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Monica Raiteri – Fuochi e Fate
Il binomio (fuochi e fate) che Monica Raiteri ha posto come pietra angolare per la sua originale mostra personale, chiama in campo elementi simbolici di grande interesse e che hanno la loro radice profonda nella cultura tradizionale.
Comunicato stampa
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“Il binomio (fuochi e fate) che Monica Raiteri ha posto come pietra angolare per la sua originale mostra personale, chiama in campo elementi simbolici di grande interesse e che hanno la loro radice profonda nella cultura tradizionale.
Quando l’uomo, presumibilmente intorno a 400.000 anni fa, divenne padrone del fuoco, il processo evolutivo culturale che lo caratterizzava subì un salto epocale. Tralasciando le innumerevoli implicazioni che hanno avuto una ricaduta fondamentale a livello pratico, il fuoco ha soprattutto avuto un ruolo fondamentale nel nostro immaginario. Monica Raiteri visualizza nitidamente questo ruolo, proponendoci, nella prima parte della mostra, una serie di opere che hanno appunto nel fuoco il loro humus dialetticamente più forte. Un reiterato susseguirsi di “piccoli fuochi”, che sono traccia vivissima dell’importante posizione occupata dalla fiamma non solo sul piano pratico, ma anche su quello estetico. Il fuoco prodotto e controllato di queste prima serie di acquerelli, si contrappone a quello irrefrenabile e potente della serie dei lapilli, che esprime la forza primigenia della natura, cristallizzata in tratti solidi e capaci di concretizzare tutta la fisicità del gesto che si fa simbolo.
Un gesto che qui, come nelle altre serie di costruzioni pittoriche, si afferma attraverso la segnica tipica del linguaggio dell’acquerello (trattato con l’originale sistema della sovrapposizione), ma anche con l’apporto di altri materiali che vanno dal gesso al filo di rame, dai bulloni alle foglie d’oro.
Il secondo blocco delle opere presentate in galleria ci conduce nel mondo mitico, prima attraverso la serie definita “magie” e poi con quello delle nereidi.
Nel primo caso siamo al cospetto di una costruzione pittorica che si è allontanata dalla sinterizzazione che caratterizza le opere presenti nella prima sala: entriamo infatti in un mondo che lascia trasparire le atmosfere poetiche di una dimensione in cui è evocata la fiaba con il suoi personaggi che si adagiano tra le pieghe di una precisa architettura simbolica. Qui le tonalità si fanno più tenui, addolcite da una matrice cromatica che diluisce l’impeto evocativo in un’articolata rete di compositiva; ed ecco che l’universo della natura diviene una sorta di crogiuolo nel quale si verifica una trasmutazione che amalgama indissolubilmente realtà e fantasia.
Il viaggio suggerito da Monica Raiteri si conclude con la serie dedicata alla fate. Ci sono quelle blu e quelle rosse: per entrambe l’artista si è ancora avvalsa delle potenzialità di una gestualità che si afferma, con essenziali ma solidissimi segni, nel tracciato di una poetica la cui linfa è tratta dall’humus della mitologia.
Strutturate su una materia cromatica che ci riconduce al modus operandi già visto nella serie dei fuochi, ma integrate con l’apporto di ulteriori materiali che ne amplificano le opportunità dialettiche, queste fate danzano nel cerchio magico dell’immaginario, riflettendo sogni e visioni. Sono creature che ritroviamo nel profondo della nostra memoria e che qui acquistano una vitalità nuova, passando dalla dimensione della fantasia a quella della poesia.”
Massimo Centini
Quando l’uomo, presumibilmente intorno a 400.000 anni fa, divenne padrone del fuoco, il processo evolutivo culturale che lo caratterizzava subì un salto epocale. Tralasciando le innumerevoli implicazioni che hanno avuto una ricaduta fondamentale a livello pratico, il fuoco ha soprattutto avuto un ruolo fondamentale nel nostro immaginario. Monica Raiteri visualizza nitidamente questo ruolo, proponendoci, nella prima parte della mostra, una serie di opere che hanno appunto nel fuoco il loro humus dialetticamente più forte. Un reiterato susseguirsi di “piccoli fuochi”, che sono traccia vivissima dell’importante posizione occupata dalla fiamma non solo sul piano pratico, ma anche su quello estetico. Il fuoco prodotto e controllato di queste prima serie di acquerelli, si contrappone a quello irrefrenabile e potente della serie dei lapilli, che esprime la forza primigenia della natura, cristallizzata in tratti solidi e capaci di concretizzare tutta la fisicità del gesto che si fa simbolo.
Un gesto che qui, come nelle altre serie di costruzioni pittoriche, si afferma attraverso la segnica tipica del linguaggio dell’acquerello (trattato con l’originale sistema della sovrapposizione), ma anche con l’apporto di altri materiali che vanno dal gesso al filo di rame, dai bulloni alle foglie d’oro.
Il secondo blocco delle opere presentate in galleria ci conduce nel mondo mitico, prima attraverso la serie definita “magie” e poi con quello delle nereidi.
Nel primo caso siamo al cospetto di una costruzione pittorica che si è allontanata dalla sinterizzazione che caratterizza le opere presenti nella prima sala: entriamo infatti in un mondo che lascia trasparire le atmosfere poetiche di una dimensione in cui è evocata la fiaba con il suoi personaggi che si adagiano tra le pieghe di una precisa architettura simbolica. Qui le tonalità si fanno più tenui, addolcite da una matrice cromatica che diluisce l’impeto evocativo in un’articolata rete di compositiva; ed ecco che l’universo della natura diviene una sorta di crogiuolo nel quale si verifica una trasmutazione che amalgama indissolubilmente realtà e fantasia.
Il viaggio suggerito da Monica Raiteri si conclude con la serie dedicata alla fate. Ci sono quelle blu e quelle rosse: per entrambe l’artista si è ancora avvalsa delle potenzialità di una gestualità che si afferma, con essenziali ma solidissimi segni, nel tracciato di una poetica la cui linfa è tratta dall’humus della mitologia.
Strutturate su una materia cromatica che ci riconduce al modus operandi già visto nella serie dei fuochi, ma integrate con l’apporto di ulteriori materiali che ne amplificano le opportunità dialettiche, queste fate danzano nel cerchio magico dell’immaginario, riflettendo sogni e visioni. Sono creature che ritroviamo nel profondo della nostra memoria e che qui acquistano una vitalità nuova, passando dalla dimensione della fantasia a quella della poesia.”
Massimo Centini
31
maggio 2012
Monica Raiteri – Fuochi e Fate
Dal 31 maggio al 16 giugno 2012
arte moderna e contemporanea
Location
STUDIO LABORATORIO ANNA VIRANDO
Torino, Corso Giovanni Lanza, 105, (Torino)
Torino, Corso Giovanni Lanza, 105, (Torino)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle 17,00 alle 20,00
Fuori orario su appuntamento
Vernissage
31 Maggio 2012, dalle ore 17,30 alle 23,00
Autore
Curatore