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Naturae
In esposizione le opere fotografiche di Andrea Attardi, Ferdinando Califano, Marcello Di Donato, Rosa Foschi, Luca Maria Patella, Maria Semmer ed Eva Tomei.
Comunicato stampa
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Sono ritagli di vita quelli proposti dal mezzo fotografico, frammenti che, per volontà o per caso, sono stati considerati dall’occhio che li ha scelti al momento dello scatto. Valicato il confine della documentazione, la macchina fotografica, da strumento prettamente tecnico, viene assunto come mezzo espressivo.
Chi sceglie la fotografia come strumento di una personale analisi artistica, si trova nella magica situazione di scovare nell’oggetto ripreso, così come natura lo offre, l’originalità, la peculiarità attribuitagli dal contesto in cui è inserito. L’immagine finale si articola di rimandi, di connessioni, di cultura, di storia, e porta in sè un racconto immancabilmente insito in ogni opera.
Storicamente, tra i primi a praticare la fotografia con intenti sperimentali, è stato Luca Maria Patella che, negli anni Sessanta, ha introdotto la fotocamera e la cinepresa tra i mezzi espressivi autonomi. Il suo è un lavoro in divenire che, usando le sue stesse parole, trae stimolo dalla natura e dalla cultura. “Pensare non esclude, ma anzi attraversa Linguaggio e Psiche, include il vivere e anche la teoria connessa. Perché non c’è Natura senza Cultura!”. La sua instancabile ricerca è affiancata da anni a quella di sua moglie, Rosa Foschi, artista che nei suoi lavori, esalta la spontaneità di oggetti affiancati casualmente in una combinazione di quotidianità e senso del sublime. Gli accostamenti inconsueti provengono da visioni mentali istintive e imprevedibili, come quelle dei sogni. Quelle di Rosa Foschi sono immagini che restituiscono un misterioso ed enigmatico universo interiore, interamente da decifrare.
Ciascuno dei sette artisti presenti in mostra, propone la sua immagine di realtà, di ‘natura’, cogliendo la sintesi di una riflessione e fissandola in schegge di esistenza, immagini di base alle quali si applicano articolati concetti.
Andrea Attardi offre un vero e proprio momento di meditazione, in alternativa al nevrotico consumismo e alla frettolosa agitazione tipica della vita odierna, esortando alla partecipazione raccolta e all’attesa.
Sono indagini sulla natura quelle espresse nelle fotografie di Ferdinando Califano. Nei soggetti ripresi, senza ricorrere all’obbiettivo e all’inquadratura, è il caso a dominare. Il carattere mutevole e imprevedibile della realtà è portato all’estremo, in dimensioni surreali e violentemente espressive, con esiti quasi pittorici.
Atmosfere mistiche si animano nella fotografia di Marcello Di Donato la cui indagine sulla natura si fa più spirituale e intima. Di fronte al rapido scorrere della quotidianità, al movimento ansioso dello scenario contemporaneo, Di Donato si sofferma sul particolare sfuggente che chiama “occasione” o “situazione instabile”, per sottrarre l’anima delle cose e restituirla in composizioni surreali e senza tempo.
Ancora più surreali sono le situazioni descritte nelle fotografie di Maria Semmer, che si aprono a scene oniriche intrise di riferimenti simbolici. Inversamente le sue immagini provengono dall’inconscio e prendono forma facendosi reali con la fotografia. Nei suoi lavori si scorgono luoghi apparentemente riconoscibili, dove personaggi ed oggetti vengono contestualizzati in situazioni inconsuete che annebbiano l’orientamento e suscitano smarrimenti e incertezze.
Frammenti di vera quotidianità sono quelli ritratti da Eva Tomei. Con fare discreto e delicato, l’artista osserva momenti di vita privata, atteggiamenti comuni, in cui ciascuno può facilmente rivivere un momento della propria vita. La sensazione che ne esce è quella di vero e proprio dejà vu, di sovrapposizione temporale resa anche tecnicamente dalla doppia esposizione e dal tempo lento dello scatto. Sono momenti malinconici che contengono un dolce tepore domestico.
Agnese Miralli
Chi sceglie la fotografia come strumento di una personale analisi artistica, si trova nella magica situazione di scovare nell’oggetto ripreso, così come natura lo offre, l’originalità, la peculiarità attribuitagli dal contesto in cui è inserito. L’immagine finale si articola di rimandi, di connessioni, di cultura, di storia, e porta in sè un racconto immancabilmente insito in ogni opera.
Storicamente, tra i primi a praticare la fotografia con intenti sperimentali, è stato Luca Maria Patella che, negli anni Sessanta, ha introdotto la fotocamera e la cinepresa tra i mezzi espressivi autonomi. Il suo è un lavoro in divenire che, usando le sue stesse parole, trae stimolo dalla natura e dalla cultura. “Pensare non esclude, ma anzi attraversa Linguaggio e Psiche, include il vivere e anche la teoria connessa. Perché non c’è Natura senza Cultura!”. La sua instancabile ricerca è affiancata da anni a quella di sua moglie, Rosa Foschi, artista che nei suoi lavori, esalta la spontaneità di oggetti affiancati casualmente in una combinazione di quotidianità e senso del sublime. Gli accostamenti inconsueti provengono da visioni mentali istintive e imprevedibili, come quelle dei sogni. Quelle di Rosa Foschi sono immagini che restituiscono un misterioso ed enigmatico universo interiore, interamente da decifrare.
Ciascuno dei sette artisti presenti in mostra, propone la sua immagine di realtà, di ‘natura’, cogliendo la sintesi di una riflessione e fissandola in schegge di esistenza, immagini di base alle quali si applicano articolati concetti.
Andrea Attardi offre un vero e proprio momento di meditazione, in alternativa al nevrotico consumismo e alla frettolosa agitazione tipica della vita odierna, esortando alla partecipazione raccolta e all’attesa.
Sono indagini sulla natura quelle espresse nelle fotografie di Ferdinando Califano. Nei soggetti ripresi, senza ricorrere all’obbiettivo e all’inquadratura, è il caso a dominare. Il carattere mutevole e imprevedibile della realtà è portato all’estremo, in dimensioni surreali e violentemente espressive, con esiti quasi pittorici.
Atmosfere mistiche si animano nella fotografia di Marcello Di Donato la cui indagine sulla natura si fa più spirituale e intima. Di fronte al rapido scorrere della quotidianità, al movimento ansioso dello scenario contemporaneo, Di Donato si sofferma sul particolare sfuggente che chiama “occasione” o “situazione instabile”, per sottrarre l’anima delle cose e restituirla in composizioni surreali e senza tempo.
Ancora più surreali sono le situazioni descritte nelle fotografie di Maria Semmer, che si aprono a scene oniriche intrise di riferimenti simbolici. Inversamente le sue immagini provengono dall’inconscio e prendono forma facendosi reali con la fotografia. Nei suoi lavori si scorgono luoghi apparentemente riconoscibili, dove personaggi ed oggetti vengono contestualizzati in situazioni inconsuete che annebbiano l’orientamento e suscitano smarrimenti e incertezze.
Frammenti di vera quotidianità sono quelli ritratti da Eva Tomei. Con fare discreto e delicato, l’artista osserva momenti di vita privata, atteggiamenti comuni, in cui ciascuno può facilmente rivivere un momento della propria vita. La sensazione che ne esce è quella di vero e proprio dejà vu, di sovrapposizione temporale resa anche tecnicamente dalla doppia esposizione e dal tempo lento dello scatto. Sono momenti malinconici che contengono un dolce tepore domestico.
Agnese Miralli
07
novembre 2010
Naturae
Dal 07 al 21 novembre 2010
fotografia
Location
GALLERIA MIRALLI – PALAZZO CHIGI
Viterbo, Via Chigi, 15, (Viterbo)
Viterbo, Via Chigi, 15, (Viterbo)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 17,30 - 19
Vernissage
7 Novembre 2010, ore 11,00
Autore
Curatore