Dopo la mostra milanese del gennaio scorso dedicata a Goya, Nataly Maier presenta a Udine un ciclo di dittici in cui traduce l’esperienza del primo impatto percettivo con la pittura di Velásquez, in particolare la ritrattistica, nell’immagine mnemonica e cromatica che ne nasce. Non semplicemente uno ‘studio’ sulla pittura del grande artista spagnolo; perché percezione, memoria e colore, temi peraltro ricorrenti nella poetica della Maier, sono qui assunti come materia prima e come strumenti nella pratica stessa della pittura, che rispetto alla fonte non si propone di riprodurre, o replicare, ma piuttosto di interrogarsi – e interrogare lo spettatore – sull’esperienza estetica dell’osservare Velásquez.