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Nais – Costellazioni
Disegnando un’insolita mappa dello spazio siderale con opere vibranti di colore, Nais si confronta con l’infinito spazio del cielo, in dialogo con i movimenti dell’aria, con la rappresentazione dei segni zodiacali e con il pulsare delle stelle delle carte dei Tarocchi.
Comunicato stampa
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E’ difficile sottrarsi al fascino del cielo. Non esiste essere umano che non abbia, almeno per una volta, contemplato, implorato o interrogato l’infinita vastità dello spazio celeste, imprimendo alla propria mente e al proprio cuore una vibrante accelerazione.
Leopardi non ha potuto resistere al desiderio di spingere lo sguardo oltre l’orizzonte, perché nonostante la vertigine di paura dettata dall’ignoto, il poeta di Recanati aveva sempre trovato nelle stelle le fedeli e vaghe compagne della sua solitudine.
Come scrive al fratello Theo, Vincent Van Gogh nelle lunghe notti arlesiane spesso usciva a dipingere gli astri celesti, nel tentativo di addolcire il moto implacabile dei suoi pensieri.
Zinaida Gippius, poetessa russa del Novecento, avverte il cielo come un ventre cavo attraversato da un segno luminoso e irrorato dal colore ed è forse questa la visione che meglio si avvicina all’interpretazione pittorica dello spazio siderale dato da Nais, giovane artista milanese cresciuta nel mondo della street art.
Il cielo è fatto d’aria e dall’aria prende avvio la mostra: Aria è una fanciulla ondeggiante e sottile che, nelle sue viscere trasparenti fatte di tulle, possiede il segreto di una chiave in grado di dar voce all’immaginazione e di liberare le stelle, tenute prigioniere a terra in gabbie lattiginose.
Le figure femminili sono protagoniste nella poetica di Nais: delicate eppure sicure, sensuali ma anche potenti, esprimono una forza sottile, che sembra nascere dall’ancestrale consapevolezza di essere coloro che, accogliendo i contrasti, hanno il delicato compito d’incanalare le molteplici correnti dell’esistenza.
In Le Stelle, opera in cui l’artista interpreta la diciassettesima carta dei Tarocchi, la giovane donna che generosamente versa il suo dono liquido sia nell’acqua, sia sulla terra, porta in sé il seme di entrambi questi elementi: nella sua chioma fluente infatti il verde e l’azzurro di cielo e acqua s’intrecciano con il marrone e il giallo, ovvero le brune striature del suolo.
Lo stile dell’artista, sinuoso e fluente nella linea, saturo e potente nel colore, trova compiuta declinazione nelle piccole opere che rappresentano i segni dello Zodiaco.
Per la prima volta, Nais sceglie di contornare le tele con un bordo scuro, sul quale sono vergati i nomi dei singoli segni: la nera cornice, miniaturisticamente trapuntata di bianco, non dà solo unitarietà alla serie, ma si fa anche guscio prezioso che racchiude ed esalta la raffigurazione. Su aerei sfondi nebulizzati (l’artista ha impiegato sempre gli stessi tre colori base, ma miscelati ogni volta in maniera diversa), trovano posto le morbide rotondità dell’abbraccio dei Gemelli, la floreale leggerezza della Vergine, la solidità rocciosa e mascolina del Toro.
Forse perché molto vicino all’universo interiore dell’artista, il segno della Bilancia è tra i più felicemente riusciti: c’è un armonico equilibrio tra la silente rotondità della gestazione e la pienezza della vita che accoglie sorridente anche l’inevitabile consapevolezza della morte.
Non c’è dubbio che, con un linguaggio originale in cui si contaminano arabescate eleganze bidimensionali e sfrenata fantasia cromatica, Nais tesse trame e tende brillanti fili colorati, come quelli immaginari eppure luminosi che sottendono il dialogo fra la maschile tela del Sole e quella pallidamente sognante della Luna, elementi celesti che non possono che custodire, in un piccolo luogo riposto del loro essere, l’essenza dell’altro. Attraverso una piccola finestra, l’artista invita lo spettatore ad entrare in questo luogo magico e a muoversi con divertita libertà fra le trame degli astri che popolano la volta celeste.
Se il concetto di spazio, teso alla misurazione razionale e scientifica, appartiene all’uomo moderno, l’idea di cielo tende invece a proiettarsi nella dimensione dell’antico, del misterioso e dell’infinito, ma con un sottile gioco di rimandi le due dimensioni felicemente s’incontrano nel pennello di Nais e nelle tele che hanno dato vita a questa mostra.
Leopardi non ha potuto resistere al desiderio di spingere lo sguardo oltre l’orizzonte, perché nonostante la vertigine di paura dettata dall’ignoto, il poeta di Recanati aveva sempre trovato nelle stelle le fedeli e vaghe compagne della sua solitudine.
Come scrive al fratello Theo, Vincent Van Gogh nelle lunghe notti arlesiane spesso usciva a dipingere gli astri celesti, nel tentativo di addolcire il moto implacabile dei suoi pensieri.
Zinaida Gippius, poetessa russa del Novecento, avverte il cielo come un ventre cavo attraversato da un segno luminoso e irrorato dal colore ed è forse questa la visione che meglio si avvicina all’interpretazione pittorica dello spazio siderale dato da Nais, giovane artista milanese cresciuta nel mondo della street art.
Il cielo è fatto d’aria e dall’aria prende avvio la mostra: Aria è una fanciulla ondeggiante e sottile che, nelle sue viscere trasparenti fatte di tulle, possiede il segreto di una chiave in grado di dar voce all’immaginazione e di liberare le stelle, tenute prigioniere a terra in gabbie lattiginose.
Le figure femminili sono protagoniste nella poetica di Nais: delicate eppure sicure, sensuali ma anche potenti, esprimono una forza sottile, che sembra nascere dall’ancestrale consapevolezza di essere coloro che, accogliendo i contrasti, hanno il delicato compito d’incanalare le molteplici correnti dell’esistenza.
In Le Stelle, opera in cui l’artista interpreta la diciassettesima carta dei Tarocchi, la giovane donna che generosamente versa il suo dono liquido sia nell’acqua, sia sulla terra, porta in sé il seme di entrambi questi elementi: nella sua chioma fluente infatti il verde e l’azzurro di cielo e acqua s’intrecciano con il marrone e il giallo, ovvero le brune striature del suolo.
Lo stile dell’artista, sinuoso e fluente nella linea, saturo e potente nel colore, trova compiuta declinazione nelle piccole opere che rappresentano i segni dello Zodiaco.
Per la prima volta, Nais sceglie di contornare le tele con un bordo scuro, sul quale sono vergati i nomi dei singoli segni: la nera cornice, miniaturisticamente trapuntata di bianco, non dà solo unitarietà alla serie, ma si fa anche guscio prezioso che racchiude ed esalta la raffigurazione. Su aerei sfondi nebulizzati (l’artista ha impiegato sempre gli stessi tre colori base, ma miscelati ogni volta in maniera diversa), trovano posto le morbide rotondità dell’abbraccio dei Gemelli, la floreale leggerezza della Vergine, la solidità rocciosa e mascolina del Toro.
Forse perché molto vicino all’universo interiore dell’artista, il segno della Bilancia è tra i più felicemente riusciti: c’è un armonico equilibrio tra la silente rotondità della gestazione e la pienezza della vita che accoglie sorridente anche l’inevitabile consapevolezza della morte.
Non c’è dubbio che, con un linguaggio originale in cui si contaminano arabescate eleganze bidimensionali e sfrenata fantasia cromatica, Nais tesse trame e tende brillanti fili colorati, come quelli immaginari eppure luminosi che sottendono il dialogo fra la maschile tela del Sole e quella pallidamente sognante della Luna, elementi celesti che non possono che custodire, in un piccolo luogo riposto del loro essere, l’essenza dell’altro. Attraverso una piccola finestra, l’artista invita lo spettatore ad entrare in questo luogo magico e a muoversi con divertita libertà fra le trame degli astri che popolano la volta celeste.
Se il concetto di spazio, teso alla misurazione razionale e scientifica, appartiene all’uomo moderno, l’idea di cielo tende invece a proiettarsi nella dimensione dell’antico, del misterioso e dell’infinito, ma con un sottile gioco di rimandi le due dimensioni felicemente s’incontrano nel pennello di Nais e nelle tele che hanno dato vita a questa mostra.
28
gennaio 2015
Nais – Costellazioni
Dal 28 gennaio al 25 febbraio 2015
arte contemporanea
Location
STUDIO LOMBARD DCA
Milano, Viale Premuda, 46, (Milano)
Milano, Viale Premuda, 46, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 10-19
Vernissage
28 Gennaio 2015, ore 19.00
Autore