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Mito e allegoria nell’opera di Luigi Bonazza, Luigi Ratini, Benvenuto Disertori
Opere delle collezioni del Mart, che vengono presentate in una mostra dedicata al mito e all’allegoria
Comunicato stampa
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Orfeo, Euridice, Giove, Apollo e la Fortuna, Venere, Minerva.
Sono i protagonisti delle opere di Luigi Bonazza, Luigi Ratini e Benvenuto Disertori. Opere delle collezioni del Mart, che vengono presentate in una mostra dedicata al mito e all'allegoria. Una concentrazione di personaggi mitici al secondo piano di Palazzo delle Albere, storica residenza rinascimentale che a sua volta ospita, nei torrini del secondo piano, dei cicli allegorici in affresco.
L'esposizione intende presentare al pubblico una selezione di stampe che vede questi tre autori confrontarsi con un tema che raccorda il loro lavoro al grande filone del simbolismo internazionale.
Il progetto è stato pensato come possibile mostra itinerante in Trentino; sono in corso accordi con sedi di prestigio come palazzi e sale espositive di Banche e Fondazioni.
La mostra si apre con l'esposizione delle incisioni di Luigi Ratini (Trento 1880 -1934) che illustrano l'Iliade e l'Eneide, accanto ad alcuni disegni preparatori.
Ratini negli anni venti del novecento è stato un sensibile interprete delle leggende del mondo greco e romano, tanto da confessare in una lettera del 1926 a Ezio Bruti, allora segretario della roveretana Accademia degli Agiati, che "l'opera mia fondamentale fu l'illustrazione di opere, e specialmente di grandi poemi della classicità, fra cui quell'Eneide di Virgilio che è stata ed è il sogno della mia vita." (M.Lupo, Introduzione, in Publio Virgilio Marone, Eneide, Manfrini, Trento 1982, p.11)
Accanto alle tavole dei due poemi virgiliani, nella saletta attigua sono esposte tre acqueforti raffiguranti altrettanti ritratti femminili, Donna con cane, Donna con gatto, Rhododendron, del 1921. In questi ritratti moderni si ritrovano gli influssi secessionisti e simbolisti di fine secolo, che Ratini aveva assorbito alle esposizioni internazionali delle Secessioni di Monaco e di Vienna.
Nella scelta dei miti da rappresentare, prima ancora di Ratini, Luigi Bonazza (Arco 1877 - Trento 1965) aveva riservato una speciale attenzione al racconto di Orfeo ed Euridice, anche se in tempi e con modalità molto differenti. Una sala di Palazzo delle Albere ospita il suo splendido trittico - intitolato appunto Orfeo ed Euridice - realizzato nel 1905, qui posto accanto alla serie che anche Luigi Ratini dedicò allo stesso tema negli anni venti.
Sia Bonazza che Ratini trovarono spunti per le loro aspirazioni classicistiche nel repertorio iconologico della Secessione, ed entrambi subirono il fascino delle raffigurazioni di Gustav Klimt.
Un'altra sala è dedicata allo ciclo degli Amori di Giove che Bonazza realizzò un anno dopo il trittico su Orfeo. Bonazza si apprestava, forte degli insegnamenti appresi presso la Kunstgewerbeschule di Vienna, a sperimentare l'incisione: fra il 1906 e il 1910 compose una serie di sei acqueforti su acciaio trattate alla maniera nera con inchiostro seppia, che raccolse in una raffinata cartella dal frontespizio a lettere dorate, intitolata Jovis Amores.
Le tavole, raffiguranti gli amori di Giove e le cinque metamorfosi del dio (Io, Leda, Dione, Europa, Danae) e una allegoria (Il dio ferito), vennero esposte a Vienna alla XXXVII esposizione della Secessione, nel 1911, e l'anno successivo, grazie al poderoso successo, a Venezia, alla X Biennale.
La rivista berlinese "Die Kunstwelt" nel secondo numero (1913) riprodusse fuori testo tre tavole che resero famoso Bonazza.
Il ciclo venne poi acquisito dalle raccolte viennesi dell'Albertina, dalla Galleria Lemercier di Mosca, dai collezionisti di Parigi, Londra, San Pietroburgo, come ha rilevato Giorgio Perilli nella monografia dedicata a Bonazza nel 1992.
Acquisti prestigiosi che consentiranno a Bonazza, al suo ritorno a Trento, di acquistare il terreno per la costruzione di una villa.
Infine, una sezione della mostra presenta una ventina circa di incisioni di Benvenuto Disertori (Trento 1887 - Milano 1969). In opere come la tavola dedicata a Venere del Ciclo dei Pianeti (metà degli anni venti) o nell'acquaforte Apollo e la Fortuna, attribuibile agli anni trenta, si ritrova una propensione all'allegoria. Disertori, con queste opere, diventò anzi un vero e proprio maestro della raffigurazione allegorica.
In bacheca, incisioni come La Ninfetta, Il Pero - dove il motivo del nudo femminile è accostato frequentemente a quello della pianta - rivelano Disertori come uno degli interpreti più raffinati della cultura liberty in Italia.
Sono i protagonisti delle opere di Luigi Bonazza, Luigi Ratini e Benvenuto Disertori. Opere delle collezioni del Mart, che vengono presentate in una mostra dedicata al mito e all'allegoria. Una concentrazione di personaggi mitici al secondo piano di Palazzo delle Albere, storica residenza rinascimentale che a sua volta ospita, nei torrini del secondo piano, dei cicli allegorici in affresco.
L'esposizione intende presentare al pubblico una selezione di stampe che vede questi tre autori confrontarsi con un tema che raccorda il loro lavoro al grande filone del simbolismo internazionale.
Il progetto è stato pensato come possibile mostra itinerante in Trentino; sono in corso accordi con sedi di prestigio come palazzi e sale espositive di Banche e Fondazioni.
La mostra si apre con l'esposizione delle incisioni di Luigi Ratini (Trento 1880 -1934) che illustrano l'Iliade e l'Eneide, accanto ad alcuni disegni preparatori.
Ratini negli anni venti del novecento è stato un sensibile interprete delle leggende del mondo greco e romano, tanto da confessare in una lettera del 1926 a Ezio Bruti, allora segretario della roveretana Accademia degli Agiati, che "l'opera mia fondamentale fu l'illustrazione di opere, e specialmente di grandi poemi della classicità, fra cui quell'Eneide di Virgilio che è stata ed è il sogno della mia vita." (M.Lupo, Introduzione, in Publio Virgilio Marone, Eneide, Manfrini, Trento 1982, p.11)
Accanto alle tavole dei due poemi virgiliani, nella saletta attigua sono esposte tre acqueforti raffiguranti altrettanti ritratti femminili, Donna con cane, Donna con gatto, Rhododendron, del 1921. In questi ritratti moderni si ritrovano gli influssi secessionisti e simbolisti di fine secolo, che Ratini aveva assorbito alle esposizioni internazionali delle Secessioni di Monaco e di Vienna.
Nella scelta dei miti da rappresentare, prima ancora di Ratini, Luigi Bonazza (Arco 1877 - Trento 1965) aveva riservato una speciale attenzione al racconto di Orfeo ed Euridice, anche se in tempi e con modalità molto differenti. Una sala di Palazzo delle Albere ospita il suo splendido trittico - intitolato appunto Orfeo ed Euridice - realizzato nel 1905, qui posto accanto alla serie che anche Luigi Ratini dedicò allo stesso tema negli anni venti.
Sia Bonazza che Ratini trovarono spunti per le loro aspirazioni classicistiche nel repertorio iconologico della Secessione, ed entrambi subirono il fascino delle raffigurazioni di Gustav Klimt.
Un'altra sala è dedicata allo ciclo degli Amori di Giove che Bonazza realizzò un anno dopo il trittico su Orfeo. Bonazza si apprestava, forte degli insegnamenti appresi presso la Kunstgewerbeschule di Vienna, a sperimentare l'incisione: fra il 1906 e il 1910 compose una serie di sei acqueforti su acciaio trattate alla maniera nera con inchiostro seppia, che raccolse in una raffinata cartella dal frontespizio a lettere dorate, intitolata Jovis Amores.
Le tavole, raffiguranti gli amori di Giove e le cinque metamorfosi del dio (Io, Leda, Dione, Europa, Danae) e una allegoria (Il dio ferito), vennero esposte a Vienna alla XXXVII esposizione della Secessione, nel 1911, e l'anno successivo, grazie al poderoso successo, a Venezia, alla X Biennale.
La rivista berlinese "Die Kunstwelt" nel secondo numero (1913) riprodusse fuori testo tre tavole che resero famoso Bonazza.
Il ciclo venne poi acquisito dalle raccolte viennesi dell'Albertina, dalla Galleria Lemercier di Mosca, dai collezionisti di Parigi, Londra, San Pietroburgo, come ha rilevato Giorgio Perilli nella monografia dedicata a Bonazza nel 1992.
Acquisti prestigiosi che consentiranno a Bonazza, al suo ritorno a Trento, di acquistare il terreno per la costruzione di una villa.
Infine, una sezione della mostra presenta una ventina circa di incisioni di Benvenuto Disertori (Trento 1887 - Milano 1969). In opere come la tavola dedicata a Venere del Ciclo dei Pianeti (metà degli anni venti) o nell'acquaforte Apollo e la Fortuna, attribuibile agli anni trenta, si ritrova una propensione all'allegoria. Disertori, con queste opere, diventò anzi un vero e proprio maestro della raffigurazione allegorica.
In bacheca, incisioni come La Ninfetta, Il Pero - dove il motivo del nudo femminile è accostato frequentemente a quello della pianta - rivelano Disertori come uno degli interpreti più raffinati della cultura liberty in Italia.
24
gennaio 2004
Mito e allegoria nell’opera di Luigi Bonazza, Luigi Ratini, Benvenuto Disertori
Dal 24 gennaio al 21 marzo 2004
arte moderna e contemporanea
Location
PALAZZO DELLE ALBERE
Trento, Via Roberto Da Sanseverino, 45, (Trento)
Trento, Via Roberto Da Sanseverino, 45, (Trento)
Biglietti
Intero: 5 ? Ridotto: 3 ?
Orario di apertura
Da martedì a domenica dalle 10:00 alle 18