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Nello Taietti – La caducità della bellezza
Un’esposizione che esplora il delicato equilibrio tra forza e vulnerabilità, tra ciò che dura e ciò che svanisce. Nello Taietti presenta una personale fotografica che, con oltre 70 opere, indaga l’eterna dialettica tra bellezza e fragilità.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 30 ottobre al 23 novembre presso la Fondazione Luciana Matalon, Nello Taietti (Milano, 1949) presenta “La caducità della bellezza”, un viaggio profondo, lirico e perturbante che indaga l'eterna dialettica tra bellezza e fragilità. Una personale di fotografia, composta da oltre 70 opere, che si apre come un'ode alla grazia umana per poi culminare in una riflessione universale sull’effimera natura della vita.
Il percorso espositivo inizia con la rappresentazione della bellezza femminile, ritratta in una dimensione sospesa tra idealizzazione e vulnerabilità. La perfezione plastica dei corpi fotografati, evocata con una delicatezza quasi sacrale, diviene qui veicolo di una meditazione sull’impermanenza: ogni piega della pelle, ogni sguardo fissato nell’istante, porta con sé il presentimento della fragilità intrinseca che non può essere ignorata. Il fotografo ci invita a vedere oltre l’apparenza della perfezione, rivelandoci che la bellezza, proprio nel suo essere effimera, acquista significato e valore. Una bellezza mai intesa come presenza definitiva ma come sospensione che prelude al cambiamento e
infine alla dissoluzione.
Proseguendo nel dedalo di corridoi della Fondazione il fil rouge che lega tutti gli scatti è il vento, presenza silenziosa ma costante che metaforicamente richiama la precarietà e l’instabilità incombente su ogni forma di vita. Una forza naturale invisibile ma inarrestabile che scardina l’ordine e disturba la serenità dei soggetti rappresentati. Questo elemento diventa simbolo del tempo, della trasformazione inevitabile, della decadenza a cui tutto è sottoposto.
Un climax continuo che culmina con “Una delle tante Cio-Cio-San”, una tela monolitica che funge da epilogo tragico e simbolico di tutto il percorso espositivo. La drammatica storia di Cio-Cio-San, la “Madame Butterfly” di Puccini, racconta di un profondo tradimento dettato dall’illusione di un amore eterno che porta la giovane donna, perdute per sempre l’innocenza e la fragilità di cui era simbolo, a rifugiarsi nell’abbraccio del suo sacrificio finale.
L’opera, posta nell’ultima sala e realizzata ex novo per l'occasione, sembra cristallizzare l'istante effimero in cui la bellezza è sull'orlo del suo annientamento, catturando quell'attimo sospeso e fragile prima che svanisca
per sempre. È un preludio etereo che anticipa la tragedia, un momento di sospensione che richiama con inquietante potenza la memoria dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, evocando la devastazione imminente e segnando una frattura radicale rispetto alla celebrazione tradizionale della bellezza. Qui, il contrasto tra l’estetica e l’orrore si fa
disarmante, come se la bellezza fosse intrappolata per sempre nell’istante che precede la sua cancellazione. In questa sala trovano luogo anche una serie di scatti che ritraggono la natura sconvolta e turbata dal vento, quasi fosse un
eco lontano del cataclisma. Il caos prende così il sopravvento evocando un mondo in cui la bellezza, tanto umana quanto naturale, è costantemente minacciata da forze che sfuggono al nostro controllo. In questo contesto, le
raffiche di vento sembrano specchiare l'imprevedibilità dell'esistenza stessa, la fragilità di tutto ciò che è bello, la precarietà della vita. “Una delle tante Cio-Cio- San”, carica di una violenza tanto visiva quanto emotiva, si erge come una riflessione ultima sul potere distruttivo dell’uomo, capace non solo di creare bellezza, ma anche di annientarla.
La potenza espressiva delle immagini di Taietti risiede proprio nella loro capacità di dialogare con lo spettatore su piani molteplici. Da un lato, siamo invitati a contemplare la bellezza del corpo umano, nella sua classicità e armonia; dall’altro, non possiamo ignorare la tensione sottesa che suggerisce la sua inevitabile fragilità. Curata con un approccio minimalista ogni stanza apre nuove prospettive, ogni scatto è un invito a riflettere sulla nostra condizione umana, sulla bellezza che, come diceva John Keats, è "una gioia eterna" ma anche "terribilmente fragile".
Il percorso espositivo inizia con la rappresentazione della bellezza femminile, ritratta in una dimensione sospesa tra idealizzazione e vulnerabilità. La perfezione plastica dei corpi fotografati, evocata con una delicatezza quasi sacrale, diviene qui veicolo di una meditazione sull’impermanenza: ogni piega della pelle, ogni sguardo fissato nell’istante, porta con sé il presentimento della fragilità intrinseca che non può essere ignorata. Il fotografo ci invita a vedere oltre l’apparenza della perfezione, rivelandoci che la bellezza, proprio nel suo essere effimera, acquista significato e valore. Una bellezza mai intesa come presenza definitiva ma come sospensione che prelude al cambiamento e
infine alla dissoluzione.
Proseguendo nel dedalo di corridoi della Fondazione il fil rouge che lega tutti gli scatti è il vento, presenza silenziosa ma costante che metaforicamente richiama la precarietà e l’instabilità incombente su ogni forma di vita. Una forza naturale invisibile ma inarrestabile che scardina l’ordine e disturba la serenità dei soggetti rappresentati. Questo elemento diventa simbolo del tempo, della trasformazione inevitabile, della decadenza a cui tutto è sottoposto.
Un climax continuo che culmina con “Una delle tante Cio-Cio-San”, una tela monolitica che funge da epilogo tragico e simbolico di tutto il percorso espositivo. La drammatica storia di Cio-Cio-San, la “Madame Butterfly” di Puccini, racconta di un profondo tradimento dettato dall’illusione di un amore eterno che porta la giovane donna, perdute per sempre l’innocenza e la fragilità di cui era simbolo, a rifugiarsi nell’abbraccio del suo sacrificio finale.
L’opera, posta nell’ultima sala e realizzata ex novo per l'occasione, sembra cristallizzare l'istante effimero in cui la bellezza è sull'orlo del suo annientamento, catturando quell'attimo sospeso e fragile prima che svanisca
per sempre. È un preludio etereo che anticipa la tragedia, un momento di sospensione che richiama con inquietante potenza la memoria dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, evocando la devastazione imminente e segnando una frattura radicale rispetto alla celebrazione tradizionale della bellezza. Qui, il contrasto tra l’estetica e l’orrore si fa
disarmante, come se la bellezza fosse intrappolata per sempre nell’istante che precede la sua cancellazione. In questa sala trovano luogo anche una serie di scatti che ritraggono la natura sconvolta e turbata dal vento, quasi fosse un
eco lontano del cataclisma. Il caos prende così il sopravvento evocando un mondo in cui la bellezza, tanto umana quanto naturale, è costantemente minacciata da forze che sfuggono al nostro controllo. In questo contesto, le
raffiche di vento sembrano specchiare l'imprevedibilità dell'esistenza stessa, la fragilità di tutto ciò che è bello, la precarietà della vita. “Una delle tante Cio-Cio- San”, carica di una violenza tanto visiva quanto emotiva, si erge come una riflessione ultima sul potere distruttivo dell’uomo, capace non solo di creare bellezza, ma anche di annientarla.
La potenza espressiva delle immagini di Taietti risiede proprio nella loro capacità di dialogare con lo spettatore su piani molteplici. Da un lato, siamo invitati a contemplare la bellezza del corpo umano, nella sua classicità e armonia; dall’altro, non possiamo ignorare la tensione sottesa che suggerisce la sua inevitabile fragilità. Curata con un approccio minimalista ogni stanza apre nuove prospettive, ogni scatto è un invito a riflettere sulla nostra condizione umana, sulla bellezza che, come diceva John Keats, è "una gioia eterna" ma anche "terribilmente fragile".
30
ottobre 2024
Nello Taietti – La caducità della bellezza
Dal 30 ottobre al 23 novembre 2024
fotografia
Location
FONDAZIONE LUCIANA MATALON
Milano, Foro Buonaparte, 67, (Milano)
Milano, Foro Buonaparte, 67, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato
orari di apertura 10:00 - 13:00 | 14:00 - 19:00
Vernissage
30 Ottobre 2024, ore 18:00
Sito web
Autore