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Nat Wilms – Atto ZERØ
La mostra presenta tre diverse sezioni il cui filo conduttore è la cultura dell’artista, il suo background visivo e intellettuale suggerito attraverso immagini che non riconducono direttamente al suo vissuto personale ma ricostruiscono un immaginario estetico carico di suggestioni: dagli anni ottanta ad oggi, partendo dalla Germania dell’Est, attraversando i teatri della Russia e approdando all’arte in Italia.
Comunicato stampa
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Inaugura venerdì 12 novembre 2010 alle ore 18.00, Atto ZERØ di Nat Wilms, prima personale dell’artista tedesca d’adozione bolognese, presentata dalla galleria Oltre Dimore di Bologna, a cura di Elisa Schiavina.
Nat Wilms è un’artista sperimentale che utilizza differenti linguaggi espressivi come la scultura, la fotografia e il video, riuscendo ad integrarli in opere articolate. Le sue creazioni sono il frutto di una manipolazione della materia prima - legno, resine, bronzo, rame, piume, carte - così come delle immagini fotografiche o delle videoriprese, elaborate tramite diversi tipi di montaggio. L’artista si affaccia al mondo con un approccio socio-antropologico, capace di mettere in relazione le esperienze della propria esistenza a quelle del vissuto comune. È forse per questo che davanti alle sue opere sorge l’esigenza di scoprire la storia che c’è dietro, di conoscere meglio il soggetto della sua ricerca, il suo protagonista. Scultura e documentazione video-fotografica diventano, insieme, il pretesto per una narrazione che ha la capacità di portare il pensiero lungo associazioni e ricordi, anche personali, che si fondono insieme.
La mostra presenta tre diverse sezioni il cui filo conduttore è la cultura dell’artista, il suo background visivo e intellettuale suggerito attraverso immagini che non riconducono direttamente al suo vissuto personale ma ricostruiscono un immaginario estetico carico di suggestioni: dagli anni ottanta ad oggi, partendo dalla Germania dell’Est, attraversando i teatri della Russia e approdando all’arte in Italia.
Punto di partenza è, infatti, la città di Halle, vicino a Lipsia, dove nasce Nat Wilms e dove, grazie alla madre che lavora come traduttrice di tedesco-russo per il teatro cittadino, entra fin da bambina in contatto con il mondo dello spettacolo e del balletto. Si è di fronte ad una sensibilità speciale, che ha registrato questi passaggi memorizzando colori, luoghi, atmosfere e ha poi riorganizzato e rimontato le scene vissute in nuove immagini. Ne nascono così “off-scene.on”, “backstage glamour”, “in-between me”.
“off-scene.on” presenta, in composizioni fotografiche, gli interni del Walhalla Varieté, oggi Steintor Varieté, teatro di Halle/Saale, che per struttura architettonica e arredamento richiama il rigore tedesco di gusto razionalista legato al Bauhaus. Gli scatti fotografici catturano particolari apparentemente insignificanti, come le maniglie, le sedie, i poster, i corridoi, le luci. Tutto è “silenzioso” ed emerge come se fosse rimasto sospeso nel tempo. L’artista non si accontenta di mostrarci gli spazi di questo teatro come in un semplice reportage, ma seleziona meticolosamente e affianca più scatti dello stesso luogo, per creare una costruzione di immagini che solo nel loro insieme diventano un “ambiente”. L’effetto è quello di una catalogazione sentimentale, in cui i particolari messi a fuoco sfumano sugli ambienti che li circondano producendo effetti tra l’astrazione e il pittorico.
“backstage glamour” propone quattro light-box e un video. I light box sono trittici fotografici provenienti dalle riprese video girate nel 2006 durante il concorso biennale di danza classica e moderna “Arabesk” - che si svolge a Perm, in Russia, la città da cui proviene la famiglia della madre di Nat Wilms – che mostrano tre immagini viste dal backstage della platea vuota e delle ballerine durante le prove, in un confronto di momenti e luoghi che preannunciano l’esibizione finale della danza. Il video “7 minutes”, invece, è un montaggio estremamente dinamico e armonico, proprio come il soggetto che rappresenta, dei momenti più significativi del concorso, che vede tra i suoi partecipanti i migliori e più giovani ballerini di danza classica a livello internazionale, lucidamente consapevoli che questa gara rappresenta per loro una reale opportunità di carriera. La grazia e la forza che governano la danza sono caratteristiche che emergono in ogni scelta che l’artista ha fatto per questo progetto: il punto di vista delle riprese, i colori brillanti e decisi, il ritmo del montaggio e, per il video, la scelta della base musicale, appositamente prodotta da Florent Constantin, compositore di musica rock francese.
“in-between me” è il progetto più recente presentato in questa mostra e, si potrebbe dire, il punto di arrivo. Dopo aver indagato i luoghi dello spettacolo Nat Wilms si mette, finalmente, in scena rappresentandosi in scatti fotografici in cui la sua figura non è per forza riconoscibile. Però tutto cambia. In questo lavoro non è più l’occhio che scorre tra le immagini della memoria della sua infanzia (come per “off-scene.on”) e neppure l’occhio che viene rapito dalla magia ipnotica della danza (come in “backstage glamour”) ma ci si trova in una dimensione onirica, dove l’occhio è capace di uscire da sé per guardarsi dall’esterno in uno scenario irreale e allo stesso tempo possibile, come solo può accadere nei sogni. L’artista ha costruito degli oggetti-scultura in alluminio, una barca e una parabola, con cui gioca durante la performance, che poi immortala nello scatto. Si è davanti ad un viaggio magico, puramente mentale, che ha il potere di trasportare da una dimensione ad un’altra, dalla cosa (la scultura-oggetto) al luogo desiderato. Che sia un viaggio che parte da una barca-vasca in latta o da una parabola scintillante non fa differenza, qui è il potere della fantasia a governare la ragione, è il sogno di un bambino che si concretizza nella sua immaginazione, per superare gli ostacoli materiali e arrivare alla felicità.
Atto ZERØ è la prova generale di Nat Wilms, la rappresentazione del viaggio che l’ha condotta fino qui.
Nat Wilms è un’artista sperimentale che utilizza differenti linguaggi espressivi come la scultura, la fotografia e il video, riuscendo ad integrarli in opere articolate. Le sue creazioni sono il frutto di una manipolazione della materia prima - legno, resine, bronzo, rame, piume, carte - così come delle immagini fotografiche o delle videoriprese, elaborate tramite diversi tipi di montaggio. L’artista si affaccia al mondo con un approccio socio-antropologico, capace di mettere in relazione le esperienze della propria esistenza a quelle del vissuto comune. È forse per questo che davanti alle sue opere sorge l’esigenza di scoprire la storia che c’è dietro, di conoscere meglio il soggetto della sua ricerca, il suo protagonista. Scultura e documentazione video-fotografica diventano, insieme, il pretesto per una narrazione che ha la capacità di portare il pensiero lungo associazioni e ricordi, anche personali, che si fondono insieme.
La mostra presenta tre diverse sezioni il cui filo conduttore è la cultura dell’artista, il suo background visivo e intellettuale suggerito attraverso immagini che non riconducono direttamente al suo vissuto personale ma ricostruiscono un immaginario estetico carico di suggestioni: dagli anni ottanta ad oggi, partendo dalla Germania dell’Est, attraversando i teatri della Russia e approdando all’arte in Italia.
Punto di partenza è, infatti, la città di Halle, vicino a Lipsia, dove nasce Nat Wilms e dove, grazie alla madre che lavora come traduttrice di tedesco-russo per il teatro cittadino, entra fin da bambina in contatto con il mondo dello spettacolo e del balletto. Si è di fronte ad una sensibilità speciale, che ha registrato questi passaggi memorizzando colori, luoghi, atmosfere e ha poi riorganizzato e rimontato le scene vissute in nuove immagini. Ne nascono così “off-scene.on”, “backstage glamour”, “in-between me”.
“off-scene.on” presenta, in composizioni fotografiche, gli interni del Walhalla Varieté, oggi Steintor Varieté, teatro di Halle/Saale, che per struttura architettonica e arredamento richiama il rigore tedesco di gusto razionalista legato al Bauhaus. Gli scatti fotografici catturano particolari apparentemente insignificanti, come le maniglie, le sedie, i poster, i corridoi, le luci. Tutto è “silenzioso” ed emerge come se fosse rimasto sospeso nel tempo. L’artista non si accontenta di mostrarci gli spazi di questo teatro come in un semplice reportage, ma seleziona meticolosamente e affianca più scatti dello stesso luogo, per creare una costruzione di immagini che solo nel loro insieme diventano un “ambiente”. L’effetto è quello di una catalogazione sentimentale, in cui i particolari messi a fuoco sfumano sugli ambienti che li circondano producendo effetti tra l’astrazione e il pittorico.
“backstage glamour” propone quattro light-box e un video. I light box sono trittici fotografici provenienti dalle riprese video girate nel 2006 durante il concorso biennale di danza classica e moderna “Arabesk” - che si svolge a Perm, in Russia, la città da cui proviene la famiglia della madre di Nat Wilms – che mostrano tre immagini viste dal backstage della platea vuota e delle ballerine durante le prove, in un confronto di momenti e luoghi che preannunciano l’esibizione finale della danza. Il video “7 minutes”, invece, è un montaggio estremamente dinamico e armonico, proprio come il soggetto che rappresenta, dei momenti più significativi del concorso, che vede tra i suoi partecipanti i migliori e più giovani ballerini di danza classica a livello internazionale, lucidamente consapevoli che questa gara rappresenta per loro una reale opportunità di carriera. La grazia e la forza che governano la danza sono caratteristiche che emergono in ogni scelta che l’artista ha fatto per questo progetto: il punto di vista delle riprese, i colori brillanti e decisi, il ritmo del montaggio e, per il video, la scelta della base musicale, appositamente prodotta da Florent Constantin, compositore di musica rock francese.
“in-between me” è il progetto più recente presentato in questa mostra e, si potrebbe dire, il punto di arrivo. Dopo aver indagato i luoghi dello spettacolo Nat Wilms si mette, finalmente, in scena rappresentandosi in scatti fotografici in cui la sua figura non è per forza riconoscibile. Però tutto cambia. In questo lavoro non è più l’occhio che scorre tra le immagini della memoria della sua infanzia (come per “off-scene.on”) e neppure l’occhio che viene rapito dalla magia ipnotica della danza (come in “backstage glamour”) ma ci si trova in una dimensione onirica, dove l’occhio è capace di uscire da sé per guardarsi dall’esterno in uno scenario irreale e allo stesso tempo possibile, come solo può accadere nei sogni. L’artista ha costruito degli oggetti-scultura in alluminio, una barca e una parabola, con cui gioca durante la performance, che poi immortala nello scatto. Si è davanti ad un viaggio magico, puramente mentale, che ha il potere di trasportare da una dimensione ad un’altra, dalla cosa (la scultura-oggetto) al luogo desiderato. Che sia un viaggio che parte da una barca-vasca in latta o da una parabola scintillante non fa differenza, qui è il potere della fantasia a governare la ragione, è il sogno di un bambino che si concretizza nella sua immaginazione, per superare gli ostacoli materiali e arrivare alla felicità.
Atto ZERØ è la prova generale di Nat Wilms, la rappresentazione del viaggio che l’ha condotta fino qui.
12
novembre 2010
Nat Wilms – Atto ZERØ
Dal 12 novembre al 05 dicembre 2010
arte contemporanea
Location
OLTRE DIMORE – PALAZZO RUSCONI
Bologna, Via D'azeglio, 35/a, (Bologna)
Bologna, Via D'azeglio, 35/a, (Bologna)
Orario di apertura
Da martedì a sabato - 11-13 e 17-19.30
Vernissage
12 Novembre 2010, ore 18
Ufficio stampa
STUDIO PESCI
Autore