Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Natale Borsetti – La mia Resistenza non armata
100 disegni con scritti e appunti dell’IMI (Internato Militare Italiano) Natale Borsetti (Sacile 1911-2004) eseguiti nei 7 campi di concentramento nazisti nei quali è stato prigioniero per quasi due anni
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Percorsi d’arte in biblioteca” in occasione della Giornata della Memoria presenta la mostra e il libro: Natale Borsetti - La mia Resistenza non armata. Appunti e disegni di un militare italiano nei lager della Germania dal 1943 al 1945 a cura di Alessandra Borsetti Venier.
L’inaugurazione della mostra si svolgerà alle ore 17.00 presso la Biblioteca Comunale, seguita alle ore 18.00 dalla presentazione del libro e del video nella Sala delle Eroine del Palazzo Comunale.
Interverranno: Alessandro Sarti Assessore alla Cultura del Comune di Pontassieve, Ivano Tognarini Presidente Istituto Storico della Resistenza in Toscana, Severino Saccardi Giornalista e politico, Roberta Fiorini Coordinatrice dei Percorsi d’Arte in Biblioteca, Alessandra Borsetti Venier Curatore ed editore.
Video e musiche originali di Gianluca Venier
La mostra è composta da oltre 100 disegni con scritti e appunti del capitano degli alpini Natale Borsetti (Sacile 1911-2004) eseguiti direttamente nei campi di concentramento nazisti di München, Częstochowa, Chelm, Prostken, Wietzendorf, Hamburg e Buchenwald, nei quali è stato prigioniero per quasi due anni. I disegni, eseguiti per lo più a matita o a china su pezzi di carte geografiche, fogli di archivio, carta da pacchi, raffigurano con grande sensibilità e capacità tecnica scene di vita nei lager, oggetti, architetture, paesaggi e ritratti. La costante predilezione per il ritratto testimonia la volontà di restituire umanità a chi ne era stato privato, con l’evidente volontà di resistenza nei confronti di un abominio intollerabile.
Scopo della mostra e del libro è anche quello di portare una testimonianza diretta sulla storia degli oltre 600.000 I.M.I. “Internati Militari Italiani”, che ebbe caratteristiche del tutto particolari nell’ampio panorama dei prigionieri di guerra della Germania nazista.
Italienische Militär-Internierten era il nome ufficiale dato dalle autorità tedesche ai soldati italiani catturati, rastrellati e deportati nei territori del Terzo Reich nei giorni immediatamente successivi all'Armistizio di Cassibile l’8 settembre 1943.
Una storia, ancora oggi, poco conosciuta: il sacrificio che implicò il rifiuto della stragrande maggioranza degli I.M.I. di aderire alla Repubblica di Salò e non continuare la guerra al fianco dei tedeschi, che costò la vita a oltre 60.000 uomini viene finalmente interpretato come una “Resistenza senz’armi”.
Sofferenze e sacrifici taciuti o dimenticati, scelte coraggiose e comportamenti pagati a prezzo altissimo, non di rado perfino con la vita, tardivamente comprese e valorizzate: in questo potrebbe riassumersi la vicenda dei militari italiani internati nei campi di concentramento allestiti dai nazisti nell’Europa occupata. Eppure la storia degli I.M.I. non si può ridurre a un puro e semplice fatto di guerra, a fenomeno connesso alle alterne vicende dell’alleanza-sudditanza tra Italia fascista mussoliniana e Germania nazista hitleriana: tale vicenda fu sentita e vissuta come un episodio di lotta, di resistenza, di alto valore e di forte contenuto politico sia da parte di chi subì la privazione della libertà e le innumerevoli angherie, sofferenze, umiliazioni, sia da parte di chi inflisse crudeltà e violenze.
Nel lungo calvario dell’internamento del trentenne capitano degli alpini Natale Borsetti, si possono leggere le tappe di quel processo di presa di coscienza che portò centinaia di migliaia di giovani, soldati e ufficiali, a trasformarsi in uomini profondamente diversi e a cambiare totalmente i propri punti di riferimento morali e ideali nel giro di pochi anni. Gli I.M.I. nei campi avevano solo doveri e nessun diritto, erano fuori della protezione della Croce Rossa Internazionale e non erano protetti dalle leggi internazionali sui prigionieri di guerra. Le loro condizioni di vita erano sempre più insopportabili. Erano circondati dall’odio e dalla rabbia dei tedeschi che vedevano in loro dei traditori per il semplice fatto di aver giurato fedeltà a quel re che aveva sottoscritto l’armistizio con gli alleati, con i nemici anglo-americani.
L’internamento di Natale Borsetti, raccontato con raffinatezza dalle parole del protagonista, chiamato il Biondino - e trascritto dalla figlia pochi mesi prima della morte del padre avvenuta nel 2004 - e dai suoi straordinari disegni, ci fa percorrere, quasi vedere, molti dei passaggi di questa “Resistenza senz’armi” con una efficacia impressionante e non possono non commuovere chiunque li osservi, anche se quei momenti e quelle esperienze non le ha vissute. Abbiamo così un libro “illustrato” che può diventare una narrazione simbolica ed emblematica sulla tragedia dei deportati I.M.I. in Germania. È un grande regalo, soprattutto per i più giovani, per chi non può avere la memoria di quei fatti e di quei tempi, ma deve averne la coscienza.
La maggior parte dei disegni e degli appunti sono pubblicati nel libro, Natale Borsetti. La mia Resistenza non armata. Appunti e Disegni di un militare italiano nei lager nazisti della Germania dal 1943 al 1945, a cura di A. Borsetti Venier, edito da Morgana Edizioni. Il libro comprende anche i saggi dello storico Ivano Tognarini, Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana e dello scrittore Claudio Di Scalzo.
Nel 2010 a Natale Borsetti è stata conferita la medaglia d’Onore della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
“Sentivo che aveva affrontato e vinto una sfida terribile, e non solo quella di sopravvivere ma anche di non perdere mai il rispetto di se stesso, nutrendosi, quando tutto era insostenibile, con l’esercizio mentale: i suoi notes e i diversi quaderni scritti a Częstochowa, Chelm e Wietzendorf sono fitti di calcoli e formule matematiche, di progetti e architetture o di planimetrie disegnate tra gli spazi bianchi delle carte geografiche; riportano con calligrafia ordinata i suoi esercizi di traduzione con la fraseologia a fronte in più lingue, ma anche testi di canzoni e di opere liriche perché la salvezza - diceva - era anche nell’arte, nella musica e nella poesia oltre che nel cibo…
Ricordava un ufficiale di Kiev con cui si bisbigliavano senza guardarsi, incontrandosi come per caso, perché se si veniva sorpresi era la cella di rigore o la fucilazione immediata. Ma la sfida era orgogliosa e i due si scambiavano anche versi di poeti francesi con il piacere così di staccarsi dal fango e dalla miseria nella quale come bestie erano stati ridotti…
In quei luoghi aveva vissuto in condizioni disumane eppure riusciva a trasmetterne perfino la bellezza: nelle notti, oltre trenta gradi sotto zero. Poi, la mattina, il sole. La brina vestiva ogni filo spinato, ogni ragnatela, ogni palo secco di bianca lanugine, di gemme lucenti. Il lager era racchiuso in uno scrigno dalla bellezza incomparabile, ma mille ufficiali italiani erano dentro quello scrigno, condannati a morire di fame e d’inedia... Come se avesse voluto salvaguardare in sé un’area di attività culturale sul versante opposto della verità, per non morire di verità!”.
Tratto da Alessandra Borsetti Venier, “Introduzione in forma di tenero ricordo” in Natale Borsetti, La mia Resistenza non armata, Morgana Edizioni, Firenze, 2005.
L’inaugurazione della mostra si svolgerà alle ore 17.00 presso la Biblioteca Comunale, seguita alle ore 18.00 dalla presentazione del libro e del video nella Sala delle Eroine del Palazzo Comunale.
Interverranno: Alessandro Sarti Assessore alla Cultura del Comune di Pontassieve, Ivano Tognarini Presidente Istituto Storico della Resistenza in Toscana, Severino Saccardi Giornalista e politico, Roberta Fiorini Coordinatrice dei Percorsi d’Arte in Biblioteca, Alessandra Borsetti Venier Curatore ed editore.
Video e musiche originali di Gianluca Venier
La mostra è composta da oltre 100 disegni con scritti e appunti del capitano degli alpini Natale Borsetti (Sacile 1911-2004) eseguiti direttamente nei campi di concentramento nazisti di München, Częstochowa, Chelm, Prostken, Wietzendorf, Hamburg e Buchenwald, nei quali è stato prigioniero per quasi due anni. I disegni, eseguiti per lo più a matita o a china su pezzi di carte geografiche, fogli di archivio, carta da pacchi, raffigurano con grande sensibilità e capacità tecnica scene di vita nei lager, oggetti, architetture, paesaggi e ritratti. La costante predilezione per il ritratto testimonia la volontà di restituire umanità a chi ne era stato privato, con l’evidente volontà di resistenza nei confronti di un abominio intollerabile.
Scopo della mostra e del libro è anche quello di portare una testimonianza diretta sulla storia degli oltre 600.000 I.M.I. “Internati Militari Italiani”, che ebbe caratteristiche del tutto particolari nell’ampio panorama dei prigionieri di guerra della Germania nazista.
Italienische Militär-Internierten era il nome ufficiale dato dalle autorità tedesche ai soldati italiani catturati, rastrellati e deportati nei territori del Terzo Reich nei giorni immediatamente successivi all'Armistizio di Cassibile l’8 settembre 1943.
Una storia, ancora oggi, poco conosciuta: il sacrificio che implicò il rifiuto della stragrande maggioranza degli I.M.I. di aderire alla Repubblica di Salò e non continuare la guerra al fianco dei tedeschi, che costò la vita a oltre 60.000 uomini viene finalmente interpretato come una “Resistenza senz’armi”.
Sofferenze e sacrifici taciuti o dimenticati, scelte coraggiose e comportamenti pagati a prezzo altissimo, non di rado perfino con la vita, tardivamente comprese e valorizzate: in questo potrebbe riassumersi la vicenda dei militari italiani internati nei campi di concentramento allestiti dai nazisti nell’Europa occupata. Eppure la storia degli I.M.I. non si può ridurre a un puro e semplice fatto di guerra, a fenomeno connesso alle alterne vicende dell’alleanza-sudditanza tra Italia fascista mussoliniana e Germania nazista hitleriana: tale vicenda fu sentita e vissuta come un episodio di lotta, di resistenza, di alto valore e di forte contenuto politico sia da parte di chi subì la privazione della libertà e le innumerevoli angherie, sofferenze, umiliazioni, sia da parte di chi inflisse crudeltà e violenze.
Nel lungo calvario dell’internamento del trentenne capitano degli alpini Natale Borsetti, si possono leggere le tappe di quel processo di presa di coscienza che portò centinaia di migliaia di giovani, soldati e ufficiali, a trasformarsi in uomini profondamente diversi e a cambiare totalmente i propri punti di riferimento morali e ideali nel giro di pochi anni. Gli I.M.I. nei campi avevano solo doveri e nessun diritto, erano fuori della protezione della Croce Rossa Internazionale e non erano protetti dalle leggi internazionali sui prigionieri di guerra. Le loro condizioni di vita erano sempre più insopportabili. Erano circondati dall’odio e dalla rabbia dei tedeschi che vedevano in loro dei traditori per il semplice fatto di aver giurato fedeltà a quel re che aveva sottoscritto l’armistizio con gli alleati, con i nemici anglo-americani.
L’internamento di Natale Borsetti, raccontato con raffinatezza dalle parole del protagonista, chiamato il Biondino - e trascritto dalla figlia pochi mesi prima della morte del padre avvenuta nel 2004 - e dai suoi straordinari disegni, ci fa percorrere, quasi vedere, molti dei passaggi di questa “Resistenza senz’armi” con una efficacia impressionante e non possono non commuovere chiunque li osservi, anche se quei momenti e quelle esperienze non le ha vissute. Abbiamo così un libro “illustrato” che può diventare una narrazione simbolica ed emblematica sulla tragedia dei deportati I.M.I. in Germania. È un grande regalo, soprattutto per i più giovani, per chi non può avere la memoria di quei fatti e di quei tempi, ma deve averne la coscienza.
La maggior parte dei disegni e degli appunti sono pubblicati nel libro, Natale Borsetti. La mia Resistenza non armata. Appunti e Disegni di un militare italiano nei lager nazisti della Germania dal 1943 al 1945, a cura di A. Borsetti Venier, edito da Morgana Edizioni. Il libro comprende anche i saggi dello storico Ivano Tognarini, Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana e dello scrittore Claudio Di Scalzo.
Nel 2010 a Natale Borsetti è stata conferita la medaglia d’Onore della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
“Sentivo che aveva affrontato e vinto una sfida terribile, e non solo quella di sopravvivere ma anche di non perdere mai il rispetto di se stesso, nutrendosi, quando tutto era insostenibile, con l’esercizio mentale: i suoi notes e i diversi quaderni scritti a Częstochowa, Chelm e Wietzendorf sono fitti di calcoli e formule matematiche, di progetti e architetture o di planimetrie disegnate tra gli spazi bianchi delle carte geografiche; riportano con calligrafia ordinata i suoi esercizi di traduzione con la fraseologia a fronte in più lingue, ma anche testi di canzoni e di opere liriche perché la salvezza - diceva - era anche nell’arte, nella musica e nella poesia oltre che nel cibo…
Ricordava un ufficiale di Kiev con cui si bisbigliavano senza guardarsi, incontrandosi come per caso, perché se si veniva sorpresi era la cella di rigore o la fucilazione immediata. Ma la sfida era orgogliosa e i due si scambiavano anche versi di poeti francesi con il piacere così di staccarsi dal fango e dalla miseria nella quale come bestie erano stati ridotti…
In quei luoghi aveva vissuto in condizioni disumane eppure riusciva a trasmetterne perfino la bellezza: nelle notti, oltre trenta gradi sotto zero. Poi, la mattina, il sole. La brina vestiva ogni filo spinato, ogni ragnatela, ogni palo secco di bianca lanugine, di gemme lucenti. Il lager era racchiuso in uno scrigno dalla bellezza incomparabile, ma mille ufficiali italiani erano dentro quello scrigno, condannati a morire di fame e d’inedia... Come se avesse voluto salvaguardare in sé un’area di attività culturale sul versante opposto della verità, per non morire di verità!”.
Tratto da Alessandra Borsetti Venier, “Introduzione in forma di tenero ricordo” in Natale Borsetti, La mia Resistenza non armata, Morgana Edizioni, Firenze, 2005.
22
gennaio 2011
Natale Borsetti – La mia Resistenza non armata
Dal 22 gennaio al 03 marzo 2011
disegno e grafica
Location
BIBLIOTECA COMUNALE
Pontassieve, Via Tanzini, 23, (Firenze)
Pontassieve, Via Tanzini, 23, (Firenze)
Orario di apertura
lunedì 15.00-19.00, dal martedì al venerdì 9.00-19.00, sabato 10.00-13.00 e 14.30-18.00.
Vernissage
22 Gennaio 2011, ore 17
Editore
MORGANA
Autore
Curatore