Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Myriam Gravina – Speculazione sulla psyche
La presenza dello “specchio” o “speculum” ha suggerito la parola correlata, “speculazione”, che nel tempo è andata ad assumere una accezione diversa dell’originaria, che implicava l’osservazione delle stelle proprio tramite uno specchio. Rischiando il gioco di parole, quella di Myriam Gravina è una speculazione sullo specchio
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Speculazione” e “psiche” sono termini che più si addicono ai repertori intellettuali che a quelli della prassi artistica, ma, in verità, i due termini ci sono stati suggeriti proprio della visione dell’ultimo ciclo di opere di Myriam Gravina. Si tratta di un ciclo caratterizzato dalla presenza di frammenti di specchio, variamente composti sulla superficie del dipinto ed accompagnati da interventi pittorici in cui predominano le tonalità del nero,del bianco e dell’oro.
La presenza dello “specchio” o “speculum” ha suggerito la parola correlata, “speculazione”, che nel tempo è andata ad assumere una accezione diversa dell’originaria, che implicava l’osservazione delle stelle proprio tramite uno specchio. Rischiando il gioco di parole, quella di Myriam Gravina è una speculazione sullo specchio. Questo oggetto riflettente, da sempre, è stato caricato di simboli: dal mondo islamico a quello taoista, da quello greco, con particolare riferimento a Platone ed a Plotino, a quello dei teologi cristiani come Sant’Atanasio.
Lo specchio lucido e levigato, simbolo di saggezza, aiuta ad accedere alla conoscenza profonda della verità che in esso si rispecchia. La “Saggezza del Grande Specchio”, del buddismo tibetano, insegna il “segreto supremo” che è la vacuità del mondo; infatti ciò che si riflette, mutando in continuazione, è immagine puntuale dell’inconsistenza delle cose del mondo. Lo specchio, che nel suo microcosmo è immagine del macrocosmo che in esso si riflette, in alcune culture è anche simbolo della Luna che riflette la luce del Sole. Lo specchio rotto è poi collegato a superstizioni radicate, secondo le quali porterebbe sette anni di guai. Per effetto di magia simpatica, infatti, spezzando l’immagine riflessa se ne spezzerebbe l’integrità.
Nel caso dell’opera della Gravina, tuttavia, anche per fugare le apprensioni dei superstiziosi, lo specchio non è casualmente rotto, implicando il concetto di destino, ma viene provocatoriamente spezzato dall’artista per la sua progettualità estetica. L’esito, che consiste nella giustapposizione dei frammenti in una ricostruzione preordinata, crea una superficie riflettente complessa e “altra” che, a sua volta, si pone in gioco con la realtà circostante, in primo luogo con il supporto materico-cromatico. E qui entra il gioco il colore, non a caso con prevalenza di nero e di oro ovvero, simbolicamente, di luce e della sua sottrazione nelle tenebre.
Ma quale è il fine ultimo di questo complesso operato? Cercare di fare di ciascuna opera un momento di “riflessione” per la psiche. Anche qui il linguaggio ci aiuta perché lo stesso termine di “riflessione” implica la presenza oggettiva di uno speculum. Ed ancora al concetto di psiche si agganciano molte delle argomentazioni inerenti allo speculum. Ricordiamo, per inciso, che psiche è il nome di uno specchio basculante. La psiche è l’insieme delle funzioni percettive, sentimentali e mentali dell’individuo. La psiche è insieme l’io, l’es ed il super-io, è la nostra stessa essenza che cerchiamo, in primo luogo, di comprendere per riuscire a vivere meglio con noi stessi. E, nella difficoltà di riuscire a capirci, cerchiamo di sezionare la nostra psiche per comprenderla, frammento per frammento, per poi ricomporre, ove possibile, il tutto, in un insieme armonico.
Myriam Gravina ha compiuto proprio questa operazione nelle opere del ciclo “Speculazione sulla psiche”. Tra le tante, ognuno può ritrovare quella a sé più congeniale, in un percorso che è prima di tutto nell’interiorità, ma che utilizza l’opera d’arte come linea guida.
Myriam Gravina è pittrice che in questi ultimi anni ha compiuto un cammino formidabile: partita da una figurazione di superficie, è andata sempre più investigando nei territori dell’arte e della ricerca, obbligandosi in uno studio, sia sui materiali sia, soprattutto, su se stessa, fino a raggiungere esiti di grande suggestione e profondità. L’ultimo ciclo rappresenta, pertanto, un approdo di grande impegno che la colloca tra le personalità significative di questo cambiamento di secolo.
Stefania Severi
La presenza dello “specchio” o “speculum” ha suggerito la parola correlata, “speculazione”, che nel tempo è andata ad assumere una accezione diversa dell’originaria, che implicava l’osservazione delle stelle proprio tramite uno specchio. Rischiando il gioco di parole, quella di Myriam Gravina è una speculazione sullo specchio. Questo oggetto riflettente, da sempre, è stato caricato di simboli: dal mondo islamico a quello taoista, da quello greco, con particolare riferimento a Platone ed a Plotino, a quello dei teologi cristiani come Sant’Atanasio.
Lo specchio lucido e levigato, simbolo di saggezza, aiuta ad accedere alla conoscenza profonda della verità che in esso si rispecchia. La “Saggezza del Grande Specchio”, del buddismo tibetano, insegna il “segreto supremo” che è la vacuità del mondo; infatti ciò che si riflette, mutando in continuazione, è immagine puntuale dell’inconsistenza delle cose del mondo. Lo specchio, che nel suo microcosmo è immagine del macrocosmo che in esso si riflette, in alcune culture è anche simbolo della Luna che riflette la luce del Sole. Lo specchio rotto è poi collegato a superstizioni radicate, secondo le quali porterebbe sette anni di guai. Per effetto di magia simpatica, infatti, spezzando l’immagine riflessa se ne spezzerebbe l’integrità.
Nel caso dell’opera della Gravina, tuttavia, anche per fugare le apprensioni dei superstiziosi, lo specchio non è casualmente rotto, implicando il concetto di destino, ma viene provocatoriamente spezzato dall’artista per la sua progettualità estetica. L’esito, che consiste nella giustapposizione dei frammenti in una ricostruzione preordinata, crea una superficie riflettente complessa e “altra” che, a sua volta, si pone in gioco con la realtà circostante, in primo luogo con il supporto materico-cromatico. E qui entra il gioco il colore, non a caso con prevalenza di nero e di oro ovvero, simbolicamente, di luce e della sua sottrazione nelle tenebre.
Ma quale è il fine ultimo di questo complesso operato? Cercare di fare di ciascuna opera un momento di “riflessione” per la psiche. Anche qui il linguaggio ci aiuta perché lo stesso termine di “riflessione” implica la presenza oggettiva di uno speculum. Ed ancora al concetto di psiche si agganciano molte delle argomentazioni inerenti allo speculum. Ricordiamo, per inciso, che psiche è il nome di uno specchio basculante. La psiche è l’insieme delle funzioni percettive, sentimentali e mentali dell’individuo. La psiche è insieme l’io, l’es ed il super-io, è la nostra stessa essenza che cerchiamo, in primo luogo, di comprendere per riuscire a vivere meglio con noi stessi. E, nella difficoltà di riuscire a capirci, cerchiamo di sezionare la nostra psiche per comprenderla, frammento per frammento, per poi ricomporre, ove possibile, il tutto, in un insieme armonico.
Myriam Gravina ha compiuto proprio questa operazione nelle opere del ciclo “Speculazione sulla psiche”. Tra le tante, ognuno può ritrovare quella a sé più congeniale, in un percorso che è prima di tutto nell’interiorità, ma che utilizza l’opera d’arte come linea guida.
Myriam Gravina è pittrice che in questi ultimi anni ha compiuto un cammino formidabile: partita da una figurazione di superficie, è andata sempre più investigando nei territori dell’arte e della ricerca, obbligandosi in uno studio, sia sui materiali sia, soprattutto, su se stessa, fino a raggiungere esiti di grande suggestione e profondità. L’ultimo ciclo rappresenta, pertanto, un approdo di grande impegno che la colloca tra le personalità significative di questo cambiamento di secolo.
Stefania Severi
09
marzo 2007
Myriam Gravina – Speculazione sulla psyche
Dal 09 al 24 marzo 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA RADICE
Roma, Via Dei Quattro Cantoni, 9, (Roma)
Roma, Via Dei Quattro Cantoni, 9, (Roma)
Orario di apertura
dal martedi al sabato 16.30-19
Vernissage
9 Marzo 2007, ore 18,30
Autore