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Museion at the Eurac tower – Karl Unterfrauner / Tower to the People
questi spazi razionalisti rivisitati in chiave contemporanea accoglieranno la presentazione del libro Tower to the People che percorre la storia della seconda vita della torre. Lo stesso giorno verrà inaugurata la mostra Neophyten dell’artista Karl Unterfrauner, ultimo appuntamento nell’ambito del ciclo Museion at the Eurac tower – Percorsi tra arte e scienza
Comunicato stampa
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Mercoledì 8 settembre alle ore 18.30 doppio appuntamento all’EURAC tower di Bolzano:
Presentazione della pubblicazione Tower to the People
Inaugurazione della mostra Neophyten dell’artista Karl Unterfrauner
nell’ambito del progetto MUSEION at the EURAC tower
La torre dell’Accademia Europea di Bolzano (EURAC) è nata due volte: la prima nel 1934, tra i massimi esempi di architettura fascista, la seconda oltre sessant’anni più tardi, come piattaforma culturale per progetti di arte e scienza. Mercoledì 8 settembre dalle ore 18.30 questi spazi razionalisti rivisitati in chiave contemporanea accoglieranno la presentazione del libro Tower to the People che percorre la storia della seconda vita della torre.
Lo stesso giorno verrà inaugurata la mostra Neophyten dell’artista Karl Unterfrauner, ultimo appuntamento nell’ambito del ciclo MUSEION at the EURAC tower – Percorsi tra arte e scienza, curato da Annelie Bortolotti e Letizia Ragaglia.
Obiettivo del progetto era avvicinare il pubblico al mondo scientifico attraverso installazioni artistiche site specific, pensate appositamente per gli spazi della torre. Attraverso l’arte, la torre diventa uno strumento audace per dare un volto alla ricerca, incuriosire, spiegare in modo comprensibile contenuti scientifici.
Le mostre sono nate dallo scambio di idee tra ricercatori e artisti che confrontano i propri linguaggi, al fine di individuare punti di contatto e trovare una nuova forma espressiva per la scienza.
In tre anni il progetto ha permesso di costruire un ponte fra ambiti di ricerca apparentemente lontani con 10 installazioni artistiche legate alle tematiche trattate dagli istituti dell’EURAC, come quello per la genetica, le mummie, l’ambiente e le minoranze, che hanno trovato spazio nella torre. Gli artisti che hanno lavorato con i ricercatori dell’EURAC sono: Hubert Kostner, Michael Fliri, Carla Cardinaletti, Brave New Alps, Jacopo Candotti, Hans Winkler, Brigitte Niedermair, Francesco Jodice, Daniela Chinellato e Karl Unterfrauner, ultimo artista che siglerà la conclusione del ciclo.
Karl Unterfrauner Neophyten
Le piante creano atmosfera. L’immaginario collettivo ne è fortemente influenzato, basti pensare ai cipressi, alle palme o alla genziana. Eppure molte specie, con il concorso consapevole o accidentale dell’uomo, si sono insediate in zone dove non erano autoctone. Da questa riflessione è partita la ricerca sulle piante neofite – letteralmente piantate di recente- dell’artista altoatesino Karl Unterfrauner condotta insieme al ricercatore Georg Niedrist, biologo dell’Istituto per l’ambiente alpino dell’EURAC. Lo studio di queste piante “immigrate” lo ha portato a scoprire l’esistenza di 2758 varietà, di cui circa il 15% si è insediato nell’ambiente alpino da poco tempo. L’artista ha realizzato un lavoro fotografico che ha come oggetto queste diverse tipologie di piante immerse nel loro ambiente naturale in diversi luoghi dell’Alto Adige tra cui il fiume Talvera e lungo l’autostrada del Brennero verso la Val d’Isarco. Le immagini raccolte documentano i neofiti trovati in zona senza alcun proposito di giudizio.
Al visitatore il compito, a seconda della prospettiva di osservazione delle immagini, di rimettere eventualmente in discussione la propria idea della natura. La galleria di immagini che compone la mostra sarà arricchita dalle brevi narrazioni dell’autore Lukas Bertagnolli.
Karl Unterfrauner è nato nel 1965 a Merano. Ha partecipato a mostre personali e collettive in Italia, Germania, Austria e USA. Nel 2008 ha esposto nella galleria Johann Widauer a Innsbruck e nella Galleria Museo di Bolzano (AlpTraum, 2008). Nel 2009 ha esposto a Museion nell’ambito della mostra New Entries!,presso la Galerie Andreas Höhne a Monaco (2009) e nell’ambito della mostra interregionale Labirinto :: Libertà svoltasi a Fortezza, Alto Adige (2009). Unterfrauner vive e lavora a Bolzano.
Karl Unterfrauner
progetto Neophyten per il Ciclo Museion at the EURAC tower.
Testo curatoriale di Letizia Ragaglia
Il progetto di Karl Unterfrauner per l’ultimo appuntamento di MUSEION at the EURAC tower trae le sue origini dalla curiosità nei confronti di una particolare categoria di piante, i cosiddetti “neofiti”. Coadiuvato dall’apporto scientifico dell’Istituto per l’ambiente Alpino dell’EURAC nella persona di Georg Niedrist, l’artista ha elaborato una serie fotografica di dieci immagini, che hanno come protagoniste altrettanti esemplari di queste piante non autoctone.
La serie fotografica che sulla base di una campionatura intende indagare, anche scientificamente, un determinato soggetto generalmente rientra nella tradizione della fotografia come schedatura ed archivio, la quale nasce ancora nel 19° secolo, ma trova il suo pieno sviluppo nel 20° secolo come strumento di indagine antropologica. Si pensi, per esempio, al celebre progetto “Menschen des 20. Jahrhunderts” (1929) di August Sander, dove nelle singole immagini non doveva emergere la personalità individuale del soggetto fotografato, ma i tipi rappresentativi di diversi gruppi sociali.
Per capire meglio l’operazione di Karl Unterfrauner conviene definire ulteriormente le abituali caratteristiche della fotografia come schedatura che si concentra su tipi e categorie e che nella storia della fotografia più recente è stata portata avanti con successo da artisti come Bernd e Hilla Becher e Thomas Ruff. Le loro immagini più famose, come quelle di Sander, trasmettono intenzionalmente “scarsa artisticità” e con il soggetto sempre frontale rinviano al grado zero della fotografia, all’idea della macchina che lavora da sola.
Concettualmente l’intenzione di Karl Unterfrauner di analizzare fotograficamente una determinata specie di piante rinvia alla fotografia come schedatura ed archivio, ma ne capovolge la connotazione, perché le piante scelte mantengono o meglio ottengono una loro auraticità.
L’interesse scientifico ha stimolato il suo lavoro ed ha ottenuto un importante apporto informativo da parte dell’Istituto per l’ambiente alpino dell’EURAC, ma finalmente nelle opere ha poi prevalso l’interesse estetico nei confronti della pianta neofita.
Nel proprio lavoro Karl Unterfrauner è sempre meticolosamente attento alla composizione dell’immagine, per la quale non di rado recupera la tradizione pittorica che mette in rapporto dialettico con la fotografia. Anche in questo caso, nonostante la novità dell’approccio seriale, l’artista non ha rinunciato alla costruzione dell’immagine mediante l’ausilio di una sottile, ma sapiente scenografia. Attraverso l’impiego della luce artificiale e di un diaframma non troppo aperto è riuscito ad isolare le piante protagoniste mantenendo comunque un equilibrio con il contesto circostante. Mentre in altri suoi lavori Unterfrauner sottolineava volutamente l’artificialità dell’oggetto naturale eliminando ogni genere di contesto, in questa ricerca per lui era fondamentale il mantenimento dell’ambiente circostante. Le quattro zone, in cui si è mosso alla scoperta dei neofiti – il gretto del Talvera, le aree sottostanti l’autostrada in Val d’Isarco, il biotopo a Klaus presso Terlano e l’area limitrofa al Safety Park di Bolzano – sono concettualmente presenti attraverso la natura che “incornicia” le piante protagoniste.
Il risultato è dato da una mostra di “mondi” non raccontati, ma sottintesi. Le fotografie che recano il nome italiano, tedesco e latino della pianta e la sua provenienza stimolano la curiosità dell’osservatore, ma innescano anche delle riflessioni.
Si intuisce che ogni pianta ha una storia e che la ricerca ha implicato la conoscenza di queste storie, si legge che la Panace di Mantegazzi viene dal Caucaso, anche se non si viene a sapere che è una pianta tossica, si apprende che la Balsamina Ghiandolosa è proviene dall’Himalaya occidentale, benché si rimanga all’oscuro che il seme quando è maturo esplode e innesca un piccolo disastro ecologico.
Ma proprio questa ambiguità è parte integrante del lavoro di Karl Unterfrauner, ovvero stimolare la nostra ricerca del “vero” nella ricezione quotidiana delle cose.
Info:
Karl Unterfrauner Neophyten, in collaborazione con Georg Niedrist. A cura di Annelie Bortolotti, EURAC e Letizia Ragaglia, MUSEION
Inaugurazione Mercoledì 8 settembre 2010, ore 18.30
Orario: da lunedì a venerdì, 14.00-18.00. Fino al 22.10.2010
Accademia Europea di Bolzano – EURAC tower
Viale Druso 1, Bolzano
http://tower.eurac.edu
Presentazione della pubblicazione Tower to the People
Inaugurazione della mostra Neophyten dell’artista Karl Unterfrauner
nell’ambito del progetto MUSEION at the EURAC tower
La torre dell’Accademia Europea di Bolzano (EURAC) è nata due volte: la prima nel 1934, tra i massimi esempi di architettura fascista, la seconda oltre sessant’anni più tardi, come piattaforma culturale per progetti di arte e scienza. Mercoledì 8 settembre dalle ore 18.30 questi spazi razionalisti rivisitati in chiave contemporanea accoglieranno la presentazione del libro Tower to the People che percorre la storia della seconda vita della torre.
Lo stesso giorno verrà inaugurata la mostra Neophyten dell’artista Karl Unterfrauner, ultimo appuntamento nell’ambito del ciclo MUSEION at the EURAC tower – Percorsi tra arte e scienza, curato da Annelie Bortolotti e Letizia Ragaglia.
Obiettivo del progetto era avvicinare il pubblico al mondo scientifico attraverso installazioni artistiche site specific, pensate appositamente per gli spazi della torre. Attraverso l’arte, la torre diventa uno strumento audace per dare un volto alla ricerca, incuriosire, spiegare in modo comprensibile contenuti scientifici.
Le mostre sono nate dallo scambio di idee tra ricercatori e artisti che confrontano i propri linguaggi, al fine di individuare punti di contatto e trovare una nuova forma espressiva per la scienza.
In tre anni il progetto ha permesso di costruire un ponte fra ambiti di ricerca apparentemente lontani con 10 installazioni artistiche legate alle tematiche trattate dagli istituti dell’EURAC, come quello per la genetica, le mummie, l’ambiente e le minoranze, che hanno trovato spazio nella torre. Gli artisti che hanno lavorato con i ricercatori dell’EURAC sono: Hubert Kostner, Michael Fliri, Carla Cardinaletti, Brave New Alps, Jacopo Candotti, Hans Winkler, Brigitte Niedermair, Francesco Jodice, Daniela Chinellato e Karl Unterfrauner, ultimo artista che siglerà la conclusione del ciclo.
Karl Unterfrauner Neophyten
Le piante creano atmosfera. L’immaginario collettivo ne è fortemente influenzato, basti pensare ai cipressi, alle palme o alla genziana. Eppure molte specie, con il concorso consapevole o accidentale dell’uomo, si sono insediate in zone dove non erano autoctone. Da questa riflessione è partita la ricerca sulle piante neofite – letteralmente piantate di recente- dell’artista altoatesino Karl Unterfrauner condotta insieme al ricercatore Georg Niedrist, biologo dell’Istituto per l’ambiente alpino dell’EURAC. Lo studio di queste piante “immigrate” lo ha portato a scoprire l’esistenza di 2758 varietà, di cui circa il 15% si è insediato nell’ambiente alpino da poco tempo. L’artista ha realizzato un lavoro fotografico che ha come oggetto queste diverse tipologie di piante immerse nel loro ambiente naturale in diversi luoghi dell’Alto Adige tra cui il fiume Talvera e lungo l’autostrada del Brennero verso la Val d’Isarco. Le immagini raccolte documentano i neofiti trovati in zona senza alcun proposito di giudizio.
Al visitatore il compito, a seconda della prospettiva di osservazione delle immagini, di rimettere eventualmente in discussione la propria idea della natura. La galleria di immagini che compone la mostra sarà arricchita dalle brevi narrazioni dell’autore Lukas Bertagnolli.
Karl Unterfrauner è nato nel 1965 a Merano. Ha partecipato a mostre personali e collettive in Italia, Germania, Austria e USA. Nel 2008 ha esposto nella galleria Johann Widauer a Innsbruck e nella Galleria Museo di Bolzano (AlpTraum, 2008). Nel 2009 ha esposto a Museion nell’ambito della mostra New Entries!,presso la Galerie Andreas Höhne a Monaco (2009) e nell’ambito della mostra interregionale Labirinto :: Libertà svoltasi a Fortezza, Alto Adige (2009). Unterfrauner vive e lavora a Bolzano.
Karl Unterfrauner
progetto Neophyten per il Ciclo Museion at the EURAC tower.
Testo curatoriale di Letizia Ragaglia
Il progetto di Karl Unterfrauner per l’ultimo appuntamento di MUSEION at the EURAC tower trae le sue origini dalla curiosità nei confronti di una particolare categoria di piante, i cosiddetti “neofiti”. Coadiuvato dall’apporto scientifico dell’Istituto per l’ambiente Alpino dell’EURAC nella persona di Georg Niedrist, l’artista ha elaborato una serie fotografica di dieci immagini, che hanno come protagoniste altrettanti esemplari di queste piante non autoctone.
La serie fotografica che sulla base di una campionatura intende indagare, anche scientificamente, un determinato soggetto generalmente rientra nella tradizione della fotografia come schedatura ed archivio, la quale nasce ancora nel 19° secolo, ma trova il suo pieno sviluppo nel 20° secolo come strumento di indagine antropologica. Si pensi, per esempio, al celebre progetto “Menschen des 20. Jahrhunderts” (1929) di August Sander, dove nelle singole immagini non doveva emergere la personalità individuale del soggetto fotografato, ma i tipi rappresentativi di diversi gruppi sociali.
Per capire meglio l’operazione di Karl Unterfrauner conviene definire ulteriormente le abituali caratteristiche della fotografia come schedatura che si concentra su tipi e categorie e che nella storia della fotografia più recente è stata portata avanti con successo da artisti come Bernd e Hilla Becher e Thomas Ruff. Le loro immagini più famose, come quelle di Sander, trasmettono intenzionalmente “scarsa artisticità” e con il soggetto sempre frontale rinviano al grado zero della fotografia, all’idea della macchina che lavora da sola.
Concettualmente l’intenzione di Karl Unterfrauner di analizzare fotograficamente una determinata specie di piante rinvia alla fotografia come schedatura ed archivio, ma ne capovolge la connotazione, perché le piante scelte mantengono o meglio ottengono una loro auraticità.
L’interesse scientifico ha stimolato il suo lavoro ed ha ottenuto un importante apporto informativo da parte dell’Istituto per l’ambiente alpino dell’EURAC, ma finalmente nelle opere ha poi prevalso l’interesse estetico nei confronti della pianta neofita.
Nel proprio lavoro Karl Unterfrauner è sempre meticolosamente attento alla composizione dell’immagine, per la quale non di rado recupera la tradizione pittorica che mette in rapporto dialettico con la fotografia. Anche in questo caso, nonostante la novità dell’approccio seriale, l’artista non ha rinunciato alla costruzione dell’immagine mediante l’ausilio di una sottile, ma sapiente scenografia. Attraverso l’impiego della luce artificiale e di un diaframma non troppo aperto è riuscito ad isolare le piante protagoniste mantenendo comunque un equilibrio con il contesto circostante. Mentre in altri suoi lavori Unterfrauner sottolineava volutamente l’artificialità dell’oggetto naturale eliminando ogni genere di contesto, in questa ricerca per lui era fondamentale il mantenimento dell’ambiente circostante. Le quattro zone, in cui si è mosso alla scoperta dei neofiti – il gretto del Talvera, le aree sottostanti l’autostrada in Val d’Isarco, il biotopo a Klaus presso Terlano e l’area limitrofa al Safety Park di Bolzano – sono concettualmente presenti attraverso la natura che “incornicia” le piante protagoniste.
Il risultato è dato da una mostra di “mondi” non raccontati, ma sottintesi. Le fotografie che recano il nome italiano, tedesco e latino della pianta e la sua provenienza stimolano la curiosità dell’osservatore, ma innescano anche delle riflessioni.
Si intuisce che ogni pianta ha una storia e che la ricerca ha implicato la conoscenza di queste storie, si legge che la Panace di Mantegazzi viene dal Caucaso, anche se non si viene a sapere che è una pianta tossica, si apprende che la Balsamina Ghiandolosa è proviene dall’Himalaya occidentale, benché si rimanga all’oscuro che il seme quando è maturo esplode e innesca un piccolo disastro ecologico.
Ma proprio questa ambiguità è parte integrante del lavoro di Karl Unterfrauner, ovvero stimolare la nostra ricerca del “vero” nella ricezione quotidiana delle cose.
Info:
Karl Unterfrauner Neophyten, in collaborazione con Georg Niedrist. A cura di Annelie Bortolotti, EURAC e Letizia Ragaglia, MUSEION
Inaugurazione Mercoledì 8 settembre 2010, ore 18.30
Orario: da lunedì a venerdì, 14.00-18.00. Fino al 22.10.2010
Accademia Europea di Bolzano – EURAC tower
Viale Druso 1, Bolzano
http://tower.eurac.edu
08
settembre 2010
Museion at the Eurac tower – Karl Unterfrauner / Tower to the People
Dall'otto settembre al 22 ottobre 2010
arte contemporanea
presentazione
presentazione
Location
EURAC ACCADEMIA EUROPEA
Bolzano, Viale Druso, 1, (Bolzano)
Bolzano, Viale Druso, 1, (Bolzano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì, 14.00-18.00.
Vernissage
8 Settembre 2010, ore 18.30
Autore
Curatore