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Museo della Follia
La mostra itinerante – a cura di Vittorio Sgarbi, realizzata da Cesare Inzerillo, Sara Pallavicini, Giovanni Lettini e Stefano Morelli – si snoda in un percorso eterogeneo di oltre 200 opere tra dipinti, fotografie, sculture, oggetti e
installazioni multimediali sul tema della follia
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il 27 febbraio apre a Lucca, negli spazi appena restaurati della Cavallerizza, il
Museo della Follia, luogo dove la creatività esce da ogni regola.
La mostra itinerante – a cura di Vittorio Sgarbi, realizzata da Cesare Inzerillo,
Sara Pallavicini, Giovanni Lettini e Stefano Morelli – si snoda in un percorso eterogeneo di oltre 200 opere tra dipinti, fotografie, sculture, oggetti e
installazioni multimediali sul tema della follia.
«Entrate, ma non cercate un percorso, l’unica via è lo smarrimento». È questa la condizione ideale per affrontare l’intimo rapporto tra arte e follia che si snoda nel labirinto sensoriale del museo.
La mostra si articola in diverse sezioni: il percorso apre con i dipinti e le sculture di grandi maestri della storia dell’arte internazionale come Silvestro Lega, Fausto Pirandello, Antonio Ligabue, Francis Bacon, la cui mente, attraversata dal turbamento, ha dato forma a un’arte allucinata e visionaria.
Prosegue poi con gli Stereoscopi: supporti magici attraverso i quali il visitatore viene trasportato nell’ex ospedale psichiatrico di Mombello. Qui ha trascorso
diversi anni della sua vita l'artista Gino Sandri, le cui opere si alternano in un corridoio di emozioni. Gli fanno da eco le esperienze di altri artisti che, come
lui, dentro ai manicomi hanno vissuto, scolpito e dipinto: Tarcisio Merati, Fiore, Pier Paolo Pierucci e Carlo Zinelli, i cui coloratissimi dipinti sono in
dissonanza con le opere più intime e spirituali di Venturino Venturi, e insieme compongono un coro di voci giocose e al contempo tragiche, a metà strada tra
fiaba e turbamento.
Fabrizio Sclocchini ci conduce nelle stanze dell’ex-manicomio abbandonato di Teramo, attraverso una serie di fotografie dal titolo "Gli assenti". Sono immagini poetiche, che riportano in vita quei luoghi oggi abbandonati e sospesi in un tempo che non c'è più. Testimonianze preziose, come la sezione delle
Lettere mai spedite. Parole di dolore e poesia scritte dai pazienti ai loro cari che non le hanno mai ricevute, e recuperate oggi dagli autori della mostra presso
alcuni ex-manicomi abbandonati. Oppure quegli oggetti che costituiscono la Stanza dei Ricordi e che diventano qui, in un allestimento diffuso, spunti
suggestivi per un dialogo intimo con i grandi capolavori esposti. E appare poi, come dentro a un ricordo, ambientata e ricostruita in un contesto
onirico e profondamente intimo, la stanza dello psichiatra Mario Tobino, primario del Manicomio di Maggiano dal 1942 al 1980, il quale scelse di vivere
proprio lì a Maggiano, insieme ai suoi oltre 1040 matti, per dividere con loro i respiri, la vita e i sogni.
I “matti” di Maggiano – come quelli di tutti gli altri manicomi italiani – erano spesso semplicemente persone che, a causa della propria lontananza da un
modello di normalità diffuso in un determinato momento storico, venivano allontanate dalla società, perché considerate scomode, deboli, inutili. E così gli
stravaganti, i libertini, i malinconici, i nubili poco inclini ai doveri del focolare domestico, i giovani ribelli all’ordine familiare costituito, finivano sepolti tra le
mura dei manicomi e il più delle volte senza via di ritorno. Tra questi, fu senza ritorno anche il viaggio di Fidia Palla, lo scultore di Pietrasanta entrato a
Maggiano nel 1924 e lì rimasto fino alla morte. Vent’anni di “croce incredibile e vera”, come lui stesso definì la propria condizione. Croce che trova oggi
finalmente la sua espiazione fuori da quelle mura e dentro questo museo, in un mosaico di lettere e disegni.
Il percorso espositivo comprende alcune video installazioni, tra cui i monologhi di Raffaele Morelli “La follia ci difende dal diventare aridi” e di Paolo Crepet
“Arte Libertà Follia Dolore. Da Mario Tobino a Franco Basaglia”; e altri interessanti documentari, tra cui “O.P.G”, un estratto dell’inchiesta condotta
dal Senato della Repubblica sugli ospedali psichiatrici giudiziari. Tra le novità di questa edizione c’è una imponente opera che porta la firma di Cesare Inzerillo: il titanico Calcio Balilla dal titolo U.S.L. (Unione Sportiva
Lucchese) dentro il quale ci si potrà camminare, a testimonianza della principale attrazione ludica presente nella maggior parte dei manicomi
abbandonati. «E ci rivedevamo in quei pupazzi. Come noi erano prigionieri, come noi erano consumati, e come noi rimangono solo divise e numeri» (Museo
della Follia).
L’altra scultura di Inzerillo è un colossale Apribocca – realizzato su modello del vero presente in mostra utilizzato per l’assunzione forzata dei farmaci –
posto in relazione al celebre dipinto L’adolescente di Silvestro Lega del quale sembra romperne il silenzio.
Assume dimensioni colossali anche la Griglia – la celebre installazione del Museo della Follia realizzata da Cesare Inzerillo – nella quale vengono mostrati
i ritratti recuperati dalle cartelle cliniche di alcuni pazienti di ex manicomi circondati da stridenti luci al neon. Gli autori, per Lucca, hanno ideato un
accecante corridoio di specchi come anticamera alla Griglia per far provare al visitatore il temporaneo abbaglio causato dal sovradosaggio degli psicofarmaci.
Un taglio agli occhi capace di ferire anche l’anima.
La mostra di Lucca si arricchisce di nuove presenze legate alla storia dell’arte internazionale come la pittrice italiana Juana Romani, protagonista della Parigi
bohémienne di fine Ottocento, morta poi in un manicomio francese nel 1923.
Entrano nel museo anche illustri autori toscani tra cui Lorenzo Viani, Alberto Magri e Filippo Dobrilla. Si conferma inoltre la presenza di alcuni artisti
esposti nelle precedenti edizioni tra cui Agostino Arrivabene, sublime artefice di incubi e meraviglie, ed Enrico Robusti autore del grande affresco a olio
raffigurante una imbarcazione in preda alla tempesta, a bordo della quale i visitatori incontreranno la vertigine psicologica tipica della sua pittura.
La mostra continua con una selezione di opere d’arte sulla tematica della follia eseguite dal 1700 ai giorni nostri. Tra gli autori: Tranquillo Cremona, Cesare
Tallone, Antonio Mancini, Michele Cammarano, Filippo Cifariello, Vincenzo Gemito, Lorenzo Alessandri, Giovanni Macciotta, Ottavio Mazzonis, Vincenzo
Claps, Pietro Ghizzardi, Raimondo Lorenzetti, Gaetano Pesce, Ernesto Lamagna, Luca Crocicchi, Luigi Serafini, Alessandro Papetti, Marilena Manzella, Vincenzo Baldini, Sandro Bettin, Nicola Sferruzza, Gaspare
Palazzolo, Gianni Lucchesi, Ulderica Da Pozzo, Eliana Petrizzi, Studio Azzurro – e ancora tanti autori, e tante opere che avrete modo di incontrare in questo
viaggio, pensato per chi ha voglia di lasciare da parte la ragione per ritrovare, finalmente, la follia.
«Nella storia dell'arte, anche prima dei casi clamorosi di Van Gogh e di Ligabue, molti sono gli artisti la cui mente è attraversata dal turbamento, che si esprimono in una lingua visionaria e allucinata. Ognuno di loro ha una storia, una dimensione che non si misura con la realtà, ma con il sogno» dichiara il curatore della mostra Vittorio Sgarbi.
«L’iniziativa, patrocinata dalla Città di Lucca – afferma il sindaco Alessandro Tambellini – rappresenta il principale avvenimento culturale del 2019. Sono
particolarmente soddisfatto perché questa mostra fa dialogare artisti contemporanei con grandi testimoni del passato fra i quali anche Mario Tobino
e Lorenzo Viani».
Grazie al lavoro svolto dalla giornalista d’arte e editore lucchese Franca Severini, la quale segue dal 2018 le relazioni esterne di Contemplazioni, il progetto ha ottenuto il pieno appoggio da parte di prestigiose realtà del territorio (Martinelli Luce, Manifatture del Sigaro Toscano, Apuana Marmi, Eurovast con Fior di Carta, Guidi Gino S.p.A., Del Debbio S.p.A., Vando Battaglia
Costruzioni, Baldassari, Banca del Monte di Lucca, Kairos - Julius Baer Group company, Villa Santo Stefano, Edda Berg, Gobbetto, e QN La Nazione).
La mostra vanta inoltre il sostegno di RDS - Radio Dimensione Suono, emittente radiofonica tra le più seguite a livello nazionale. Voce straordinaria
per un progetto fuori dall’ordinario. I visitatori che sceglieranno il treno per raggiungere il Museo della Follia, riceveranno uno sconto speciale sul biglietto intero. Questa è l’intesa che Trenitalia – vettore ufficiale della mostra – ha riservato ai propri viaggiatori
(info su: www.trenitalia.com).
Il Museo della Follia ha promosso la campagna di crowdfunding attraverso la piattaforma Eppela, a sostegno del Nuovo Ospedale dei Bambini della Fondazione Stella Maris, per contribuire alla realizzazione della piscina riabilitativa.
Il Museo della Follia è un progetto di Contemplazioni (www.contemplazioni.it)
Museo della Follia, luogo dove la creatività esce da ogni regola.
La mostra itinerante – a cura di Vittorio Sgarbi, realizzata da Cesare Inzerillo,
Sara Pallavicini, Giovanni Lettini e Stefano Morelli – si snoda in un percorso eterogeneo di oltre 200 opere tra dipinti, fotografie, sculture, oggetti e
installazioni multimediali sul tema della follia.
«Entrate, ma non cercate un percorso, l’unica via è lo smarrimento». È questa la condizione ideale per affrontare l’intimo rapporto tra arte e follia che si snoda nel labirinto sensoriale del museo.
La mostra si articola in diverse sezioni: il percorso apre con i dipinti e le sculture di grandi maestri della storia dell’arte internazionale come Silvestro Lega, Fausto Pirandello, Antonio Ligabue, Francis Bacon, la cui mente, attraversata dal turbamento, ha dato forma a un’arte allucinata e visionaria.
Prosegue poi con gli Stereoscopi: supporti magici attraverso i quali il visitatore viene trasportato nell’ex ospedale psichiatrico di Mombello. Qui ha trascorso
diversi anni della sua vita l'artista Gino Sandri, le cui opere si alternano in un corridoio di emozioni. Gli fanno da eco le esperienze di altri artisti che, come
lui, dentro ai manicomi hanno vissuto, scolpito e dipinto: Tarcisio Merati, Fiore, Pier Paolo Pierucci e Carlo Zinelli, i cui coloratissimi dipinti sono in
dissonanza con le opere più intime e spirituali di Venturino Venturi, e insieme compongono un coro di voci giocose e al contempo tragiche, a metà strada tra
fiaba e turbamento.
Fabrizio Sclocchini ci conduce nelle stanze dell’ex-manicomio abbandonato di Teramo, attraverso una serie di fotografie dal titolo "Gli assenti". Sono immagini poetiche, che riportano in vita quei luoghi oggi abbandonati e sospesi in un tempo che non c'è più. Testimonianze preziose, come la sezione delle
Lettere mai spedite. Parole di dolore e poesia scritte dai pazienti ai loro cari che non le hanno mai ricevute, e recuperate oggi dagli autori della mostra presso
alcuni ex-manicomi abbandonati. Oppure quegli oggetti che costituiscono la Stanza dei Ricordi e che diventano qui, in un allestimento diffuso, spunti
suggestivi per un dialogo intimo con i grandi capolavori esposti. E appare poi, come dentro a un ricordo, ambientata e ricostruita in un contesto
onirico e profondamente intimo, la stanza dello psichiatra Mario Tobino, primario del Manicomio di Maggiano dal 1942 al 1980, il quale scelse di vivere
proprio lì a Maggiano, insieme ai suoi oltre 1040 matti, per dividere con loro i respiri, la vita e i sogni.
I “matti” di Maggiano – come quelli di tutti gli altri manicomi italiani – erano spesso semplicemente persone che, a causa della propria lontananza da un
modello di normalità diffuso in un determinato momento storico, venivano allontanate dalla società, perché considerate scomode, deboli, inutili. E così gli
stravaganti, i libertini, i malinconici, i nubili poco inclini ai doveri del focolare domestico, i giovani ribelli all’ordine familiare costituito, finivano sepolti tra le
mura dei manicomi e il più delle volte senza via di ritorno. Tra questi, fu senza ritorno anche il viaggio di Fidia Palla, lo scultore di Pietrasanta entrato a
Maggiano nel 1924 e lì rimasto fino alla morte. Vent’anni di “croce incredibile e vera”, come lui stesso definì la propria condizione. Croce che trova oggi
finalmente la sua espiazione fuori da quelle mura e dentro questo museo, in un mosaico di lettere e disegni.
Il percorso espositivo comprende alcune video installazioni, tra cui i monologhi di Raffaele Morelli “La follia ci difende dal diventare aridi” e di Paolo Crepet
“Arte Libertà Follia Dolore. Da Mario Tobino a Franco Basaglia”; e altri interessanti documentari, tra cui “O.P.G”, un estratto dell’inchiesta condotta
dal Senato della Repubblica sugli ospedali psichiatrici giudiziari. Tra le novità di questa edizione c’è una imponente opera che porta la firma di Cesare Inzerillo: il titanico Calcio Balilla dal titolo U.S.L. (Unione Sportiva
Lucchese) dentro il quale ci si potrà camminare, a testimonianza della principale attrazione ludica presente nella maggior parte dei manicomi
abbandonati. «E ci rivedevamo in quei pupazzi. Come noi erano prigionieri, come noi erano consumati, e come noi rimangono solo divise e numeri» (Museo
della Follia).
L’altra scultura di Inzerillo è un colossale Apribocca – realizzato su modello del vero presente in mostra utilizzato per l’assunzione forzata dei farmaci –
posto in relazione al celebre dipinto L’adolescente di Silvestro Lega del quale sembra romperne il silenzio.
Assume dimensioni colossali anche la Griglia – la celebre installazione del Museo della Follia realizzata da Cesare Inzerillo – nella quale vengono mostrati
i ritratti recuperati dalle cartelle cliniche di alcuni pazienti di ex manicomi circondati da stridenti luci al neon. Gli autori, per Lucca, hanno ideato un
accecante corridoio di specchi come anticamera alla Griglia per far provare al visitatore il temporaneo abbaglio causato dal sovradosaggio degli psicofarmaci.
Un taglio agli occhi capace di ferire anche l’anima.
La mostra di Lucca si arricchisce di nuove presenze legate alla storia dell’arte internazionale come la pittrice italiana Juana Romani, protagonista della Parigi
bohémienne di fine Ottocento, morta poi in un manicomio francese nel 1923.
Entrano nel museo anche illustri autori toscani tra cui Lorenzo Viani, Alberto Magri e Filippo Dobrilla. Si conferma inoltre la presenza di alcuni artisti
esposti nelle precedenti edizioni tra cui Agostino Arrivabene, sublime artefice di incubi e meraviglie, ed Enrico Robusti autore del grande affresco a olio
raffigurante una imbarcazione in preda alla tempesta, a bordo della quale i visitatori incontreranno la vertigine psicologica tipica della sua pittura.
La mostra continua con una selezione di opere d’arte sulla tematica della follia eseguite dal 1700 ai giorni nostri. Tra gli autori: Tranquillo Cremona, Cesare
Tallone, Antonio Mancini, Michele Cammarano, Filippo Cifariello, Vincenzo Gemito, Lorenzo Alessandri, Giovanni Macciotta, Ottavio Mazzonis, Vincenzo
Claps, Pietro Ghizzardi, Raimondo Lorenzetti, Gaetano Pesce, Ernesto Lamagna, Luca Crocicchi, Luigi Serafini, Alessandro Papetti, Marilena Manzella, Vincenzo Baldini, Sandro Bettin, Nicola Sferruzza, Gaspare
Palazzolo, Gianni Lucchesi, Ulderica Da Pozzo, Eliana Petrizzi, Studio Azzurro – e ancora tanti autori, e tante opere che avrete modo di incontrare in questo
viaggio, pensato per chi ha voglia di lasciare da parte la ragione per ritrovare, finalmente, la follia.
«Nella storia dell'arte, anche prima dei casi clamorosi di Van Gogh e di Ligabue, molti sono gli artisti la cui mente è attraversata dal turbamento, che si esprimono in una lingua visionaria e allucinata. Ognuno di loro ha una storia, una dimensione che non si misura con la realtà, ma con il sogno» dichiara il curatore della mostra Vittorio Sgarbi.
«L’iniziativa, patrocinata dalla Città di Lucca – afferma il sindaco Alessandro Tambellini – rappresenta il principale avvenimento culturale del 2019. Sono
particolarmente soddisfatto perché questa mostra fa dialogare artisti contemporanei con grandi testimoni del passato fra i quali anche Mario Tobino
e Lorenzo Viani».
Grazie al lavoro svolto dalla giornalista d’arte e editore lucchese Franca Severini, la quale segue dal 2018 le relazioni esterne di Contemplazioni, il progetto ha ottenuto il pieno appoggio da parte di prestigiose realtà del territorio (Martinelli Luce, Manifatture del Sigaro Toscano, Apuana Marmi, Eurovast con Fior di Carta, Guidi Gino S.p.A., Del Debbio S.p.A., Vando Battaglia
Costruzioni, Baldassari, Banca del Monte di Lucca, Kairos - Julius Baer Group company, Villa Santo Stefano, Edda Berg, Gobbetto, e QN La Nazione).
La mostra vanta inoltre il sostegno di RDS - Radio Dimensione Suono, emittente radiofonica tra le più seguite a livello nazionale. Voce straordinaria
per un progetto fuori dall’ordinario. I visitatori che sceglieranno il treno per raggiungere il Museo della Follia, riceveranno uno sconto speciale sul biglietto intero. Questa è l’intesa che Trenitalia – vettore ufficiale della mostra – ha riservato ai propri viaggiatori
(info su: www.trenitalia.com).
Il Museo della Follia ha promosso la campagna di crowdfunding attraverso la piattaforma Eppela, a sostegno del Nuovo Ospedale dei Bambini della Fondazione Stella Maris, per contribuire alla realizzazione della piscina riabilitativa.
Il Museo della Follia è un progetto di Contemplazioni (www.contemplazioni.it)
26
febbraio 2019
Museo della Follia
Dal 26 febbraio al 18 agosto 2019
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
EX CAVALLERIZZA
Lucca, Via Della Cavallerizza, (Lucca)
Lucca, Via Della Cavallerizza, (Lucca)
Vernissage
26 Febbraio 2019, su invito
Sito web
www.museodellafollia.it
Curatore