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Natura & Artificio
Collettiva che indaga la tematica “Natura & Artificio” in occasione della presentazione della rivista Graphie n.63 – anno XV – 2013, dedicata monograficamente allo stesso argomento.
Comunicato stampa
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Esistono due purezze, come afferma Deleuze: quella della memoria e quella dell’oblio. Una vera e una meno vera o falsa; quella della responsabilità e quella dell’innocenza. Viviamo nelle disgiunzioni e nelle funzioni privative. Occorre riconoscere il “soffio” che si insinua nelle nostre volute. L’arte suscita e al contempo smaschera le nostre ombre. È una necessità interiore di intimità, per un altro tempo e un altro spazio. L’artista tenta di conquistare le vette percorrendo i propri abissi. Così tutto risuona in noi. Le opere aprono delle faglie e accendono nuovi fuochi. Risvegliano l’accadere e ci pongono in relazione fra di noi: essere umano con essere umano.
MAURIZIO BATTAGLIA (Cesena, 1971), opera perfettamente nell’illusione del metamorfico fra reale e artificiale. Che cos’è un seme? Che cos’è un nocciolo? Il seme è tutto: «il seme dell’arte, il seme della vita - scriveva Emilio Isgrò - contiene già di per sé la teoria di ciò che è o potrà diventare». Qui, l’artista mette insieme noccioli di ciliegia, di pesca e cera per costruire un alveare artificiale, una casa per insetti fantastici. E da bravo entomologo indaga una improbabile creatura piumosa, frondosa, mimetizzata e provvisa di gambe scheletriche, mettendola poi sotto una lente di ingrandimento. PAOLA CAMPIDELLI (Longiano, 1948) perlustra emotivamente paesaggi germanici, fiumi d’oltralpe e fiori che traduce in trasfigurazioni biomorfiche e organiche di straordinario impatto emotivo. MASSIMILIANO FABBRI (Faenza, 1972) ci offre una sperimentale germinazione naturalistica e fantastica. Sono vortici floreali, costellazioni di foglie e di fiori che ci sovrastano, che stanno sopra di noi e si metamorfizzano fra luci e ombre. Scrive l’artista: «Se le ossa fossero fogli / Fiori come ossa. Un petalo tagliente e affilato come una sca-pola, uno stelo fissato nella curva perfetta di una clavicola. Nelle corrispondenze la vertigine». Di ENRICO FEDRIGOLI (Sant’Ambrogio della Valpolicella (VR), 1953) abbiamo selezionato tre raffinati fogli fotografici inediti dedicati al tema delle metamorfosi naturalistiche. Il nostro artista/fotografo lavora con banco ottico e stampa rigorosamente da solo le sue opere. A garantire quel rigore che solo la fotografia di antica memoria e di alto rigore impongono. Di ANA HILLAR (Santa Fe, Argentina, 1969) riproponiamo le sue inimitabili Las caricias no Ilegan al alma che coniugano nella materia ceramica (trattata ad ingobbio) il sapore della terra e del mare. LUCA PIOVACCARI (Cesena, 1965) attraverso lo sguardo della macchina fotografica gioca nei rimandi di un negativo radiografico di spaesante memoria. «Nel progetto “Natura e artificio”, la natura viene coinvolta nella sua riproduzione e nell’espediente del proprio riposizionamento, in un processo che coinvolge tanto il senso di appartenenza alla terra quanto la necessità che la natura stessa torni ad essere un valore riconosciuto di appartenenza intellettuale, luogo reale della materializzazione di progetti e intenzioni del pensiero» (Luca Piovaccari). GREGORIO RAVAIOLI (Cesena, 1952) ha realizzato per questa mostra due raffinate opere: la prima minimalista si risolve in un piccolo “rametto con foglie” sul quale poggia un “omuncolo” ligneo. La seconda appartiene al ciclo metamorfico degli ex-voto: un tema che l’artista ha percorso e ripercorso con puntigliosa e straordinaria ossessività. MATTIA VERNOCCHI (Cesena, 1980), partendo da piccole gabbiette per uccelli ne fa opere d’arte. Il fuoco diventa medium che lega ferro e colatura ceramica per nuovi e inediti slanci di bellezza. Così, gli agglutinati agglomerati ceramici, come in una sorta di “teatrino” si insediano e inscenano residuati archeologici “straziati”. JACOPO CASADEI (Cesena, 1982), abbandonata la figurazione dal sapore feroce e un po’ “art brut”, approda oggi alla liquidità di morbidi brandelli di paesaggio. L’artista attua uno scardinamento del reale a favore di un sentire più emotivo come sguardo sensibile: una rilevazione della transitorietà che accomuna tutte le cose. GIORGIA SEVERI (Ravenna, 1984) opera sulla memoria delle tecniche del restauro e fedelmente “rileva” i tronchi degli alberi che via via incontra e conosce. Traccia raffinate memoria nei suoi calchi per un pensare rabdomantico e rallentato. VALENTINA PERAZZINI (Rimini, 1987), propone un’opera altamente poetica: Leggere siepe tra le righe (2013). L’artista interviene fra parola/segno e immagine, fra scrittura/pittura e linguaggio video coniugando,in un cortocircuito emozionale, il ruolo della memoria, a partire da Le Onde, romanzo di Virginia Woolf.
Durante l'inaugurazione si terrà il recitativo condotto dal duo “GIUSEPPE e MARIA” (i Musa Peripegia). Scrivono gli autori: «Lo spettacolo che presentiamo è un viaggio sospeso e sotteso allo
stesso tempo, un viaggio che parte dalle radici della terra attraverso la Mandragora e tenta di superare un’evoluzione
improbabile saltando tutte le tappe dell’umanità, passando attraverso il mito, le congetture pseudomagiche dei primi
alchimisti, le elucubrazioni di scienziati come Paracelso, o i deliri di uomini di fede come il Maharal di Praga, patti
mefistofelici, visioni avveniristiche di patrioti garibaldini, fino al tentativo di spingere l’uomo oltre l’umano, superarlo
e trovare l’ultrauomo: “l’operaio perfetto”, la creatura finale, eliminando dall’uomo tutto ciò che non serve al lavoro,
eliminando cioè l’uomo».
MAURIZIO BATTAGLIA (Cesena, 1971), opera perfettamente nell’illusione del metamorfico fra reale e artificiale. Che cos’è un seme? Che cos’è un nocciolo? Il seme è tutto: «il seme dell’arte, il seme della vita - scriveva Emilio Isgrò - contiene già di per sé la teoria di ciò che è o potrà diventare». Qui, l’artista mette insieme noccioli di ciliegia, di pesca e cera per costruire un alveare artificiale, una casa per insetti fantastici. E da bravo entomologo indaga una improbabile creatura piumosa, frondosa, mimetizzata e provvisa di gambe scheletriche, mettendola poi sotto una lente di ingrandimento. PAOLA CAMPIDELLI (Longiano, 1948) perlustra emotivamente paesaggi germanici, fiumi d’oltralpe e fiori che traduce in trasfigurazioni biomorfiche e organiche di straordinario impatto emotivo. MASSIMILIANO FABBRI (Faenza, 1972) ci offre una sperimentale germinazione naturalistica e fantastica. Sono vortici floreali, costellazioni di foglie e di fiori che ci sovrastano, che stanno sopra di noi e si metamorfizzano fra luci e ombre. Scrive l’artista: «Se le ossa fossero fogli / Fiori come ossa. Un petalo tagliente e affilato come una sca-pola, uno stelo fissato nella curva perfetta di una clavicola. Nelle corrispondenze la vertigine». Di ENRICO FEDRIGOLI (Sant’Ambrogio della Valpolicella (VR), 1953) abbiamo selezionato tre raffinati fogli fotografici inediti dedicati al tema delle metamorfosi naturalistiche. Il nostro artista/fotografo lavora con banco ottico e stampa rigorosamente da solo le sue opere. A garantire quel rigore che solo la fotografia di antica memoria e di alto rigore impongono. Di ANA HILLAR (Santa Fe, Argentina, 1969) riproponiamo le sue inimitabili Las caricias no Ilegan al alma che coniugano nella materia ceramica (trattata ad ingobbio) il sapore della terra e del mare. LUCA PIOVACCARI (Cesena, 1965) attraverso lo sguardo della macchina fotografica gioca nei rimandi di un negativo radiografico di spaesante memoria. «Nel progetto “Natura e artificio”, la natura viene coinvolta nella sua riproduzione e nell’espediente del proprio riposizionamento, in un processo che coinvolge tanto il senso di appartenenza alla terra quanto la necessità che la natura stessa torni ad essere un valore riconosciuto di appartenenza intellettuale, luogo reale della materializzazione di progetti e intenzioni del pensiero» (Luca Piovaccari). GREGORIO RAVAIOLI (Cesena, 1952) ha realizzato per questa mostra due raffinate opere: la prima minimalista si risolve in un piccolo “rametto con foglie” sul quale poggia un “omuncolo” ligneo. La seconda appartiene al ciclo metamorfico degli ex-voto: un tema che l’artista ha percorso e ripercorso con puntigliosa e straordinaria ossessività. MATTIA VERNOCCHI (Cesena, 1980), partendo da piccole gabbiette per uccelli ne fa opere d’arte. Il fuoco diventa medium che lega ferro e colatura ceramica per nuovi e inediti slanci di bellezza. Così, gli agglutinati agglomerati ceramici, come in una sorta di “teatrino” si insediano e inscenano residuati archeologici “straziati”. JACOPO CASADEI (Cesena, 1982), abbandonata la figurazione dal sapore feroce e un po’ “art brut”, approda oggi alla liquidità di morbidi brandelli di paesaggio. L’artista attua uno scardinamento del reale a favore di un sentire più emotivo come sguardo sensibile: una rilevazione della transitorietà che accomuna tutte le cose. GIORGIA SEVERI (Ravenna, 1984) opera sulla memoria delle tecniche del restauro e fedelmente “rileva” i tronchi degli alberi che via via incontra e conosce. Traccia raffinate memoria nei suoi calchi per un pensare rabdomantico e rallentato. VALENTINA PERAZZINI (Rimini, 1987), propone un’opera altamente poetica: Leggere siepe tra le righe (2013). L’artista interviene fra parola/segno e immagine, fra scrittura/pittura e linguaggio video coniugando,in un cortocircuito emozionale, il ruolo della memoria, a partire da Le Onde, romanzo di Virginia Woolf.
Durante l'inaugurazione si terrà il recitativo condotto dal duo “GIUSEPPE e MARIA” (i Musa Peripegia). Scrivono gli autori: «Lo spettacolo che presentiamo è un viaggio sospeso e sotteso allo
stesso tempo, un viaggio che parte dalle radici della terra attraverso la Mandragora e tenta di superare un’evoluzione
improbabile saltando tutte le tappe dell’umanità, passando attraverso il mito, le congetture pseudomagiche dei primi
alchimisti, le elucubrazioni di scienziati come Paracelso, o i deliri di uomini di fede come il Maharal di Praga, patti
mefistofelici, visioni avveniristiche di patrioti garibaldini, fino al tentativo di spingere l’uomo oltre l’umano, superarlo
e trovare l’ultrauomo: “l’operaio perfetto”, la creatura finale, eliminando dall’uomo tutto ciò che non serve al lavoro,
eliminando cioè l’uomo».
28
settembre 2013
Natura & Artificio
Dal 28 settembre al 19 ottobre 2013
arte contemporanea
Location
IL VICOLO INTERIOR DESIGN
Cesena, Via Carbonari, 16, (Forlì-cesena)
Cesena, Via Carbonari, 16, (Forlì-cesena)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato 9.00 - 12.30 / 15.30 -19.00
chiuso il giovedì
Vernissage
28 Settembre 2013, h 18.00
Autore
Curatore