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Nelson Pernisco – L’eternité n’est guère plus longue que la vie
Il panorama urbano diventa obsoleto all’istante, al vecchio segue immediatamente il nuovo; un nuovo utilitarista, funzionale, freddo e cromato. Nelson Pernisco trasferisce alle sculture tutta la sua filosofia di resistance: resistenza contro la disumanizzazione dall’habitat contemporaneo.
Comunicato stampa
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La storia artistica e personale di Nelson Pernisco è fortemente legata al contesto urbano ed allo studio delle sue dinamiche basilari. Nel 2013 è fra i fondatori del collettivo “Le Wonder”, artist-run space, spazio espositivo e polo culturale itinerante che occupa palazzi lasciati vuoti nella municipalità Parigina. È la necessità di ricostruire da zero un luogo abbandonato, trasformandolo in uno spazio di ricerca e produzione culturale, a suggerire a Pernisco una riflessione sulla moderna concezione di architettura e spazio urbano.
Secondo l’architetto Oscar Niemeyer, “L’architettura può avere una funzione politica, proprio perché si occupa dell’uomo e della sua maniera di vivere.” L’idea di architettura che contraddistingue luoghi come le sedi di Le Wonder è analogica, generata dalle necessità di chi lo abita, densa di connessioni, di spettri ed energia. Oasi ormai anacronistica in un panorama urbano che invecchia all’istante, dove lo tsunami del progresso impone che al vecchio segua immediatamente il nuovo; un nuovo utilitarista, funzionale, freddo e cromato.
Questo nuovo paradigma architettonico, assoluto e spersonalizzato, rassicura l’uomo moderno con un habitat trasversale a cultura e geografia ma perde totalmente di vista il dialogo con il singolo. Algide sale d’aspetto si ripetono all’infinito come scatole cinesi in città in cui gli abitanti non sono più attori ma semplici ospiti.
Nelson Pernisco trasferisce alle sculture tutta la sua filosofia di resistance; resistenza contro la disumanizzazione dall’habitat contemporaneo. Questa guerriglia è affidata allo sconfinato esercito di quegli oggetti urbani cui siamo ormai totalmente assuefatti, veri e propri “arredi invisibili” nelle nostre vite. Strutture di alluminio che ricordano tornelli o cancellate, talmente ovvie all’occhio da aver perso qualunque significato o funzione. Questi oggetti, privi di anima, sono pure comparse in un sistema architettonico standardizzato che non ha più l’individuo come centro. Pernisco costruisce il suo personale catalogo di arredi urbani trasformati in moderni totem attraverso maschere arcaiche e Gargoyles d’alluminio. Dall’unione d’iconografie antiche con elementi di puro utilitarismo nascono le grandi sculture protagoniste di questo progetto, oggetti mistici che riportano l’uomo moderno alle sue radici esistenziali.
La ricerca di Pernisco non si conclude nel feticcio ma affronta l’intero processo creativo che da atto meccanico diventa performativo e concettuale. In forte coerenza con la sua visione, il processo stesso di costruzione delle opere è in questo caso totalmente portato avanti dall’artista. Nella nuova sede de Le Wonder, Pernisco ha costruito da zero un altoforno per la fusione dell’alluminio utilizzando un oggetto in ghisa restituito dalla città. Il risultato è una produzione dall’estetica industriale ma dal carattere artigianale che parla al suo secolo attraverso una lingua antica.
Secondo l’architetto Oscar Niemeyer, “L’architettura può avere una funzione politica, proprio perché si occupa dell’uomo e della sua maniera di vivere.” L’idea di architettura che contraddistingue luoghi come le sedi di Le Wonder è analogica, generata dalle necessità di chi lo abita, densa di connessioni, di spettri ed energia. Oasi ormai anacronistica in un panorama urbano che invecchia all’istante, dove lo tsunami del progresso impone che al vecchio segua immediatamente il nuovo; un nuovo utilitarista, funzionale, freddo e cromato.
Questo nuovo paradigma architettonico, assoluto e spersonalizzato, rassicura l’uomo moderno con un habitat trasversale a cultura e geografia ma perde totalmente di vista il dialogo con il singolo. Algide sale d’aspetto si ripetono all’infinito come scatole cinesi in città in cui gli abitanti non sono più attori ma semplici ospiti.
Nelson Pernisco trasferisce alle sculture tutta la sua filosofia di resistance; resistenza contro la disumanizzazione dall’habitat contemporaneo. Questa guerriglia è affidata allo sconfinato esercito di quegli oggetti urbani cui siamo ormai totalmente assuefatti, veri e propri “arredi invisibili” nelle nostre vite. Strutture di alluminio che ricordano tornelli o cancellate, talmente ovvie all’occhio da aver perso qualunque significato o funzione. Questi oggetti, privi di anima, sono pure comparse in un sistema architettonico standardizzato che non ha più l’individuo come centro. Pernisco costruisce il suo personale catalogo di arredi urbani trasformati in moderni totem attraverso maschere arcaiche e Gargoyles d’alluminio. Dall’unione d’iconografie antiche con elementi di puro utilitarismo nascono le grandi sculture protagoniste di questo progetto, oggetti mistici che riportano l’uomo moderno alle sue radici esistenziali.
La ricerca di Pernisco non si conclude nel feticcio ma affronta l’intero processo creativo che da atto meccanico diventa performativo e concettuale. In forte coerenza con la sua visione, il processo stesso di costruzione delle opere è in questo caso totalmente portato avanti dall’artista. Nella nuova sede de Le Wonder, Pernisco ha costruito da zero un altoforno per la fusione dell’alluminio utilizzando un oggetto in ghisa restituito dalla città. Il risultato è una produzione dall’estetica industriale ma dal carattere artigianale che parla al suo secolo attraverso una lingua antica.
20
novembre 2019
Nelson Pernisco – L’eternité n’est guère plus longue que la vie
Dal 20 novembre al 20 dicembre 2019
arte contemporanea
Location
WHITE NOISE GALLERY
Roma, Via della Seggiola, 9, (Roma)
Roma, Via della Seggiola, 9, (Roma)
Orario di apertura
martedì - venerdì ore 11,00/19,00,
sabato ore 16,00/20,00
Vernissage
20 Novembre 2019, h 18,30
Autore
Curatore