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Munari politecnico
Nello Spazio Mostre al piano terra, l’esposizione, realizzata in collaborazione con la Fondazione Jacqueline Vodoz e Bruno Danese, è un’importante occasione per presentare parte del consistente nucleo di opere di Bruno Munari raccolte dai due collezionisti nel corso della loro attività e conservate presso la Fondazione. L’obiettivo è quello di raccontare attraverso le opere della collezione la dimensione artistica di Bruno Munari, aspetto generativo della politecnica figura dell’autore
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nello Spazio Mostre al piano terra, l’esposizione “MUNARI POLITECNICO”, realizzata
in collaborazione con la Fondazione Jacqueline Vodoz e Bruno Danese, è un’importante
occasione per presentare parte del consistente nucleo di opere di Bruno Munari raccolte dai
due collezionisti nel corso della loro attività e conservate presso la Fondazione. L’obiettivo
è quello di raccontare attraverso le opere della collezione la dimensione artistica di Bruno
Munari, aspetto generativo della politecnica figura dell’autore.
Accanto alla mostra, il Focus è dedicato all’opera fotografica , in parte inedita, realizzata da
Ada Ardessi e Atto, autori che hanno collaborato a lungo con Munari .
Negli Archivi del Novecento del Museo è allestita una mostra che rappresenta attraverso
materiali manoscritti e a stampa dell’Archivio Guido Lodovico Luzzatto una sintesi
documentaria del lavoro dello storico e critico d’arte italiano attivo principalmente nella
prima metà del Novecento. Verranno, inoltre, esposti alcuni dipinti,disegni e incisioni che
Luzzatto ricevette in dono dagli artisti, in segno di ringraziamento per i suoi scritti
Le mostre e le attività collaterali del Museo del Novecento sono rese possibili grazie alla
sensibilità degli sponsor: Bank of America Merril Lynch e Finmeccanica.
Bruno Munari ha utilizzato l’arte come originaria forma espressiva. Ancora prima della
grafica, del design, della pedagogia e dell’editoria, l’arte ha guidato il suo genio creatore.
La mostra Munari politecnico è il racconto di un artefice poliedrico, del suo ruolo nell’arte
italiana ed europea, nel corso del Novecento e dei legami che lo hanno portato ad essere un
protagonista eclettico di numerosi movimenti artistici. Le opere in mostra provengono in
gran parte dalla collezione di Bruno Danese e Jacqueline Vodoz che nella molteplice veste di
amici, collezionisti, editori e industriali, per decenni hanno sostenuto e incentivato Munari a
sperimentare linguaggi, fungendo spesso da complici di alcuni incontri e sconfinamenti.
Il percorso della mostra mette in dialogo le opere di Munari con quelle appartenenti alle
main sponsor
Collezioni Civiche del Comune di Milano, al Museo del Novecento e agli archivi di ISISUF - Istituto
Internazionale di Studi sul Futurismo, di cui Munari fu tra i fondatori assieme a Carlo Belloli.
L’obiettivo di Munari politecnico è rivelare la sua propensione artistica, compito che
idealmente prosegue l’esposizione allestita nel 1996 nelle sale della Fondazione Vodoz-
Danese di Milano, rileggendo la collezione e aprendola a un dialogo con una generazione di
artisti che con lui hanno avuto un rapporto dialettico.
legate ad artisti che lo hanno frequentato come Getulio Alviani, Arturo Bonfanti, Paolo Scheggi
e Marina Apollonio. Da porre in evidenza anche coloro che hanno condiviso momenti originari,
quali dapprima Gillo Dorfles e Carlo Belloli, e successivamente con il Gruppo T. Infine, questa
stessa sezione include figure che con Munari hanno mantenuto un rapporto ideale in termini di
capacità e ispirazione, come Giulio Paolini e Davide Mosconi.
Le opere degli artisti selezionati discutono, dialogano e si relazionano, oggi come allora, con
l’immaginario estetico di Munari, anche grazie a un sistema di allestimento che si compone
attraverso l’assemblaggio di strutture leggere e supporti diversi legati l’uno all’altro tramite
incastro e gravità, il tutto con uno sguardo alla poetica munariana ma anche alla cultura del
progetto contemporanea.
Accanto alla mostra principale il Focus è dedicato all’opera fotografica, in parte inedita,
realizzata da Ada Ardessi e Atto, autori che per decenni hanno lavorato a stretto contatto con
Munari, testimoniando i principali momenti della vicenda professionale e umana dell’autore.
L’esposizione ha come titolo “Chi s’è visto s’è visto” locuzione molto amata da Munari per
sovvertire con familiarità il rapporto tra la rappresentazione di sé, la dimensione visuale del
ritratto e le sue apparenze riflesse. Espressione spesso reinterpretata durante la condivisione
di lunghi periodi di collaborazione e di momenti di amicizia, tanto con Ada Ardessi quanto
con Atto, che per oltre quarant’anni hanno documentato le più importanti tappe del suo
main sponsor
percorso creativo. Le fotografie in mostra restituiscono l’inafferrabile complessità semantica
di Munari e scalfiscono lo stereotipo didattico di cui è stato investito nel corso degli anni.
La mostra non ha un catalogo, ma nel corso del suo svolgimento, il curatore raccoglierà
testimonianze, interviste e saggi di personalità che hanno incontrato Munari o che con lui
hanno lavorato, proponendo interventi di studiosi che si sono concentrati su questa figura
nodale del Novecento. L’uscita di questa pubblicazione, prevista per la fine della mostra, ha
l’ambizione di aggiungere una testimonianza viva e dialettica alla figura di Munari, artista e
anti-specialista.
in collaborazione con la Fondazione Jacqueline Vodoz e Bruno Danese, è un’importante
occasione per presentare parte del consistente nucleo di opere di Bruno Munari raccolte dai
due collezionisti nel corso della loro attività e conservate presso la Fondazione. L’obiettivo
è quello di raccontare attraverso le opere della collezione la dimensione artistica di Bruno
Munari, aspetto generativo della politecnica figura dell’autore.
Accanto alla mostra, il Focus è dedicato all’opera fotografica , in parte inedita, realizzata da
Ada Ardessi e Atto, autori che hanno collaborato a lungo con Munari .
Negli Archivi del Novecento del Museo è allestita una mostra che rappresenta attraverso
materiali manoscritti e a stampa dell’Archivio Guido Lodovico Luzzatto una sintesi
documentaria del lavoro dello storico e critico d’arte italiano attivo principalmente nella
prima metà del Novecento. Verranno, inoltre, esposti alcuni dipinti,disegni e incisioni che
Luzzatto ricevette in dono dagli artisti, in segno di ringraziamento per i suoi scritti
Le mostre e le attività collaterali del Museo del Novecento sono rese possibili grazie alla
sensibilità degli sponsor: Bank of America Merril Lynch e Finmeccanica.
Bruno Munari ha utilizzato l’arte come originaria forma espressiva. Ancora prima della
grafica, del design, della pedagogia e dell’editoria, l’arte ha guidato il suo genio creatore.
La mostra Munari politecnico è il racconto di un artefice poliedrico, del suo ruolo nell’arte
italiana ed europea, nel corso del Novecento e dei legami che lo hanno portato ad essere un
protagonista eclettico di numerosi movimenti artistici. Le opere in mostra provengono in
gran parte dalla collezione di Bruno Danese e Jacqueline Vodoz che nella molteplice veste di
amici, collezionisti, editori e industriali, per decenni hanno sostenuto e incentivato Munari a
sperimentare linguaggi, fungendo spesso da complici di alcuni incontri e sconfinamenti.
Il percorso della mostra mette in dialogo le opere di Munari con quelle appartenenti alle
main sponsor
Collezioni Civiche del Comune di Milano, al Museo del Novecento e agli archivi di ISISUF - Istituto
Internazionale di Studi sul Futurismo, di cui Munari fu tra i fondatori assieme a Carlo Belloli.
L’obiettivo di Munari politecnico è rivelare la sua propensione artistica, compito che
idealmente prosegue l’esposizione allestita nel 1996 nelle sale della Fondazione Vodoz-
Danese di Milano, rileggendo la collezione e aprendola a un dialogo con una generazione di
artisti che con lui hanno avuto un rapporto dialettico.
legate ad artisti che lo hanno frequentato come Getulio Alviani, Arturo Bonfanti, Paolo Scheggi
e Marina Apollonio. Da porre in evidenza anche coloro che hanno condiviso momenti originari,
quali dapprima Gillo Dorfles e Carlo Belloli, e successivamente con il Gruppo T. Infine, questa
stessa sezione include figure che con Munari hanno mantenuto un rapporto ideale in termini di
capacità e ispirazione, come Giulio Paolini e Davide Mosconi.
Le opere degli artisti selezionati discutono, dialogano e si relazionano, oggi come allora, con
l’immaginario estetico di Munari, anche grazie a un sistema di allestimento che si compone
attraverso l’assemblaggio di strutture leggere e supporti diversi legati l’uno all’altro tramite
incastro e gravità, il tutto con uno sguardo alla poetica munariana ma anche alla cultura del
progetto contemporanea.
Accanto alla mostra principale il Focus è dedicato all’opera fotografica, in parte inedita,
realizzata da Ada Ardessi e Atto, autori che per decenni hanno lavorato a stretto contatto con
Munari, testimoniando i principali momenti della vicenda professionale e umana dell’autore.
L’esposizione ha come titolo “Chi s’è visto s’è visto” locuzione molto amata da Munari per
sovvertire con familiarità il rapporto tra la rappresentazione di sé, la dimensione visuale del
ritratto e le sue apparenze riflesse. Espressione spesso reinterpretata durante la condivisione
di lunghi periodi di collaborazione e di momenti di amicizia, tanto con Ada Ardessi quanto
con Atto, che per oltre quarant’anni hanno documentato le più importanti tappe del suo
main sponsor
percorso creativo. Le fotografie in mostra restituiscono l’inafferrabile complessità semantica
di Munari e scalfiscono lo stereotipo didattico di cui è stato investito nel corso degli anni.
La mostra non ha un catalogo, ma nel corso del suo svolgimento, il curatore raccoglierà
testimonianze, interviste e saggi di personalità che hanno incontrato Munari o che con lui
hanno lavorato, proponendo interventi di studiosi che si sono concentrati su questa figura
nodale del Novecento. L’uscita di questa pubblicazione, prevista per la fine della mostra, ha
l’ambizione di aggiungere una testimonianza viva e dialettica alla figura di Munari, artista e
anti-specialista.
05
aprile 2014
Munari politecnico
Dal 05 aprile al 07 settembre 2014
arte contemporanea
Location
MUSEO DEL NOVECENTO
Milano, Piazza Del Duomo, (Milano)
Milano, Piazza Del Duomo, (Milano)
Biglietti
intero 5 euro, ridotto 3 euro
Orario di apertura
lunedì 14.30 – 19.30 - martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30 - giovedì e sabato 9.30 – 22.30
Ufficio stampa
STUDIO DE ANGELIS
Autore
Curatore