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Natia Japaridze – Spazi
Il progetto, a cui l’artista ha lavorato nel corso di un anno, raccoglie dodici tele di varie dimensioni e tecniche e riflette l’interesse di Natia Japaridze per la geometria delle forme e l’aritmetica, in particolar modo il sistema numerico binario.
Comunicato stampa
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Nel celebre spazio dello Studio Abate, cuore pulsante dell’arte contemporanea a Roma, questa volta è protagonista la pittura: l’artista italo-georgiana Natia Japaridze esporrà una parte dei suoi lavori in una mostra dal titolo “Spazi”, che si inaugurerà venerdì 13 dicembre alle ore 19.
Il progetto, a cui l’artista ha lavorato nel corso di un anno, raccoglie dodici tele di varie dimensioni e tecniche e riflette l’interesse di Natia Japaridze per la geometria delle forme e l’aritmetica, in particolar modo il sistema numerico binario.
«La pura forza animale, – scrive in catalogo il giornalista de L’Espresso Stefano Vastano - anche la grazia con cui Natia fotografa questi suoi esseri luminosi è di nuovo irretita in una selva di oscuri richiami (scientifici?) e rimandi (digitali?). Come se, nel nostro 21° secolo, già l'apparizione o la voglia di Bellezza, ogni impulso o persino memoria estetica potessero trasmettersi solo via internet. Riflettersi comunque su indefinibili schermi e vettori tecnologici. In uno di quei matematici cieli e cupe matrici elettroniche in cui Japaridze proietta gli eterei film non solo dei suoi (isolati) cavalli».
«Sui panorami della modernità dettata dal ritmo globale della espansione produttiva, - si legge dal testo di Duccio Trombadori - una nuova configurazione del mondo afferma i propri diritti su ciò che ancora riconosciamo come parte residuale, ma non irrilevante, della ‘animalità’: è l’ istinto di sopravvivenza, è la pulsione sensuale e vitale, e tutto ciò che si presenta irriducibile alla regola del ‘razionale-virtuale’. E in qualche modo distingue la ‘vita’ dalla omologazione del ‘numero’. Natia Japaridze sente con determinazione l’urgenza del richiamo morale alla sopravvivenza di un valore come questo: il suo maggiore merito è di averlo segnalato grazie ad una corrispondente, puntuale ed efficace, espressione estetica».
«Natia Japaridze ha “sistemato” i suoi pensieri nell'alveo di una matrice numerica – secondo il critico d’arte Ketevan Kintsurashvili nel testo pubblicato in catalogo - creandosi in questo modo il suo sistema di raffigurazione artistica. I suoi cavalli, raffigurati non solo come immediata riflessione sulla natura, ma anche per esprimere le vie delle ricerche spirituali e di affermazione dell’autore, si muovono pertanto in questo mondo numerico, cercando anzi di penetrarlo. Essi infatti non portano briglie, ma la loro area di movimento è ugualmente imbrigliata dall’ambiente circostante. Eppure, non cessano di aspirare alla libertà assoluta».
Una mostra che non può che scoprirsi all’altezza delle aspettative e che, dopo il 13 dicembre, sarà possibile visitare su appuntamento chiamando il numero 06.44.57.703
Il progetto, a cui l’artista ha lavorato nel corso di un anno, raccoglie dodici tele di varie dimensioni e tecniche e riflette l’interesse di Natia Japaridze per la geometria delle forme e l’aritmetica, in particolar modo il sistema numerico binario.
«La pura forza animale, – scrive in catalogo il giornalista de L’Espresso Stefano Vastano - anche la grazia con cui Natia fotografa questi suoi esseri luminosi è di nuovo irretita in una selva di oscuri richiami (scientifici?) e rimandi (digitali?). Come se, nel nostro 21° secolo, già l'apparizione o la voglia di Bellezza, ogni impulso o persino memoria estetica potessero trasmettersi solo via internet. Riflettersi comunque su indefinibili schermi e vettori tecnologici. In uno di quei matematici cieli e cupe matrici elettroniche in cui Japaridze proietta gli eterei film non solo dei suoi (isolati) cavalli».
«Sui panorami della modernità dettata dal ritmo globale della espansione produttiva, - si legge dal testo di Duccio Trombadori - una nuova configurazione del mondo afferma i propri diritti su ciò che ancora riconosciamo come parte residuale, ma non irrilevante, della ‘animalità’: è l’ istinto di sopravvivenza, è la pulsione sensuale e vitale, e tutto ciò che si presenta irriducibile alla regola del ‘razionale-virtuale’. E in qualche modo distingue la ‘vita’ dalla omologazione del ‘numero’. Natia Japaridze sente con determinazione l’urgenza del richiamo morale alla sopravvivenza di un valore come questo: il suo maggiore merito è di averlo segnalato grazie ad una corrispondente, puntuale ed efficace, espressione estetica».
«Natia Japaridze ha “sistemato” i suoi pensieri nell'alveo di una matrice numerica – secondo il critico d’arte Ketevan Kintsurashvili nel testo pubblicato in catalogo - creandosi in questo modo il suo sistema di raffigurazione artistica. I suoi cavalli, raffigurati non solo come immediata riflessione sulla natura, ma anche per esprimere le vie delle ricerche spirituali e di affermazione dell’autore, si muovono pertanto in questo mondo numerico, cercando anzi di penetrarlo. Essi infatti non portano briglie, ma la loro area di movimento è ugualmente imbrigliata dall’ambiente circostante. Eppure, non cessano di aspirare alla libertà assoluta».
Una mostra che non può che scoprirsi all’altezza delle aspettative e che, dopo il 13 dicembre, sarà possibile visitare su appuntamento chiamando il numero 06.44.57.703
13
dicembre 2013
Natia Japaridze – Spazi
Dal 13 dicembre 2013 al 13 gennaio 2014
arte contemporanea
Location
STUDIO ABATE
Roma, Via Dei Sabelli, 36, (Roma)
Roma, Via Dei Sabelli, 36, (Roma)
Orario di apertura
su appuntamento chiamando il numero 06.44.57.703
Vernissage
13 Dicembre 2013, h 19
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