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Nel cerchio di Böcklin
I giovani Giorgio Dante, Luana Romano e Lorenzo Romani, trovano l’occasione di omaggiare Arnold Böcklin
Comunicato stampa
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Grazie a Tiziana Todi e alla galleria Vittoria, i giovani Giorgio Dante, Luana Romano e Lorenzo Romani, trovano l’occasione di omaggiare Arnold Böcklin. Omaggio che, ovviamente, lascia intatte le personalità dei nostri autori, nemici giurati di ogni forma di epigonismo. Giorgio Dante è un artista squisitamente e decisamente anacronista; si confronta con il Giovane e Fanciulla in Primavera del maestro. L’artista spinge in direzione più strettamente erotica il discorso böckliniano; l'erotismo del nostro è però sottile, umbratile e crepuscolare. La Fanciulla, infatti, pudicamente vestita, accenna appena a toccare il Giovane nudo pienamente impelagato in un sogno classico. Diciamo la verità; in fondo al cuore Dante non porta Böcklin, bensì Leighton e l'intero arco della pittura vittoriana. Ovviamente rifiuta le proposte avanzate dalle Neoavanguardie perchè queste, sulla scia di Duchamp e del Dadaismo, hanno espunto dall'arte la bellezza. E' alla bellezza, invece, che il giovane pittore pensa giorno e notte; ora dato che la bellezza, nella società contemporanea, è elusa o storpiata, non si può presentare in termini trionfali; da qui, come dicevamo, la scelta di un sogno lunare ed elegiaco che si rivolge alla parte più segreta e raccolta della nostra anima. Assai diverso è il discorso di Lorenzo Romani, un anacronista non ortodosso perchè permanentemente gettato nella voragine della defigurazione. Presenta un Autoritratto con la Morte; elimina il violino böckliniano e, come sempre, affoga tutto in un abisso oscuro ed intramontabile. A sinistra un accenno di testa, quasi un S. Giovanni decollato; a destra la Morte radicalmente fantasmatica e spettrale. E' evidente che Romani è un visionario le cui radici culturali vanno ricercate, non a caso, nel Simbolismo che si avvolge nelle spire dell'adoratio mortis. Grazie a Luana Romano ci muoviamo all'interno di un universo creativo del tutto diverso da quello di Dante e di Romani. La fede profonda della Romano è consegnata nelle mani di una materia che ama disfarsi e dilagare; ciò permette alla pittrice di cogliere e sottolineare a suo modo, il vitalismo erotico del grande svizzero. La Naiade dell'artista, infatti, contagia la materia nella quale è immersa con la sua passione, una passione, appunto, che non conosce freni e che quindi non può essere ingabbiata in nessuna “forma compiuta”. Detto questo, non possiamo tacere, in conclusione, un dato essenziale comune ai tre artisti: la fedeltà alla pittura. Questa, nelle loro mani, non conosce “superamento” e la “strategia dell'impurità” esaltata dalle Neoavanguardie, lascia del tutto indifferenti i nostri che fanno ricadere ogni loro pensiero all'interno dello spazio separato e magato del quadro.
Robertomaria Siena
Robertomaria Siena
23
febbraio 2008
Nel cerchio di Böcklin
Dal 23 febbraio al 03 marzo 2008
giovane arte
Location
GALLERIA VITTORIA
Roma, Via Margutta, 103, (Roma)
Roma, Via Margutta, 103, (Roma)
Vernissage
23 Febbraio 2008, ore 18.30
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