Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Neriman Polat – Threshold
Threshold è la personale di Neriman Polat, presso disambigua artspace, concepita come un download mentale di una porzione di spazio fisico-geografico dal quale prende avvio (locale).
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Threshold è la personale di Neriman Polat, presso disambigua artspace, concepita come un download mentale di una porzione di spazio fisico-geografico dal quale prende avvio (locale). È un rilevatore di segno tra i segni, un’allusione costante dei limiti cognitivi di una società (globale) cablata a singhiozzi per il multitasking.
Il multitasking – che assume qui la sembianza di germe metaforico – è il seme latente che si trova nel senso dell’oltrepassare la “soglia limite”, in un mondo miope e incline al veloce back-up dei dati. Storture alla cui base si situa l’eccesso d’informazione, caratterizzata per lo più da fenomeni censori o spazi mediatici impropriamente esigui (vedi la resistenza delle donne a Kobane), e una contraddizione di fondo che riguarda i fatti stessi. Per Derrida la veridicità di un fatto non si basa sul suo reale accadimento, ma sulla capacità del messaggero di trasmettere quel fatto, l’informazione informa i fatti e mai sui fatti.
Il download mentale dell’artista turca, rilevatore e soglia, vuole provare a scardinare questi occultamenti e costantemente fa riferimento alla difficoltà di riconoscere onestà nella pratica dell’informazione, in un momento storico tra l’altro, come quello attuale, dove in maniera progressiva si sta assistendo ad una sospensione della coscienza e al crollo della percezione del reale. Dove i conflitti rappresentano una prassi che non fa più rumore, dove non si distingue più il sangue e si rimane mobili solo all’interno del proprio segmento di vita.
La personale di Neriman Polat è strutturata considerando i limiticonfini geografici umani in un senso ampio, globale. Infatti, pur tenendo conto del suo stesso Paese d’origine, la Turchia, Neriman Polat ha in mente però una cartina geografica estensiva, anche per questo si è preso a prestito per il lessico quello specifico dell’informatica. Contestualmente allo spazio espositivo di dimensioni ridotte si frappongono tutti questi concetti attraverso la scelta di un nutrito iter narrativo comprensivo di oggetti (vesti) e fotografie. Medium ricorrenti nella poetica artistica delle donne. Una griglia d’insieme plasmata su immagini forti che convogliano quasi interamente nell’universo femminile, delineando la misura e il peso delle tematiche trattate.
Neriman Polat sceglie la soglia hreshold come simbolo che identifica la mostra, la calpesta come atto di forte tensione fino a crearne una molteplice opportunità di evasione e di speranza. La soglia del resto rappresenta nella stessa cultura anatolica un luogo sacro e l’artista turca la investe qui come il luogo frontale di denuncia per quei veti imposti dalla religione che collimano con una società ancora fortemente patriarcale.
Thershold è volutamente centrata sulla questione di genere, in funzione del fatto che Neriman Polat ripone nell’universo femminile una fiducia sostanziale: la riconfigurazione di una società in grado di trattare le tradizioni come un elemento fondativo, non una giustificazione di senso per qualsiasi genere di oppressione. Un humus culturale specifico che non abbia timore dell’Altro e che veda nella diversità un potenziale incontro.
Il multitasking – che assume qui la sembianza di germe metaforico – è il seme latente che si trova nel senso dell’oltrepassare la “soglia limite”, in un mondo miope e incline al veloce back-up dei dati. Storture alla cui base si situa l’eccesso d’informazione, caratterizzata per lo più da fenomeni censori o spazi mediatici impropriamente esigui (vedi la resistenza delle donne a Kobane), e una contraddizione di fondo che riguarda i fatti stessi. Per Derrida la veridicità di un fatto non si basa sul suo reale accadimento, ma sulla capacità del messaggero di trasmettere quel fatto, l’informazione informa i fatti e mai sui fatti.
Il download mentale dell’artista turca, rilevatore e soglia, vuole provare a scardinare questi occultamenti e costantemente fa riferimento alla difficoltà di riconoscere onestà nella pratica dell’informazione, in un momento storico tra l’altro, come quello attuale, dove in maniera progressiva si sta assistendo ad una sospensione della coscienza e al crollo della percezione del reale. Dove i conflitti rappresentano una prassi che non fa più rumore, dove non si distingue più il sangue e si rimane mobili solo all’interno del proprio segmento di vita.
La personale di Neriman Polat è strutturata considerando i limiticonfini geografici umani in un senso ampio, globale. Infatti, pur tenendo conto del suo stesso Paese d’origine, la Turchia, Neriman Polat ha in mente però una cartina geografica estensiva, anche per questo si è preso a prestito per il lessico quello specifico dell’informatica. Contestualmente allo spazio espositivo di dimensioni ridotte si frappongono tutti questi concetti attraverso la scelta di un nutrito iter narrativo comprensivo di oggetti (vesti) e fotografie. Medium ricorrenti nella poetica artistica delle donne. Una griglia d’insieme plasmata su immagini forti che convogliano quasi interamente nell’universo femminile, delineando la misura e il peso delle tematiche trattate.
Neriman Polat sceglie la soglia hreshold come simbolo che identifica la mostra, la calpesta come atto di forte tensione fino a crearne una molteplice opportunità di evasione e di speranza. La soglia del resto rappresenta nella stessa cultura anatolica un luogo sacro e l’artista turca la investe qui come il luogo frontale di denuncia per quei veti imposti dalla religione che collimano con una società ancora fortemente patriarcale.
Thershold è volutamente centrata sulla questione di genere, in funzione del fatto che Neriman Polat ripone nell’universo femminile una fiducia sostanziale: la riconfigurazione di una società in grado di trattare le tradizioni come un elemento fondativo, non una giustificazione di senso per qualsiasi genere di oppressione. Un humus culturale specifico che non abbia timore dell’Altro e che veda nella diversità un potenziale incontro.
02
maggio 2015
Neriman Polat – Threshold
Dal 02 maggio al 27 giugno 2015
arte contemporanea
Location
DISAMBIGUA ARTSPACE
Viterbo, Via Delle Fabbriche, 47, (Viterbo)
Viterbo, Via Delle Fabbriche, 47, (Viterbo)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16-21
Vernissage
2 Maggio 2015, ore 18.30
Autore
Curatore