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Natale Addamiano – Una pittura che racconta la luce
L’esposizione, dal 29 marzo al 2 maggio 2018, presenta due serie – per un totale di 25 opere – che hanno caratterizzato il pensiero dell’artista nel corso degli anni che sono state oggetto di un’incessante revisione
Comunicato stampa
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In concomitanza con la mostra “Turner. Opere dalla Tate”, il Chiostro del Bramante di Roma accoglie anche la personale “Addamiano. Una pittura che racconta la luce”, negli ambienti dello Spazio Gallerie.
La mostra presenta, dal 29 marzo al 2 maggio 2018, due serie – per un totale di 25 opere – che hanno caratterizzato il pensiero dell’artista nel corso degli anni e che sono state oggetto di un’incessante revisione: i Cieli stellati e le Gravine.
Il progetto espositivo, a cura di Matteo Galbiati, si lega alla mostra del grande artista inglese in modo armonico e corrispondente, trovando nella pittura contemporanea di Natale Addamiano una naturale convergenza di sensibilità e di visione.
L’artista pugliese, infatti, lungo la sua attività di ricerca ha posto come fondamento del suo sguardo un colore poetico che si esprime attraverso un segno-materia capace di far vibrare l’immagine in una luce atmosferica e cangiante. Come avviene per la visionarietà del colore di Turner, maestro putativo per Addamiano che ne è interprete e lettore attento, anche la sua pittura riverbera un’intensa sensibilità lirica che seduce lo sguardo portando a recepire significati profondi, le cui radici intime affondano ben oltre il confine dell’immagine reale.
Nelle due serie in mostra, paradigma di tutta la sua pittura, Addamiano – come Turner, ma anche Constable e poi Monet – insegue la capricciosa mutabilità del fenomeno naturale che accalora, con infinite intonazioni, l’orizzonte del visibile.
Nel primo grande ambiente i visitatori sono accolti dalla suggestione dei Cieli stellati, alcuni dei quali volutamente proposti in grande formato, che grazie alle intensità minute dei colori che proliferano caleidoscopicamente sulla tela sono in grado di scatenare libere associazioni emotive. Ogni tanto, in basso, compare una striatura che allude ad un orizzonte terreno e riporta il nostro essere alla finitezza umana, allontanando la visione metafisica del cielo.
Nelle Gravine, esposte in sequenza come facessero parte di un’unica wunderkammer, si ritrova l’attitudine che da sempre ha definito l’anima artistica di Addamiano: l’essere pittore di paesaggio. L’artista ha scelto un tema complesso, suscettibile di critiche, di diffidenza, perché tanto consacrato dalla storia quanto dismesso da certi ambienti della contemporaneità.
Con la pratica pittorica Addamiano, pugliese di nascita e milanese d’adozione, ha potuto tollerare le costanti sollecitazioni che le sue terre d’origine, dal forte carattere mediterraneo, gli hanno imposto allo sguardo fin dall’infanzia: il calore del sole, il riverbero dell’aria salina, una natura talvolta aspra che in questi luoghi sa manifestarsi con potente variabilità.
I paesaggi di Addamiano trasfigurano nell’equilibrio delle loro impercettibili, evidenti, mutazioni da cui traspare il sentore di un sentimento libero e appassionato, capace di indagare la verità delle cose nel loro lento fluire temporale. La pittura di Addamiano coglie questa testimonianza, fissa la vibrazione di un’apparizione che si consuma svelta e che, in lui, sa rendersi persistente testimonianza fisica.
Completa la mostra un catalogo bilingue (italiano-inglese) edito da Skira, contenente un testo di Matteo Galbiati, la riproduzione di tutte le opere esposte e un’aggiornata nota bio-bibliografica.
La mostra presenta, dal 29 marzo al 2 maggio 2018, due serie – per un totale di 25 opere – che hanno caratterizzato il pensiero dell’artista nel corso degli anni e che sono state oggetto di un’incessante revisione: i Cieli stellati e le Gravine.
Il progetto espositivo, a cura di Matteo Galbiati, si lega alla mostra del grande artista inglese in modo armonico e corrispondente, trovando nella pittura contemporanea di Natale Addamiano una naturale convergenza di sensibilità e di visione.
L’artista pugliese, infatti, lungo la sua attività di ricerca ha posto come fondamento del suo sguardo un colore poetico che si esprime attraverso un segno-materia capace di far vibrare l’immagine in una luce atmosferica e cangiante. Come avviene per la visionarietà del colore di Turner, maestro putativo per Addamiano che ne è interprete e lettore attento, anche la sua pittura riverbera un’intensa sensibilità lirica che seduce lo sguardo portando a recepire significati profondi, le cui radici intime affondano ben oltre il confine dell’immagine reale.
Nelle due serie in mostra, paradigma di tutta la sua pittura, Addamiano – come Turner, ma anche Constable e poi Monet – insegue la capricciosa mutabilità del fenomeno naturale che accalora, con infinite intonazioni, l’orizzonte del visibile.
Nel primo grande ambiente i visitatori sono accolti dalla suggestione dei Cieli stellati, alcuni dei quali volutamente proposti in grande formato, che grazie alle intensità minute dei colori che proliferano caleidoscopicamente sulla tela sono in grado di scatenare libere associazioni emotive. Ogni tanto, in basso, compare una striatura che allude ad un orizzonte terreno e riporta il nostro essere alla finitezza umana, allontanando la visione metafisica del cielo.
Nelle Gravine, esposte in sequenza come facessero parte di un’unica wunderkammer, si ritrova l’attitudine che da sempre ha definito l’anima artistica di Addamiano: l’essere pittore di paesaggio. L’artista ha scelto un tema complesso, suscettibile di critiche, di diffidenza, perché tanto consacrato dalla storia quanto dismesso da certi ambienti della contemporaneità.
Con la pratica pittorica Addamiano, pugliese di nascita e milanese d’adozione, ha potuto tollerare le costanti sollecitazioni che le sue terre d’origine, dal forte carattere mediterraneo, gli hanno imposto allo sguardo fin dall’infanzia: il calore del sole, il riverbero dell’aria salina, una natura talvolta aspra che in questi luoghi sa manifestarsi con potente variabilità.
I paesaggi di Addamiano trasfigurano nell’equilibrio delle loro impercettibili, evidenti, mutazioni da cui traspare il sentore di un sentimento libero e appassionato, capace di indagare la verità delle cose nel loro lento fluire temporale. La pittura di Addamiano coglie questa testimonianza, fissa la vibrazione di un’apparizione che si consuma svelta e che, in lui, sa rendersi persistente testimonianza fisica.
Completa la mostra un catalogo bilingue (italiano-inglese) edito da Skira, contenente un testo di Matteo Galbiati, la riproduzione di tutte le opere esposte e un’aggiornata nota bio-bibliografica.
28
marzo 2018
Natale Addamiano – Una pittura che racconta la luce
Dal 28 marzo al 02 maggio 2018
arte contemporanea
Location
CHIOSTRO DEL BRAMANTE
Roma, Arco Della Pace, 5, (Roma)
Roma, Arco Della Pace, 5, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì, h. 10 -19. Sabato e domenica, h. 10 - 20
Vernissage
28 Marzo 2018, h 18
Ufficio stampa
NORA COMUNICAZIONE
Autore
Curatore