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Nativi. Sulle tracce dei popoli delle Grandi Pianure
L’esposizione vuole far conoscere la storia e la cultura delle popolazioni dei nativi delle pianure nordamericane con attenzione particolare alla nazione dei Lakota Sioux. Attraverso l’esposizione di preziosi reperti etnografici, la mostra presenta al pubblico una ricostruzione della vita tradizionale di queste popolazioni, prima dell’istituzione delle riserve indiane, e descrive l’organizzazione della società e la composizione delle tribù e dei villaggi
Comunicato stampa
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L’esposizione vuole far conoscere la storia e la cultura delle popolazioni dei nativi delle pianure nordamericane con attenzione particolare alla nazione dei Lakota Sioux. Attraverso l’esposizione di preziosi reperti etnografici, la mostra presenta al pubblico una ricostruzione della vita tradizionale di queste popolazioni, prima dell’istituzione delle riserve indiane, e descrive l’organizzazione della società e la composizione delle tribù e dei villaggi. Attraverso la storia di Cavallo Pazzo e dei grandi capi e protagonisti dello scontro con gli uomini bianchi, si rievoca il drammatico periodo storico che va dalla guerra di Nuvola Rossa a quella per le Colline Nere, da Little Bighorn a Wounded Knee.
Asce da battaglia, archi, frecce, lance, scudi e coltelli, ma anche le prime armi da fuoco che hanno reso leggendario il West, parlano delle attività tradizionali dei nativi delle pianure, ovvero la caccia e la guerra. Suggestiva è la selezione di magnifici e giganteschi caschi di piume d’aquila e copricapo rituali. Il percorso espositivo mostra, inoltre, oggetti di artigianato legati al mondo femminile e indumenti tradizionali dei Lakota, fra cui parfleche, casacche, mocassini e borse decorati con perline e aculei di porcospino. Particolare attenzione è dedicata anche al rapporto con il cavallo e il bisonte, animale sacro al quale la vita dei nativi delle praterie è stata indissolubilmente legata, nel bene e nel male.
Centrale è l’aspetto della spiritualità dei nativi, con la loro particolare concezione del mondo, dove ogni cosa è regolata dal Grande Spirito e tutti gli esseri viventi sono indissolubilmente legati e interdipendenti: da questo derivano il carattere sacro della caccia e di ogni altra attività umana, la ritualità complessa e affascinante e il rispetto per tutte le forme di vita. Sono esposti alcuni rari oggetti tradizionali usati durante le principali cerimonie religiose dei Lakota, la danza del sole e il rito della purificazione, e in particolare è esibita una selezione di meravigliose pipe rituali.
Esempio perfetto di adattamento a condizioni di vita difficili se non estreme, i nativi americani furono e sono portatori di una visione del rapporto tra uomo e ambiente totalmente diversa rispetto a quella occidentale. Organizzazione sociale e stile di vita tradizionale sono stati sconvolti dalla metà dell’Ottocento con la progressiva sottomissione forzata alla legge dei bianchi e il confino nelle riserve.
L’esposizione della Fondazione Culturale Hermann Geiger non vuole dimenticare l’insensatezza e la violenza di questa operazione e si prefigge l’obiettivo di mostrare com’è cambiata la vita di popoli di cacciatori seminomadi attraverso la politica finto-assistenzialista dei governi americani o il tentativo di evangelizzazione, fino a descrivere problemi e prospettive odierne.
Quasi incredibilmente, si può constatare che i valori alla base delle società dei nativi non sono andati distrutti, ma hanno continuato a vivere, impermeabili al sistema capitalistico. Valori positivi che l’Occidente dovrebbe accogliere e fare propri.
I reperti etnografici provengono dal NONAM di Zurigo, prestigiosa istituzione internazionale specializzata nelle culture nordamericane, e da importanti collezioni private, come quelle di Sergio Susani e Alessandro Martire. Gli oggetti sono presentati all’interno di ricostruzioni scenografiche che hanno valenza didattica e contestualizzano al meglio l’oggetto esposto; un percorso didascalico-informativo attraverso pannelli con testi e immagini sulla vita, la storia e le tradizioni dei popoli nativi fornisce al pubblico le informazioni essenziali alla comprensione degli argomenti trattati. La mostra è infine corredata da una selezione di foto d’epoca provenienti dagli archivi della Library of Congress.
In concomitanza con l’evento espositivo è in programma un ciclo di incontri che tratteranno varie tematiche relative alla cultura dei nativi nordamericani. Tra questi sono previste le conferenze tenute da Naila Clerici, docente di Storia delle popolazioni indigene d’America presso l’Università degli Studi di Genova, Sergio Susani, collezionista ed esperto di arti e tecniche artigianali dei nativi delle Pianure, e Alessandro Martire, presidente dell’associazione Wambli Gleska, membro onorario della Nazione Lakota Sioux di Rosebud e loro unico rappresentante legale internazionale in Italia e presso l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani a Ginevra.
Asce da battaglia, archi, frecce, lance, scudi e coltelli, ma anche le prime armi da fuoco che hanno reso leggendario il West, parlano delle attività tradizionali dei nativi delle pianure, ovvero la caccia e la guerra. Suggestiva è la selezione di magnifici e giganteschi caschi di piume d’aquila e copricapo rituali. Il percorso espositivo mostra, inoltre, oggetti di artigianato legati al mondo femminile e indumenti tradizionali dei Lakota, fra cui parfleche, casacche, mocassini e borse decorati con perline e aculei di porcospino. Particolare attenzione è dedicata anche al rapporto con il cavallo e il bisonte, animale sacro al quale la vita dei nativi delle praterie è stata indissolubilmente legata, nel bene e nel male.
Centrale è l’aspetto della spiritualità dei nativi, con la loro particolare concezione del mondo, dove ogni cosa è regolata dal Grande Spirito e tutti gli esseri viventi sono indissolubilmente legati e interdipendenti: da questo derivano il carattere sacro della caccia e di ogni altra attività umana, la ritualità complessa e affascinante e il rispetto per tutte le forme di vita. Sono esposti alcuni rari oggetti tradizionali usati durante le principali cerimonie religiose dei Lakota, la danza del sole e il rito della purificazione, e in particolare è esibita una selezione di meravigliose pipe rituali.
Esempio perfetto di adattamento a condizioni di vita difficili se non estreme, i nativi americani furono e sono portatori di una visione del rapporto tra uomo e ambiente totalmente diversa rispetto a quella occidentale. Organizzazione sociale e stile di vita tradizionale sono stati sconvolti dalla metà dell’Ottocento con la progressiva sottomissione forzata alla legge dei bianchi e il confino nelle riserve.
L’esposizione della Fondazione Culturale Hermann Geiger non vuole dimenticare l’insensatezza e la violenza di questa operazione e si prefigge l’obiettivo di mostrare com’è cambiata la vita di popoli di cacciatori seminomadi attraverso la politica finto-assistenzialista dei governi americani o il tentativo di evangelizzazione, fino a descrivere problemi e prospettive odierne.
Quasi incredibilmente, si può constatare che i valori alla base delle società dei nativi non sono andati distrutti, ma hanno continuato a vivere, impermeabili al sistema capitalistico. Valori positivi che l’Occidente dovrebbe accogliere e fare propri.
I reperti etnografici provengono dal NONAM di Zurigo, prestigiosa istituzione internazionale specializzata nelle culture nordamericane, e da importanti collezioni private, come quelle di Sergio Susani e Alessandro Martire. Gli oggetti sono presentati all’interno di ricostruzioni scenografiche che hanno valenza didattica e contestualizzano al meglio l’oggetto esposto; un percorso didascalico-informativo attraverso pannelli con testi e immagini sulla vita, la storia e le tradizioni dei popoli nativi fornisce al pubblico le informazioni essenziali alla comprensione degli argomenti trattati. La mostra è infine corredata da una selezione di foto d’epoca provenienti dagli archivi della Library of Congress.
In concomitanza con l’evento espositivo è in programma un ciclo di incontri che tratteranno varie tematiche relative alla cultura dei nativi nordamericani. Tra questi sono previste le conferenze tenute da Naila Clerici, docente di Storia delle popolazioni indigene d’America presso l’Università degli Studi di Genova, Sergio Susani, collezionista ed esperto di arti e tecniche artigianali dei nativi delle Pianure, e Alessandro Martire, presidente dell’associazione Wambli Gleska, membro onorario della Nazione Lakota Sioux di Rosebud e loro unico rappresentante legale internazionale in Italia e presso l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani a Ginevra.
05
dicembre 2015
Nativi. Sulle tracce dei popoli delle Grandi Pianure
Dal 05 dicembre 2015 al 14 febbraio 2016
Location
FONDAZIONE HERMANN GEIGER
Cecina, Piazza Francesco Domenico Guerrazzi, 32, (Livorno)
Cecina, Piazza Francesco Domenico Guerrazzi, 32, (Livorno)
Vernissage
5 Dicembre 2015, Ore 17