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MM. Hasta la Muerte-Fino alla Morte
Declinando la lettura critica elaborata nel fortunato saggio “Frenologia della vanitas” (2011), Alberto Zanchetta compone un puzzle espositivo: diversi stili ed epoche, soggetti e tecniche che concernono i simboli della morte, in una grande e inedita “danza macabra”.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
MM: il titolo della mostra curata da Alberto Zanchetta può essere inteso come un acronimo di memento mori così come della Galleria Miomao, che la presenta.
Ispirandosi alla lettura critica elaborata dal curatore nel fortunato saggio Frenologia della vanitas. Il teschio nelle arti visive (Johan&Levi, 2011), l’esposizione mette a confronto diversi stili ed epoche, soggetti e tecniche che concernono i simboli della morte, presentandosi quindi come una grande “danza macabra” in cui artisti, disegnatori, incisori, illustratori, fumettisti si trovano a dialogare senza discrimini né gradualità nelle tecniche o nelle discipline.
Nell’intento di evidenziare uno sguardo (sempre nuovo, sempre diverso) sui simboli dell’arte macabra, la mostra riunisce le opere di trentaquattro autori, tra grandi maestri del passato e artisti dell'odierno panorama nazionale e internazionale, che si sono cimentati con l'iconologia della vanitas.
Motivo centrale dell’esposizione è il teschio, simbolo per eccellenza della morte: effige plurisecolare che rispecchia le comuni ossessioni della società, in ogni luogo e in ogni epoca. E icona onnipresente nella vita quotidiana, dalla moda ai gioielli, dall’arte al design, dalla musica ai fumetti, dal cinema alla televisione; rammentandoci la fine di tutte le cose, le teste di morto che si affastellano in questa mostra sembrano suggerirci – in gran silenzio, e a denti stretti – significati escatologici che abbiamo dimenticato, o più semplicemente ignorato nel corso degli ultimi anni.
Che siano gioviali o grevi, gaudenti o truculenti, gli scheletri e i teschi che affollano queste opere sprezzano la vanità delle cose terrene, inducendoci così a una vertiginosa riflessione ontologica.
Ispirandosi alla lettura critica elaborata dal curatore nel fortunato saggio Frenologia della vanitas. Il teschio nelle arti visive (Johan&Levi, 2011), l’esposizione mette a confronto diversi stili ed epoche, soggetti e tecniche che concernono i simboli della morte, presentandosi quindi come una grande “danza macabra” in cui artisti, disegnatori, incisori, illustratori, fumettisti si trovano a dialogare senza discrimini né gradualità nelle tecniche o nelle discipline.
Nell’intento di evidenziare uno sguardo (sempre nuovo, sempre diverso) sui simboli dell’arte macabra, la mostra riunisce le opere di trentaquattro autori, tra grandi maestri del passato e artisti dell'odierno panorama nazionale e internazionale, che si sono cimentati con l'iconologia della vanitas.
Motivo centrale dell’esposizione è il teschio, simbolo per eccellenza della morte: effige plurisecolare che rispecchia le comuni ossessioni della società, in ogni luogo e in ogni epoca. E icona onnipresente nella vita quotidiana, dalla moda ai gioielli, dall’arte al design, dalla musica ai fumetti, dal cinema alla televisione; rammentandoci la fine di tutte le cose, le teste di morto che si affastellano in questa mostra sembrano suggerirci – in gran silenzio, e a denti stretti – significati escatologici che abbiamo dimenticato, o più semplicemente ignorato nel corso degli ultimi anni.
Che siano gioviali o grevi, gaudenti o truculenti, gli scheletri e i teschi che affollano queste opere sprezzano la vanità delle cose terrene, inducendoci così a una vertiginosa riflessione ontologica.
11
febbraio 2012
MM. Hasta la Muerte-Fino alla Morte
Dall'undici febbraio al 31 marzo 2012
arte contemporanea
giovane arte
disegno e grafica
giovane arte
disegno e grafica
Location
GALLERIA MIOMAO
Perugia, Via Podiani, 19, (Perugia)
Perugia, Via Podiani, 19, (Perugia)
Orario di apertura
da martedì a sabato, ore 15-19
Vernissage
11 Febbraio 2012, ore 18.00
Autore
Curatore