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Nemo’s – Settantadue
Settantadue è il titolo della mostra di disegni e sculture di Nemos da StudioTape, come settantadue sono le saponette intagliate dall’artista presenti in mostra e i giorni di lockdown durante i quali il progetto ha preso forma, qui esposto con gli schizzi realizzati nello stesso periodo.
Comunicato stampa
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72 è il titolo della mostra di disegni e sculture di Nemos da StudioTape.
72 - sono le saponette intagliate dall’artista presenti in mostra
72 - “days of lockdown soap” - è il titolo del video esposto.
In questa mostra Nemos s’interroga sull’ossessività e il rituale del lavarsi le mani, il nuovo tic contemporaneo nato durante i giorni del lockdown diventato come un mantra, carico di valenze simboliche in quanto riferimento all’essere effimero delle opere d’arte e della stessa vita umana ma anche indagine sulla sua idea di identità e l’idea di comunità.
“Ho iniziato questo progetto perché volevo giocare con il concetto del confine tra arte e vita: produrre un oggetto artistico (scultura) realizzato di un materiale che a causa della situazione pandemica era divenuto indispensabile (sapone da disinfettare) mi poneva di fronte ad un dubbio enorme: dovevo preservare l’opera artistica o potevo utilizzarla per lavarmi le mani - per la mia salute - per cosa era stata fatta? Dal primo giorno in cui ho iniziato a usare quel sapone per lavarmi le mani come disinfettante, ho utilizzato il timlapse per documentare il processo di consumo del sapone.
Mentre passavano i giorni mi rendevo conto che questo lavoro parlava anche della nostra identità e di come senza la comunità questa cambia e si trasforma.
Durante il periodo di lockdown l’identità di ciascuno di noi stava scomparendo allo stesso modo in cui si stava consumando la mia saponetta.
Contemporaneamente attraverso l’isolamento - si stava stava trasformando anche l’idea e il rapporto che l’uomo ha con la natura: abbiamo sempre usato la nostra vita come unità di misura - convinti di essere il centro dell’universo - e questa pandemia ha avuto la capacità di cambiare questa prospettiva, ridimensionando l’umanità, le sue azioni e l’io a un elemento insignificante rispetto all’immensità dell’esistenza, rendendola evanescente come un sapone”.
A completare l’esposizione saranno presentati anche circa 50 bozzetti, pratica quotidiana e imprescindibile dell’artista che accompagna la sua attività di writer e pittore.
E’ proprio nella pratica dei bozzetti dove possiamo leggere il senso profondo di tutta la ricerca dell’artista: se da una parte - nell’ossessività dei soggetti dei suoi interventi - possiamo vedere la passione che lega Nemos all’essere umano ed il suo potenziale, allo stesso tempo le forme e il trattamento figurativo ci rivelano un certo disgusto per la società cosiddetta “civilizzata” che siamo riusciti a creare: una società che ci schiaccia, ci umilia e ci riduce a mera carne da macello, rendendoci prigionieri della nostra ingombrante materialità e della nostra spasmodica ricerca di perfezione e immortalità.
Non a caso, i protagonisti delle sue opere sono soprattutto corpi nudi, deformi e dalla pelle flaccida raccontanti in situazione quotidiane assurde attraverso un suo peculiare umorismo, macabro e cinico, che fa spesso sorridere, lasciando in bocca una sensazione di amaro persistente: sono le contraddizioni, le ingiustizie e le ipocrisie del mondo in cui viviamo.
72 - sono le saponette intagliate dall’artista presenti in mostra
72 - “days of lockdown soap” - è il titolo del video esposto.
In questa mostra Nemos s’interroga sull’ossessività e il rituale del lavarsi le mani, il nuovo tic contemporaneo nato durante i giorni del lockdown diventato come un mantra, carico di valenze simboliche in quanto riferimento all’essere effimero delle opere d’arte e della stessa vita umana ma anche indagine sulla sua idea di identità e l’idea di comunità.
“Ho iniziato questo progetto perché volevo giocare con il concetto del confine tra arte e vita: produrre un oggetto artistico (scultura) realizzato di un materiale che a causa della situazione pandemica era divenuto indispensabile (sapone da disinfettare) mi poneva di fronte ad un dubbio enorme: dovevo preservare l’opera artistica o potevo utilizzarla per lavarmi le mani - per la mia salute - per cosa era stata fatta? Dal primo giorno in cui ho iniziato a usare quel sapone per lavarmi le mani come disinfettante, ho utilizzato il timlapse per documentare il processo di consumo del sapone.
Mentre passavano i giorni mi rendevo conto che questo lavoro parlava anche della nostra identità e di come senza la comunità questa cambia e si trasforma.
Durante il periodo di lockdown l’identità di ciascuno di noi stava scomparendo allo stesso modo in cui si stava consumando la mia saponetta.
Contemporaneamente attraverso l’isolamento - si stava stava trasformando anche l’idea e il rapporto che l’uomo ha con la natura: abbiamo sempre usato la nostra vita come unità di misura - convinti di essere il centro dell’universo - e questa pandemia ha avuto la capacità di cambiare questa prospettiva, ridimensionando l’umanità, le sue azioni e l’io a un elemento insignificante rispetto all’immensità dell’esistenza, rendendola evanescente come un sapone”.
A completare l’esposizione saranno presentati anche circa 50 bozzetti, pratica quotidiana e imprescindibile dell’artista che accompagna la sua attività di writer e pittore.
E’ proprio nella pratica dei bozzetti dove possiamo leggere il senso profondo di tutta la ricerca dell’artista: se da una parte - nell’ossessività dei soggetti dei suoi interventi - possiamo vedere la passione che lega Nemos all’essere umano ed il suo potenziale, allo stesso tempo le forme e il trattamento figurativo ci rivelano un certo disgusto per la società cosiddetta “civilizzata” che siamo riusciti a creare: una società che ci schiaccia, ci umilia e ci riduce a mera carne da macello, rendendoci prigionieri della nostra ingombrante materialità e della nostra spasmodica ricerca di perfezione e immortalità.
Non a caso, i protagonisti delle sue opere sono soprattutto corpi nudi, deformi e dalla pelle flaccida raccontanti in situazione quotidiane assurde attraverso un suo peculiare umorismo, macabro e cinico, che fa spesso sorridere, lasciando in bocca una sensazione di amaro persistente: sono le contraddizioni, le ingiustizie e le ipocrisie del mondo in cui viviamo.
17
ottobre 2020
Nemo’s – Settantadue
Dal 17 ottobre al 23 dicembre 2020
disegno e grafica
personale
personale
Location
STUDIO TAPE
Modena, Via Carteria, 60, (MO)
Modena, Via Carteria, 60, (MO)
Orario di apertura
giorni feriali su appuntamento (info@outerfestival.it)
giorni festivi 10-13 e 15-19
Vernissage
17 Ottobre 2020, 18:00
Sito web
Editore
Studio Tape
Autore
Curatore
Progetto grafico
Produzione organizzazione
Patrocini