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Monumental drawings
Due opere inedite di Sol LeWitt e opere storiche di Boetti, Buren, Burri, de Dominicis, Fabro, Mochetti, Pascali, Pistoletto, Twombly e Zorio
Comunicato stampa
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Dal 5 marzo è in corso, nelle ultime sale della Galleria nazionale d’arte moderna, la realizzazione di due Wall Drawings di Sol LeWitt (Hartford, Usa 1928 - New York 2007) di proprietà del MAXXI: Wall Drawing #375 (1982), progetto eseguito da Sachi Haeng-Ja Cho, e Wall Drawing #1153 Ripples (2005), progetto eseguito da Wim Starkenburg e Takeshi Arita, entrambi con la collaborazione di un gruppo di studenti della Temple University in Rome.
Le opere saranno presentate al pubblico dal 4 aprile 2008 insieme con una selezione di lavori provenienti dalle collezioni della Galleria che si collegano ai Wall Drawings per la tecnica e/o la poetica.
Intorno a Wall Drawing #1153 Ripples sono collocate alcune opere che impiegano il disegno su scala monumentale: un gruppo di sei grafiche di grande formato di Alberto Burri (1986–1988), due lavori in grafite e gesso su tavola di Gino de Dominicis, Con titolo (1984) e Senza titolo (1985), il Filo inox (1983) di Maurizio Mochetti, che proietta sul muro la propria ombra disegnata, e il disegno a matita nell’ambito di un’opera monumentale su tela La caduta di Iperione o Second Voyage to Italy (1964) di Cy Twombly.
In prossimità di Wall Drawing #375 è stata collocata invece una tela di Daniel Buren, Bandes (1969), artista che ha lavorato, come LeWitt, sulle grandi superfici murali e sui rapporti matematici.
Nelle sale che precedono le due dedicate alle opere di Sol LeWitt sono esposti alcuni esempi particolarmente importanti e precorritori di arte concettuale italiana: una tela smaltata e tensionata di Pino Pascali, Torso di negra (1964-1965), tre lavori che usano come supporto la superficie specchiante di Luciano Fabro, Buco (1963-1965) e Michelangelo Pistoletto, I visitatori (1968) e La smorfia (1969), la colonna in eternit di Gilberto Zorio, Untitled (1967) e la scritta incisa su cemento di Alighiero Boetti, Per un uomo alienato... (1968).
“Wall Drawing # 375” ( 1982 ) di Sol LeWitt è un opera composta da tre figure isometriche (piramide, cubo, trapezoide), disegnate con inchiostro di china acquarellato su uno sfondo grigio sfumato. Il lavoro adattato alle dimensioni della parete, assume particolare importanza per i passaggi cromatici e le gradazioni tonali delle figure rappresentate in assonometria. Come afferma l’artista a proposito della serie degli Isometric drawings “le proiezioni isometriche consentono di descrivere un oggetto tridimensionale in termini bidimensionali”, lasciando inoltre evidenziare l’incidenza dell’ombra nei volumi. I solidi geometrici risultano come sospesi nel vuoto e restituiscono l’idea di una superficie piatta in cui la forma è indagata al di là dei suoi riferimenti spaziali. Sicuramente alla base della resa bidimensionale di questi lavori c’è anche la profonda impressione suscitata nell’artista dalla pittura italiana ad affresco del sec. XV.
Questo progetto è stato realizzato per la prima volta nel giugno del 1982 da Michael Pitluck e Anthony Sansotta presso l’Art Institute di Chicago, in occasione della mostra 74th American Exhibition. Altri Isometric drawings sono stati eseguiti nei principali musei del mondo.
L’opera in questa occasione è stata realizzata da Sachi Haeng – Ja Cho con la collaborazione di un gruppo di studenti della Temple Univeristy di Roma, secondo la consueta prassi dell’artista, che affida ai disegnatori l’esecuzione e l’interpretazione della concezione progettuale.
“Wall Drawing #1153 Ripples” ( 2005 )di Sol LeWitt è un’ opera che testimonia l’ultima stagione creativa dell’artista. Rispetto alla ricchezza cromatica dei wall drawing degli anni ’80 e ’90, in questi ultimi lavori subentra l’essenzialità visiva del bianco e nero ottenuta con l’impiego della grafite, medium scelto dall’artista anche nei primi disegni murali. Dal 2005 Sol LeWitt si dedica ad una nuova serie di wall drawings denominati “Scibbles”, basati sul rapporto luce ed ombra attraverso l’utilizzo del segno grafico.
Quest’opera caratterizzata da innumerevoli segni sottili circolari eseguiti a matita creano un effetto di chiaroscuro sfumato nel passaggio dal nero al bianco. Le linee variano d’intensità, infittendosi in bande verticali irregolari e alternandosi al bianco della parete, al cui contatto il segno grafico scompare: L’effetto di estrema luminosità della superficie verrò dunque evidenziato dalle proprietà riflettenti del colore nero addensato e dalle caratteristiche luminose della grafite.
Wall drawings appartenenti alla stessa serie sono stati eseguiti in Italia nel 2006 alla Fondazione Merz di Torino, alla Galleria Studio g7 di Bologna e nel 2007 alla 52° Biennale di Venezia.
Questo progetto è eseguito da Wim Starkenburg e Takeshi Arita coadiuvati da alcuni studenti della Temple University di Roma
Le opere saranno presentate al pubblico dal 4 aprile 2008 insieme con una selezione di lavori provenienti dalle collezioni della Galleria che si collegano ai Wall Drawings per la tecnica e/o la poetica.
Intorno a Wall Drawing #1153 Ripples sono collocate alcune opere che impiegano il disegno su scala monumentale: un gruppo di sei grafiche di grande formato di Alberto Burri (1986–1988), due lavori in grafite e gesso su tavola di Gino de Dominicis, Con titolo (1984) e Senza titolo (1985), il Filo inox (1983) di Maurizio Mochetti, che proietta sul muro la propria ombra disegnata, e il disegno a matita nell’ambito di un’opera monumentale su tela La caduta di Iperione o Second Voyage to Italy (1964) di Cy Twombly.
In prossimità di Wall Drawing #375 è stata collocata invece una tela di Daniel Buren, Bandes (1969), artista che ha lavorato, come LeWitt, sulle grandi superfici murali e sui rapporti matematici.
Nelle sale che precedono le due dedicate alle opere di Sol LeWitt sono esposti alcuni esempi particolarmente importanti e precorritori di arte concettuale italiana: una tela smaltata e tensionata di Pino Pascali, Torso di negra (1964-1965), tre lavori che usano come supporto la superficie specchiante di Luciano Fabro, Buco (1963-1965) e Michelangelo Pistoletto, I visitatori (1968) e La smorfia (1969), la colonna in eternit di Gilberto Zorio, Untitled (1967) e la scritta incisa su cemento di Alighiero Boetti, Per un uomo alienato... (1968).
“Wall Drawing # 375” ( 1982 ) di Sol LeWitt è un opera composta da tre figure isometriche (piramide, cubo, trapezoide), disegnate con inchiostro di china acquarellato su uno sfondo grigio sfumato. Il lavoro adattato alle dimensioni della parete, assume particolare importanza per i passaggi cromatici e le gradazioni tonali delle figure rappresentate in assonometria. Come afferma l’artista a proposito della serie degli Isometric drawings “le proiezioni isometriche consentono di descrivere un oggetto tridimensionale in termini bidimensionali”, lasciando inoltre evidenziare l’incidenza dell’ombra nei volumi. I solidi geometrici risultano come sospesi nel vuoto e restituiscono l’idea di una superficie piatta in cui la forma è indagata al di là dei suoi riferimenti spaziali. Sicuramente alla base della resa bidimensionale di questi lavori c’è anche la profonda impressione suscitata nell’artista dalla pittura italiana ad affresco del sec. XV.
Questo progetto è stato realizzato per la prima volta nel giugno del 1982 da Michael Pitluck e Anthony Sansotta presso l’Art Institute di Chicago, in occasione della mostra 74th American Exhibition. Altri Isometric drawings sono stati eseguiti nei principali musei del mondo.
L’opera in questa occasione è stata realizzata da Sachi Haeng – Ja Cho con la collaborazione di un gruppo di studenti della Temple Univeristy di Roma, secondo la consueta prassi dell’artista, che affida ai disegnatori l’esecuzione e l’interpretazione della concezione progettuale.
“Wall Drawing #1153 Ripples” ( 2005 )di Sol LeWitt è un’ opera che testimonia l’ultima stagione creativa dell’artista. Rispetto alla ricchezza cromatica dei wall drawing degli anni ’80 e ’90, in questi ultimi lavori subentra l’essenzialità visiva del bianco e nero ottenuta con l’impiego della grafite, medium scelto dall’artista anche nei primi disegni murali. Dal 2005 Sol LeWitt si dedica ad una nuova serie di wall drawings denominati “Scibbles”, basati sul rapporto luce ed ombra attraverso l’utilizzo del segno grafico.
Quest’opera caratterizzata da innumerevoli segni sottili circolari eseguiti a matita creano un effetto di chiaroscuro sfumato nel passaggio dal nero al bianco. Le linee variano d’intensità, infittendosi in bande verticali irregolari e alternandosi al bianco della parete, al cui contatto il segno grafico scompare: L’effetto di estrema luminosità della superficie verrò dunque evidenziato dalle proprietà riflettenti del colore nero addensato e dalle caratteristiche luminose della grafite.
Wall drawings appartenenti alla stessa serie sono stati eseguiti in Italia nel 2006 alla Fondazione Merz di Torino, alla Galleria Studio g7 di Bologna e nel 2007 alla 52° Biennale di Venezia.
Questo progetto è eseguito da Wim Starkenburg e Takeshi Arita coadiuvati da alcuni studenti della Temple University di Roma
04
aprile 2008
Monumental drawings
Dal 04 aprile al 18 maggio 2008
arte contemporanea
Location
Vernissage
4 Aprile 2008, ore 12
Autore