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Moda fra analogie e dissonanze
La nuova selezione espositiva della Galleria del Costume e’, come la definisce Cristina Acidini, “una mostra a lungo termine”, in occasione della quale abiti e accessori all’interno delle vetrine vengono sostituiti da altri estratti dai Depositi.
Comunicato stampa
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La nuova selezione espositiva della Galleria del Costume e', come la definisce Cristina Acidini, "una mostra a lungo termine", in occasione della quale abiti e accessori all'interno delle vetrine vengono sostituiti da altri estratti dai Depositi.
Quest'anno e' dedicata al tema: Moda fra analogie e dissonanze.
"La 'rotazione' e' giocata - scrive ancora Cristina Acidini - sulla duplice polarità della analogia e della dissonanza, valorizzando quindi i punti di contatto fra la moda del passato e la moda del Novecento polifonico e rievocativo".
Infatti, accantonato per questa volta il tradizionale ordine cronologico, gli abiti e gli accessori esposti vengono accostati per affinità di forma oppure per contrapposizione, di modo che attraversando le sale della Galleria si puo' assistere alla definizione di una foggia e al suo contrario.
Si scoprono cosi' affinità fra esemplari di epoche diverse, compresi fra il XVIII secolo ed oggi, dovute a revival di gusti e stili del passato, oppure creati in circostanze storico-sociali analoghe che hanno portato alla scelta di determinati modelli, spesso appartenenti ad un passato ancor piu' remoto. Incontriamo, ad esempio, un complesso e articolato abito di Ferre' che fronteggia un'andrienne del XVIII secolo, come pure un secondo Ferre', molto piu' lineare, viene posto a confronto con un abito stile Impero.
In virtu' della linea fluida modellata dal plisse', capi anni Cinquanta e Settanta del Novecento vengono invece accostati a due statuari Fortuny.
L'esposizione pone in evidenza come i diversi tagli dell'abito femminile sottopongano l'immagine del corpo a continue metamorfosi, alterandone le dimensioni, espandendo artificiosamente una parte della figura come i fianchi, la vita e le spalle, o al contrario, lasciando scivolare le vesti fluide lungo il corpo, oppure infine, esaltandone le forme naturali attraverso l'aderenza dei tessuti.
Le forme espanse, che richiedono grandi quantità di tessuti e decori pregiati, si manifestano in periodi di stabilità e progresso anche nelle loro riapparizioni piu' recenti, come le ampie gonne sostenute da sottostrutture adeguate, si ritrovano, oltre che nel Settecento e alla metà dell'Ottocento, negli anni Cinquanta del Novecento, a testimoniare la volontà di ripresa economica dopo la seconda guerra mondiale.
Pellicce e piume costituiscono un altro ambito privilegiato per attingere ispirazione; con la loro voluminosità contribuiscono infatti a modificare l'immagine della donna, donandole capacità di soffici seduzioni o grinta aggressiva.
L'allestimento di una sala ci ricorda come fonte di ispirazione per i capi femminili sia l'abbigliamento maschile, divenuto piu' monotono nel corso dell'Ottocento, ma pur sempre autorevole, dal cui completo in tre pezzi nasce il tailleur femminile elegante e sportivo.
Si e' infine mirato ad estendere questa vivace alternanza di analogie e dissonanze anche al rapporto fra i capi di abbigliamento e l'arredo artistico, nello specifico i dipinti, generosamente concessi in prestito dalla Galleria d'arte moderna.
Quest'anno e' dedicata al tema: Moda fra analogie e dissonanze.
"La 'rotazione' e' giocata - scrive ancora Cristina Acidini - sulla duplice polarità della analogia e della dissonanza, valorizzando quindi i punti di contatto fra la moda del passato e la moda del Novecento polifonico e rievocativo".
Infatti, accantonato per questa volta il tradizionale ordine cronologico, gli abiti e gli accessori esposti vengono accostati per affinità di forma oppure per contrapposizione, di modo che attraversando le sale della Galleria si puo' assistere alla definizione di una foggia e al suo contrario.
Si scoprono cosi' affinità fra esemplari di epoche diverse, compresi fra il XVIII secolo ed oggi, dovute a revival di gusti e stili del passato, oppure creati in circostanze storico-sociali analoghe che hanno portato alla scelta di determinati modelli, spesso appartenenti ad un passato ancor piu' remoto. Incontriamo, ad esempio, un complesso e articolato abito di Ferre' che fronteggia un'andrienne del XVIII secolo, come pure un secondo Ferre', molto piu' lineare, viene posto a confronto con un abito stile Impero.
In virtu' della linea fluida modellata dal plisse', capi anni Cinquanta e Settanta del Novecento vengono invece accostati a due statuari Fortuny.
L'esposizione pone in evidenza come i diversi tagli dell'abito femminile sottopongano l'immagine del corpo a continue metamorfosi, alterandone le dimensioni, espandendo artificiosamente una parte della figura come i fianchi, la vita e le spalle, o al contrario, lasciando scivolare le vesti fluide lungo il corpo, oppure infine, esaltandone le forme naturali attraverso l'aderenza dei tessuti.
Le forme espanse, che richiedono grandi quantità di tessuti e decori pregiati, si manifestano in periodi di stabilità e progresso anche nelle loro riapparizioni piu' recenti, come le ampie gonne sostenute da sottostrutture adeguate, si ritrovano, oltre che nel Settecento e alla metà dell'Ottocento, negli anni Cinquanta del Novecento, a testimoniare la volontà di ripresa economica dopo la seconda guerra mondiale.
Pellicce e piume costituiscono un altro ambito privilegiato per attingere ispirazione; con la loro voluminosità contribuiscono infatti a modificare l'immagine della donna, donandole capacità di soffici seduzioni o grinta aggressiva.
L'allestimento di una sala ci ricorda come fonte di ispirazione per i capi femminili sia l'abbigliamento maschile, divenuto piu' monotono nel corso dell'Ottocento, ma pur sempre autorevole, dal cui completo in tre pezzi nasce il tailleur femminile elegante e sportivo.
Si e' infine mirato ad estendere questa vivace alternanza di analogie e dissonanze anche al rapporto fra i capi di abbigliamento e l'arredo artistico, nello specifico i dipinti, generosamente concessi in prestito dalla Galleria d'arte moderna.
13
gennaio 2010
Moda fra analogie e dissonanze
Dal 13 gennaio al 31 marzo 2010
design
Location
PALAZZO PITTI – GALLERIA D’ARTE MODERNA E GALLERIA DEL COSTUME
Firenze, Piazza Dei Pitti, 1, (Firenze)
Firenze, Piazza Dei Pitti, 1, (Firenze)
Biglietti
Biglietto intero: - 6,00
Biglietto ridotto: - 3,00
Biglietto gratuito meno di 18 anni e oltre a 65 anni
Biglietto cumulativo
Il biglietto consente l'ingresso anche al Museo degli Argenti, al Museo delle Porcellane, al Giardino di Boboli e al Giardino Bardini.
Orario di apertura
Da lunedi' a domenica
Ore 8,15 - 16,30 nei mesi di novembre, dicembre, gennaio, febbraio
Ore 8,15 - 17,30 nel mese di marzo
Ore 8,15 - 18,30 nei mesi di aprile, maggio, settembre e ottobre
Ore 8,15 - 17,30 nel mese di Ottobre in coincidenza con il cambio da ora legale a ora solare
Ore 8,15 - 18,50 nei mesi di giugno, luglio, agosto
L'ultimo ingresso e' sempre un'ora prima della chiusura.
Ch
Vernissage
13 Gennaio 2010, ore 12
Editore
SILLABE
Ufficio stampa
CAMILLA SPERANZA
Curatore