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Moderni ma non troppo
Tradizione e innovazione nelle scelte dei collezionisti bustesi anni Trenta
Comunicato stampa
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Le opere introducono alla conoscenza di particolarità
e caratteristiche comuni di alcune prestigiose
collezioni d’arte presenti a Busto Arsizio negli anni
Trenta del Novecento. In quel periodo gli orientamenti
artistici dei bustocchi facoltosi erano già più
consapevoli rispetto ai decenni precedenti, mentre
le loro scelte erano indirizzate da mercanti e critici
esperti, in contatto con le proposte del mercato milanese.
La mostra ha inizio con un “focus” su due raccolte
d’arte significative nel contesto culturale bustese del
tempo, per le quali è stato possibile ricostruire con
certezza l’insieme delle opere: la raccolta di Giuseppe
Noferini, e quella dell’architetto Paolo Candiani.
Il Noferini, toscano d’origine, approdò a Busto per
dirigere una delle numerose aziende tessili della città:
il cotonificio Dell’Acqua, Lissoni e Castiglioni.
Dispersa all’asta presso la Galleria Pesaro di Milano
nel 1934, la sua raccolta riuniva opere del secondo
Ottocento e del primo Novecento rappresentative di
varie Scuole italiane. In special modo vi erano presenti
macchiaioli e post macchiaoli (Fattori, Signorini,
Lega, Borrani, D’Ancona, Abbati, Gioli, Malesci)
ma anche esponenti della scuola napoletana
(De Nittis, Palizzi, Michetti, Mancini) e lombarda
(Gola, Induno, Bazzaro) oltre a molti altri. Si rivolse
pure ad artisti contemporanei, e la sua casa divenne
un vivace circolo culturale ove altri bustesi appassionati
d’arte amavano ritrovarsi a discutere di pittura
e di musica.
La raccolta dell’architetto Paolo Candiani, discendente
di un’importante famiglia di cotonieri, comprendeva,
oltre agli antichi maestri, diversi pittori
nella linea della continuità tardo ottocentesca, come
Domenico De Bernardi, Giuseppe Montanari, Guido
Tallone, Silvio Bicchi, Luigi Zago.
Artisti affini a questa cifra stilistica erano pure i
chiaristi (De Amicis, De Rocchi, Lilloni e Vernizzi),
i toscani Vittorini e Moses Levy, Raffaele De Grada,
Donato Frisia, apprezzati da Giovanni Uberti Bona,
che in questi anni iniziava a formare la sua raccolta
d’arte. Questi nomi, accanto ad altri, visti ed apprezzati
nelle mostre milanesi o allestite nella zona,
piuttosto che alle biennali veneziane (dai “buranesi”
Semeghini e Vellani Marchi, a Enzo Morelli) si ritrovavano
in altre collezioni bustesi di più contenuta
entità, costituitesi negli anni Trenta, molte delle
quali, per varie vicende, ora disperse. Non manca la
presenza femminile, con artiste assai attive in quegli
anni, quali Ada Schalk, Nina Bassani Antivari, Tilde
Ferrero Noferini e Gian Paola Litta Modignani.
Osservando i dipinti scelti dai bustesi, si intuisce facilmente
un orientamento di gusto che non rinuncia
mai del tutto alla tradizione figurativa del naturalismo,
pur accostandosi talvolta a interpretazioni originali
e aggiornate rispetto alle proposte più nuove
dell’attualità.
Moderni, quindi, ma non troppo, questi artisti, nei
quali la tensione ultima è sempre verso l’espressione
tramite la pittura del lirismo e dell’emozione suscitata
dalla realtà.
e caratteristiche comuni di alcune prestigiose
collezioni d’arte presenti a Busto Arsizio negli anni
Trenta del Novecento. In quel periodo gli orientamenti
artistici dei bustocchi facoltosi erano già più
consapevoli rispetto ai decenni precedenti, mentre
le loro scelte erano indirizzate da mercanti e critici
esperti, in contatto con le proposte del mercato milanese.
La mostra ha inizio con un “focus” su due raccolte
d’arte significative nel contesto culturale bustese del
tempo, per le quali è stato possibile ricostruire con
certezza l’insieme delle opere: la raccolta di Giuseppe
Noferini, e quella dell’architetto Paolo Candiani.
Il Noferini, toscano d’origine, approdò a Busto per
dirigere una delle numerose aziende tessili della città:
il cotonificio Dell’Acqua, Lissoni e Castiglioni.
Dispersa all’asta presso la Galleria Pesaro di Milano
nel 1934, la sua raccolta riuniva opere del secondo
Ottocento e del primo Novecento rappresentative di
varie Scuole italiane. In special modo vi erano presenti
macchiaioli e post macchiaoli (Fattori, Signorini,
Lega, Borrani, D’Ancona, Abbati, Gioli, Malesci)
ma anche esponenti della scuola napoletana
(De Nittis, Palizzi, Michetti, Mancini) e lombarda
(Gola, Induno, Bazzaro) oltre a molti altri. Si rivolse
pure ad artisti contemporanei, e la sua casa divenne
un vivace circolo culturale ove altri bustesi appassionati
d’arte amavano ritrovarsi a discutere di pittura
e di musica.
La raccolta dell’architetto Paolo Candiani, discendente
di un’importante famiglia di cotonieri, comprendeva,
oltre agli antichi maestri, diversi pittori
nella linea della continuità tardo ottocentesca, come
Domenico De Bernardi, Giuseppe Montanari, Guido
Tallone, Silvio Bicchi, Luigi Zago.
Artisti affini a questa cifra stilistica erano pure i
chiaristi (De Amicis, De Rocchi, Lilloni e Vernizzi),
i toscani Vittorini e Moses Levy, Raffaele De Grada,
Donato Frisia, apprezzati da Giovanni Uberti Bona,
che in questi anni iniziava a formare la sua raccolta
d’arte. Questi nomi, accanto ad altri, visti ed apprezzati
nelle mostre milanesi o allestite nella zona,
piuttosto che alle biennali veneziane (dai “buranesi”
Semeghini e Vellani Marchi, a Enzo Morelli) si ritrovavano
in altre collezioni bustesi di più contenuta
entità, costituitesi negli anni Trenta, molte delle
quali, per varie vicende, ora disperse. Non manca la
presenza femminile, con artiste assai attive in quegli
anni, quali Ada Schalk, Nina Bassani Antivari, Tilde
Ferrero Noferini e Gian Paola Litta Modignani.
Osservando i dipinti scelti dai bustesi, si intuisce facilmente
un orientamento di gusto che non rinuncia
mai del tutto alla tradizione figurativa del naturalismo,
pur accostandosi talvolta a interpretazioni originali
e aggiornate rispetto alle proposte più nuove
dell’attualità.
Moderni, quindi, ma non troppo, questi artisti, nei
quali la tensione ultima è sempre verso l’espressione
tramite la pittura del lirismo e dell’emozione suscitata
dalla realtà.
28
novembre 2009
Moderni ma non troppo
Dal 28 novembre 2009 al 31 gennaio 2010
arte moderna
Location
CIVICHE RACCOLTE D’ARTE – PALAZZO MARLIANI CICOGNA
Busto Arsizio, Piazza Vittorio Emanuele II, (Varese)
Busto Arsizio, Piazza Vittorio Emanuele II, (Varese)
Orario di apertura
da martedì a sabato 15.00-19.00;
domenica 10.00-12.00, 16.00-19.00;
chiuso il lunedì, 25, 26, 31 dicembre, 1 gennaio
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