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Mollino Fragments
La mostra si articola in cinque container all’interno dei quali sono analizzati temi quali la passione fotografica dell’architetto torinese, la sua esperienza nel campo del design del mobile, degli interni e delle architetture alpine
Comunicato stampa
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La Triennale di Milano presenta Mollino Fragments, a cura di Cecilia Bolognesi e Maurizio Navone, con il supporto e il coordinamento tecnico di Navone Associati.
La mostra è resa possibile dal sostegno e dalla collaborazione della Triennale di Milano, della DARC di Roma e del Comune di Torino, dal quale ha ricevuto il patrocinio.
Il percorso progettuale di Carlo Mollino e le molte sfaccettature della sua personalità sono documentati attraverso frammenti significativi, scritti, progetti e immagini visualizzate con ricostruzioni a focale concentrata in uno scenario sintetico e simbolico.
La mostra si articola in cinque container all’interno dei quali sono analizzati temi quali la passione fotografica dell’architetto torinese, la sua esperienza nel campo del design del mobile, degli interni e delle architetture alpine.
I materiali esposti, a cui si aggiungono interviste, filmati originali dei suoi interni, foto d’autore delle sue architetture o realizzazioni, provengono in parte dagli archivi dedicati a Mollino.
Mollino Fragments è anche un esperimento di comunicazione rivolto a un pubblico non specializzato. Con una modalità di rappresentazione assolutamente contemporanea si propone di riflettere i molteplici aspetti della personalità dell’architetto torinese.
Nei container la passione del fotografo si intreccia con quella del designer innamorato di forme antropomorfe presenti nei suoi mobili come nei suoi disegni.
Nella mostra è analizzata la sensibilità dell’autore per gli interni, che precorre i temi di molti autori contemporanei e sono descritte anche le sue architetture, giusto equilibrio tra ricerca tipologica e genius loci di un Piemonte che Mollino andava modificando.
Nei cinque container, cinque “scrigni” di sei metri per due e mezzo, saranno presenti riflessioni, immagini, forme scomposte, come quelle del tavolo Reale, del tavolo di Casa Cremona, del dancing Lutrario, di casa Minola, della casa del Sole a Cervinia e della stazione della funivia Furggen, per citare solo alcuni esempi.
Il progetto intende aprire un nuova modalità espositiva di spazi up date al museo: un format che ritrova nelle dimensioni ridotte del container per il trasporto merci un perimetro fisico che forza il significato verso una concentrazione dell’esposizione utilizzandone tutti gli argomenti funzionali quali mobilità, agilità, nomadismo. Uno spazio espositivo che traccia rinnovate relazioni fra contenuto e contenitore; una modalità esperienziale in cui la fisicità dei materiali esposti è arricchita da una serie di immagini sonore su Mollino e i suoi progetti.
Dopo Milano la mostra verrà ospitata negli spazi antistanti il MAXXI a Roma ed in Piazza San Carlo a Torino.
Biografia
Carlo Mollino (1905 – 1973), figlio unico di Eugenio, uno dei massimi ingegneri - architetti torinesi del primo quarto di secolo, si forma principalmente sotto la sua guida estremamente severa.
Nel 1931 si laurea in Architettura al Politecnico di Torino ed inizia a lavorare a fianco del padre in studio.
A partire dagli anni quaranta gli esordi della sua attività di progettista di interni e le sperimentazioni sul mobile in compensato curvato a strati sovrapposti. Dopo aver realizzato l’edificio per la società Ippica Torinese tra il 1937 ed il 1940, demolito nel 1960, progetterà la slittovia del lago nero a Sauze d’Oulx, la Casa del Sole a Cervinia, la casa sull’altopiano di Agra. Nel 1953 inizia anche la sua carriera di insegnate dalla cattedra di Professore ordinario di Composizione Architettonica al Politecnico di Torino.
Del 1965 l’inizio del progetto per il teatro Regio di Torino terminato sette anni più tardi.
Sarà per merito anche di Giò Ponti che ne diffonderà l’opera attraverso le pagine di “Stile” e “Domus” che Mollino potrà uscire dalla ristretta cerchia torinese ed affacciarsi ad un mondo più vasto dove il moderno si tingeva di molti colori.
Eclettico, imprendibile, instancabile lavoratore solitario, dalle mille passioni che spaziavano dall’aeronautica all’automobilismo allo sci per passare alla fotografia o al collage, Mollino ci riserva una vita privata quasi leggendaria sullo sfondo di una Torino che poco ne giustificava genio e sregolatezza.
La mostra è resa possibile dal sostegno e dalla collaborazione della Triennale di Milano, della DARC di Roma e del Comune di Torino, dal quale ha ricevuto il patrocinio.
Il percorso progettuale di Carlo Mollino e le molte sfaccettature della sua personalità sono documentati attraverso frammenti significativi, scritti, progetti e immagini visualizzate con ricostruzioni a focale concentrata in uno scenario sintetico e simbolico.
La mostra si articola in cinque container all’interno dei quali sono analizzati temi quali la passione fotografica dell’architetto torinese, la sua esperienza nel campo del design del mobile, degli interni e delle architetture alpine.
I materiali esposti, a cui si aggiungono interviste, filmati originali dei suoi interni, foto d’autore delle sue architetture o realizzazioni, provengono in parte dagli archivi dedicati a Mollino.
Mollino Fragments è anche un esperimento di comunicazione rivolto a un pubblico non specializzato. Con una modalità di rappresentazione assolutamente contemporanea si propone di riflettere i molteplici aspetti della personalità dell’architetto torinese.
Nei container la passione del fotografo si intreccia con quella del designer innamorato di forme antropomorfe presenti nei suoi mobili come nei suoi disegni.
Nella mostra è analizzata la sensibilità dell’autore per gli interni, che precorre i temi di molti autori contemporanei e sono descritte anche le sue architetture, giusto equilibrio tra ricerca tipologica e genius loci di un Piemonte che Mollino andava modificando.
Nei cinque container, cinque “scrigni” di sei metri per due e mezzo, saranno presenti riflessioni, immagini, forme scomposte, come quelle del tavolo Reale, del tavolo di Casa Cremona, del dancing Lutrario, di casa Minola, della casa del Sole a Cervinia e della stazione della funivia Furggen, per citare solo alcuni esempi.
Il progetto intende aprire un nuova modalità espositiva di spazi up date al museo: un format che ritrova nelle dimensioni ridotte del container per il trasporto merci un perimetro fisico che forza il significato verso una concentrazione dell’esposizione utilizzandone tutti gli argomenti funzionali quali mobilità, agilità, nomadismo. Uno spazio espositivo che traccia rinnovate relazioni fra contenuto e contenitore; una modalità esperienziale in cui la fisicità dei materiali esposti è arricchita da una serie di immagini sonore su Mollino e i suoi progetti.
Dopo Milano la mostra verrà ospitata negli spazi antistanti il MAXXI a Roma ed in Piazza San Carlo a Torino.
Biografia
Carlo Mollino (1905 – 1973), figlio unico di Eugenio, uno dei massimi ingegneri - architetti torinesi del primo quarto di secolo, si forma principalmente sotto la sua guida estremamente severa.
Nel 1931 si laurea in Architettura al Politecnico di Torino ed inizia a lavorare a fianco del padre in studio.
A partire dagli anni quaranta gli esordi della sua attività di progettista di interni e le sperimentazioni sul mobile in compensato curvato a strati sovrapposti. Dopo aver realizzato l’edificio per la società Ippica Torinese tra il 1937 ed il 1940, demolito nel 1960, progetterà la slittovia del lago nero a Sauze d’Oulx, la Casa del Sole a Cervinia, la casa sull’altopiano di Agra. Nel 1953 inizia anche la sua carriera di insegnate dalla cattedra di Professore ordinario di Composizione Architettonica al Politecnico di Torino.
Del 1965 l’inizio del progetto per il teatro Regio di Torino terminato sette anni più tardi.
Sarà per merito anche di Giò Ponti che ne diffonderà l’opera attraverso le pagine di “Stile” e “Domus” che Mollino potrà uscire dalla ristretta cerchia torinese ed affacciarsi ad un mondo più vasto dove il moderno si tingeva di molti colori.
Eclettico, imprendibile, instancabile lavoratore solitario, dalle mille passioni che spaziavano dall’aeronautica all’automobilismo allo sci per passare alla fotografia o al collage, Mollino ci riserva una vita privata quasi leggendaria sullo sfondo di una Torino che poco ne giustificava genio e sregolatezza.
13
dicembre 2005
Mollino Fragments
Dal 13 dicembre 2005 al 05 febbraio 2006
architettura
design
fotografia
design
fotografia
Location
TRIENNALE – PALAZZO DELL’ARTE
Milano, Viale Emilio Alemagna, 6, (Milano)
Milano, Viale Emilio Alemagna, 6, (Milano)
Orario di apertura
10.30–20.30, chiuso il lunedì
Vernissage
13 Dicembre 2005, ore 18.30
Autore
Curatore