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My Roots can hear the leaves grow
Una mostra che vuole celebrare le misteriose forze di Madre Terra e le sue creazioni, la natura come dispensatrice e distruttrice di vita. Osservando questi lavori ci tornerà alla mente la famosa frase di Albert Einstein “Guardate nel profondo della natura e allora capirete meglio tutto”
Comunicato stampa
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Comunicato Stampa
MY ROOTS CAN HEAR THE LEAVES GROW
A cura di Ursula Hawlitschka
Lucilla Candeloro, Nicholas William Johnson, Francesca Longhini, Luigia Martelloni, Jorge Mayet, Dmitri Obergfell, Luca Padroni, Alia Scalvini
12 Novembre – 23 Dicembre 2015
Inaugurazione: Giovedì, 12 Novembre 2015, 18,30-20,30
Montoro12 Contemporary Art è felice di presentare il lavoro di otto artisti contemporanei internazionali che esplorano le misteriose forze di Madre Terra e le sue creazioni. Questi artisti utilizzano una grande varietà di tecniche, compreso il ricorso a risorse naturali come corteccia, rami o estratti di piante. Alcuni di essi affondano la loro ricerca nell’esplorazione dei processi della natura, altri rappresentano alberi, montagne e altri elementi, che possono anche essere visti come metafora del ciclo della vita, nascita, crescita e morte o anche per l’inconscio. Mentre guardiamo questi lavori possiamo ricordare la famosa frase di Albert Einstein “Guardate nel profondo della natura, e allora capirete meglio tutto”.
La natura come nostra maestra, cura e dispensatrice di vita ha sempre giocato un ruolo importante nell’arte. La rappresentazione pittorica dei paesaggi, come genere, ha avuto origine nel 17° secolo, il 18° secolo ha visto la natura divenire sorgente di illuminazione, culminando nel richiamo di Jean-Jaques Rousseau “ritorno alla natura” e nella descrizione della natura sublime tanto ammirata dai Romantici del 19° secolo. Proprio mentre l’ambiente è minacciato come mai prima d’ora, gli artisti contemporanei sono interessati alla natura come veicolo per esprimere emozioni, flussi costanti di cambiamenti e memoria, ma anche per esprimere semplicemente il potere di Madre Terra, creatrice e distruttrice di vita.
“Form of Life” di Dmitri Obergfell (1986, Denver, USA) è una scultura che rappresenta Pangea, la terra come era prima che si formassero i continenti. Questa è l’origine del mondo come oggi lo conosciamo, l’antico supercontinente visto dall’alto nei suoi colori cangianti.
Luca Padroni (1973, Roma) rappresenta montagne disadorne o ghiacciate, crateri di vulcani,
l’oscurità dopo un eruzione – forze della natura che richiamano la creazione e l’origine della terra e della vita, e che alludono anche ai territori dell’inconscio. Lucilla Candeloro (1978, Lanciano) ci riporta nel suo lavoro “Ursprung”, la parola tedesca per origine o sorgente, alla nozione di radice. Le radici sono la parte invisibile di ogni pianta, la loro connessione al nutrimento e la loro sicurezza.
Jorge Mayet (1962, L’Avana, Cuba, vive e lavora a Palma di Maiorca) realizza sculture che ricostruiscono alberi miniaturizzati, solitamente sradicati, con la terra e le radici ancora attaccate, in molti casi in ricordo dei paesaggi della sua terra d’origine. Gli alberi sono mostrati intatti, come simbolo di integrità, forza e capacità di recupero. Gli alberi di Cuba sono anche associati con simbolici misticismi e rituali spirituali, la linfa degli alberi che da la vita agli esseri umani. Nicholas iWilliam Johnson (1982, Hawaii, USA, vive e lavora a Londra) è ispirato dalla pittura romantica del 19° secolo – la natura come sublime, ma anche come declino e morte. I suoi quadri carichi di colore ci ricordano la giungla e le terre selvagge, una natura incontaminata. Montoro12 Contemporary Art è felice di mostrare il lavoro dell’artista in Italia per la prima volta. Francesca Longhini (1985, Brescia) riflette sui costanti ed alle volte inaspettati cambiamenti nella natura e sui suoi effetti nella nostra vita. Utilizza, per approfondire la sua ricerca, un alfabeto verde - bianco - grafite, e vari materiali quali anche il legno. Alia Scalvini (1980, Castiglione delle Stiviere) ha realizzato una serie di nuovi lavori appositamente per questa mostra, nei quali contempla la soglia tra ciò che si mostra e ciò che è nascosto dalla terra (le piante che crescono in entrambe le direzioni) e sperimenta l’utilizzo di colori derivati da thè, piante velenose e erbe, evocando la nutrizione così come l’avvelenamento. Luigia Martelloni (nata a Roma, vive e lavora a Los Angeles, USA) esplora la natura con le sue fotografie, sculture e installazioni. I lavori per questa mostra trasmettono la bellezza e la forza dell’albero in tutte le sue manifestazioni, dalla corteccia fino alle pagine sbiancate di un libro.
Tutti gli artisti presenti in mostra esprimono un profondo rispetto di Madre Terra e contribuiscono ad una imponente dimostrazione della forza della natura.
MY ROOTS CAN HEAR THE LEAVES GROW
A cura di Ursula Hawlitschka
Lucilla Candeloro, Nicholas William Johnson, Francesca Longhini, Luigia Martelloni, Jorge Mayet, Dmitri Obergfell, Luca Padroni, Alia Scalvini
12 Novembre – 23 Dicembre 2015
Inaugurazione: Giovedì, 12 Novembre 2015, 18,30-20,30
Montoro12 Contemporary Art è felice di presentare il lavoro di otto artisti contemporanei internazionali che esplorano le misteriose forze di Madre Terra e le sue creazioni. Questi artisti utilizzano una grande varietà di tecniche, compreso il ricorso a risorse naturali come corteccia, rami o estratti di piante. Alcuni di essi affondano la loro ricerca nell’esplorazione dei processi della natura, altri rappresentano alberi, montagne e altri elementi, che possono anche essere visti come metafora del ciclo della vita, nascita, crescita e morte o anche per l’inconscio. Mentre guardiamo questi lavori possiamo ricordare la famosa frase di Albert Einstein “Guardate nel profondo della natura, e allora capirete meglio tutto”.
La natura come nostra maestra, cura e dispensatrice di vita ha sempre giocato un ruolo importante nell’arte. La rappresentazione pittorica dei paesaggi, come genere, ha avuto origine nel 17° secolo, il 18° secolo ha visto la natura divenire sorgente di illuminazione, culminando nel richiamo di Jean-Jaques Rousseau “ritorno alla natura” e nella descrizione della natura sublime tanto ammirata dai Romantici del 19° secolo. Proprio mentre l’ambiente è minacciato come mai prima d’ora, gli artisti contemporanei sono interessati alla natura come veicolo per esprimere emozioni, flussi costanti di cambiamenti e memoria, ma anche per esprimere semplicemente il potere di Madre Terra, creatrice e distruttrice di vita.
“Form of Life” di Dmitri Obergfell (1986, Denver, USA) è una scultura che rappresenta Pangea, la terra come era prima che si formassero i continenti. Questa è l’origine del mondo come oggi lo conosciamo, l’antico supercontinente visto dall’alto nei suoi colori cangianti.
Luca Padroni (1973, Roma) rappresenta montagne disadorne o ghiacciate, crateri di vulcani,
l’oscurità dopo un eruzione – forze della natura che richiamano la creazione e l’origine della terra e della vita, e che alludono anche ai territori dell’inconscio. Lucilla Candeloro (1978, Lanciano) ci riporta nel suo lavoro “Ursprung”, la parola tedesca per origine o sorgente, alla nozione di radice. Le radici sono la parte invisibile di ogni pianta, la loro connessione al nutrimento e la loro sicurezza.
Jorge Mayet (1962, L’Avana, Cuba, vive e lavora a Palma di Maiorca) realizza sculture che ricostruiscono alberi miniaturizzati, solitamente sradicati, con la terra e le radici ancora attaccate, in molti casi in ricordo dei paesaggi della sua terra d’origine. Gli alberi sono mostrati intatti, come simbolo di integrità, forza e capacità di recupero. Gli alberi di Cuba sono anche associati con simbolici misticismi e rituali spirituali, la linfa degli alberi che da la vita agli esseri umani. Nicholas iWilliam Johnson (1982, Hawaii, USA, vive e lavora a Londra) è ispirato dalla pittura romantica del 19° secolo – la natura come sublime, ma anche come declino e morte. I suoi quadri carichi di colore ci ricordano la giungla e le terre selvagge, una natura incontaminata. Montoro12 Contemporary Art è felice di mostrare il lavoro dell’artista in Italia per la prima volta. Francesca Longhini (1985, Brescia) riflette sui costanti ed alle volte inaspettati cambiamenti nella natura e sui suoi effetti nella nostra vita. Utilizza, per approfondire la sua ricerca, un alfabeto verde - bianco - grafite, e vari materiali quali anche il legno. Alia Scalvini (1980, Castiglione delle Stiviere) ha realizzato una serie di nuovi lavori appositamente per questa mostra, nei quali contempla la soglia tra ciò che si mostra e ciò che è nascosto dalla terra (le piante che crescono in entrambe le direzioni) e sperimenta l’utilizzo di colori derivati da thè, piante velenose e erbe, evocando la nutrizione così come l’avvelenamento. Luigia Martelloni (nata a Roma, vive e lavora a Los Angeles, USA) esplora la natura con le sue fotografie, sculture e installazioni. I lavori per questa mostra trasmettono la bellezza e la forza dell’albero in tutte le sue manifestazioni, dalla corteccia fino alle pagine sbiancate di un libro.
Tutti gli artisti presenti in mostra esprimono un profondo rispetto di Madre Terra e contribuiscono ad una imponente dimostrazione della forza della natura.
12
novembre 2015
My Roots can hear the leaves grow
Dal 12 novembre al 23 dicembre 2015
arte contemporanea
Location
MONTORO 12
Roma, Via Di Montoro, 12, (Roma)
Roma, Via Di Montoro, 12, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a Sabato ore 15 - 19
Vernissage
12 Novembre 2015, ore 18,30
Autore
Curatore