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Nakis Panayotidis – La natura siamo noi
La selezione di opere accuratamente scelte dalla recente produzione dell’artista greco, mette in evidenza attraverso l’uso dei materiali e la rielaborazione di immagini suggestive, la visione immaginifica che oltrepassa ogni diaframma tra l’essere umano e la natura
Comunicato stampa
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Dopo la mostra a Palazzo Ducale a Genova nel 2003, la partecipazione alla XII Biennale di Scultura di Carrara edizione 2006 (inaugurata il 29 Luglio) e in concomitanza con la mostra inaugurata a La Spezia il 21 ottobre presso il CAMec (Centro di Arte moderna e Contemporanea), Tornabuoni Arte presenta per la prima volta a Milano una mostra antologica di NAKIS PANAYOTIDIS dal titolo “La natura siamo noi”.
La selezione di opere accuratamente scelte dalla recente produzione dell’artista greco, mette in evidenza attraverso l’uso dei materiali e la rielaborazione di immagini suggestive, la visione immaginifica che oltrepassa ogni diaframma tra l’essere umano e la natura. In ogni lavoro di Panayotidis, che inizia con la macchina fotografica in esterni per arrivare poi a luoghi reinventati dalla sua percezione in atelier, vive la pratica del dépaysement, come quando l’artista fa scorrere il fiume Aare di Berna tra le pietre della sua amata Serifos o fa esalare nei vapori del sole greco i ghiacciai azzurri dell’ Oberland bernese.
Greco di nascita (Atene 1947), formatosi a Torino nel clima estetico e socialmente motivato dei primi anni Settanta, attivo e residente a Berna, nell’opera di Panayotidis vive il mito di una mediterraneità solare, che riconduce alla figura del navigatore per antonomasia Odisseo. La mitologia dei De Chirico e dei Savinio prosegue negli esiti estetici di questo artista, che innesta un linguaggio estetico contemporaneo su un immaginario potentemente arcaico, che trasforma un “Luogo in Non-luogo” utopico, un Tempo in una Dimensione atemporale. Negli anni Novanta, una lampadina accesa su fondi di tela catramata illumina debolmente sagome di tavoli, sedie, letti, ritagliate in lamine di piombo, ricreando, in modo emotivamente pregnante, con un minimalismo tuttavia di ascendenza concettuale, gli ambienti spogli, ma densi di odori e di umori delle basse case del Pireo.
Nelle sue grandi foto-costruzioni sono le sequenze intermittenti di tubi al neon o lampadine, ora accese ora spente, che riaccendono emotivamente, alla luce del ricordo, il vissuto di vecchie miniere, l’archeologia industriale di fabbriche disattivate, il rigore delle architetture dell’uomo nel solenne respiro della natura, vedute di città portuali, tra cui Genova, Salonicco, Barcellona, Marsiglia, e nelle opere più recenti, su tele emulsionate con interventi pittorici, grandi scorci su fiumi, dove si riflettono conifere nordiche, scie di transatlantici che solcano azzurri mari mediterranei.
Opere di Nakis Panayotidis sono conservate al Kunstmuseum Bern, Berna, nella Hess Collection, Napa Valley, California, nel Museo d’Arte Contemporanea Fondazione Basile & Elisa Goulandris, Andros, Grecia, in collezioni private, nella collezione permanente della Galerie Henze & Ketterer di Wichtrach/Bern, Svizzera.
La selezione di opere accuratamente scelte dalla recente produzione dell’artista greco, mette in evidenza attraverso l’uso dei materiali e la rielaborazione di immagini suggestive, la visione immaginifica che oltrepassa ogni diaframma tra l’essere umano e la natura. In ogni lavoro di Panayotidis, che inizia con la macchina fotografica in esterni per arrivare poi a luoghi reinventati dalla sua percezione in atelier, vive la pratica del dépaysement, come quando l’artista fa scorrere il fiume Aare di Berna tra le pietre della sua amata Serifos o fa esalare nei vapori del sole greco i ghiacciai azzurri dell’ Oberland bernese.
Greco di nascita (Atene 1947), formatosi a Torino nel clima estetico e socialmente motivato dei primi anni Settanta, attivo e residente a Berna, nell’opera di Panayotidis vive il mito di una mediterraneità solare, che riconduce alla figura del navigatore per antonomasia Odisseo. La mitologia dei De Chirico e dei Savinio prosegue negli esiti estetici di questo artista, che innesta un linguaggio estetico contemporaneo su un immaginario potentemente arcaico, che trasforma un “Luogo in Non-luogo” utopico, un Tempo in una Dimensione atemporale. Negli anni Novanta, una lampadina accesa su fondi di tela catramata illumina debolmente sagome di tavoli, sedie, letti, ritagliate in lamine di piombo, ricreando, in modo emotivamente pregnante, con un minimalismo tuttavia di ascendenza concettuale, gli ambienti spogli, ma densi di odori e di umori delle basse case del Pireo.
Nelle sue grandi foto-costruzioni sono le sequenze intermittenti di tubi al neon o lampadine, ora accese ora spente, che riaccendono emotivamente, alla luce del ricordo, il vissuto di vecchie miniere, l’archeologia industriale di fabbriche disattivate, il rigore delle architetture dell’uomo nel solenne respiro della natura, vedute di città portuali, tra cui Genova, Salonicco, Barcellona, Marsiglia, e nelle opere più recenti, su tele emulsionate con interventi pittorici, grandi scorci su fiumi, dove si riflettono conifere nordiche, scie di transatlantici che solcano azzurri mari mediterranei.
Opere di Nakis Panayotidis sono conservate al Kunstmuseum Bern, Berna, nella Hess Collection, Napa Valley, California, nel Museo d’Arte Contemporanea Fondazione Basile & Elisa Goulandris, Andros, Grecia, in collezioni private, nella collezione permanente della Galerie Henze & Ketterer di Wichtrach/Bern, Svizzera.
16
novembre 2006
Nakis Panayotidis – La natura siamo noi
Dal 16 novembre al 10 dicembre 2006
arte contemporanea
Location
TORNABUONI ARTE
Milano, Via Fatebenefratelli, 34, (Milano)
Milano, Via Fatebenefratelli, 34, (Milano)
Autore