso che ci porta a scoprire lo spazio, la vera materia delle cose oltre che noi stessi, un qualcosa di massimamente universale. esistono dei concetti che hanno una loro universalità cioè la luce e il buio. Ciò che non si vede è in realtà davanti a te.
L’ARMADIO DELLA VERGOGNA
La tendenza umana di pensare al destino come a un fatto personale, non sociale. Le Vittime non possono uccidere un Carnefice, questa è la legge.
Correndo il rischio di scoprire che la realtà può essere più complessa.
FUNGHI
I funghi delle fiabe sono sempre colorati.
14
maggio 2010
Mirror Man
Dal 14 al 20 maggio 2010
arte contemporanea
Location
NEON>CAMPOBASE
Bologna, Via Francesco Zanardi, 2/5, (Bologna)
Bologna, Via Francesco Zanardi, 2/5, (Bologna)
Orario di apertura
da lunedì a sabato 11-13 e 15-19
Vernissage
14 Maggio 2010, ore 19.00
Autore
Curatore