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Monika Grycko – Relikt
Monika Grycko mostra le vestigia e i resti di una specie animale estinta, di cui non conosciamo la storia né l’evoluzione, ma solo la morfologia esteriore. Questi esseri sono ibridi, ex-antropomorfi sottoposti in qualche modo ad una mutazione che li ha resi via via simili ad animali.
Comunicato stampa
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In mostra sculture, video e fotografie.
Dal testo di Roberta Gucci Cantarini:
“Monika Grycko mostra le vestigia e i resti di una specie animale estinta, di cui non conosciamo la storia né l’evoluzione, ma solo la morfologia esteriore. Questi esseri sono ibridi, ex-antropomorfi sottoposti in qualche modo ad una mutazione che li ha resi via via simili ad animali.
Le creature che l’artista polacca modella in lucida ceramica appartengono a specie decadute da una gloria precedente, drammatiche nel loro narcisismo e al contempo nella loro continua inadeguatezza: non possono più essere umani né animali. Questa civiltà è stata schiacciata dall’incapacità di osare una mutazione che la riportasse al di fuori del circolo vizioso creato da “capacità di conquista/acquisto – atrofizzazione dell’umano – soggiogamento fisico o psicologico di cose o persone”. La sensazione è che questa specie, un anello di congiunzione che la storia ha dimenticato in un attimo, probabilmente non abbia mai avuto scampo. Per questo motivo i teschi, le teste appese come tanti trofei e i busti teriomorfi appaiono tragici. Questi esseri hanno sempre avuto la consapevolezza di essere in mano a qualcosa di più grande di loro, qualcosa che li stesse punendo. E sapevano che ne aveva tutte le ragioni. Qui risiede infondo il vero senso del tragico: l’ineluttabilitá della colpa. È stata probabilmente la loro natura a portarli ad abbandonare la loro natura - giocando sul limite tra evoluzione ed autodistruzione - e scomparire.
Come per la precedente serie di lavori Movimento Extremo, anche in questo caso per Monika Grycko le mutazioni del corpo sono esteriorizzazioni di conflitti interni insanabili. L’uomo è costretto quotidianamente dai rapporti di potere e sopraffazione a de-umanizzarsi, tralasciare la propria morale e dignità, per potere sopravvivere alle avverse condizioni di vita (biologica, etica, sociale) che egli stesso crea - o anche solo ad un telegiornale.
Monika Gryco indaga e mette alla prova le potenzialità della razza umana. Le sculture, le installazioni, i video e gli scatti, oscillando ambiguamente tra eleganza gotica ed appariscenza pop, tradiscono, al di lá della ricerca rigorosa, uno sguardo di irragionevole compassione (forse amore?) verso questa bizzarra creatura che è l’uomo e la sua apparente dipendenza cronica dal male."
“Il mondo concede temporaneamente lo status di vincitore al male” - Monika Grycko
Monika Grycko, 1970, Varsavia (PL). Vive e lavora a Faenza (RA).
Sará presente l’artista.
Dal testo di Roberta Gucci Cantarini:
“Monika Grycko mostra le vestigia e i resti di una specie animale estinta, di cui non conosciamo la storia né l’evoluzione, ma solo la morfologia esteriore. Questi esseri sono ibridi, ex-antropomorfi sottoposti in qualche modo ad una mutazione che li ha resi via via simili ad animali.
Le creature che l’artista polacca modella in lucida ceramica appartengono a specie decadute da una gloria precedente, drammatiche nel loro narcisismo e al contempo nella loro continua inadeguatezza: non possono più essere umani né animali. Questa civiltà è stata schiacciata dall’incapacità di osare una mutazione che la riportasse al di fuori del circolo vizioso creato da “capacità di conquista/acquisto – atrofizzazione dell’umano – soggiogamento fisico o psicologico di cose o persone”. La sensazione è che questa specie, un anello di congiunzione che la storia ha dimenticato in un attimo, probabilmente non abbia mai avuto scampo. Per questo motivo i teschi, le teste appese come tanti trofei e i busti teriomorfi appaiono tragici. Questi esseri hanno sempre avuto la consapevolezza di essere in mano a qualcosa di più grande di loro, qualcosa che li stesse punendo. E sapevano che ne aveva tutte le ragioni. Qui risiede infondo il vero senso del tragico: l’ineluttabilitá della colpa. È stata probabilmente la loro natura a portarli ad abbandonare la loro natura - giocando sul limite tra evoluzione ed autodistruzione - e scomparire.
Come per la precedente serie di lavori Movimento Extremo, anche in questo caso per Monika Grycko le mutazioni del corpo sono esteriorizzazioni di conflitti interni insanabili. L’uomo è costretto quotidianamente dai rapporti di potere e sopraffazione a de-umanizzarsi, tralasciare la propria morale e dignità, per potere sopravvivere alle avverse condizioni di vita (biologica, etica, sociale) che egli stesso crea - o anche solo ad un telegiornale.
Monika Gryco indaga e mette alla prova le potenzialità della razza umana. Le sculture, le installazioni, i video e gli scatti, oscillando ambiguamente tra eleganza gotica ed appariscenza pop, tradiscono, al di lá della ricerca rigorosa, uno sguardo di irragionevole compassione (forse amore?) verso questa bizzarra creatura che è l’uomo e la sua apparente dipendenza cronica dal male."
“Il mondo concede temporaneamente lo status di vincitore al male” - Monika Grycko
Monika Grycko, 1970, Varsavia (PL). Vive e lavora a Faenza (RA).
Sará presente l’artista.
04
aprile 2009
Monika Grycko – Relikt
Dal 04 aprile al 09 maggio 2009
arte contemporanea
Location
REBECCA CONTAINER GALLERY
Genova, Piazza Grillo Cattaneo, 2R, (Genova)
Genova, Piazza Grillo Cattaneo, 2R, (Genova)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 16 alle 19 o su appuntamento.
Vernissage
4 Aprile 2009, dalle ore 19 alle ore 22
Autore