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Natura e Arte in Certosa: Ortus Artis e Fresco Bosco
Una straordinaria manifestazione di arte contemporanea legata ad uno storico scenario. Il complesso monumentale della Certosa di San Lorenzo a Padula con il suo secolare parco diventa lo sfondo per Natura e Arte in Certosa: Ortus Artis e Fresco Bosco, ideata e curata da Achille Bonito Oliva. L’evento offre la presenza di artisti di fama internazionale di cui si ammirano sculture, opere pittoriche, fotografie, installazioni, performances e la realizzazione di giardini contemporanei nelle celle dei monaci
Comunicato stampa
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Una straordinaria manifestazione di arte contemporanea legata ad uno storico scenario. Il complesso monumentale della Certosa di San Lorenzo a Padula con il suo secolare parco diventa lo sfondo per Natura e Arte in Certosa: Ortus Artis e Fresco Bosco, ideata e curata da Achille Bonito Oliva. L'evento offre la presenza di artisti di fama internazionale di cui si ammirano sculture, opere pittoriche, fotografie, installazioni, performances e la realizzazione di giardini contemporanei nelle celle dei monaci. La manifestazione fa seguito alle rassegne "Le opere e i giorni" (2002-2003-2004) e "Ortus Artis" (2003-2004-2006).
L'esposizione è promossa dalla Soprintendenza di Salerno e Avellino.
Achille Bonito Oliva commenta: "se Ortus Artis porta con sé la nuova sfida del confronto con un passato non direttamente tangibile, quasi immaginario, per riportare alla luce le celle di cui quasi nulla si è conservato, Fresco Bosco segna lo slittamento dell’arte dall’interno della Certosa all’esterno e reinventa il Parco mettendo in scena eventi di grande spettacolarità in un'atmosfera di festa barocca".
La sera dell'inaugurazione il pubblico parteciperà a quella che lo stesso curatore definisce un momento di sintesi delle arti in cui la dimensione della festa investe l'intero complesso monumentale. Fresco Bosco conduce dunque i visitatori in un viaggio verso la conoscenza dei nuovi linguaggi della contemporaneità, osservati e rappresentati nella loro molteplicità di espressioni artistiche e poetiche.
Francesco Arena con l'installazione Nicchie con aureole utilizza il luogo originariamente impiegato come rimessa per gli attrezzi agricoli, trasformandolo in deposito per aureole che, orfane del proprio riferimento, illuminano se stesse conservate in casse-reliquiari. Chiara Camoni con Appunti per una scultura propone un crocifisso in stucco a grandezza naturale, da posizionare a terra, che racchiude una doppia possibilità, un ribaltamento di spazio e di senso. Pavimento#1 è il titolo dell'opera di Flavio Favelli, rifacimento di un modulo di cm. 250x200 del pavimento in marmo inserito nel parco che riprende i motivi del lastricato della Certosa. Marcello Cinque realizza due sculture di roccia bianca con spugna imbevute di cemento, dal titolo Fiori-muschio. L'installazione di Matteo Fraterno nasce dall'idea di contrapporre lo spazio della neviera, anticamente adibito a conservare il ghiaccio, al calore di materiali quali sabbia e lava che riempiono una profondità di circa 10 metri: su una scala posta alla sommità della neviera un soprano intona l'originale canto napoletano "Scalinatella". Giancarlo Neri trasforma il paesaggio in mappa e la mappa in territorio con Voi siete qui, una sorta di grande cartello posizionato in una radura. Siamosiete, installazione al neon di Pietro Costa, include 6 contenitori luminosi disposti tra gli alberi del giardino, sui temi dell’identità e della colpa; l'artista sceglie oggetti comuni, come i bidoni di plastica della spazzatura, per sottolineare il contrasto tra il sacro e profano nell’arte, nella religione e nelle nostre scelte morali. Franco Silvestro presenta una serie di figure in ceramica di dimensioni naturali per affrontare il tema del sociale nelle zone più calde dell'Italia del sud, mentre Bartolomeo Migliore, attraverso le parole Burning Humus scritte in latta a formare un cerchio di 2 metri di diametro nel terreno, racconta il paesaggio urbano della zona. La storia della Certosa crea lo sfondo per l'opera di Francesco Bocchini che con Condominio infinito, una sua tipica scaffalatura in ferro illuminata all'interno, racconta la storia di frati e uomini illustri che nel tempo hanno abitato questo suggestivo luogo di preghiera. L'australiano Lawrence Carroll con l'aiuto dei suoi ingegneri ha realizzato Buried Freezing Painting, un lavoro scavato nel terreno, raffreddato con un motore frigorifero e illuminato da un neon, installazione tipica e rappresentativa di questo artista. Tra le sculture posizionate nel parco si segnala: la Colonna di Karl Marx in bronzo del polacco Krzystof Bednarski, di 2.50 metri di altezza, con inserite le teste di Marx, tempio di una civilizzazione scomparsa; la monumentale figura in marmo di Giuseppe Capitano; la colonna di metallo di Pietro Fortuna, di circa 3 metri di altezza con fasce laterali che formano una sorta di diapason.
Diverse opere rimarranno in esposizione permanente e arricchiranno la già cospicua collezione: fotografie, opere pittoriche e installazioni sono infatti collocate all'interno della Certosa a creare un vero e proprio museo di arte contemporanea nei luoghi sacri dei monaci certosini. Gabriele Basilico propone una suggestiva fotografia della città di Beirut, già parte del ciclo fotografico presentato alla Biennale di Venezia 2007. Di Lucia Lamberti è stato scelto un quadro appartenente al ciclo Kaidan, ovvero "storie di fantasmi": soggetto dell'opera è una donna armata e ferita, un omaggio alle figure femminili del kaidan giapponese, che tornano in forma di fantasmi a vendicarsi dei torti subiti. L'artista israeliano Shai Frish Peri ha realizzato un'installazione a muro costituita da una superficie assemblata con componenti elettriche, mentre Paolo Picozza ha dipinto una tela di grandi dimensioni con bitume e carta incollata sulla superficie. La fotografia di Sergio Picciaredda, Pool, rispecchia una visione soggettiva della realtà, colta nell'intimo di molti dettagli. Spazio ottanta, Barcellona restituisce un'immagine accattivante della città spagnola: Lorenza Lucchi Basili rappresenta habitat contemporanei affidandosi alle condizioni di percezione al momento dello scatto. Gianfranco Baruchello presenta il video Il bosco, in cui una passeggiata diventa lo spazio sensibile dell'immaginazione: il bosco è anche il risultato di un’opera di cura, manutenzione e recupero di un sito storico, ovvero la strada etrusca che congiungeva l’antica Veio a Sacrofano.
Luca Campigotto, Raffaela Mariniello e Francesco Acone, che presenta Mesopotam, fanno rivivere gli antichi spazi della Certosa attraverso poetici scatti fotografici, mentre Mauro Di Silvestre e Luca Padroni espongono opere pittoriche.
Di eccezionale spessore anche le performances in programma: lo spettacolo Electronic cafè è di Umberto Scrocca, mentre Domenico Mennillo-Lungrabbe è il protagonista di La Maison de Rêve, rielaborazione di un progetto architettonico-musicale del compositore La Monte Young. Questa performance dà vita a una vera e propria “stanza nel verde”, nella quale abitano un uomo e una donna, animata da un tessuto sonoro costante (musica melodica “trattata” e musica elettronica). La classe morta è il titolo dello spettacolo di Guidarello Pontani in cui attori in carne e ossa chiameranno, come per un vera interrogazione, altri attori scomparsi da tempo. La classe, ossia lo spazio scenico, si animerà improvvisamente attraverso colloqui, monologhi e gesti fantastici: artisti, attori, registi, poeti, scrittori e altri personaggi significativi degli ultimi decenni prendono così forma trasportando lo spettatore tra spazio e tempo, in un luogo frequentato soltanto dagli dei.
Ortus Artis è dedicata alla rivisitazione dei giardini di due celle della Certosa. È un momento di incontro tra paesaggio e architettura, tra natura e arte; al tempo stesso, è un'occasione di confronto e sviluppo delle posizioni più attuali nel campo dell'architettura del paesaggio contemporaneo nazionale e internazionale.
Per questa edizione si realizza il progetto della cella n. 26, ideato dagli studenti dell'università di Dresda, che con l’opera Senza titolo hanno vinto "Ortus Artis 2006 - IV Workshop internazionale del paesaggio e del giardino contemporaneo". L’ateneo tedesco si è così affermato sugli altri istituti partecipanti, studiando un progetto in cui è stata riscontrata una sensibilità universale che non rinuncia al dialogo con la natura. La cella n. 26 è una delle due recuperate dalle alluvioni di fine ‘800, in cui, grazie a scavi recenti, erano state rinvenute le tracce sia della cella stessa che del muro di cinta.
Il fertile terreno di Ortus Artis ha fatto inoltre nascere l’innovativo concorso on-line per la ricostruzione della cella n. 25 di cui oggi è visibile il disegno planimetrico che si concretizzerà nel 2009. Il gruppo di architetti di paesaggio Archi-pelagus ha vinto con il progetto Riflessioni, in cui l'essenzialità dello spazio diventa uno spunto alla riflessione sull'esistenza, un mezzo per trascendere la dimensione materiale e innalzarsi verso quella spirituale.
Maria Giovanna Sessa, Direttrice della Certosa sottolinea: “La Certosa di Padula diviene tappa irrinunciabile nel viaggio di conoscenza della complessa sensibilità contemporanea, in cui la dimensione artistica, architettonica, poetica e spirituale dialogano e creano un'unità di senso attraverso la commistione tra passato e presente.”
Gennaro Miccio, Conservatore della Certosa, afferma: "Per la prima volta quest'anno, Fresco Bosco, arricchito dai nuovi interventi di artisti di fama internazionale, si fonde con Ortus Artis, il progetto che ha riportato a nuova vita i giardini delle celle, metafora del nutrimento dell'anima. Si crea così una continuità ideale tra la vita del monastero e la creatività che sconfina e abita il desertum". Il coordinamento esterno è di Giuliana Picarelli e Martina Cavallarin.
L'esposizione è promossa dalla Soprintendenza di Salerno e Avellino.
Achille Bonito Oliva commenta: "se Ortus Artis porta con sé la nuova sfida del confronto con un passato non direttamente tangibile, quasi immaginario, per riportare alla luce le celle di cui quasi nulla si è conservato, Fresco Bosco segna lo slittamento dell’arte dall’interno della Certosa all’esterno e reinventa il Parco mettendo in scena eventi di grande spettacolarità in un'atmosfera di festa barocca".
La sera dell'inaugurazione il pubblico parteciperà a quella che lo stesso curatore definisce un momento di sintesi delle arti in cui la dimensione della festa investe l'intero complesso monumentale. Fresco Bosco conduce dunque i visitatori in un viaggio verso la conoscenza dei nuovi linguaggi della contemporaneità, osservati e rappresentati nella loro molteplicità di espressioni artistiche e poetiche.
Francesco Arena con l'installazione Nicchie con aureole utilizza il luogo originariamente impiegato come rimessa per gli attrezzi agricoli, trasformandolo in deposito per aureole che, orfane del proprio riferimento, illuminano se stesse conservate in casse-reliquiari. Chiara Camoni con Appunti per una scultura propone un crocifisso in stucco a grandezza naturale, da posizionare a terra, che racchiude una doppia possibilità, un ribaltamento di spazio e di senso. Pavimento#1 è il titolo dell'opera di Flavio Favelli, rifacimento di un modulo di cm. 250x200 del pavimento in marmo inserito nel parco che riprende i motivi del lastricato della Certosa. Marcello Cinque realizza due sculture di roccia bianca con spugna imbevute di cemento, dal titolo Fiori-muschio. L'installazione di Matteo Fraterno nasce dall'idea di contrapporre lo spazio della neviera, anticamente adibito a conservare il ghiaccio, al calore di materiali quali sabbia e lava che riempiono una profondità di circa 10 metri: su una scala posta alla sommità della neviera un soprano intona l'originale canto napoletano "Scalinatella". Giancarlo Neri trasforma il paesaggio in mappa e la mappa in territorio con Voi siete qui, una sorta di grande cartello posizionato in una radura. Siamosiete, installazione al neon di Pietro Costa, include 6 contenitori luminosi disposti tra gli alberi del giardino, sui temi dell’identità e della colpa; l'artista sceglie oggetti comuni, come i bidoni di plastica della spazzatura, per sottolineare il contrasto tra il sacro e profano nell’arte, nella religione e nelle nostre scelte morali. Franco Silvestro presenta una serie di figure in ceramica di dimensioni naturali per affrontare il tema del sociale nelle zone più calde dell'Italia del sud, mentre Bartolomeo Migliore, attraverso le parole Burning Humus scritte in latta a formare un cerchio di 2 metri di diametro nel terreno, racconta il paesaggio urbano della zona. La storia della Certosa crea lo sfondo per l'opera di Francesco Bocchini che con Condominio infinito, una sua tipica scaffalatura in ferro illuminata all'interno, racconta la storia di frati e uomini illustri che nel tempo hanno abitato questo suggestivo luogo di preghiera. L'australiano Lawrence Carroll con l'aiuto dei suoi ingegneri ha realizzato Buried Freezing Painting, un lavoro scavato nel terreno, raffreddato con un motore frigorifero e illuminato da un neon, installazione tipica e rappresentativa di questo artista. Tra le sculture posizionate nel parco si segnala: la Colonna di Karl Marx in bronzo del polacco Krzystof Bednarski, di 2.50 metri di altezza, con inserite le teste di Marx, tempio di una civilizzazione scomparsa; la monumentale figura in marmo di Giuseppe Capitano; la colonna di metallo di Pietro Fortuna, di circa 3 metri di altezza con fasce laterali che formano una sorta di diapason.
Diverse opere rimarranno in esposizione permanente e arricchiranno la già cospicua collezione: fotografie, opere pittoriche e installazioni sono infatti collocate all'interno della Certosa a creare un vero e proprio museo di arte contemporanea nei luoghi sacri dei monaci certosini. Gabriele Basilico propone una suggestiva fotografia della città di Beirut, già parte del ciclo fotografico presentato alla Biennale di Venezia 2007. Di Lucia Lamberti è stato scelto un quadro appartenente al ciclo Kaidan, ovvero "storie di fantasmi": soggetto dell'opera è una donna armata e ferita, un omaggio alle figure femminili del kaidan giapponese, che tornano in forma di fantasmi a vendicarsi dei torti subiti. L'artista israeliano Shai Frish Peri ha realizzato un'installazione a muro costituita da una superficie assemblata con componenti elettriche, mentre Paolo Picozza ha dipinto una tela di grandi dimensioni con bitume e carta incollata sulla superficie. La fotografia di Sergio Picciaredda, Pool, rispecchia una visione soggettiva della realtà, colta nell'intimo di molti dettagli. Spazio ottanta, Barcellona restituisce un'immagine accattivante della città spagnola: Lorenza Lucchi Basili rappresenta habitat contemporanei affidandosi alle condizioni di percezione al momento dello scatto. Gianfranco Baruchello presenta il video Il bosco, in cui una passeggiata diventa lo spazio sensibile dell'immaginazione: il bosco è anche il risultato di un’opera di cura, manutenzione e recupero di un sito storico, ovvero la strada etrusca che congiungeva l’antica Veio a Sacrofano.
Luca Campigotto, Raffaela Mariniello e Francesco Acone, che presenta Mesopotam, fanno rivivere gli antichi spazi della Certosa attraverso poetici scatti fotografici, mentre Mauro Di Silvestre e Luca Padroni espongono opere pittoriche.
Di eccezionale spessore anche le performances in programma: lo spettacolo Electronic cafè è di Umberto Scrocca, mentre Domenico Mennillo-Lungrabbe è il protagonista di La Maison de Rêve, rielaborazione di un progetto architettonico-musicale del compositore La Monte Young. Questa performance dà vita a una vera e propria “stanza nel verde”, nella quale abitano un uomo e una donna, animata da un tessuto sonoro costante (musica melodica “trattata” e musica elettronica). La classe morta è il titolo dello spettacolo di Guidarello Pontani in cui attori in carne e ossa chiameranno, come per un vera interrogazione, altri attori scomparsi da tempo. La classe, ossia lo spazio scenico, si animerà improvvisamente attraverso colloqui, monologhi e gesti fantastici: artisti, attori, registi, poeti, scrittori e altri personaggi significativi degli ultimi decenni prendono così forma trasportando lo spettatore tra spazio e tempo, in un luogo frequentato soltanto dagli dei.
Ortus Artis è dedicata alla rivisitazione dei giardini di due celle della Certosa. È un momento di incontro tra paesaggio e architettura, tra natura e arte; al tempo stesso, è un'occasione di confronto e sviluppo delle posizioni più attuali nel campo dell'architettura del paesaggio contemporaneo nazionale e internazionale.
Per questa edizione si realizza il progetto della cella n. 26, ideato dagli studenti dell'università di Dresda, che con l’opera Senza titolo hanno vinto "Ortus Artis 2006 - IV Workshop internazionale del paesaggio e del giardino contemporaneo". L’ateneo tedesco si è così affermato sugli altri istituti partecipanti, studiando un progetto in cui è stata riscontrata una sensibilità universale che non rinuncia al dialogo con la natura. La cella n. 26 è una delle due recuperate dalle alluvioni di fine ‘800, in cui, grazie a scavi recenti, erano state rinvenute le tracce sia della cella stessa che del muro di cinta.
Il fertile terreno di Ortus Artis ha fatto inoltre nascere l’innovativo concorso on-line per la ricostruzione della cella n. 25 di cui oggi è visibile il disegno planimetrico che si concretizzerà nel 2009. Il gruppo di architetti di paesaggio Archi-pelagus ha vinto con il progetto Riflessioni, in cui l'essenzialità dello spazio diventa uno spunto alla riflessione sull'esistenza, un mezzo per trascendere la dimensione materiale e innalzarsi verso quella spirituale.
Maria Giovanna Sessa, Direttrice della Certosa sottolinea: “La Certosa di Padula diviene tappa irrinunciabile nel viaggio di conoscenza della complessa sensibilità contemporanea, in cui la dimensione artistica, architettonica, poetica e spirituale dialogano e creano un'unità di senso attraverso la commistione tra passato e presente.”
Gennaro Miccio, Conservatore della Certosa, afferma: "Per la prima volta quest'anno, Fresco Bosco, arricchito dai nuovi interventi di artisti di fama internazionale, si fonde con Ortus Artis, il progetto che ha riportato a nuova vita i giardini delle celle, metafora del nutrimento dell'anima. Si crea così una continuità ideale tra la vita del monastero e la creatività che sconfina e abita il desertum". Il coordinamento esterno è di Giuliana Picarelli e Martina Cavallarin.
05
settembre 2008
Natura e Arte in Certosa: Ortus Artis e Fresco Bosco
Dal 05 settembre 2008 all'otto gennaio 2009
arte contemporanea
Location
CERTOSA DI SAN LORENZO – MUSEO ARCHEOLOGICO PROVINCIALE
Padula, Strada Comunale San Lorenzo, (Salerno)
Padula, Strada Comunale San Lorenzo, (Salerno)
Biglietti
Euro 4 intero
gratuito fino ai 18 anni e oltre i 65
ridotto 50% dai 18 ai 25
Orario di apertura
h. 9 - 19 tutti i giorni. Chiuso martedì
Vernissage
5 Settembre 2008, ore 19
Ufficio stampa
IRMA BIANCHI
Autore
Curatore