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Monochromatic Light: Reloaded
Osart Gallery è lieta di annunciare l’apertura della mostra Monochromatic Light: Reloaded, collettiva che riunisce le opere degli artisti Anne Appleby, Lawrence Carroll, Timothy Litzmann, Winston Roeth, David Simpson, Phil Sims ed Ettore Spalletti.
Comunicato stampa
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Osart Gallery è lieta di annunciare l'apertura della mostra Monochromatic Light: Reloaded, collettiva che riunisce le opere degli artisti Anne Appleby, Lawrence Carroll, Timothy Litzmann, Winston Roeth, David Simpson, Phil Sims ed Ettore Spalletti, e che segna la seconda importante collaborazione della galleria con la Collezione Panza. L'idea della mostra nasce dall'intento di riunire gli artisti selezionati da Giuseppe Panza di Biumo nel 2001 quando su richiesta della Soprintendenza dei Beni Culturali di Modena e Reggio Emilia gli fu chiesto di riempire le cornici rimaste vuote dell'Appartamento Stuccato del Palazzo Ducale di Sassuolo. I lavori, commissionati da Panza agli artisti e realizzati appositamente per questi spazi, sono stati quindi donati al Palazzo Ducale dove sono in esposizione permanente.
Come già avvenuto in occasioni precedenti (Museo Reina Sofia, Musée de la Ville de Paris, Museo Saint-Pierre di Lione, Palazzo Ducale di Gubbio), la curiosità del visionario collezionista milanese non si è smentita di fronte alla richiesta di mettere in dialogo artisti contemporanei - la cui pratica si focalizza quasi esclusivamente sulla ricerca tra luce e colore - con uno spazio appartenente ad un'epoca storica distante sia in termini temporali che di gusto estetico e architettonico, riuscendo tuttavia a realizzare una coesistenza inaspettata quanto armonica. Gli artisti che Panza seleziona hanno in comune l'amore per la ricerca cromatica, ed ognuno di essi applica un approccio maieutico allo spazio a loro assegnato, che, nelle parole del collezionista “Era necessario che [ognuno] vedesse la stanza […] e capisse quale era l'atmosfera dominante”.
Il fortunato esperimento ha quindi raggiunto non soltanto l'obiettivo pratico di riempire i vuoti lasciati nelle nicchie dell'appartamento, originariamente occupate da opere ormai disperse di grandi maestri quali il Guercino, Salvator Rosa, Jean Boulanger, ma anche di creare un'ideale continuità con i due colori dominanti delle stanze, l'oro e il bianco degli stucchi (“[...] metallo incorruttibile, simbolo della purezza dell'anima, e il bianco del latte, l'alimento vitale.”), tonalità che vivono di luce e che esaltano il fine ultimo della ricerca di questi artisti.
La forma-colore cangiante di Simpson, l'indeterminatezza dei blu nelle cornici oro di Spalletti, la compattezza cromatica di Sims, la capacità di assorbimento della luce nelle tele di Roeth, i colori torbidi eppure trasparenti di Litzmann, il suprematismo cromatico della tavolozza di Appleby, così come le superfici-volumi di Carroll: ancora una volta il famoso collezionista e mecenate riesce a sovvertire le regole alla base dei rapporti tra antico e contemporaneo, accordandone le apparenti dissonanze e abbattendo ogni resistenza e timore, senza alcun sentimento di soggezione nei confronti dell'eredità del passato.
Similmente, la volontà di riproporre negli spazi neutri per definizione della galleria le opere di questi sette artisti nasce dall'esigenza di ricalibrare l'occhio dello spettatore che, come Giuseppe Panza ben sapeva, non smette mai di adattarsi allo spirito del tempo e al cambiamento. I lavori, selezionati insieme alla Collezione Panza, raccontano storie uniche di sperimentazione non soltanto materiale, ma soprattutto spirituale, e offrono infinite strade all'interpretazione attraversando altrettante sfaccettature di sensibilità.
Come già avvenuto in occasioni precedenti (Museo Reina Sofia, Musée de la Ville de Paris, Museo Saint-Pierre di Lione, Palazzo Ducale di Gubbio), la curiosità del visionario collezionista milanese non si è smentita di fronte alla richiesta di mettere in dialogo artisti contemporanei - la cui pratica si focalizza quasi esclusivamente sulla ricerca tra luce e colore - con uno spazio appartenente ad un'epoca storica distante sia in termini temporali che di gusto estetico e architettonico, riuscendo tuttavia a realizzare una coesistenza inaspettata quanto armonica. Gli artisti che Panza seleziona hanno in comune l'amore per la ricerca cromatica, ed ognuno di essi applica un approccio maieutico allo spazio a loro assegnato, che, nelle parole del collezionista “Era necessario che [ognuno] vedesse la stanza […] e capisse quale era l'atmosfera dominante”.
Il fortunato esperimento ha quindi raggiunto non soltanto l'obiettivo pratico di riempire i vuoti lasciati nelle nicchie dell'appartamento, originariamente occupate da opere ormai disperse di grandi maestri quali il Guercino, Salvator Rosa, Jean Boulanger, ma anche di creare un'ideale continuità con i due colori dominanti delle stanze, l'oro e il bianco degli stucchi (“[...] metallo incorruttibile, simbolo della purezza dell'anima, e il bianco del latte, l'alimento vitale.”), tonalità che vivono di luce e che esaltano il fine ultimo della ricerca di questi artisti.
La forma-colore cangiante di Simpson, l'indeterminatezza dei blu nelle cornici oro di Spalletti, la compattezza cromatica di Sims, la capacità di assorbimento della luce nelle tele di Roeth, i colori torbidi eppure trasparenti di Litzmann, il suprematismo cromatico della tavolozza di Appleby, così come le superfici-volumi di Carroll: ancora una volta il famoso collezionista e mecenate riesce a sovvertire le regole alla base dei rapporti tra antico e contemporaneo, accordandone le apparenti dissonanze e abbattendo ogni resistenza e timore, senza alcun sentimento di soggezione nei confronti dell'eredità del passato.
Similmente, la volontà di riproporre negli spazi neutri per definizione della galleria le opere di questi sette artisti nasce dall'esigenza di ricalibrare l'occhio dello spettatore che, come Giuseppe Panza ben sapeva, non smette mai di adattarsi allo spirito del tempo e al cambiamento. I lavori, selezionati insieme alla Collezione Panza, raccontano storie uniche di sperimentazione non soltanto materiale, ma soprattutto spirituale, e offrono infinite strade all'interpretazione attraversando altrettante sfaccettature di sensibilità.
22
novembre 2024
Monochromatic Light: Reloaded
Dal 22 novembre 2024 al primo marzo 2025
arte contemporanea
Location
OSART GALLERY
Milano, Corso Plebisciti, 12, (Milano)
Milano, Corso Plebisciti, 12, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10-13 e 14:30-19
Sito web
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