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Napoli. La città delle culture
Si svolgerà il secondo appuntamento dell’edizione 2010 de “Il Sabato delle Idee”. L’incontro sarà dedicato al tema “Napoli, la città delle culture” e verrà introdotto dagli interventi di Nicola Oddati, Assessore alla Cultura del Comune di Napoli e Presidente della Fondazione per il Forum delle Culture 2013 e di Marina Vergiani, direttore del Pan.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Fondazione SDN – Istituto di Ricerca Diagnostica e Nucleare
Università degli Studî Suor Orsola Benincasa
Conservatorio di Musica San Pietro a Majella
Fondazione Idis - Città della Scienza
Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
Pan – Palazzo delle Arti di Napoli
Il Sabato delle Idee - Napoli, le Utopie possibili
Sabato 27 Febbraio ore 10:30
“Napoli, la Città delle Culture”
Interviene Edgar Morin
Pan – Palazzo delle Arti di Napoli
Via dei Mille 60, Napoli
Comunicato Stampa
Sabato 27 Febbraio alle ore 10:30 al Pan – Palazzo delle Arti di Napoli (via dei Mille 60, Napoli) si svolgerà il secondo appuntamento dell'edizione 2010 de “Il Sabato delle Idee”.
L’incontro sarà dedicato al tema “Napoli, la città delle culture” e verrà introdotto dagli interventi di Nicola Oddati, Assessore alla Cultura del Comune di Napoli e Presidente della Fondazione per il Forum delle Culture 2013 e di Marina Vergiani, direttore del Pan.
All’incontro, che sarà moderato dal direttore del Tg2 Mario Orfeo, prenderanno parte Salvatore Nastasi, Capo Gabinetto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Commissario straordinario del Teatro San Carlo di Napoli, Giuseppe Galasso, accademico dei Lincei e professore emerito di Storia medievale e moderna all’Università Federico II di Napoli ed Ernesto Galli della Loggia, firma prestigiosa del Corriere della Sera e professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Istituto Italiano di Scienze Umane.
L’intervento di Edgar Morin
La discussione verrà preceduta da un confronto/dialogo tra Edgar Morin, Vittorio Dini, direttore del Dipartimento di Sociologia e di Scienza della politica dell’Università di Salerno ed Oscar Nicolaus, ricercatore dell’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le politiche sociali del Cnr e docente di Psicologia sociale della famiglia all’Università Suor Orsola Benincasa.
In allegato una biografia completa di Edgar Morin.
“La partecipazione di Edgar Morin al Sabato delle Idee – spiega Marco Salvatore, fondatore della Fondazione SDN - rappresenta per noi un motivo di grande soddisfazione, perché il confronto tra le idee di uno dei più grandi pensatori dell’ultimo secolo e quelle degli altri autorevolissimi intellettuali presenti potrà sicuramente rivelarsi produttivo di proposte ed idee utili ad aprire nuovi scenari nella vita culturale di una città come Napoli, che ha un patrimonio culturale di così alto spessore da avere potenzialità, anche produttive, su cui bisogna lavorare ed investire molto di più. E proprio in questa prospettiva la presenza di Salvatore Nastasi, Capo di Gabinetto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che, per altro, ha così ben operato come commissario straordinario del Teatro San Carlo, rappresenta la garanzia del confronto virtuoso, che abbiamo scelto
di avere come tratto distintivo della nostra iniziativa, con gli operatori delle scelte di governo che possono valorizzare in modo concreto le idee che emergono nei nostri incontri”.
L'edizione 2010 de “Il Sabato delle Idee” si svolgerà fino a Giugno ogni ultimo sabato del mese presso le sedi delle sei istituzioni promotrici della manifestazione: la Fondazione SDN, l'Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa, il Pan - Palazzo delle Arti di Napoli, l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici , la Fondazione Idis - Città della Scienza ed il Conservatorio di Musica San Pietro a Majella.
L'edizione 2010 de “Il Sabato delle Idee” è dedicata al tema "Napoli, le Utopie possibili", ossia la sfida della speranza civile, con l’obiettivo di ritrovare, nelle radici storiche, artistiche e culturali della città le ragioni e le idee per un futuro aperto a nuove possibilità. I temi specifici dei sei incontri consentiranno di ragionare di Mezzogiorno con un’agenda concreta di priorità (legalità, lavoro, innovazione e produttività) ma che non perda di vista il buco nero più vistoso: la degenerazione del “legame sociale”, cardine di una società che unisca soggetti ed interessi diversi al servizio del bene comune.
Le Mostre al Pan
In ognuno degli incontri de “Il Sabato delle Idee” al termine dello spazio di discussione ogni istituzione ospitante organizza una mostra del proprio patrimonio artistico, scientifico e culturale e delle proprie attività specificamente rivolte alla partecipazione cittadina ed alla crescita sociale e culturale della città.
Al termine dell'incontro del 27 Febbraio al Pan sarà possibile vistare le mostre “Los impolíticos” e “La metropolitana per il futuro della città".
“Los impolíticos”
E’ una mostra collettiva internazionale, a cura di Laura Bardier, che offre un inedito lavoro di dissezione e analisi, riflettendo su una visione ‘impolitica’ del sentire contemporaneo, e s’inserisce nella linea di programmazione del PAN “Documentazione e Linguaggi del contemporaneo”. Sono in mostra circa quaranta opere di artisti provenienti da paesi come Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Cuba, Guatemala, Messico, Uruguay e Venezuela, dove si condividono – senza escludere proprie peculiarità e regionalismi indispensabili – simili problematiche, ma anche possibili soluzioni e, sopratutto, dove da sempre c’e una costante richiesta di collocazione dei propri orientamenti politici e tendenze ideologiche.
“La metropolitana per il futuro della città”
E’ una mostra di grande suggestione con disegni, foto, rendering, video e plastici, con un percorso che inizia dalle porte di accesso dell’Alta Velocità con le Stazioni di Afragola, Vesuvio Est e Garibaldi, di Zaha Hadid, Philippe Samyn, e Dominique Perrault e quelle di accesso all’aeroporto (la stazione di Capodichino di Richard Rogers) ed al porto (la Stazione Municipio di Alvaro Siza ed Eduardo Souto De Moura). In visione anche i plastici di alcune delle stazioni attualmente in costruzione di Napoli (Chiaia di Uberto Siola, San Pasquale di Boris Podrecca, Università di Karim Rashid, Montesantangelo di Anish Kapoor e Centro Direzionale di Benedetta Miralles Tagliabue), ed il plastico della Stazione di Pompei progettata da Peter Eisenman.
Edgar Morin (nato a Parigi l’8 Giugno del 1921) è uno dei maggiori scienziati viventi. Filosofo, sociologo, scrittore , uomo che ha saputo trarre dalla sua passione e dal suo amore per l'umanità l'antidoto contro ogni cecità, menzogna, arroganza. La sua testimonianza irripetibile sta nell'intreccio irriducibile fra il suo essere ricercatore, scrittore e uomo. La sua opera non si lascia facilmente classificare nelle tradizionali divisioni dei generi, perché contamina molteplici stili e punti di vista.
A partire dagli anni Trenta del secolo scorso fino ai nostri giorni, Edgar Morin non ha mai cessato di esercitare un limpido e sofferto senso critico, prodotto da una feconda cooperazione fra ragione ed emozione, fra lucidità e passione. Nei momenti in cui è sembrato agevole celebrare le magnifiche sorti del genere umano Edgar Morin ha condotto i suoi lettori a toccare con mano i lati oscuri del progresso, mostrando le barbarie, gli asservimenli e le follie che oggi più che mai ci impediscono di vivere in un mondo compiutamente civile.
Di contro, nei passaggi storici più duri e difficili, egli ha saputo infondere nuove speranze nelle menti e nei cuori, affermando che il peggio non era inevitabile, che i giochi non erano fatti, che dal groviglio di tendenze e di controtendenze conflittuali dell'oggi è sempre possibile, e anzi necessario, elaborare prospettive creative per l'indomani.
Al centro della sua elaborazione vi è la rivendicazione di un'indispensabile attività integratrice dei saperi, che abbia come scopo la connessione delle conoscenze, al fine di renderci consapevoli delle loro possibilità e dei loro limiti, nonché dei valori impliciti che veicolano o che dovrebbero veicolare.
È da alcuni decenni che Edgar Morin si dedica all’elaborazione di un metodo della complessità, alla tessitura di reti di conoscenze, con mirabile precisione e vastità di orizzonti ad un tempo. Testimonianza di questa grande avventura intellettuale sono i volumi del Metodo: La natura della natura (1977), La vita della vita (1980), La conoscenza della conoscenza (1986), Le idee (1991), L'identità umana (2001), L'etica (2004-).
Edgar Morin è un degno erede dei filosofi naturali dell'Europa del Cinque-Settecento e prospetta la nascita di una nuova filosofia naturale per far fronte ai problemi sempre più difficili e complessi che la natura stessa ci pone. Il problema di una "scienza con coscienza" è acuito ancor più dalla presenza onnipervasiva delle macchine nella nostra vita quotidiana. Il rischio che egli avverte è che la logica umana, volendo interagire con le macchine, si meccanicizzi essa stessa, e peggio ancora tenda a trattare come macchine gli esseri umani.
Narratore del globale e del locale, del generale e del singolare, Ed-gar Morin non ha mai rifuggito dalle prospettive più aperte, dalle visioni più sintetiche, dai punti di vista più ampi. Ma ha posto la sua attenzione anche sui dettagli più minuti della vita quotidiana, sui modi in cui le idee prendono corpo nei vissuti e nelle esperienze di ogni persona. In lui l'osservazione ha sempre l'auto-osservazione come necessario complemento, in quanto condizione di una ricerca autentica, capace di svelare, prima che negli altri, in se stesso l'origine ricorrente dell'errore e della menzogna. Il vivo del soggetto (1969) e / miei demoni (1994) sono fra gli approdi di questa ricerca, quanto mai rispettosa e quasi commossa rispetto all'ambivalenza della mente e del cuore umani.
Edgar Morin considera le sue radici ebraiche come aperte agli altri grandi filoni costitutivi delle culture europee, laici o religiosi che siano. Si percepisce come un "post-marrano", sulla scia di Montaigne, Cervantes, Spinoza. E vede nel Mediterraneo non già una barriera, ma un'area di sovrapposizione tra i Nord e i Sud del mondo, un laboratorio ove sperimentare (proprio perché difficili) nuove forme di convivenza fra le identità umane. È fautore di un pensiero meridiano che ha una collocazione non geografica ma simbolica, volta a reinterpretare in forme calde, incarnate ed emotive quelle relazioni fra idee, individui e collettività che una cultura e una scienza troppo razionalizzatrici hanno spesso cristallizzato e sterilizzato.
Ancor più radicale ed emblematica del suo intero approccio, è la definizione della condizione umana quale dualità di Homo sapiens/demens: la comprensione anche dei più oscuri abissi della follia e del nonsenso è una via indispensabile per valorizzare e mettere nel giusto contesto i conseguimenti creativi della mente umana, che non sono mai acquisiti e scontati, bensì difficili emergenze attraverso gli innumerevoli conflitti e tensioni tra le molteplici pulsioni ed energie della nostra specie. L'etica non è una conformazione statica, con regole immutabili, bensì è una testimonianza creativa, una scelta di vita coraggiosa e consapevole a favore della speranza e della comunità contro le minacce della morte e del degrado.
Negli ultimi anni, su commissione dell'Unesco e del Ministero francese dell'educazione, Edgar Morin ha dedicato alcune opere a prospettive esplicitamente pedagogiche (La testa benfatta, 1999; Relier les connaissances, 1999; I sette saperi necessari ali'educazione del futuro, 2000), affrontando il problema della riforma dei saperi scolastici e dei modi di trasmissione di questi stessi saperi. Ma proprio questi volumi consentono di rivolgere un nuovo sguardo retrospettivo sulla sua opera, che ci appare oggi come una grande pedagogia per il nuovo cittadino planetario, i cui modi di pensare possano essere all'altezza delle sfide dei nostri tempi, sempre più complesse e diversificate.
Università degli Studî Suor Orsola Benincasa
Conservatorio di Musica San Pietro a Majella
Fondazione Idis - Città della Scienza
Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
Pan – Palazzo delle Arti di Napoli
Il Sabato delle Idee - Napoli, le Utopie possibili
Sabato 27 Febbraio ore 10:30
“Napoli, la Città delle Culture”
Interviene Edgar Morin
Pan – Palazzo delle Arti di Napoli
Via dei Mille 60, Napoli
Comunicato Stampa
Sabato 27 Febbraio alle ore 10:30 al Pan – Palazzo delle Arti di Napoli (via dei Mille 60, Napoli) si svolgerà il secondo appuntamento dell'edizione 2010 de “Il Sabato delle Idee”.
L’incontro sarà dedicato al tema “Napoli, la città delle culture” e verrà introdotto dagli interventi di Nicola Oddati, Assessore alla Cultura del Comune di Napoli e Presidente della Fondazione per il Forum delle Culture 2013 e di Marina Vergiani, direttore del Pan.
All’incontro, che sarà moderato dal direttore del Tg2 Mario Orfeo, prenderanno parte Salvatore Nastasi, Capo Gabinetto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Commissario straordinario del Teatro San Carlo di Napoli, Giuseppe Galasso, accademico dei Lincei e professore emerito di Storia medievale e moderna all’Università Federico II di Napoli ed Ernesto Galli della Loggia, firma prestigiosa del Corriere della Sera e professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Istituto Italiano di Scienze Umane.
L’intervento di Edgar Morin
La discussione verrà preceduta da un confronto/dialogo tra Edgar Morin, Vittorio Dini, direttore del Dipartimento di Sociologia e di Scienza della politica dell’Università di Salerno ed Oscar Nicolaus, ricercatore dell’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le politiche sociali del Cnr e docente di Psicologia sociale della famiglia all’Università Suor Orsola Benincasa.
In allegato una biografia completa di Edgar Morin.
“La partecipazione di Edgar Morin al Sabato delle Idee – spiega Marco Salvatore, fondatore della Fondazione SDN - rappresenta per noi un motivo di grande soddisfazione, perché il confronto tra le idee di uno dei più grandi pensatori dell’ultimo secolo e quelle degli altri autorevolissimi intellettuali presenti potrà sicuramente rivelarsi produttivo di proposte ed idee utili ad aprire nuovi scenari nella vita culturale di una città come Napoli, che ha un patrimonio culturale di così alto spessore da avere potenzialità, anche produttive, su cui bisogna lavorare ed investire molto di più. E proprio in questa prospettiva la presenza di Salvatore Nastasi, Capo di Gabinetto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che, per altro, ha così ben operato come commissario straordinario del Teatro San Carlo, rappresenta la garanzia del confronto virtuoso, che abbiamo scelto
di avere come tratto distintivo della nostra iniziativa, con gli operatori delle scelte di governo che possono valorizzare in modo concreto le idee che emergono nei nostri incontri”.
L'edizione 2010 de “Il Sabato delle Idee” si svolgerà fino a Giugno ogni ultimo sabato del mese presso le sedi delle sei istituzioni promotrici della manifestazione: la Fondazione SDN, l'Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa, il Pan - Palazzo delle Arti di Napoli, l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici , la Fondazione Idis - Città della Scienza ed il Conservatorio di Musica San Pietro a Majella.
L'edizione 2010 de “Il Sabato delle Idee” è dedicata al tema "Napoli, le Utopie possibili", ossia la sfida della speranza civile, con l’obiettivo di ritrovare, nelle radici storiche, artistiche e culturali della città le ragioni e le idee per un futuro aperto a nuove possibilità. I temi specifici dei sei incontri consentiranno di ragionare di Mezzogiorno con un’agenda concreta di priorità (legalità, lavoro, innovazione e produttività) ma che non perda di vista il buco nero più vistoso: la degenerazione del “legame sociale”, cardine di una società che unisca soggetti ed interessi diversi al servizio del bene comune.
Le Mostre al Pan
In ognuno degli incontri de “Il Sabato delle Idee” al termine dello spazio di discussione ogni istituzione ospitante organizza una mostra del proprio patrimonio artistico, scientifico e culturale e delle proprie attività specificamente rivolte alla partecipazione cittadina ed alla crescita sociale e culturale della città.
Al termine dell'incontro del 27 Febbraio al Pan sarà possibile vistare le mostre “Los impolíticos” e “La metropolitana per il futuro della città".
“Los impolíticos”
E’ una mostra collettiva internazionale, a cura di Laura Bardier, che offre un inedito lavoro di dissezione e analisi, riflettendo su una visione ‘impolitica’ del sentire contemporaneo, e s’inserisce nella linea di programmazione del PAN “Documentazione e Linguaggi del contemporaneo”. Sono in mostra circa quaranta opere di artisti provenienti da paesi come Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Cuba, Guatemala, Messico, Uruguay e Venezuela, dove si condividono – senza escludere proprie peculiarità e regionalismi indispensabili – simili problematiche, ma anche possibili soluzioni e, sopratutto, dove da sempre c’e una costante richiesta di collocazione dei propri orientamenti politici e tendenze ideologiche.
“La metropolitana per il futuro della città”
E’ una mostra di grande suggestione con disegni, foto, rendering, video e plastici, con un percorso che inizia dalle porte di accesso dell’Alta Velocità con le Stazioni di Afragola, Vesuvio Est e Garibaldi, di Zaha Hadid, Philippe Samyn, e Dominique Perrault e quelle di accesso all’aeroporto (la stazione di Capodichino di Richard Rogers) ed al porto (la Stazione Municipio di Alvaro Siza ed Eduardo Souto De Moura). In visione anche i plastici di alcune delle stazioni attualmente in costruzione di Napoli (Chiaia di Uberto Siola, San Pasquale di Boris Podrecca, Università di Karim Rashid, Montesantangelo di Anish Kapoor e Centro Direzionale di Benedetta Miralles Tagliabue), ed il plastico della Stazione di Pompei progettata da Peter Eisenman.
Edgar Morin (nato a Parigi l’8 Giugno del 1921) è uno dei maggiori scienziati viventi. Filosofo, sociologo, scrittore , uomo che ha saputo trarre dalla sua passione e dal suo amore per l'umanità l'antidoto contro ogni cecità, menzogna, arroganza. La sua testimonianza irripetibile sta nell'intreccio irriducibile fra il suo essere ricercatore, scrittore e uomo. La sua opera non si lascia facilmente classificare nelle tradizionali divisioni dei generi, perché contamina molteplici stili e punti di vista.
A partire dagli anni Trenta del secolo scorso fino ai nostri giorni, Edgar Morin non ha mai cessato di esercitare un limpido e sofferto senso critico, prodotto da una feconda cooperazione fra ragione ed emozione, fra lucidità e passione. Nei momenti in cui è sembrato agevole celebrare le magnifiche sorti del genere umano Edgar Morin ha condotto i suoi lettori a toccare con mano i lati oscuri del progresso, mostrando le barbarie, gli asservimenli e le follie che oggi più che mai ci impediscono di vivere in un mondo compiutamente civile.
Di contro, nei passaggi storici più duri e difficili, egli ha saputo infondere nuove speranze nelle menti e nei cuori, affermando che il peggio non era inevitabile, che i giochi non erano fatti, che dal groviglio di tendenze e di controtendenze conflittuali dell'oggi è sempre possibile, e anzi necessario, elaborare prospettive creative per l'indomani.
Al centro della sua elaborazione vi è la rivendicazione di un'indispensabile attività integratrice dei saperi, che abbia come scopo la connessione delle conoscenze, al fine di renderci consapevoli delle loro possibilità e dei loro limiti, nonché dei valori impliciti che veicolano o che dovrebbero veicolare.
È da alcuni decenni che Edgar Morin si dedica all’elaborazione di un metodo della complessità, alla tessitura di reti di conoscenze, con mirabile precisione e vastità di orizzonti ad un tempo. Testimonianza di questa grande avventura intellettuale sono i volumi del Metodo: La natura della natura (1977), La vita della vita (1980), La conoscenza della conoscenza (1986), Le idee (1991), L'identità umana (2001), L'etica (2004-).
Edgar Morin è un degno erede dei filosofi naturali dell'Europa del Cinque-Settecento e prospetta la nascita di una nuova filosofia naturale per far fronte ai problemi sempre più difficili e complessi che la natura stessa ci pone. Il problema di una "scienza con coscienza" è acuito ancor più dalla presenza onnipervasiva delle macchine nella nostra vita quotidiana. Il rischio che egli avverte è che la logica umana, volendo interagire con le macchine, si meccanicizzi essa stessa, e peggio ancora tenda a trattare come macchine gli esseri umani.
Narratore del globale e del locale, del generale e del singolare, Ed-gar Morin non ha mai rifuggito dalle prospettive più aperte, dalle visioni più sintetiche, dai punti di vista più ampi. Ma ha posto la sua attenzione anche sui dettagli più minuti della vita quotidiana, sui modi in cui le idee prendono corpo nei vissuti e nelle esperienze di ogni persona. In lui l'osservazione ha sempre l'auto-osservazione come necessario complemento, in quanto condizione di una ricerca autentica, capace di svelare, prima che negli altri, in se stesso l'origine ricorrente dell'errore e della menzogna. Il vivo del soggetto (1969) e / miei demoni (1994) sono fra gli approdi di questa ricerca, quanto mai rispettosa e quasi commossa rispetto all'ambivalenza della mente e del cuore umani.
Edgar Morin considera le sue radici ebraiche come aperte agli altri grandi filoni costitutivi delle culture europee, laici o religiosi che siano. Si percepisce come un "post-marrano", sulla scia di Montaigne, Cervantes, Spinoza. E vede nel Mediterraneo non già una barriera, ma un'area di sovrapposizione tra i Nord e i Sud del mondo, un laboratorio ove sperimentare (proprio perché difficili) nuove forme di convivenza fra le identità umane. È fautore di un pensiero meridiano che ha una collocazione non geografica ma simbolica, volta a reinterpretare in forme calde, incarnate ed emotive quelle relazioni fra idee, individui e collettività che una cultura e una scienza troppo razionalizzatrici hanno spesso cristallizzato e sterilizzato.
Ancor più radicale ed emblematica del suo intero approccio, è la definizione della condizione umana quale dualità di Homo sapiens/demens: la comprensione anche dei più oscuri abissi della follia e del nonsenso è una via indispensabile per valorizzare e mettere nel giusto contesto i conseguimenti creativi della mente umana, che non sono mai acquisiti e scontati, bensì difficili emergenze attraverso gli innumerevoli conflitti e tensioni tra le molteplici pulsioni ed energie della nostra specie. L'etica non è una conformazione statica, con regole immutabili, bensì è una testimonianza creativa, una scelta di vita coraggiosa e consapevole a favore della speranza e della comunità contro le minacce della morte e del degrado.
Negli ultimi anni, su commissione dell'Unesco e del Ministero francese dell'educazione, Edgar Morin ha dedicato alcune opere a prospettive esplicitamente pedagogiche (La testa benfatta, 1999; Relier les connaissances, 1999; I sette saperi necessari ali'educazione del futuro, 2000), affrontando il problema della riforma dei saperi scolastici e dei modi di trasmissione di questi stessi saperi. Ma proprio questi volumi consentono di rivolgere un nuovo sguardo retrospettivo sulla sua opera, che ci appare oggi come una grande pedagogia per il nuovo cittadino planetario, i cui modi di pensare possano essere all'altezza delle sfide dei nostri tempi, sempre più complesse e diversificate.
27
febbraio 2010
Napoli. La città delle culture
27 febbraio 2010
incontro - conferenza
Location
PAN – PALAZZO DELLE ARTI DI NAPOLI
Napoli, Via Dei Mille, 60, (Napoli)
Napoli, Via Dei Mille, 60, (Napoli)
Vernissage
27 Febbraio 2010, ore 10.30
Autore
Curatore