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Moataz Nasr – Tectonic Shift, Spostamento Tettonico
Ispirata dalla teoria della tettonica a placche, l’asse portante della mostra ruota attorno all’idea di cambiamento
Comunicato stampa
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Galleria Continua ha il piacere di ospitare a San Gimignano una nuova mostra personale di Moataz Nasr. “Tectonic Shift, Spostamento Tettonico”, questo è il titolo dell’esposizione dell’artista egiziano, presenta sia opere iconiche che nuove produzioni.
Moataz Nasr esplora tradizioni e nuovi globalismi, mettendo in discussione lo sviluppo geopolitico ed economico in Africa e nel resto del mondo contemporaneo. Per Nasr la pratica artistica è strumento e linguaggio che abbraccia l’arte, la sociologia, il Sufismo e la storia, con l’obiettivo di incoraggiare il dialogo attraverso il superamento dei confini geografici. Con la sua opera mette insieme linguaggi diversi per esplorare le contraddizioni della mondializzazione, le connessioni tra passato e presente, i modi in cui le scelte della politica e dell’economia impattano sulle persone; ma nel suo lavoro c’è anche spazio per gli stati d’animo dell’individuo, a cominciare dal senso d’impotenza nei confronti dei grandi cambiamenti che il mondo oggi conosce.
Ispirata dalla teoria della tettonica a placche, l’asse portante della mostra ruota attorno all’idea di cambiamento. Moataz Nasr riflette su come il mondo sia in costante trasformazione, di come tutto - l’universo intero ma anche ciascun singolo individuo - sia sottoposto ad un’inevitabile evoluzione. Il mutamento è una parte effettiva della vita e si manifesta sia con eventi improvvisi ed evidenti sia attraverso più sottili passaggi temporali. “La superficie della Terra, ovvero la crosta terreste, ha iniziato a spostarsi circa tre miliardi di anni fa, senza mai fermarsi da allora. Molto prima che la Terra fosse identificata come Pianeta Blu, era solo un corpo roccioso rovente, inospitale per qualsiasi forma di vita. L’evoluzione del nostro pianeta ha creato quello che potremmo definire il più grande puzzle della storia: grandi blocchi di crosta terreste, le placche, hanno iniziato a muoversi, ad entrare in collisione l’uno con l’altro, formando enormi depressioni o altissime montagne. Ora siamo consapevoli, anche se spesso tendiamo a dimenticarlo, che la superficie della Terra – su cui poggiamo i nostri piedi, la nostra vita – non smetterà mai di cambiare. I fenomeni erosivi, la deposizione degli agenti atmosferici, gli spostamenti tettonici, sono destinati ad avvenire, sono inevitabili e incontrollabili. Noi esseri umani non siamo diversi dal pianeta che abitiamo. Dal momento in cui emettiamo il nostro primo respiro, il primo vagito fuori dal grembo materno, il nostro puzzle interiore comincia a formarsi. Tutto ciò che ci circonda richiede che diventiamo parte di esso, anche quando scegliamo di non farlo. Per fare esperienza di ciò che è esterno a noi, automaticamente soccombiamo diventando parte di qualcos’altro, consciamente o meno. Guardandoci intorno, come si può rimanere in disparte? I conflitti, le carestie, le ingiustizie non possono essere trascurate o ignorate: non si può fingere di non esserne colpiti. Il mondo fa costantemente agitare le nostre viscere, incurante della nostra volontà di distacco. Non si può – nessuno ci è mai riuscito – trovare il modo di farlo cessare di “girare”, di cambiarne il verso. Tutto quello che succede attorno a noi fa si che ogni individuo sia spinto da una parte all’altra, come una placca; sia modificato fino ad annullarsi nel corso degli eventi”. Dichiara Moataz Nasr.
MOATAZ NASR nasce ad Alessandria d'Egitto nel 1961. Vive e lavora al Cairo. Tra le mostre personali più recenti ricordiamo: “Moataz Nasr / Hidden Landscape”, Akershus Fortress, Oslo, Norvegia (2012); “The Journey of a Griffin”, Villa Pacchiani Centro Espositivo, Santa Croce sull’Arno, Italia (2013); “Harmonia”, Centro Espositivo per le Arti Contemporanee SMS, San Michele degli Scalzi, Pisa, Italia (2013); “The Divine Comedy: Heaven, Purgatory and Hell Revisited by Contemporary African Artists”, Smithsonian National Museum of African Art, Washington, USA (2015); “The liminal space”, Castel del Monte, Italia (2019); “Delicate Balance”, North Carolina Museum of Art, Raleigh, USA (2021). Tra le mostre collettive più recenti: “The See Is My Land”, MAXXI, Roma, Italia (2013); “Senses of Time: Video and Film-based Arts of Africa”, LACMA Los Angeles County Museum of Art (2015), Los Angeles, The Smithsonian National Museum of African Arts, Washington, USA (2016, 2017); “Metropolis. Afriques Capitales”, La Villette, Parigi, Francia (2017), “Ciao Italia”, Musée National de l’Historie de l’Imigration, Parigi, Francia (2017); “Abu Dhabi Art – Beyond”, Al Jahili Fort, Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti (2018); “The Fabric of Felicity”, Garage Museum of Contemporary Art, Mosca, Russia (2018); “Fiac Hors Les Murs, Jardin des Tuileries”, Paris, Francia (2019); “Do ut Do”, Parco Archeologico di Pompei, Pompei, Italia; “Orientalismos / Orientalism”, IVAM – Institut Valencià d’Art Modern, Valencia, Spagna (2020); “Forever is Now”, Cairo, Egitto (2021); “Never Cross the Same River Twice”, International Contemporary Film Performance, Atene, Grecia (2021); “Ithra - Seeing & Perceiving”, King Abdulaziz Center for World Culture, Ithra, Dhahran, Arabia Saudita (2021); “Truc à Faire”, Galleria Continua, Parigi, Francia (2021). Moataz Nasr è vincitore di numerosi premi, tra cui il Grand Prize alla 8° Biennale del Cairo (2001) e il Grand Prize alla 7° Biennale di Sharjah (2005). Ha partecipato a eventi espositivi internazionali: la Biennale di Seoul (2004), la Biennale di Sao Paulo (2004), la Triennale di Yokohama (2005), la Biennale delle Canarie (2008), la Biennale di Lubumbashi (2010), la Biennale di Thessaloniki (2011), la Biennale di Çanakkale (2012), la Biennale di Bogota (2013), la 50. Biennale di Venezia (2003), la 25° Biennale di San Paolo (2004), diverse edizioni della Biennale di Dakar (2004, 2012, 2016). Nel 2017 è stato selezionato per rappresentare l’Egitto per la 57. Biennale di Venezia. Nel 2018 è stato invitato a partecipare alla Biennale di Yinchuan in Cina e alla Mostra Internazionale d'Arte Contemporanea (ICAE2018), a Yarevan, in Armenia. Nello stesso anno è stato inoltre invitato a creare un'opera site specific nei siti storici di Al Ain nel contesto di "Abu Dhabi Art 2018 Beyond". Nel 2019 ha preso parte alla Biennale dell’Avana e nel 2021 alla Biennale di Macao.
Moataz Nasr esplora tradizioni e nuovi globalismi, mettendo in discussione lo sviluppo geopolitico ed economico in Africa e nel resto del mondo contemporaneo. Per Nasr la pratica artistica è strumento e linguaggio che abbraccia l’arte, la sociologia, il Sufismo e la storia, con l’obiettivo di incoraggiare il dialogo attraverso il superamento dei confini geografici. Con la sua opera mette insieme linguaggi diversi per esplorare le contraddizioni della mondializzazione, le connessioni tra passato e presente, i modi in cui le scelte della politica e dell’economia impattano sulle persone; ma nel suo lavoro c’è anche spazio per gli stati d’animo dell’individuo, a cominciare dal senso d’impotenza nei confronti dei grandi cambiamenti che il mondo oggi conosce.
Ispirata dalla teoria della tettonica a placche, l’asse portante della mostra ruota attorno all’idea di cambiamento. Moataz Nasr riflette su come il mondo sia in costante trasformazione, di come tutto - l’universo intero ma anche ciascun singolo individuo - sia sottoposto ad un’inevitabile evoluzione. Il mutamento è una parte effettiva della vita e si manifesta sia con eventi improvvisi ed evidenti sia attraverso più sottili passaggi temporali. “La superficie della Terra, ovvero la crosta terreste, ha iniziato a spostarsi circa tre miliardi di anni fa, senza mai fermarsi da allora. Molto prima che la Terra fosse identificata come Pianeta Blu, era solo un corpo roccioso rovente, inospitale per qualsiasi forma di vita. L’evoluzione del nostro pianeta ha creato quello che potremmo definire il più grande puzzle della storia: grandi blocchi di crosta terreste, le placche, hanno iniziato a muoversi, ad entrare in collisione l’uno con l’altro, formando enormi depressioni o altissime montagne. Ora siamo consapevoli, anche se spesso tendiamo a dimenticarlo, che la superficie della Terra – su cui poggiamo i nostri piedi, la nostra vita – non smetterà mai di cambiare. I fenomeni erosivi, la deposizione degli agenti atmosferici, gli spostamenti tettonici, sono destinati ad avvenire, sono inevitabili e incontrollabili. Noi esseri umani non siamo diversi dal pianeta che abitiamo. Dal momento in cui emettiamo il nostro primo respiro, il primo vagito fuori dal grembo materno, il nostro puzzle interiore comincia a formarsi. Tutto ciò che ci circonda richiede che diventiamo parte di esso, anche quando scegliamo di non farlo. Per fare esperienza di ciò che è esterno a noi, automaticamente soccombiamo diventando parte di qualcos’altro, consciamente o meno. Guardandoci intorno, come si può rimanere in disparte? I conflitti, le carestie, le ingiustizie non possono essere trascurate o ignorate: non si può fingere di non esserne colpiti. Il mondo fa costantemente agitare le nostre viscere, incurante della nostra volontà di distacco. Non si può – nessuno ci è mai riuscito – trovare il modo di farlo cessare di “girare”, di cambiarne il verso. Tutto quello che succede attorno a noi fa si che ogni individuo sia spinto da una parte all’altra, come una placca; sia modificato fino ad annullarsi nel corso degli eventi”. Dichiara Moataz Nasr.
MOATAZ NASR nasce ad Alessandria d'Egitto nel 1961. Vive e lavora al Cairo. Tra le mostre personali più recenti ricordiamo: “Moataz Nasr / Hidden Landscape”, Akershus Fortress, Oslo, Norvegia (2012); “The Journey of a Griffin”, Villa Pacchiani Centro Espositivo, Santa Croce sull’Arno, Italia (2013); “Harmonia”, Centro Espositivo per le Arti Contemporanee SMS, San Michele degli Scalzi, Pisa, Italia (2013); “The Divine Comedy: Heaven, Purgatory and Hell Revisited by Contemporary African Artists”, Smithsonian National Museum of African Art, Washington, USA (2015); “The liminal space”, Castel del Monte, Italia (2019); “Delicate Balance”, North Carolina Museum of Art, Raleigh, USA (2021). Tra le mostre collettive più recenti: “The See Is My Land”, MAXXI, Roma, Italia (2013); “Senses of Time: Video and Film-based Arts of Africa”, LACMA Los Angeles County Museum of Art (2015), Los Angeles, The Smithsonian National Museum of African Arts, Washington, USA (2016, 2017); “Metropolis. Afriques Capitales”, La Villette, Parigi, Francia (2017), “Ciao Italia”, Musée National de l’Historie de l’Imigration, Parigi, Francia (2017); “Abu Dhabi Art – Beyond”, Al Jahili Fort, Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti (2018); “The Fabric of Felicity”, Garage Museum of Contemporary Art, Mosca, Russia (2018); “Fiac Hors Les Murs, Jardin des Tuileries”, Paris, Francia (2019); “Do ut Do”, Parco Archeologico di Pompei, Pompei, Italia; “Orientalismos / Orientalism”, IVAM – Institut Valencià d’Art Modern, Valencia, Spagna (2020); “Forever is Now”, Cairo, Egitto (2021); “Never Cross the Same River Twice”, International Contemporary Film Performance, Atene, Grecia (2021); “Ithra - Seeing & Perceiving”, King Abdulaziz Center for World Culture, Ithra, Dhahran, Arabia Saudita (2021); “Truc à Faire”, Galleria Continua, Parigi, Francia (2021). Moataz Nasr è vincitore di numerosi premi, tra cui il Grand Prize alla 8° Biennale del Cairo (2001) e il Grand Prize alla 7° Biennale di Sharjah (2005). Ha partecipato a eventi espositivi internazionali: la Biennale di Seoul (2004), la Biennale di Sao Paulo (2004), la Triennale di Yokohama (2005), la Biennale delle Canarie (2008), la Biennale di Lubumbashi (2010), la Biennale di Thessaloniki (2011), la Biennale di Çanakkale (2012), la Biennale di Bogota (2013), la 50. Biennale di Venezia (2003), la 25° Biennale di San Paolo (2004), diverse edizioni della Biennale di Dakar (2004, 2012, 2016). Nel 2017 è stato selezionato per rappresentare l’Egitto per la 57. Biennale di Venezia. Nel 2018 è stato invitato a partecipare alla Biennale di Yinchuan in Cina e alla Mostra Internazionale d'Arte Contemporanea (ICAE2018), a Yarevan, in Armenia. Nello stesso anno è stato inoltre invitato a creare un'opera site specific nei siti storici di Al Ain nel contesto di "Abu Dhabi Art 2018 Beyond". Nel 2019 ha preso parte alla Biennale dell’Avana e nel 2021 alla Biennale di Macao.
26
marzo 2022
Moataz Nasr – Tectonic Shift, Spostamento Tettonico
Dal 26 marzo al 15 maggio 2022
arte contemporanea
Location
GALLERIA CONTINUA
San Gimignano, Via Del Castello, 11, (Siena)
San Gimignano, Via Del Castello, 11, (Siena)
Orario di apertura
da lunedì a domenica, 10-13 e 14-19 e su appuntamento
Vernissage
26 Marzo 2022, 16-21
Sito web
Ufficio stampa
silvia pichini
Autore