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Museum & Misterium
Nove nuclei di artisti, contemporaneamente e in luoghi
diversi del Museo, daranno vita al Mistero dell’Arte.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Ormai da molto tempo l’arte contemporanea ha reso il corpo
dell’artista materia e sostrato esclusivo della propria stessa esistenza.
Egualmente possiamo affermare anche che l’artista ha fatto di sé
stesso la propria opera d’arte, opera vivente e mutevole come sono
le evoluzioni dell’esistere.
Opere d’arte dunque in continua metamorfosi e in permanente
gareggiare con le metamorfosi della vita, simili nel loro accadere
alla rappresentazione soggetta alle leggi del teatro, ma da esso
divergenti per l’assoluta identificazione tra artista e opera. Il Mistero
di questa identificazione viene registrato dal Museo come percorso
dell’opera e dell’artista verso il fruitore: la proposta di questo
allestimento è pertanto un’occasione straordinaria per incontrarsi
con ben nove nuclei di artisti che contemporaneamente e in luoghi
diversi del Museo daranno vita a questo particolare Mistero dell’Arte.
L’ambientazione chiaroscurale della sera decembrina aggiungerà
suggestione a suggestione, sia per l’inedito percorso degli spazi
museali sia per l’avvincente presenza dell’azione artistica che si
avvarrà di coinvolgenti supporti multimediali.
LE TRE GRAZIE
Performance di Adolfina De Stefani interpretata da
Silvia Benetti, Anita Dalla Benetta, Denise Piva
Tra un delicato chiaroscuro di luce e di ombra, le movenze
e il frusciare dei veli in cui danzano le tre figure femminili,
archetipi delle Grazie, triade di divinità che nella mitologia
greco-romana rappresentavano la castità, la bellezza e l’amore, ma anche la
gioia e l’arte, spesso accompagnandosi a Venere ed Eros, ad Apollo e alle
Muse, rapiscono gli astanti nell’estasi pura, visionaria e concettuale della loro
simbologia.
La forte carica di femminilità e di desiderio che caratterizza la performance
viene resa con raffinatezza ed efficacia dall’impalpabile levità ed eleganza
delle vesti e viene incarnata dall’armonia dei movimenti che alludono alla
purezza dell’amore e alle felicità della vita cui le Grazie, figlie di Zeus, sono
preposte, presiedendo alle danze e ai banchetti, dove, per dare letizia agli dei
e agli uomini, le giovani bellissime vergini danzano abbracciate in cerchio.
DERETINATURA
Performance di ABUSERS collective: ● autonomia
elettronica ● I.D.G.A + BNTMRC77 ● OCEANICMOOD
(elettronic minimal)
ABUSERS è un collettivo di artisti visivi, musicisti e djs uniti nella
sperimentazione elettronica della sintesi tra occhio e orecchio. Il gruppo
prende vita due anni fa quando, durante un workshop sulla musica
elettronica, entrano in contatto i membri del collettivo: Alice, Andrea, Carlo,
Gianluca, Giulio, Isacco, Marco e Mauro. L’incontro di persone provenienti da
diversi ambiti ma uniti nella passione per l’elettronica è proseguito con una
collaborazione che mantiene tuttora la sua iniziale spinta verso la ricerca e la
cooperazione. Cooperazione è una parola centrale per il collettivo, giacché
nell’attuale scenario dell’arte elettronica la produzione artistica passa
inevitabilmente per la condivisione dei saperi e delle idee.
Il collettivo ha organizzato diversi eventi, con workshop gratuiti per la
produzione di video arte e la composizione di musica elettronica, e ha
partecipato come partner ad importanti festival di musica elettronica come
Venice-Europe, Nu-Fest, Me[s]tropolitan, Venecian Industries Festival.
ARMADIO
Performance di Andrea Penzo con Giusi Arimatea
Dal latino “armarium” (deposito di armi), Il nostro armadio,
“contenitore di abiti” per eccellenza, eccezionalmente si veste di rosso. Rosso
di sangue e d’amore. E tinge, contamina. Dopo aver trattenuto per troppo
tempo veleni e posticci antidoti, tirannia e finta libertà, odio e ingannevole
passione, dopo aver affastellato armi e simulato la decontaminazione,
fraudolenta anch’essa, di anemiche lacrime. Il fiume purpureo che irrompe
tutto allora travolge. E deturpa il bianco delle vesti come la trasparenza delle
gocce di pianto.
Armadio è l’uomo che reprime se stesso per compiacere agli inammissibili
ciechi meccanismi delle relazioni fabbricate in serie e che per lungo tempo
ha drammatizzato amore e dissimulato odio. Fabbro d’armi per elezione
e mercante per scelta, ora che le ante del vero Io hanno lasciato fluire
l’inespresso. Affrancato dagli schemi lignei dei legami-ante svende finalmente
le proprie armi verbali agli astanti. Et sanguine pluit…
MELAGRANA
Performance ideata da Adolfina De Stefani e interpretata
dall’attrice Elisa Rampon
”Quando la tua Persefone spicca dal melagrano infernale il
frutto gravido per aprirlo, v’è pur nel suo gesto di cupidigia qualche cosa
di mistico poiché ella infatti nel fendere la scorza per mangiare i granelli
inconsapevole determinerà il suo destino” (Gabriele D’Annunzio, Il fuoco).
Fin dall’antichità e in diverse culture, simbolo di fertilità, abbondanza e
longevità, ma anche di resurrezione e amore ardente, la melagrana è il frutto
proibito, in bilico, come narra il mito di Persefone, tra la vita e la morte, il
frutto che racchiude l’energia incoercibile dell’eros donando il proprio succo
nascosto quale prezioso e potente afrodisiaco.
La figura della performer si offre agli astanti in una apparizione che mescola
il gioco erotico dei chicchi rossi e succosi della melagrana all’espressione
interpretativa del simbolo mediante la corporeità e la vocalità recitante, da cui
traboccano le emozioni che suscita il coinvolgimento nel rito. Forza, unione,
fecondazione scaturiscono da tale simbolo accendendo il frutto rubino e i suoi
riverberi come un denso fuoco, aperto ai segreti dell’alchimia dell’essere.
NUOVE NATURE MORTE
Performance e video installazione di Antonello
Mantovani
con la collaborazione di Cristina Campanari e
Tania Borin
“Nuove nature morte” vuole proporre un osservatorio
pubblico intorno all’ansia generale nei confronti dei mutamenti della terra e
dei suoi cicli vitali e climatici, una riflessione sullo stato di emergenza della
natura e sulla capacità o incapacità dell’uomo di reagire a tutto questo.
L’espressione “natura morta” indica in generale la rappresentazione
pittorica di oggetti inanimati e parte da un’osservazione “statica” di tale
natura che l’artista riproduce esattamente come i suoi occhi vedono. E’ un
intervento concepito come un osservatorio pubblico, dove chiunque potrà
agire all’intervento performativo per portare l’interesse verso un’attenta
osservazione, cercando di leggere le relazioni che legano gli elementi e che
permettono o caratterizzano la comunicazione tra arte e natura, tra agire e
subire, tra artista e spettatore.
Antonello Mantovani lavora sui significati concettuali di perimetro dove
le parole si sovrappongono alla simbiosi tra l’umano e il vegetale in una
creazione visiva e mentale di movimento e di forme.
ELOGIO DELL’ASSENZA
Performance di Fulgor Silvi
La tecnica performativa di Silvi è ricca di staticità e
di silenzi, ponendosi come l’estremità più pensosa,
rigorosa dell’ambito entro cui si estende il panorama
dell’arte effimera.
Il niente, il vuoto, l’assenza sono gli elementi costanti
nell’opera dell’artista, intorno ai quali egli indaga
con risultati di grande efficacia creativa. Tali elementi sono rappresentati nel
contesto della performance lavoro dal colore nero che in realtà è un non
colore, l’assenza del colore.
In contrasto con questo azzeramento di identità è l’azione che l’artista esegue
e che attraversa tutta la serata, incrociando ed anche disturbando le altre
azioni. E’ però un contrasto apparente: il colore è solo un aggancio visivo e
l’azione, infantile e fine a se stessa, è un’ulteriore declinazione dell’assenza.
CENSURED
ANCHE LE PAROLE UCCIDONO
Video-performance del GRUPPO SINESTETICO
(Matteo Albertin, Antonio Sassu, Gianluca
Scordo)
L’attività artistica in cui si è impegnato fin dalla sua costituzione (che
risale al 1999) il Gruppo Sinestetico è ispirata a realizzare, attraverso la
contaminazione e la sinergia dei linguaggi espressivi, quel supremo esito di
“arte totale” al quale guardarono le grandi avanguardie d’inizio Novecento,
primo fra tutte il Futurismo. In tal senso si sono infatti espressi nel manifesto
di costituzione i fondatori del Gruppo, tra cui gli attuali componenti di esso,
dichiarando essere il loro obiettivo “la stimolazione dei 5 (6) sensi umani e la
creazione di un’opera d’arte totale” attraverso un ambizioso superamento dei
“tentativi fatti in passato e utilizzando l’esperienza di questi, senza soffermarsi
unicamente al fondamentale rapporto tra Colore/Suono, ma estendendo
i livelli di percezione ad altre forme espressive”. Tali forme vengono di
volta individuate dal Gruppo “in maniera sinestetica” cioè utilizzando per
la creazione artistica un complesso di tecniche e di prassi che vanno dalla
performance al video, dalla fotografia all’installazione, all’azione sonora,
all’immagine fissa.
Le due video-performance sono incentrate la prima sull’uomo nella sua
quotidianità, vessato da abusi e prepotenze, la seconda sui terribili flagelli
della guerra e dell’oppressione che affliggono oggi l’umanità, lasciando
allo spettatore un’area di interpretazione e di scelta rispetto ai messaggi
dell’opera.
DÉJEUNER SUR L’HERBE
Performance di Adolfina De Stefani con la
collaborazione di Gaia Zebellin, MANOPOLO
(Manuel Chiesa), Marco Noaro
Nell’azione performativa viene ricostruita la scena
del celebre dipinto di Edouard Manet “Le déjeuner
sur l’herbe” (1863) con un decisivo stravolgimento del
ruolo dei personaggi. L’immagine della donna nuda
che nel famoso quadro osserva chi guarda l’opera con
atteggiamento oscillante fra indifferenza e innocenza
viene sostituita nell’effimero accadimento della
performance con un corpo nudo maschile.
Contestualmente le due figure maschili del quadro, di cui uno giovane e
l’altro più maturo, che dialogano serenamente noncuranti della nudità del
personaggio femminile, si trasformano nell’azione performatrice in donne che
conversano tranquillamente accanto al nudo maschile. Sull’erba vengono
adagiati oggetti che ricordano la frutta restituita in chiave ironica. Nell’azione
compare la figura del fruitore che attento sottolinea attraverso un’operazione
di appropriazione dell’opera l’avvenuta trasposizione dal moderno al
contemporaneo.
ASCOLTANDO
Performance e audio-video-installazione di LIIBAAN con
la collaborazione di ANA AMARAL
Elemento essenziale della nostra vita d’oggi è il dialogo e la
comprensione, un bene prezioso per l’intera collettività che
in questa azione/riflessione viene esaltato, indagato e soprattutto ascoltato.
Nella performance i colori si sovrappongono ai suoni lenti e veloci del tempo
che trascorre.
Liibaan è un giovane artista che si interessa da alcuni anni di cultura
strumentale etnica e, attento alle discipline informatiche, sperimenta nel
contempo l’uso dei mezzi multimediali. La sua presenza attiva di artista
della performance è una sottile ricerca nel campo del rumore-suono assunto
come legame inscindibile con il corpo-movimento. Visione-corpo-movimentosuono
sono elementi che entrano in relazione tra loro uniti dalla sensibilità
dell’artista come un lavoro stratificato e intrecciato nel lavoro di gruppo. Dal
2000 è impegnato con il gruppo artistico performativo OPEN, nel cui ambito
ha sviluppato la sua ricerca nel campo della musica sperimentale. Come
performer ha partecipato a molte manifestazioni nazionali ed internazionali.
Durante la serata avrà luogo un’interazione permanente dei
fotografi Daniele Gobbin e Ugo Verza con i performer e con il
pubblico.
dell’artista materia e sostrato esclusivo della propria stessa esistenza.
Egualmente possiamo affermare anche che l’artista ha fatto di sé
stesso la propria opera d’arte, opera vivente e mutevole come sono
le evoluzioni dell’esistere.
Opere d’arte dunque in continua metamorfosi e in permanente
gareggiare con le metamorfosi della vita, simili nel loro accadere
alla rappresentazione soggetta alle leggi del teatro, ma da esso
divergenti per l’assoluta identificazione tra artista e opera. Il Mistero
di questa identificazione viene registrato dal Museo come percorso
dell’opera e dell’artista verso il fruitore: la proposta di questo
allestimento è pertanto un’occasione straordinaria per incontrarsi
con ben nove nuclei di artisti che contemporaneamente e in luoghi
diversi del Museo daranno vita a questo particolare Mistero dell’Arte.
L’ambientazione chiaroscurale della sera decembrina aggiungerà
suggestione a suggestione, sia per l’inedito percorso degli spazi
museali sia per l’avvincente presenza dell’azione artistica che si
avvarrà di coinvolgenti supporti multimediali.
LE TRE GRAZIE
Performance di Adolfina De Stefani interpretata da
Silvia Benetti, Anita Dalla Benetta, Denise Piva
Tra un delicato chiaroscuro di luce e di ombra, le movenze
e il frusciare dei veli in cui danzano le tre figure femminili,
archetipi delle Grazie, triade di divinità che nella mitologia
greco-romana rappresentavano la castità, la bellezza e l’amore, ma anche la
gioia e l’arte, spesso accompagnandosi a Venere ed Eros, ad Apollo e alle
Muse, rapiscono gli astanti nell’estasi pura, visionaria e concettuale della loro
simbologia.
La forte carica di femminilità e di desiderio che caratterizza la performance
viene resa con raffinatezza ed efficacia dall’impalpabile levità ed eleganza
delle vesti e viene incarnata dall’armonia dei movimenti che alludono alla
purezza dell’amore e alle felicità della vita cui le Grazie, figlie di Zeus, sono
preposte, presiedendo alle danze e ai banchetti, dove, per dare letizia agli dei
e agli uomini, le giovani bellissime vergini danzano abbracciate in cerchio.
DERETINATURA
Performance di ABUSERS collective: ● autonomia
elettronica ● I.D.G.A + BNTMRC77 ● OCEANICMOOD
(elettronic minimal)
ABUSERS è un collettivo di artisti visivi, musicisti e djs uniti nella
sperimentazione elettronica della sintesi tra occhio e orecchio. Il gruppo
prende vita due anni fa quando, durante un workshop sulla musica
elettronica, entrano in contatto i membri del collettivo: Alice, Andrea, Carlo,
Gianluca, Giulio, Isacco, Marco e Mauro. L’incontro di persone provenienti da
diversi ambiti ma uniti nella passione per l’elettronica è proseguito con una
collaborazione che mantiene tuttora la sua iniziale spinta verso la ricerca e la
cooperazione. Cooperazione è una parola centrale per il collettivo, giacché
nell’attuale scenario dell’arte elettronica la produzione artistica passa
inevitabilmente per la condivisione dei saperi e delle idee.
Il collettivo ha organizzato diversi eventi, con workshop gratuiti per la
produzione di video arte e la composizione di musica elettronica, e ha
partecipato come partner ad importanti festival di musica elettronica come
Venice-Europe, Nu-Fest, Me[s]tropolitan, Venecian Industries Festival.
ARMADIO
Performance di Andrea Penzo con Giusi Arimatea
Dal latino “armarium” (deposito di armi), Il nostro armadio,
“contenitore di abiti” per eccellenza, eccezionalmente si veste di rosso. Rosso
di sangue e d’amore. E tinge, contamina. Dopo aver trattenuto per troppo
tempo veleni e posticci antidoti, tirannia e finta libertà, odio e ingannevole
passione, dopo aver affastellato armi e simulato la decontaminazione,
fraudolenta anch’essa, di anemiche lacrime. Il fiume purpureo che irrompe
tutto allora travolge. E deturpa il bianco delle vesti come la trasparenza delle
gocce di pianto.
Armadio è l’uomo che reprime se stesso per compiacere agli inammissibili
ciechi meccanismi delle relazioni fabbricate in serie e che per lungo tempo
ha drammatizzato amore e dissimulato odio. Fabbro d’armi per elezione
e mercante per scelta, ora che le ante del vero Io hanno lasciato fluire
l’inespresso. Affrancato dagli schemi lignei dei legami-ante svende finalmente
le proprie armi verbali agli astanti. Et sanguine pluit…
MELAGRANA
Performance ideata da Adolfina De Stefani e interpretata
dall’attrice Elisa Rampon
”Quando la tua Persefone spicca dal melagrano infernale il
frutto gravido per aprirlo, v’è pur nel suo gesto di cupidigia qualche cosa
di mistico poiché ella infatti nel fendere la scorza per mangiare i granelli
inconsapevole determinerà il suo destino” (Gabriele D’Annunzio, Il fuoco).
Fin dall’antichità e in diverse culture, simbolo di fertilità, abbondanza e
longevità, ma anche di resurrezione e amore ardente, la melagrana è il frutto
proibito, in bilico, come narra il mito di Persefone, tra la vita e la morte, il
frutto che racchiude l’energia incoercibile dell’eros donando il proprio succo
nascosto quale prezioso e potente afrodisiaco.
La figura della performer si offre agli astanti in una apparizione che mescola
il gioco erotico dei chicchi rossi e succosi della melagrana all’espressione
interpretativa del simbolo mediante la corporeità e la vocalità recitante, da cui
traboccano le emozioni che suscita il coinvolgimento nel rito. Forza, unione,
fecondazione scaturiscono da tale simbolo accendendo il frutto rubino e i suoi
riverberi come un denso fuoco, aperto ai segreti dell’alchimia dell’essere.
NUOVE NATURE MORTE
Performance e video installazione di Antonello
Mantovani
con la collaborazione di Cristina Campanari e
Tania Borin
“Nuove nature morte” vuole proporre un osservatorio
pubblico intorno all’ansia generale nei confronti dei mutamenti della terra e
dei suoi cicli vitali e climatici, una riflessione sullo stato di emergenza della
natura e sulla capacità o incapacità dell’uomo di reagire a tutto questo.
L’espressione “natura morta” indica in generale la rappresentazione
pittorica di oggetti inanimati e parte da un’osservazione “statica” di tale
natura che l’artista riproduce esattamente come i suoi occhi vedono. E’ un
intervento concepito come un osservatorio pubblico, dove chiunque potrà
agire all’intervento performativo per portare l’interesse verso un’attenta
osservazione, cercando di leggere le relazioni che legano gli elementi e che
permettono o caratterizzano la comunicazione tra arte e natura, tra agire e
subire, tra artista e spettatore.
Antonello Mantovani lavora sui significati concettuali di perimetro dove
le parole si sovrappongono alla simbiosi tra l’umano e il vegetale in una
creazione visiva e mentale di movimento e di forme.
ELOGIO DELL’ASSENZA
Performance di Fulgor Silvi
La tecnica performativa di Silvi è ricca di staticità e
di silenzi, ponendosi come l’estremità più pensosa,
rigorosa dell’ambito entro cui si estende il panorama
dell’arte effimera.
Il niente, il vuoto, l’assenza sono gli elementi costanti
nell’opera dell’artista, intorno ai quali egli indaga
con risultati di grande efficacia creativa. Tali elementi sono rappresentati nel
contesto della performance lavoro dal colore nero che in realtà è un non
colore, l’assenza del colore.
In contrasto con questo azzeramento di identità è l’azione che l’artista esegue
e che attraversa tutta la serata, incrociando ed anche disturbando le altre
azioni. E’ però un contrasto apparente: il colore è solo un aggancio visivo e
l’azione, infantile e fine a se stessa, è un’ulteriore declinazione dell’assenza.
CENSURED
ANCHE LE PAROLE UCCIDONO
Video-performance del GRUPPO SINESTETICO
(Matteo Albertin, Antonio Sassu, Gianluca
Scordo)
L’attività artistica in cui si è impegnato fin dalla sua costituzione (che
risale al 1999) il Gruppo Sinestetico è ispirata a realizzare, attraverso la
contaminazione e la sinergia dei linguaggi espressivi, quel supremo esito di
“arte totale” al quale guardarono le grandi avanguardie d’inizio Novecento,
primo fra tutte il Futurismo. In tal senso si sono infatti espressi nel manifesto
di costituzione i fondatori del Gruppo, tra cui gli attuali componenti di esso,
dichiarando essere il loro obiettivo “la stimolazione dei 5 (6) sensi umani e la
creazione di un’opera d’arte totale” attraverso un ambizioso superamento dei
“tentativi fatti in passato e utilizzando l’esperienza di questi, senza soffermarsi
unicamente al fondamentale rapporto tra Colore/Suono, ma estendendo
i livelli di percezione ad altre forme espressive”. Tali forme vengono di
volta individuate dal Gruppo “in maniera sinestetica” cioè utilizzando per
la creazione artistica un complesso di tecniche e di prassi che vanno dalla
performance al video, dalla fotografia all’installazione, all’azione sonora,
all’immagine fissa.
Le due video-performance sono incentrate la prima sull’uomo nella sua
quotidianità, vessato da abusi e prepotenze, la seconda sui terribili flagelli
della guerra e dell’oppressione che affliggono oggi l’umanità, lasciando
allo spettatore un’area di interpretazione e di scelta rispetto ai messaggi
dell’opera.
DÉJEUNER SUR L’HERBE
Performance di Adolfina De Stefani con la
collaborazione di Gaia Zebellin, MANOPOLO
(Manuel Chiesa), Marco Noaro
Nell’azione performativa viene ricostruita la scena
del celebre dipinto di Edouard Manet “Le déjeuner
sur l’herbe” (1863) con un decisivo stravolgimento del
ruolo dei personaggi. L’immagine della donna nuda
che nel famoso quadro osserva chi guarda l’opera con
atteggiamento oscillante fra indifferenza e innocenza
viene sostituita nell’effimero accadimento della
performance con un corpo nudo maschile.
Contestualmente le due figure maschili del quadro, di cui uno giovane e
l’altro più maturo, che dialogano serenamente noncuranti della nudità del
personaggio femminile, si trasformano nell’azione performatrice in donne che
conversano tranquillamente accanto al nudo maschile. Sull’erba vengono
adagiati oggetti che ricordano la frutta restituita in chiave ironica. Nell’azione
compare la figura del fruitore che attento sottolinea attraverso un’operazione
di appropriazione dell’opera l’avvenuta trasposizione dal moderno al
contemporaneo.
ASCOLTANDO
Performance e audio-video-installazione di LIIBAAN con
la collaborazione di ANA AMARAL
Elemento essenziale della nostra vita d’oggi è il dialogo e la
comprensione, un bene prezioso per l’intera collettività che
in questa azione/riflessione viene esaltato, indagato e soprattutto ascoltato.
Nella performance i colori si sovrappongono ai suoni lenti e veloci del tempo
che trascorre.
Liibaan è un giovane artista che si interessa da alcuni anni di cultura
strumentale etnica e, attento alle discipline informatiche, sperimenta nel
contempo l’uso dei mezzi multimediali. La sua presenza attiva di artista
della performance è una sottile ricerca nel campo del rumore-suono assunto
come legame inscindibile con il corpo-movimento. Visione-corpo-movimentosuono
sono elementi che entrano in relazione tra loro uniti dalla sensibilità
dell’artista come un lavoro stratificato e intrecciato nel lavoro di gruppo. Dal
2000 è impegnato con il gruppo artistico performativo OPEN, nel cui ambito
ha sviluppato la sua ricerca nel campo della musica sperimentale. Come
performer ha partecipato a molte manifestazioni nazionali ed internazionali.
Durante la serata avrà luogo un’interazione permanente dei
fotografi Daniele Gobbin e Ugo Verza con i performer e con il
pubblico.
03
dicembre 2008
Museum & Misterium
03 dicembre 2008
performance - happening
serata - evento
serata - evento
Location
MUSEO CIVICO – VILLA COMUNALE ROBERTO BASSI RATHGEB
Abano Terme, Via Appia Monterosso, 56, (Padova)
Abano Terme, Via Appia Monterosso, 56, (Padova)
Vernissage
3 Dicembre 2008, ore 21
Autore
Curatore