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Muri, parole e silenzio
La bella e nota storia, qui solo accennata quale ispiratrice di questa nuova collettiva dello Spazio Anfossi, è la storia dell’estetica del silenzio adottata dall’ormai universalmente riconosciuto artista musicista fluxus John Cage
Comunicato stampa
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A Marlov
La bella e nota storia, qui solo accennata quale ispiratrice di questa nuova collettiva dello Spazio Anfossi, è la storia dell’estetica del silenzio adottata dall’ormai universalmente riconosciuto artista musicista fluxus John Cage. Negli anni 50, Cage per la sua composizione 4’33’’,durante una permanenza in Italia, situa il suo concerto in un teatro (forse il Lirico di Milano), ma non suona non si muove provocando un silenzio che a poco a poco viene spezzato dal mormorio del pubblico, cigolio di poltrone, colpetti di tosse e infine da una valanga di proteste a cui non risponde. Cage risponde invece perfettamente a Mike Bongiorno a “Lascia o raddoppia” concorrendo sul tema dei funghi e vincendo quanto gli basta per tornare negli Stati Uniti. S’intrattiene amabilmente con il presentatore e salutandolo dice”io parto ma vi lascio la mia musica” . La risposta di Mike è da inscriversi tra le sue gaffe più riuscite: “peccato sarebbe meglio il contrario”.
Infine, senza ascrivere all’opera d’arte intenzioni oggettive, rimane sempre la verità incontrovertibile della percezione:la positività di qualunque esperienza in ogni suo momento.(…) Non soltanto esso(il silenzio) esiste in un mondo pieno di parole e di suoni, ma ogni singolo silenzio assume la propria identità come lasso di tempo perforato dal suono.(In questo senso, la bellezza del mutismo di Harpo Marx si deve in gran parte al suo essere circondato da chiacchieroni sfrenati). *
D’altra parte e senza troppo insistere sull’ampiamente vituperato sistema mediatico, sul bombardamento di parole capaci di creare muri astratti più pesanti della pietra perché fatti di avidità, ci rendiamo conto che “noi andiamo verso una situazione babelica, verso una confusione mondiale. Credo che il mito della torre di Babele sia un mito mediatico primario. Non ci sono molti miti della tecnica paragonabili a questo (…)Tutti i muri son destinati a cadere” **
Infine i muri personali psicologici tanto debilitanti nei rapporti con l’altro, con il vicino, con l’amore. ..
Gli artisti invitati (alcuni molto giovani) ad esprimersi su muri parole e silenzio useranno tali elementi sommandoli o sottraendoli fra loro in una opinabilissima matematica ottenendone risultati aleatori da riportare comunque, quali ipotesi non ancora valutate, sul registro per le indagini del disastro planetario.
* Susan Sontag “Interpretazioni tendenziose” 1975 Einaudi Editore Torino
** Paul Virilio - Intervista sul web
La bella e nota storia, qui solo accennata quale ispiratrice di questa nuova collettiva dello Spazio Anfossi, è la storia dell’estetica del silenzio adottata dall’ormai universalmente riconosciuto artista musicista fluxus John Cage. Negli anni 50, Cage per la sua composizione 4’33’’,durante una permanenza in Italia, situa il suo concerto in un teatro (forse il Lirico di Milano), ma non suona non si muove provocando un silenzio che a poco a poco viene spezzato dal mormorio del pubblico, cigolio di poltrone, colpetti di tosse e infine da una valanga di proteste a cui non risponde. Cage risponde invece perfettamente a Mike Bongiorno a “Lascia o raddoppia” concorrendo sul tema dei funghi e vincendo quanto gli basta per tornare negli Stati Uniti. S’intrattiene amabilmente con il presentatore e salutandolo dice”io parto ma vi lascio la mia musica” . La risposta di Mike è da inscriversi tra le sue gaffe più riuscite: “peccato sarebbe meglio il contrario”.
Infine, senza ascrivere all’opera d’arte intenzioni oggettive, rimane sempre la verità incontrovertibile della percezione:la positività di qualunque esperienza in ogni suo momento.(…) Non soltanto esso(il silenzio) esiste in un mondo pieno di parole e di suoni, ma ogni singolo silenzio assume la propria identità come lasso di tempo perforato dal suono.(In questo senso, la bellezza del mutismo di Harpo Marx si deve in gran parte al suo essere circondato da chiacchieroni sfrenati). *
D’altra parte e senza troppo insistere sull’ampiamente vituperato sistema mediatico, sul bombardamento di parole capaci di creare muri astratti più pesanti della pietra perché fatti di avidità, ci rendiamo conto che “noi andiamo verso una situazione babelica, verso una confusione mondiale. Credo che il mito della torre di Babele sia un mito mediatico primario. Non ci sono molti miti della tecnica paragonabili a questo (…)Tutti i muri son destinati a cadere” **
Infine i muri personali psicologici tanto debilitanti nei rapporti con l’altro, con il vicino, con l’amore. ..
Gli artisti invitati (alcuni molto giovani) ad esprimersi su muri parole e silenzio useranno tali elementi sommandoli o sottraendoli fra loro in una opinabilissima matematica ottenendone risultati aleatori da riportare comunque, quali ipotesi non ancora valutate, sul registro per le indagini del disastro planetario.
* Susan Sontag “Interpretazioni tendenziose” 1975 Einaudi Editore Torino
** Paul Virilio - Intervista sul web
05
giugno 2008
Muri, parole e silenzio
Dal 05 giugno al 05 luglio 2008
arte contemporanea
Location
SPAZIO ANFOSSI
Milano, Via Augusto Anfossi, (Milano)
Milano, Via Augusto Anfossi, (Milano)
Orario di apertura
Lu-Ve 15-19 e su appuntamento
Vernissage
5 Giugno 2008, ore 19
Autore
Curatore