Mozart è un nome che evoca immediatamente la musica, l’incanto, le sinfonie, la meraviglia. Guerra, in antitesi, fa pensare alla lotta, alla non accettazione, alla voglia di vincere su qualcun altro. Da questa dissonanza, apparentemente inconciliabile, si potrebbe partire per raccontare le opere dell’artista brasiliano dal nome così affascinante ed insolito. Due aggettivi che definiscono perfettamente lo spirito irriverente delle sue sculture, che ritraggono di preferenza creature meravigliose che si ritrovano oggi, purtroppo, a vivere in un mondo che non le rispetta più, le tratta spietatamente, le trascura, nella migliore delle ipotesi le dimentica o riserva loro la più terribile indifferenza.

In realtà i variopinti animali che popolano lo zoo fantastico di Mozart Guerra rappresentano l’innocenza, la bellezza e la purezza del mondo. Sono creature della natura: scimmie, arieti, cervi, cavalli, antilopi, formichieri, ma anche indigeni, simboli di splendore gettato nel fango e salvati da Mozart per essere messi in salvo nella sua Arca speciale, che li avvolge di colori primari, forti e simbolici, e materiali di uso comune, come il filo, la corda, gli aghi metallici, che li trasformano in trofei originali e divertenti.

Senza mai dimenticare che l’uomo è fratello di queste creature, e che con la sua compassione ed il suo aiuto tutto il mondo naturale potrà sopravvivere e ricominciare a vivere in un mondo nuovo e più bello. Non è mai troppo tardi...