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Monica Argentino – Body to Art / Involucro (evento online)
Progetto di contaminazione tra vari linguaggi artistici per innescare una riflessione fatta di forme, immagini, corpi e suoni. Online su https://www.facebook.com/groups/riarteco
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Domenica 31 maggio Monica Argentino presenterà il progetto performativo “Body to Art”, accompagnato dalla visione del cortometraggio "Involucro". L'evento avrebbe dovuto rientrare nella tappa romana di RiartEco, attualmente sospesa per l'emergenza sanitaria. Un evento di prestigio che la galleria ospita sulla propria pagina, in quanto il cortometraggio ha riscosso numerosi premi e riconoscimenti: Vincitore del Premio della Critica alla Biennale Internazionale d'Arte di Bari area Metropolitana - Bibart Biennale 2018-2019; Vincitore per Rome Art Week 2019 settimana dell'Arte Contemporanea di Roma del MNF Miami New Media Festival. Presentato al DORCAM- Doral Contemporary Art Museum di Miami ( Florida), all'International Roma Film Corto Festival -Indipendent Cinema and Artistic Contaminations. Ospitato al MACRO Asilo, Museo di Arte Contemporanea di Roma, con un progetto site specific insieme ad "Archetipo Umano" (Performance art Human painting, videomapping, live soundtrack).
Quanto colpisce nel lavoro di Monica è la particolarità site-specific delle performance, studiate singolarmente in relazione allo spazio nel quale vengono ad ambientarsi, completamente scandite a tempo di musica in sintonia con le immagini visive, che dialogano tra loro, susseguendosi su di un corpo nudo che diviene una vera e propria opera d'arte in movimento. Gesti, suoni, colori si fondono per dare vita ad uno scenario emozionante tra immagini ed immaginario, come suggerisce l'artista, interamente dal vivo sotto gli occhi del pubblico. La ricerca artistica di Monica è proiettata a trasmettere messaggi sociali e culturali attraverso la forza prepotente del corpo, per cui la performance assume i contorni di un'indagine profonda del sé, con l'affermarsi della corporeità come territorio di ricerca identitaria, svincolata dagli stereotipi di bellezza. Non a caso, le sue modelle e modelli sono persone normali, con canoni estetici comuni al fine di accentuare ed agevolare il processo di identificazione nello spettatore.
Il tratto essenziale è ristabilire la centralità dell'essere umano, e il suo valore, al vertice dell'esperienza creativa contro il meccanismo omologante tipico della società contemporanea, che annulla le differenze e rinchiude l'individuo dentro una gabbia di" esseri indistinti, tutti uguali ed omologati, mentre ogni soggetto è Unico ed Irripetibile". E mai come in questa fase storica, segnata dalla pandemia, l'"involucro" appare la forma più adatta a definire, o ridefinire, il nostro vivere e l'artista con il suo linguaggio comunicativo, fatto di contaminazioni tra diversi medium espressivi, ben rappresenta la condizione trasmutativa indotta dalle norme sul distanziamento sociale, la sensazione di oppressione nel ritrovarsi monocellule isolate e apparentemente impotenti contro un nemico invisibile. Quali saranno le conseguenze a breve e lungo termine? Una domanda alla quale Monica così risponde "stiamo vivendo una momento destinato a segnare pesantemente la nostra società, anche dal punto di vista psicologico. Come degli involucri siamo chiusi da un isolamento obbligato nelle nostre case, ma anche in noi stessi questa pandemia sta deteriorando il quadro cognitivo di molte persone. Basta pensare alle esistenze più fragili, già appesantite da situazioni di degrado e di vita difficili. Anche la convivenza con il virus per periodi lunghi, come ci viene prospettata dai media, mina la salute della nostra mente perché strettamente legata a quella del nostro corpo. Questa forzata segregazione ha lasciato scoperte le fragilità dei nostri tempi moderni, smontando la follia umana di sottomettere qualsiasi cosa al suo volere, dichiarando la nostra vulnerabile contro la presunzione di 'onnipotenza'. Prima del virus eravamo abituati a correre dietro al tempo che scorre senza tregua, velocemente, perché il progresso avanza e l'economia non permette lentezze, la competizione è spietata. Sempre in affanno e con la paura di non avere sufficiente tempo a disposizione. Per recuperare il tempo e raggiungere piccoli traguardi personali, ci siamo lasciati contagiare all'egocentrismo senza nobilitare i legami concreti, solidali. Questa frustrazione ha generato individui depressi e senza l'aspettativa per il futuro, anzi il futuro ha assunto una preoccupante eccezione negativa. L'arrivo di Covid-19 ha fatto crollare il mito della supremazia dell'uomo e spinto ad una presa di coscienza, messi di fronte ai limiti e fallimenti. Dovremmo cercare di far tesoro di questa situazione drammatica nella quale ci troviamo ora, cercare di riscoprire il gusto dello scorrere del tempo. L'arte è un veicolo potente attraverso cui fermare il tempo, perché essa è immortale, e riscrivere nuovi valori e nuovi desideri. Uno dei maggiori insegnamenti del virus è l'averci reso tutti uguali in una sola grande solitudine, dandoci l'opportunità di rendere visibile la comune appartenenza al genere umano, senza distinzioni di classe sociale, di orientamento sessuale, di religione".
Tematiche che emergono con forza in "Involucro", dove l'uguaglianza di genere nella narrazione artistica legittima e rende familiare la connotazione dell’individuo in quanto tale, detentore nella società di un valore individuale ed unicità spirituale che esige il giusto riconoscimento. La trama descrive i conflitti di una DragQueen eterosessuale in una società come la nostra, stigmatizzata secondo certi ruoli e canoni conformati, che esplora la difficile espressione della libertà individuale di scelta e autodeterminazione del proprio corpo. Monica svela qualche dettaglio sul cortometraggio e parla di un tema a lei caro, la condizione della donna nella storia: "Il protagonista attraversando cambi d'abito, di trucco, di espressioni corporee e di stati d'animo, dimostra di essere se stesso, nella unicità di Essere Umano". La condizione della donna nel mondo moderno ha subito delle variazioni nel corso dei secoli. Rispetto ai tempi passati dove le donne venivano considerate inferiori ed escluse dalle attività sociali, politiche e sportive, relegate a ruoli di accudimento dei figli e per i lavori domestici, la donna del terzo millennio, potremmo dire, è multitasking ossia in grado di conciliare la vita lavorativa con quella familiare. Nonostante ciò in molte ambiti, la donna è soggetta a soprusi ed episodi di disuguaglianza, a causa della sua libertà e autorevolezza che ha messo il maschio in difficoltà di fronte alla prospettiva di doversi confrontare con una compagna più indipendente e richiedente. Complice anche una comunicazione focalizzata sulla donna intesa come oggetto del desiderio, bella ed attraente quasi fosse la sua unica ed imprescindibile dote. In una società di stampo patriarcale, quale l'attuale, detta assimilazione ha finito col generare un'escalation di violenza sulle donne, viste spesso come una "merce. La mia aspirazione, come nella mostra "Chimera: le forme del male", del 2016, dedicata alla violenza sulle donne e alla loro dipendenza psicologica con il carnefice, è dar voce per mezzo dell'arte alla solitudine, complice spesso delle violenze, per cercare di trovare la radice da sanare, con la collettività".
L'origine dei nostri mali è radicata nello squilibrio metabolico delle relazioni, e l'arte può offrire alternative. Il progresso scientifico dimostra che la salute psicofisica del singolo, e la tenuta della compagine sociale, dipende dalla capacità di gestire le emozioni e i conflitti. La visione di "Involucro" è adatta ad un pubblico di ogni età perché, ricorda Monica, " L'arte è una 'forma di cura', un vero e proprio presidio sanitario, indispensabile per la crescita culturale ed individuale. Un canale preferenziale, diretto, arcaico e moderno per trasformare velocemente una crisi in opportunità e creare consapevolezza. Avvicinare i bambini all'arte in ogni sua forma (arti visive, danza, teatro) è non soltanto consigliato ma raccomandato. Incoraggiare la creatività e l’espressione, aiuta a sviluppare le capacità comunicative.procura un impatto positivo sul loro sviluppo cognitivo ed emozionale. Sviluppare l'intelligenza emotiva ci può aiutare a superare situazioni di emarginazione e trasformare dei comportamenti distruttivi in processi creativi. In definitiva solo la cultura, l'arte possono generare un umanità più libera e consapevole.
Testo a cura di Silvia Filippi e Monica Argentino
Quanto colpisce nel lavoro di Monica è la particolarità site-specific delle performance, studiate singolarmente in relazione allo spazio nel quale vengono ad ambientarsi, completamente scandite a tempo di musica in sintonia con le immagini visive, che dialogano tra loro, susseguendosi su di un corpo nudo che diviene una vera e propria opera d'arte in movimento. Gesti, suoni, colori si fondono per dare vita ad uno scenario emozionante tra immagini ed immaginario, come suggerisce l'artista, interamente dal vivo sotto gli occhi del pubblico. La ricerca artistica di Monica è proiettata a trasmettere messaggi sociali e culturali attraverso la forza prepotente del corpo, per cui la performance assume i contorni di un'indagine profonda del sé, con l'affermarsi della corporeità come territorio di ricerca identitaria, svincolata dagli stereotipi di bellezza. Non a caso, le sue modelle e modelli sono persone normali, con canoni estetici comuni al fine di accentuare ed agevolare il processo di identificazione nello spettatore.
Il tratto essenziale è ristabilire la centralità dell'essere umano, e il suo valore, al vertice dell'esperienza creativa contro il meccanismo omologante tipico della società contemporanea, che annulla le differenze e rinchiude l'individuo dentro una gabbia di" esseri indistinti, tutti uguali ed omologati, mentre ogni soggetto è Unico ed Irripetibile". E mai come in questa fase storica, segnata dalla pandemia, l'"involucro" appare la forma più adatta a definire, o ridefinire, il nostro vivere e l'artista con il suo linguaggio comunicativo, fatto di contaminazioni tra diversi medium espressivi, ben rappresenta la condizione trasmutativa indotta dalle norme sul distanziamento sociale, la sensazione di oppressione nel ritrovarsi monocellule isolate e apparentemente impotenti contro un nemico invisibile. Quali saranno le conseguenze a breve e lungo termine? Una domanda alla quale Monica così risponde "stiamo vivendo una momento destinato a segnare pesantemente la nostra società, anche dal punto di vista psicologico. Come degli involucri siamo chiusi da un isolamento obbligato nelle nostre case, ma anche in noi stessi questa pandemia sta deteriorando il quadro cognitivo di molte persone. Basta pensare alle esistenze più fragili, già appesantite da situazioni di degrado e di vita difficili. Anche la convivenza con il virus per periodi lunghi, come ci viene prospettata dai media, mina la salute della nostra mente perché strettamente legata a quella del nostro corpo. Questa forzata segregazione ha lasciato scoperte le fragilità dei nostri tempi moderni, smontando la follia umana di sottomettere qualsiasi cosa al suo volere, dichiarando la nostra vulnerabile contro la presunzione di 'onnipotenza'. Prima del virus eravamo abituati a correre dietro al tempo che scorre senza tregua, velocemente, perché il progresso avanza e l'economia non permette lentezze, la competizione è spietata. Sempre in affanno e con la paura di non avere sufficiente tempo a disposizione. Per recuperare il tempo e raggiungere piccoli traguardi personali, ci siamo lasciati contagiare all'egocentrismo senza nobilitare i legami concreti, solidali. Questa frustrazione ha generato individui depressi e senza l'aspettativa per il futuro, anzi il futuro ha assunto una preoccupante eccezione negativa. L'arrivo di Covid-19 ha fatto crollare il mito della supremazia dell'uomo e spinto ad una presa di coscienza, messi di fronte ai limiti e fallimenti. Dovremmo cercare di far tesoro di questa situazione drammatica nella quale ci troviamo ora, cercare di riscoprire il gusto dello scorrere del tempo. L'arte è un veicolo potente attraverso cui fermare il tempo, perché essa è immortale, e riscrivere nuovi valori e nuovi desideri. Uno dei maggiori insegnamenti del virus è l'averci reso tutti uguali in una sola grande solitudine, dandoci l'opportunità di rendere visibile la comune appartenenza al genere umano, senza distinzioni di classe sociale, di orientamento sessuale, di religione".
Tematiche che emergono con forza in "Involucro", dove l'uguaglianza di genere nella narrazione artistica legittima e rende familiare la connotazione dell’individuo in quanto tale, detentore nella società di un valore individuale ed unicità spirituale che esige il giusto riconoscimento. La trama descrive i conflitti di una DragQueen eterosessuale in una società come la nostra, stigmatizzata secondo certi ruoli e canoni conformati, che esplora la difficile espressione della libertà individuale di scelta e autodeterminazione del proprio corpo. Monica svela qualche dettaglio sul cortometraggio e parla di un tema a lei caro, la condizione della donna nella storia: "Il protagonista attraversando cambi d'abito, di trucco, di espressioni corporee e di stati d'animo, dimostra di essere se stesso, nella unicità di Essere Umano". La condizione della donna nel mondo moderno ha subito delle variazioni nel corso dei secoli. Rispetto ai tempi passati dove le donne venivano considerate inferiori ed escluse dalle attività sociali, politiche e sportive, relegate a ruoli di accudimento dei figli e per i lavori domestici, la donna del terzo millennio, potremmo dire, è multitasking ossia in grado di conciliare la vita lavorativa con quella familiare. Nonostante ciò in molte ambiti, la donna è soggetta a soprusi ed episodi di disuguaglianza, a causa della sua libertà e autorevolezza che ha messo il maschio in difficoltà di fronte alla prospettiva di doversi confrontare con una compagna più indipendente e richiedente. Complice anche una comunicazione focalizzata sulla donna intesa come oggetto del desiderio, bella ed attraente quasi fosse la sua unica ed imprescindibile dote. In una società di stampo patriarcale, quale l'attuale, detta assimilazione ha finito col generare un'escalation di violenza sulle donne, viste spesso come una "merce. La mia aspirazione, come nella mostra "Chimera: le forme del male", del 2016, dedicata alla violenza sulle donne e alla loro dipendenza psicologica con il carnefice, è dar voce per mezzo dell'arte alla solitudine, complice spesso delle violenze, per cercare di trovare la radice da sanare, con la collettività".
L'origine dei nostri mali è radicata nello squilibrio metabolico delle relazioni, e l'arte può offrire alternative. Il progresso scientifico dimostra che la salute psicofisica del singolo, e la tenuta della compagine sociale, dipende dalla capacità di gestire le emozioni e i conflitti. La visione di "Involucro" è adatta ad un pubblico di ogni età perché, ricorda Monica, " L'arte è una 'forma di cura', un vero e proprio presidio sanitario, indispensabile per la crescita culturale ed individuale. Un canale preferenziale, diretto, arcaico e moderno per trasformare velocemente una crisi in opportunità e creare consapevolezza. Avvicinare i bambini all'arte in ogni sua forma (arti visive, danza, teatro) è non soltanto consigliato ma raccomandato. Incoraggiare la creatività e l’espressione, aiuta a sviluppare le capacità comunicative.procura un impatto positivo sul loro sviluppo cognitivo ed emozionale. Sviluppare l'intelligenza emotiva ci può aiutare a superare situazioni di emarginazione e trasformare dei comportamenti distruttivi in processi creativi. In definitiva solo la cultura, l'arte possono generare un umanità più libera e consapevole.
Testo a cura di Silvia Filippi e Monica Argentino
31
maggio 2020
Monica Argentino – Body to Art / Involucro (evento online)
Dal 31 al 15 maggio 2020
arte contemporanea
Location
RIARTECO
Ladispoli, Via G. Garibaldi, 16, (RM)
Ladispoli, Via G. Garibaldi, 16, (RM)
Orario di apertura
Orario continuato
Vernissage
31 Maggio 2020, ore 18
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