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Morandi e Firenze
A quarant’anni di distanza la Fondazione intitolata allo storico dell’arte, per ricordare Morandi, apre le porte de Il Tasso, la casa che fu di Longhi, a lungo da lui frequentata, per esporre le dieci tele del pittore.
Comunicato stampa
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Nel 1964, al momento del commiato, uno ‘sbigottito’ Roberto Longhi saluta Giorgio Morandi acclamandone la grandezza. In un testo destinato a rimanere un riferimento fondamentale, lo storico dell’arte riconosce il primato del pittore dicendosi certo che “la statura” dell’artista era destinata a crescere, soprattutto dopo che si sarebbe compiuta un’opera di “ridimensionamento” dell’ultimo cinquantennio del secolo. Allora, aggiunge, “Morandi non sarà secondo a nessuno”. E ancora, offrendo una stringata, ancorché lucidissima lettura della sua arte, il critico sottolinea come il lungo cammino del pittore sia andato snodandosi lungo “una traiettoria ben tesa”, denunciando così “l’improprietà” di chi tende ad assimilare “il percorso di un artista, soprattutto se anziano, a una parabola”. Un’interpretazione premonitrice che comporta una lettura paritetica dell’intero percorso del pittore.
A quarant’anni di distanza la Fondazione intitolata allo storico dell’arte, per ricordare Morandi, apre le porte de Il Tasso, la casa che fu di Longhi, a lungo da lui frequentata, per esporre le dieci tele del pittore appartenute al critico e alla moglie Anna Banti in una mostra che le vede affiancate a dipinti, incisioni, acquerelli e disegni destinati ad altri amici, critici e collezionisti, tutti presenti nella città di Firenze. Sono opere provenienti dalle raccolte di Carlo Ludovico Ragghianti e della moglie Licia Collobi, di Alberto della Ragione, Giovanni Spadolini, Maria Luigia Guaita Vallecchi, Mina Gregori e degli amici di Longhi Giuseppe e Adelia Noferi. A queste si affiancano un raro disegno, raffigurante la sorella dell’artista e risalente al 1929, donato da Morandi all’Accademia di Belle Arti di Firenze e, con un prestito importante, l’Autoritratto del 1924, che fu di Giuseppe Raimondi e ora è nel Corridoio Vasariano degli Uffizi, e due significative acqueforti tra quelle donate dalle sorelle di Morandi al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi.
Opere, quindi, che hanno un valore aggiuntivo se si tiene conto “con quale gelosa cura scegliesse Morandi i destinatari dei suoi dipinti”.
Si tratta di una scelta di grande rilievo che permette di rileggere pressoché l’intero itinerario del pittore, comprensivo di tutti i generi e tutte le tecniche in cui si è cimentato.
Un percorso assiduamente coltivato che lo vede stringere contatti con i critici più acuti e selezionare i collezionisti più illuminati.
Un itinerario che offre a noi, oggi, l’opportunità di ritessere gli stretti legami che lo unirono a Firenze, fin dagli anni giovanili, secondo la celebre dichiarazione rilasciata nel 1928: “Delle città visitate per studiare la mia arte, quella che più mi attira è Firenze dove ritrovo i sommi ed ove conto amici a cui mi lega una certa affinità spirituale”.
La selezione delle opere esposte, inoltre, permette di rileggere due tra le voci più alte degli estimatori del pittore, quelle di Longhi e di Ragghianti, e di ripercorrere il profondo sentimento di intesa e di consuetudine amicale che univa queste intelligenze al bolognese.
A quarant’anni di distanza la Fondazione intitolata allo storico dell’arte, per ricordare Morandi, apre le porte de Il Tasso, la casa che fu di Longhi, a lungo da lui frequentata, per esporre le dieci tele del pittore appartenute al critico e alla moglie Anna Banti in una mostra che le vede affiancate a dipinti, incisioni, acquerelli e disegni destinati ad altri amici, critici e collezionisti, tutti presenti nella città di Firenze. Sono opere provenienti dalle raccolte di Carlo Ludovico Ragghianti e della moglie Licia Collobi, di Alberto della Ragione, Giovanni Spadolini, Maria Luigia Guaita Vallecchi, Mina Gregori e degli amici di Longhi Giuseppe e Adelia Noferi. A queste si affiancano un raro disegno, raffigurante la sorella dell’artista e risalente al 1929, donato da Morandi all’Accademia di Belle Arti di Firenze e, con un prestito importante, l’Autoritratto del 1924, che fu di Giuseppe Raimondi e ora è nel Corridoio Vasariano degli Uffizi, e due significative acqueforti tra quelle donate dalle sorelle di Morandi al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi.
Opere, quindi, che hanno un valore aggiuntivo se si tiene conto “con quale gelosa cura scegliesse Morandi i destinatari dei suoi dipinti”.
Si tratta di una scelta di grande rilievo che permette di rileggere pressoché l’intero itinerario del pittore, comprensivo di tutti i generi e tutte le tecniche in cui si è cimentato.
Un percorso assiduamente coltivato che lo vede stringere contatti con i critici più acuti e selezionare i collezionisti più illuminati.
Un itinerario che offre a noi, oggi, l’opportunità di ritessere gli stretti legami che lo unirono a Firenze, fin dagli anni giovanili, secondo la celebre dichiarazione rilasciata nel 1928: “Delle città visitate per studiare la mia arte, quella che più mi attira è Firenze dove ritrovo i sommi ed ove conto amici a cui mi lega una certa affinità spirituale”.
La selezione delle opere esposte, inoltre, permette di rileggere due tra le voci più alte degli estimatori del pittore, quelle di Longhi e di Ragghianti, e di ripercorrere il profondo sentimento di intesa e di consuetudine amicale che univa queste intelligenze al bolognese.
21
gennaio 2005
Morandi e Firenze
Dal 21 gennaio al 06 marzo 2005
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE DI STUDI DI STORIA DELL’ARTE ROBERTO LONGHI
Firenze, Via Benedetto Fortini, 30, (Firenze)
Firenze, Via Benedetto Fortini, 30, (Firenze)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 11-17. Sabato e domenica 11-19. Chiuso lunedi
Vernissage
21 Gennaio 2005, ore 18
Autore
Curatore