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Morena Antonucci – GENIUS LOCI
A motivare il lavoro di Morena Antonucci è in primo luogo la natura intatta e carica di valenze sacrali delle pendici della Majella che sembra
racchiudere lo spirito primigenio di una stirpe e di una terra
Comunicato stampa
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La “reggia azzurra” di Morena Antonucci
(…) Così, a motivare il lavoro di Morena Antonucci è in primo luogo la natura intatta e carica
di valenze sacrali delle pendici della Majella: le acque, ma soprattutto le pietre, le rocce, le loro
fratture e fenditure, che sembrano racchiudere lo spirito primigenio di una stirpe e di una terra.
E, tra le rocce, quasi mimetizzata tra di esse, o, meglio, quasi da esse espressa, si delinea una
presenza che agli occhi di Morena Antonucci, si carica di una particolarissima, molteplice valenza
simbolica: è il lupo italico, che effettivamente la pittrice ha potuto incontrare nei dintorni di
Colledimacine. Il lupo che in passato fu eretto a emblema dell’atavico terrore delle genti contadine
nei confronti di tutto ciò che è misterioso, solitario e fieramente indipendente, così da entrare, con
un ruolo determinante, perfino in tante fiabe e leggende. E se, in passato, il lupo affamato fu il
grande nemico di greggi e bestiame, oggi esso ci appare piuttosto in veste di vittima, di animale
braccato e minacciato, ma pur sempre indocile e mai addomesticato.
Il lupo (…) assurge dunque al rango di una sorta di presenza ctonia, di una voce ancestrale che
richiama l’uomo contemporaneo alla realtà profonda e mai cancellata del mito.
Pittrice di istinto e di passione, Morena Antonucci dispiega una forza gestuale che trova conferma
e supporto in scelte cromatiche (…). (Con) Colori forti, squillanti, spesso di puro pigmento: blu,
in primo luogo, e rossi e verdi. E, accanto a questi, un contorno di colori più tenui, più pacati: di
azzurri, di celesti, di rosa.
Anche la tecnica praticata induce nella pittura di Morena Antonucci una differenziazione
linguistica: se l’impiego del colore acrilico si risolve in lei in attitudine gestuale e decisa, in
composizioni elaborate e attentamente calibrate, l’uso del pastello evoca, invece, una sensazione di
spontaneità, di freschezza sorgiva, di respiro lieve e pausato.
E perché tutti, anche i maestri più grandi, hanno i loro referenti, è lecito chiedersi quali siano quelli
della nostra artista. Certo un ruolo molto importante nella sua fase formativa dovette svolgerlo il
Futurismo della prima ondata, quella più originale e innovativa; grazie alla possibilità di accostare
direttamente, nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna, opere memorabili di Balla e, soprattutto, di
Boccioni. I futuristi la influenzarono con il prepotente dinamismo, la carica energetica, la valenza
perentoria del colore.
E poi certo ebbe il suo peso la Transavanguardia, con la sua riproposizione del linguaggio pittorico
nel corso degli anni Ottanta, in un contesto culturalmente egemonizzato allora dalle tendenze
concettuali e poveristiche. Ma un nome s’impone sopra tutti gli altri, ed è quello di Ennio Calabria.
Per Antonucci non si tratta soltanto di un sicuro punto di riferimento artistico; ma altresì di un
cordiale sodalizio: un’amicizia nata dalla pittura.
Molti sono i motivi di affinità tra l’attività pittorica del maestro romano e quello di Morena
Antonucci: la carica energetica, la valenza dinamica della composizione, il rilievo dell’apporto
psicologico, ma soprattutto la conclusiva fedeltà all’immagine pittorica intesa non come opzione
restaurativa, ma come esito di un processo culturale, che non prescinde ma anzi fa proprio quanto
elaborato nel corso della seconda metà del secolo scorso, a cominciare dalle suggestioni indotte
dalla vicenda dell’Informale, specificatamente da quello italiano.
Tuttavia (…) occorre formulare un discrimine: il mondo pittorico di Morena Antonucci è del
tutto autonomo e personale, oltretutto definitosi cronologicamente nelle sue linee essenziali già
da un ventennio, ossia molto prima della conoscenza del maestro romano.
Senza dire, ad esempio, che la componente più espressamente figurale di Antonucci aderisce ad una
risoluzione formale di una compiutezza del tutto estranea alla poetica di Calabria.
Da parte sua, Morena Antonucci si rivolge a questa terra d’Abruzzo teatino con attitudine, ad un
tempo, intrepida e commossa (…).
Ufficio Stampa
Associazione Culturale “DiAdeArte”
Via Brigata Majella 14– 66010 Colledimacine (CH) tel/fax 0872/966038
e-mail: viart@inwind.it
Carlo Fabrizio Carli
2006, Proiezioni sostenibili, Ianieri Editore, Pescara
(…) Così, a motivare il lavoro di Morena Antonucci è in primo luogo la natura intatta e carica
di valenze sacrali delle pendici della Majella: le acque, ma soprattutto le pietre, le rocce, le loro
fratture e fenditure, che sembrano racchiudere lo spirito primigenio di una stirpe e di una terra.
E, tra le rocce, quasi mimetizzata tra di esse, o, meglio, quasi da esse espressa, si delinea una
presenza che agli occhi di Morena Antonucci, si carica di una particolarissima, molteplice valenza
simbolica: è il lupo italico, che effettivamente la pittrice ha potuto incontrare nei dintorni di
Colledimacine. Il lupo che in passato fu eretto a emblema dell’atavico terrore delle genti contadine
nei confronti di tutto ciò che è misterioso, solitario e fieramente indipendente, così da entrare, con
un ruolo determinante, perfino in tante fiabe e leggende. E se, in passato, il lupo affamato fu il
grande nemico di greggi e bestiame, oggi esso ci appare piuttosto in veste di vittima, di animale
braccato e minacciato, ma pur sempre indocile e mai addomesticato.
Il lupo (…) assurge dunque al rango di una sorta di presenza ctonia, di una voce ancestrale che
richiama l’uomo contemporaneo alla realtà profonda e mai cancellata del mito.
Pittrice di istinto e di passione, Morena Antonucci dispiega una forza gestuale che trova conferma
e supporto in scelte cromatiche (…). (Con) Colori forti, squillanti, spesso di puro pigmento: blu,
in primo luogo, e rossi e verdi. E, accanto a questi, un contorno di colori più tenui, più pacati: di
azzurri, di celesti, di rosa.
Anche la tecnica praticata induce nella pittura di Morena Antonucci una differenziazione
linguistica: se l’impiego del colore acrilico si risolve in lei in attitudine gestuale e decisa, in
composizioni elaborate e attentamente calibrate, l’uso del pastello evoca, invece, una sensazione di
spontaneità, di freschezza sorgiva, di respiro lieve e pausato.
E perché tutti, anche i maestri più grandi, hanno i loro referenti, è lecito chiedersi quali siano quelli
della nostra artista. Certo un ruolo molto importante nella sua fase formativa dovette svolgerlo il
Futurismo della prima ondata, quella più originale e innovativa; grazie alla possibilità di accostare
direttamente, nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna, opere memorabili di Balla e, soprattutto, di
Boccioni. I futuristi la influenzarono con il prepotente dinamismo, la carica energetica, la valenza
perentoria del colore.
E poi certo ebbe il suo peso la Transavanguardia, con la sua riproposizione del linguaggio pittorico
nel corso degli anni Ottanta, in un contesto culturalmente egemonizzato allora dalle tendenze
concettuali e poveristiche. Ma un nome s’impone sopra tutti gli altri, ed è quello di Ennio Calabria.
Per Antonucci non si tratta soltanto di un sicuro punto di riferimento artistico; ma altresì di un
cordiale sodalizio: un’amicizia nata dalla pittura.
Molti sono i motivi di affinità tra l’attività pittorica del maestro romano e quello di Morena
Antonucci: la carica energetica, la valenza dinamica della composizione, il rilievo dell’apporto
psicologico, ma soprattutto la conclusiva fedeltà all’immagine pittorica intesa non come opzione
restaurativa, ma come esito di un processo culturale, che non prescinde ma anzi fa proprio quanto
elaborato nel corso della seconda metà del secolo scorso, a cominciare dalle suggestioni indotte
dalla vicenda dell’Informale, specificatamente da quello italiano.
Tuttavia (…) occorre formulare un discrimine: il mondo pittorico di Morena Antonucci è del
tutto autonomo e personale, oltretutto definitosi cronologicamente nelle sue linee essenziali già
da un ventennio, ossia molto prima della conoscenza del maestro romano.
Senza dire, ad esempio, che la componente più espressamente figurale di Antonucci aderisce ad una
risoluzione formale di una compiutezza del tutto estranea alla poetica di Calabria.
Da parte sua, Morena Antonucci si rivolge a questa terra d’Abruzzo teatino con attitudine, ad un
tempo, intrepida e commossa (…).
Ufficio Stampa
Associazione Culturale “DiAdeArte”
Via Brigata Majella 14– 66010 Colledimacine (CH) tel/fax 0872/966038
e-mail: viart@inwind.it
Carlo Fabrizio Carli
2006, Proiezioni sostenibili, Ianieri Editore, Pescara
01
agosto 2011
Morena Antonucci – GENIUS LOCI
Dal primo al 21 agosto 2011
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
CENTRO D’ACCOGLIENZA TURISTICA
Palena, Corso Umberto I, (Chieti)
Palena, Corso Umberto I, (Chieti)
Orario di apertura
10–13 e 17–20
Vernissage
1 Agosto 2011, ore 17.30
Autore
Curatore