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Morfologia delle Meraviglie
Officine Saffi approda in Puglia per un ambizioso progetto d’arte contemporanea in un luogo d’eccezione: un grande parco tra i trulli di Ostuni, nell’epicentro della Valle d’Itria, ospiterà una mostra corale di opere realizzate in ceramica da alcuni protagonisti dell’arte italiana e internazionale.
Comunicato stampa
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Da 8 anni Officine Saffi promuove il ruolo della ceramica nella cultura contemporanea. Il progetto si fonda sul dialogo tra la tradizione insita nel materiale e la ricerca di un linguaggio contemporaneo che si esprime fluidamente attraverso l'arte, il design e l'alto artigianato. “L’approdo in Puglia di Officine Saffi – dichiara Laura Borghi, fondatrice di Officine Saffi - si inserisce proprio in questa linea di ricerca: la galleria ha invitato artisti e designer internazionali ad intervenire sull’architettura e il paesaggio, relazionandosi con un ambiente denso di stratificazioni culturali e con le realtà locali che sono protagoniste della recente esplosione creativa pugliese. La mostra vuole essere un contenitore di storie, di dialoghi, di relazioni, di meraviglie, appunto, sia per il pubblico locale sia per i sempre più numerosi stranieri. L’iniziativa non si vuole esaurire in un unico appuntamento, ma aspira ad essere un evento fisso dell’estate pugliese, per esplorare luoghi suggestivi e diverse istanze attraverso il materiale ceramico”.
Se nella Linguistica la morfologia studia la struttura grammaticale delle parole classificandole in specifiche categorie, in questa mostra evidenzia la meraviglia che sussiste tra diverse esperienze scultoree accomunate da una evidente attenzione verso la costruzione (e la sua scomposizione) della forma e una comune radice linguistica, da rintracciare nelle differenti tecniche del grande arcipelago della ceramica.
In linea con le mission di Officine Saffi di Milano, la mostra (con il relativo catalogo) è infatti una panoramica tra differenti esperienze legate alla scultura ceramica internazionale, con artisti provenienti da differenti geografie. Tutti loro indagano le peculiarità della forma e della materia con differenti approcci attraverso cui concepiscono opere in grado di relazionarsi dialetticamente con uno spazio espositivo che si sviluppa soprattutto all’aperto, in stretto dialogo con la natura (fichi d’India, ulivi, arbusti e altre piante) e l’ancestralità di un’architettura che contraddistingue il paesaggio agrario della Valle d’Itria: il Trullo. È lì che si genera la meraviglia a cui si fa riferimento nel titolo della mostra, poiché è lo stupore a dominare i passi di chi si immergerà in questo spazio denso di suggestioni e odori.
“La scoperta di questa splendida struttura è stata quasi accidentale, a seguito di una vacanza fatta in terra di Puglia nel 2012. Se pur in condizioni di notevole degrado, la volontà di pensare ad un recupero è stata quasi immediata; dopo 18 mesi di lavori di consolidazione e strutturali, il risultato è stato quello di essere riusciti, insieme alle maestranze locali, a ridare vita ad un luogo ricco di storia e tradizioni. Luogo per me magico, perfetto per ospitare Morfologia delle Meraviglie” dichiara Maria Borghi, padrona di casa.
I numerosi trulli che popolano la tenuta, sono infatti lo scenario in cui sarà allestita la mostra. Lo spettatore sarà invitato – con l’ausilio di una mappa – a orientarsi tra spazi interni ed esterni e a rintracciare la presenza delle opere, allestite seguendo una stretta connessione tra le loro forme e quelle della natura e dell’architettura, ribadendo – come ha avuto modo di asserire Jole de Sanna nel suo fondamentale saggio, che sarà anche alla base della riflessione teorica di questa mostra, Forma. L’idea degli artisti 1943-1997, «La forma, confine della coscienza, parte dai sensi e coinvolge la ragione».
Come se fosse una collezione privata, forme articolate o rigorose, colorate o bianco e nero, di grandi opere o di piccoli oggetti, la mostra è un grande spazio senza confini in cui sussistono ossessivamente visioni e progettualità che appartengono alle differenti vie di ricerca della ceramica contemporanea.
La mostra vuole essere il primo appuntamento di un Festival della scultura contemporanea in Valle d’Itria che intende proporre, annualmente, una programmazione dedicata alla ricerca ceramica mediante mostre, workshop, talk e pubblicazioni.
Durante la serata inaugurale, alle ore 20, Loredana Longo terrà la performance Creative execution#3 Victory. Le Explosions, fortemente rappresentative del suo lavoro, sono una serie di performance che prevedono l’allestimento di scenografie molto dettagliate, che l’artista fa esplodere e subito dopo ricompone, mettendo in mostra i danni causati dall’esplosivo.
La produzione delle opere che Loredana Longo farà esplodere durante la serata è affidata alla punta di diamante dell’arte figulina grottagliese, la “Bottega di Enza Fasano”.
Artisti in mostra:
Morten Løbner Espersen è nato nel 1965 ad Aalborg, in Danimarca. Ha studiato alla Danish Design School di Copenhagen e all’École Supérieure des Arts Appliqués Duperré a Parigi; vive e lavora a Londra. Morten ha restituito una nuova energia alla tradizione della ceramica tramite una ricerca ventennale sul suo oggetto d’elezione, il vaso. Mantenendo la forma il più essenziale possibile, l’artista si concentra sulla superficie; come un pittore astratto, ogni sua creazione è un viaggio nel mondo del colore e delle sue infinite possibilità.
Paolo Gonzato è nato a Busto Arsizio nel 1975; ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera; vive e lavora a Milano. Paolo si muove contemporaneamente nel mondo del design, dell’arte e della moda. Il famoso pattern a rombi, cifra stilistica dell'artista, è la figura modulare archetipa su cui costruire un intero immaginario. La serie Out of stock cominciata nel 2004 si articola su di una griglia di rombi, un infinito abito di Arlecchino patologicamente malinconico che ammanta progetti di arte "estesa" in tante direzioni.
Kiasmo + Antonio Marras
Le opere nate dalla simbiosi di Vincenzo D’Alba (Kiasmo) e Antonio Marras sono fatte di accostamenti, sovrapposizioni, intuizioni e sperimentazioni. Un corpus di oggetti composto da quasi cinquecento pezzi unici generati da un’esigenza infantile di gioco, da puri atti di fantasia che nella loro ingenuità svelano felici e tormentate impazienze. Le loro creazioni, che spaziano dal piatto alla scultura, attestano un lavoro che procede in sintonia, in cui i rispettivi bagagli di esperienze e conoscenze si fondono l’uno nell’altro.
Torbjørn Kvasbø è un artista norvegese, nato nel 1953. Vive e lavora a Venabygd. Ha insegnato alla School of Design and Crafts della University of Gothenburg e alla University College of Arts, Crafts and Design di Stoccolma. Attivo fin dagli anni Settanta, nella sua ricerca artistica indaga le potenzialità della terra, concentrandosi su forme dalla forte plasticità: utilizza strutture tubolari che si sviluppano nello spazio in moti ondulati o in ampie spirali, enfatizzandone così l’effetto dinamico. Anche l’utilizzo del colore è diventato un aspetto fondamentale del suo lavoro, evidente in particolare negli Stack che Torbjørn ricopre di smalti brillanti.
Loredana Longo è nata a Catania, nel 1967, dove si è laureata in Pittura all’Accademia di Belle Arti; vive e lavora a Milano. Le Explosions, fortemente rappresentative del suo lavoro, sono una serie di performance che prevedono l’allestimento di scenografie molto dettagliate, che l’artista fa esplodere e subito dopo ricompone, mettendo in mostra i danni causati dall’esplosivo. Sono ormai diversi anni che Loredana realizza queste performance, l’ultima delle quali, intitolata Creative Execution, è stata realizzata presso Officine Saffi, a Milano, in occasione dell’Art Week 2019. Qui ha fatto esplodere una serie di vasi in ceramica cruda, disposti su tre file, come in una vera e propria esecuzione, per far riflettere lo spettatore sugli effetti lasciati dalla violenza.
Shozo Michikawa è nato nel 1953 a Hokkaido, in Giappone. Vive e lavora a Seto.
Si è laureato alla Aoyama Gakuin University nel 1975, dove ha conseguito gli studi in economia. Pochi anni dopo ha abbandonato l’ambito economico e ha iniziato a dedicarsi alla sua passione per la ceramica, diventando negli anni a seguire uno dei ceramisti giapponesi più riconosciuti su scala globale. Nella sua produzione artistica parte da forme di uso quotidiano come ciotole, vasi e giare che con un sapiente utilizzo del tornio si sviluppano dinamicamente nello spazio, grazie alla loro struttura spiraliforme e alle taglienti linee geometriche che ne scandiscono la superficie.
Johannes Nagel è nato a Jena nel 1979. Vive e lavora ad Halle (Germania). Dal 2012 insegna all’Università di Arte e Design Burg Giebichenstein di Halle. Le ceramiche di Johannes hanno la caratteristica di collocarsi a cavallo tra il concetto di opera d’arte e quello di vaso in senso più funzionale. Non ricerca la perfezione, ma desidera mettere in luce il processo di evoluzione della forma. Una tecnica particolare di cui si serve, soprattutto per realizzare le opere in grande formato, è chiamata sand-cast, stampo di sabbia: lui stesso crea gli stampi, ricavando a mano libera lo spazio in cui colerà la porcellana liquida, in questo modo egli lavora sul negativo della forma del vaso che uscirà dallo stampo, accentuando la spontaneità dei gesti da cui nascono le sue opere.
Irina Razumovskaya è nata a Leningrado nel 1990. Dopo gli studi alla State Academy of Art and Design di San Pietroburgo, si trasferisce nel 2015 a Londra, dove tutt’ora vive. Qui ha frequentato il master in Ceramics and Glass al Royal College of Art. Nella sua produzione artistica si leggono riflessioni di matrice filosofica sull’invecchiamento, l’ineluttabilità del deperimento della materia, l’osservazione analitica di strutture architettoniche, come si può notare ad esempio dalle serie Post-surface e Birch. Nelle superfici delle sue opere riproduce gli effetti dell’invecchiamento dei materiali tramite la sovrapposizione di diversi strati di porcellane, grès e smalti.
Anders Herwald Ruhwald è nato a Randers, in Danimarca, nel 1974. Ha studiato alla Royal Danish Academy of Fine Arts e al Royal College of Arts di Londra; vive e lavora tra Chicago e Detroit. Le sue opere sono state esposte in musei e gallerie di tutto il mondo e ha insegnato in varie scuole e università in Europa e negli Stati Uniti. Ruhwald si riferisce a sé stesso come "un creatore di forme”: un artista che pensa attraverso il materiale usando il linguaggio della forma e dello spazio. La ceramica è un’estensione del proprio corpo, un materiale con cui registrare movimenti e intenzioni.
Alessandro Roma è nato a Milano, nel 1977, dopo una serie di esperienze tra Londra, Berlino e Bruxelles, ora vive a Milano. Da diversi anni lavora con la ceramica creando degli ambienti in cui le sue composizioni tridimensionali dialogano con la pittura. Nel corso del 2018, a seguito di tre residenze d’artista in altrettante città della ceramica, ha presentato le sue opere a Montelupo Fiorentino, Faenza e Albissola Marina. Il suo lavoro giunge a esiti diversi in ognuna delle città in cui ha lavorato: questo aspetto è da ricondurre alle diverse relazioni che ha instaurato con le persone e gli artigiani incontrati; il dialogo con l’artigiano durante la fase di realizzazione dei pezzi è un elemento di fondamentale importanza per la sua crescita come artista.
Kati Tuominen-Niittylä è nata nel 1947 ad Helsinki e attualmente vive a Pornainen, un piccolo paese a 50km dalla capitale. Laureatasi all’Art and Design University di Helsinki, dal 1980 lavora all’Arabia Ceramic Centre di Helsinki dove ha realizzato oggetti di design e opere d’arte. Nelle sue opere, Kati indaga il concetto di contenitore, interpretandolo con colori naturali e linee pulite, senza tempo, riscoprendo così la bellezza della semplicità e delle forme arcaiche. Le superfici trattate meticolosamente in una sorta di pratica meditativa, ricordano la luce e i paesaggi delle foreste nordiche.
Se nella Linguistica la morfologia studia la struttura grammaticale delle parole classificandole in specifiche categorie, in questa mostra evidenzia la meraviglia che sussiste tra diverse esperienze scultoree accomunate da una evidente attenzione verso la costruzione (e la sua scomposizione) della forma e una comune radice linguistica, da rintracciare nelle differenti tecniche del grande arcipelago della ceramica.
In linea con le mission di Officine Saffi di Milano, la mostra (con il relativo catalogo) è infatti una panoramica tra differenti esperienze legate alla scultura ceramica internazionale, con artisti provenienti da differenti geografie. Tutti loro indagano le peculiarità della forma e della materia con differenti approcci attraverso cui concepiscono opere in grado di relazionarsi dialetticamente con uno spazio espositivo che si sviluppa soprattutto all’aperto, in stretto dialogo con la natura (fichi d’India, ulivi, arbusti e altre piante) e l’ancestralità di un’architettura che contraddistingue il paesaggio agrario della Valle d’Itria: il Trullo. È lì che si genera la meraviglia a cui si fa riferimento nel titolo della mostra, poiché è lo stupore a dominare i passi di chi si immergerà in questo spazio denso di suggestioni e odori.
“La scoperta di questa splendida struttura è stata quasi accidentale, a seguito di una vacanza fatta in terra di Puglia nel 2012. Se pur in condizioni di notevole degrado, la volontà di pensare ad un recupero è stata quasi immediata; dopo 18 mesi di lavori di consolidazione e strutturali, il risultato è stato quello di essere riusciti, insieme alle maestranze locali, a ridare vita ad un luogo ricco di storia e tradizioni. Luogo per me magico, perfetto per ospitare Morfologia delle Meraviglie” dichiara Maria Borghi, padrona di casa.
I numerosi trulli che popolano la tenuta, sono infatti lo scenario in cui sarà allestita la mostra. Lo spettatore sarà invitato – con l’ausilio di una mappa – a orientarsi tra spazi interni ed esterni e a rintracciare la presenza delle opere, allestite seguendo una stretta connessione tra le loro forme e quelle della natura e dell’architettura, ribadendo – come ha avuto modo di asserire Jole de Sanna nel suo fondamentale saggio, che sarà anche alla base della riflessione teorica di questa mostra, Forma. L’idea degli artisti 1943-1997, «La forma, confine della coscienza, parte dai sensi e coinvolge la ragione».
Come se fosse una collezione privata, forme articolate o rigorose, colorate o bianco e nero, di grandi opere o di piccoli oggetti, la mostra è un grande spazio senza confini in cui sussistono ossessivamente visioni e progettualità che appartengono alle differenti vie di ricerca della ceramica contemporanea.
La mostra vuole essere il primo appuntamento di un Festival della scultura contemporanea in Valle d’Itria che intende proporre, annualmente, una programmazione dedicata alla ricerca ceramica mediante mostre, workshop, talk e pubblicazioni.
Durante la serata inaugurale, alle ore 20, Loredana Longo terrà la performance Creative execution#3 Victory. Le Explosions, fortemente rappresentative del suo lavoro, sono una serie di performance che prevedono l’allestimento di scenografie molto dettagliate, che l’artista fa esplodere e subito dopo ricompone, mettendo in mostra i danni causati dall’esplosivo.
La produzione delle opere che Loredana Longo farà esplodere durante la serata è affidata alla punta di diamante dell’arte figulina grottagliese, la “Bottega di Enza Fasano”.
Artisti in mostra:
Morten Løbner Espersen è nato nel 1965 ad Aalborg, in Danimarca. Ha studiato alla Danish Design School di Copenhagen e all’École Supérieure des Arts Appliqués Duperré a Parigi; vive e lavora a Londra. Morten ha restituito una nuova energia alla tradizione della ceramica tramite una ricerca ventennale sul suo oggetto d’elezione, il vaso. Mantenendo la forma il più essenziale possibile, l’artista si concentra sulla superficie; come un pittore astratto, ogni sua creazione è un viaggio nel mondo del colore e delle sue infinite possibilità.
Paolo Gonzato è nato a Busto Arsizio nel 1975; ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera; vive e lavora a Milano. Paolo si muove contemporaneamente nel mondo del design, dell’arte e della moda. Il famoso pattern a rombi, cifra stilistica dell'artista, è la figura modulare archetipa su cui costruire un intero immaginario. La serie Out of stock cominciata nel 2004 si articola su di una griglia di rombi, un infinito abito di Arlecchino patologicamente malinconico che ammanta progetti di arte "estesa" in tante direzioni.
Kiasmo + Antonio Marras
Le opere nate dalla simbiosi di Vincenzo D’Alba (Kiasmo) e Antonio Marras sono fatte di accostamenti, sovrapposizioni, intuizioni e sperimentazioni. Un corpus di oggetti composto da quasi cinquecento pezzi unici generati da un’esigenza infantile di gioco, da puri atti di fantasia che nella loro ingenuità svelano felici e tormentate impazienze. Le loro creazioni, che spaziano dal piatto alla scultura, attestano un lavoro che procede in sintonia, in cui i rispettivi bagagli di esperienze e conoscenze si fondono l’uno nell’altro.
Torbjørn Kvasbø è un artista norvegese, nato nel 1953. Vive e lavora a Venabygd. Ha insegnato alla School of Design and Crafts della University of Gothenburg e alla University College of Arts, Crafts and Design di Stoccolma. Attivo fin dagli anni Settanta, nella sua ricerca artistica indaga le potenzialità della terra, concentrandosi su forme dalla forte plasticità: utilizza strutture tubolari che si sviluppano nello spazio in moti ondulati o in ampie spirali, enfatizzandone così l’effetto dinamico. Anche l’utilizzo del colore è diventato un aspetto fondamentale del suo lavoro, evidente in particolare negli Stack che Torbjørn ricopre di smalti brillanti.
Loredana Longo è nata a Catania, nel 1967, dove si è laureata in Pittura all’Accademia di Belle Arti; vive e lavora a Milano. Le Explosions, fortemente rappresentative del suo lavoro, sono una serie di performance che prevedono l’allestimento di scenografie molto dettagliate, che l’artista fa esplodere e subito dopo ricompone, mettendo in mostra i danni causati dall’esplosivo. Sono ormai diversi anni che Loredana realizza queste performance, l’ultima delle quali, intitolata Creative Execution, è stata realizzata presso Officine Saffi, a Milano, in occasione dell’Art Week 2019. Qui ha fatto esplodere una serie di vasi in ceramica cruda, disposti su tre file, come in una vera e propria esecuzione, per far riflettere lo spettatore sugli effetti lasciati dalla violenza.
Shozo Michikawa è nato nel 1953 a Hokkaido, in Giappone. Vive e lavora a Seto.
Si è laureato alla Aoyama Gakuin University nel 1975, dove ha conseguito gli studi in economia. Pochi anni dopo ha abbandonato l’ambito economico e ha iniziato a dedicarsi alla sua passione per la ceramica, diventando negli anni a seguire uno dei ceramisti giapponesi più riconosciuti su scala globale. Nella sua produzione artistica parte da forme di uso quotidiano come ciotole, vasi e giare che con un sapiente utilizzo del tornio si sviluppano dinamicamente nello spazio, grazie alla loro struttura spiraliforme e alle taglienti linee geometriche che ne scandiscono la superficie.
Johannes Nagel è nato a Jena nel 1979. Vive e lavora ad Halle (Germania). Dal 2012 insegna all’Università di Arte e Design Burg Giebichenstein di Halle. Le ceramiche di Johannes hanno la caratteristica di collocarsi a cavallo tra il concetto di opera d’arte e quello di vaso in senso più funzionale. Non ricerca la perfezione, ma desidera mettere in luce il processo di evoluzione della forma. Una tecnica particolare di cui si serve, soprattutto per realizzare le opere in grande formato, è chiamata sand-cast, stampo di sabbia: lui stesso crea gli stampi, ricavando a mano libera lo spazio in cui colerà la porcellana liquida, in questo modo egli lavora sul negativo della forma del vaso che uscirà dallo stampo, accentuando la spontaneità dei gesti da cui nascono le sue opere.
Irina Razumovskaya è nata a Leningrado nel 1990. Dopo gli studi alla State Academy of Art and Design di San Pietroburgo, si trasferisce nel 2015 a Londra, dove tutt’ora vive. Qui ha frequentato il master in Ceramics and Glass al Royal College of Art. Nella sua produzione artistica si leggono riflessioni di matrice filosofica sull’invecchiamento, l’ineluttabilità del deperimento della materia, l’osservazione analitica di strutture architettoniche, come si può notare ad esempio dalle serie Post-surface e Birch. Nelle superfici delle sue opere riproduce gli effetti dell’invecchiamento dei materiali tramite la sovrapposizione di diversi strati di porcellane, grès e smalti.
Anders Herwald Ruhwald è nato a Randers, in Danimarca, nel 1974. Ha studiato alla Royal Danish Academy of Fine Arts e al Royal College of Arts di Londra; vive e lavora tra Chicago e Detroit. Le sue opere sono state esposte in musei e gallerie di tutto il mondo e ha insegnato in varie scuole e università in Europa e negli Stati Uniti. Ruhwald si riferisce a sé stesso come "un creatore di forme”: un artista che pensa attraverso il materiale usando il linguaggio della forma e dello spazio. La ceramica è un’estensione del proprio corpo, un materiale con cui registrare movimenti e intenzioni.
Alessandro Roma è nato a Milano, nel 1977, dopo una serie di esperienze tra Londra, Berlino e Bruxelles, ora vive a Milano. Da diversi anni lavora con la ceramica creando degli ambienti in cui le sue composizioni tridimensionali dialogano con la pittura. Nel corso del 2018, a seguito di tre residenze d’artista in altrettante città della ceramica, ha presentato le sue opere a Montelupo Fiorentino, Faenza e Albissola Marina. Il suo lavoro giunge a esiti diversi in ognuna delle città in cui ha lavorato: questo aspetto è da ricondurre alle diverse relazioni che ha instaurato con le persone e gli artigiani incontrati; il dialogo con l’artigiano durante la fase di realizzazione dei pezzi è un elemento di fondamentale importanza per la sua crescita come artista.
Kati Tuominen-Niittylä è nata nel 1947 ad Helsinki e attualmente vive a Pornainen, un piccolo paese a 50km dalla capitale. Laureatasi all’Art and Design University di Helsinki, dal 1980 lavora all’Arabia Ceramic Centre di Helsinki dove ha realizzato oggetti di design e opere d’arte. Nelle sue opere, Kati indaga il concetto di contenitore, interpretandolo con colori naturali e linee pulite, senza tempo, riscoprendo così la bellezza della semplicità e delle forme arcaiche. Le superfici trattate meticolosamente in una sorta di pratica meditativa, ricordano la luce e i paesaggi delle foreste nordiche.
20
luglio 2019
Morfologia delle Meraviglie
Dal 20 luglio al 18 agosto 2019
arte contemporanea
Location
SEDI VARIE – Ostuni
Ostuni, (Brindisi)
Ostuni, (Brindisi)
Biglietti
ingresso libero su registrazione
per la registrazione: puglia@officinesaffi.com, 340 6052474
Orario di apertura
tutti i giorni ore 19-21
Vernissage
20 Luglio 2019, ore 19.30 su invito
Autore
Torbjørn Kvasbø
Morten Løbner Espersen
Curatore