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Nessun Paesaggio da ammirare
Una giornata di studio per confrontarsi sul tema: fotografi, artisti, architetti, creativi e critici intorno al paesaggio e ai modi di vivere, vedere e interpretare uno dei temi fondamentali della ricerca visuale.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria Fotografica Luigi Ghirri di Caltagirone CT, e la ricerca poetica, raffinata e quasi ascetica di un nuovo Collettivo della fotografia chiamato UNOPUNTOSETTE.
Il gruppo che, come dichiarano i componenti Licia CASTORO, Franco FERRO, Alfio GAROZZO, Antonio TUDISCO, Mario VALENTI e Angelo ZZAVEN si interroga “… sul valore concettuale delle immagini analizzando lo spazio, l’intervallo tra l’idea della fotografia e il suo realizzarsi, senza venir meno al rispetto delle potenzialità dello sguardo”, propone all’attenzione del mondo della fotografia – e di tutti coloro che in essa trovano appagamento – una sequenza di immagini per tradurre i luoghi e il paesaggio del vivere umano in visioni silenti (sorta di cinematografici fotogrammi in slow-motion) nelle quali il rallentamento del ritmo e la conseguente consapevolezza di quanto si fa paesaggio intorno a noi prendono il sopravvento.
UNOPUNTOSETTE guarda e traguarda un paesaggio sempre profondamente e inevitabilmente umano: gli autori non fotografano visioni idilliache, nature bucoliche, panorami stereotipi per viaggiatori bulimici e distratti. Con loro il paesaggio – solitamente sfondo al nostro ordinario vivere, nell’istante infinito della piena presa di coscienza di cosa si sta guardando – improvvisamente incombe ribaltando la gerarchia tra chi vede e cosa è visto e si fa prepotentemente presenza e figura e ancora meraviglia … e scanto. Caltagirone, la città che ospita questa collettiva – e che da oltre quattordici anni, con la Galleria Fotografica Luigi GHIRRI, è sinonimo di fotografia – è stata e, sopra ogni cosa, resta terra di calanchi e crete che per millenni, e infiniti presenti, si fanno terracotta e ceramica. Le sue svariate fogge plasmate nei secoli, le sue architetture e le decorazioni che le rivestono concorrono a sedimentare un paesaggio del vivere che come ogni anno si è fatto presepe, un paesaggio dove la vita tra anfratti, costruzioni improbabili, cieli stellati e muschi disegna sul volto dei pastori la meraviglia dell’evento. E la meraviglia per antonomasia, tra le figurine del presepe, è nel volto congelato, nello sguardo trafelato del giovane che, dinanzi alla natività, paralizzato dallo stupore si ferma a guardare: “u scantatu”. Se nulla accade per caso forse, a chiudere l'esperienza espositiva - e lo "scanto/meraviglia" del Collettivo Unopuntosette, serve proprio una ... questa giornata di studio su un tema tanto comune quanto bistrattato: il paesaggio. I fotografi si confrontano con gli artisti, gli architetti, i critici e i creativi per rinnovare quella sorta di salvifica epifania dello sguardo che pare tardi ad arrivare.
Sebastiano FAVITTA e Attilio GERBINO
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI
Caltagirone, gennaio 2014
PAESAGGIO SUBÌTO
Quello che per generazioni è stato considerato un dono, ovvero la specifica identità di un luogo in cui si nasce, si vive e in cui quindi si desidera morire, sembra ormai una condanna per il siciliano che vive all’inizio del terzo millennio. Nella genealogia di Carmelo BUONGIORNO, nelle cui immagini impresse in un funereo bianconero svanivano i nitidi dettagli che contraddistinguono ogni forma e figura presente nel mondo, per questi più giovani fotografi isolani il posto in cui si viene al mondo è una sorta di prigione attraverso cui lo sguardo cerca solo di evadere, immaginando forme e figure diverse e mai viste. In questi sei autori la percezione del paesaggio in cui si abita è una violenza che si subisce, è una ferita dell’anima che annebbia nel dolore e nella rabbia ogni possibile riconoscimento e comprensione del dato reale. L’immagine fotografica scaturisce così da una sofferenza del profondo, che in TUDISCO diventa decostruzione, in FERRO il flusso del caos, in GAROZZO una rarefazione della materia, in ZZAVEN un precipitare in un buio insondabile, in VALENTI l’essere invece investiti da una luce che acceca. Solo Licia CASTORO, unica donna del gruppo, sembra accettare il paesaggio com’è e comprenderlo nei suoi limiti contemporanei, conoscendone la vita nel presagio di una luce che sembra trascolorare ogni morte.
Giovanni CHIARAMONTE
per la Galleria Fotografica Luigi GHIRRI, Milano, dicembre 2013
Il gruppo che, come dichiarano i componenti Licia CASTORO, Franco FERRO, Alfio GAROZZO, Antonio TUDISCO, Mario VALENTI e Angelo ZZAVEN si interroga “… sul valore concettuale delle immagini analizzando lo spazio, l’intervallo tra l’idea della fotografia e il suo realizzarsi, senza venir meno al rispetto delle potenzialità dello sguardo”, propone all’attenzione del mondo della fotografia – e di tutti coloro che in essa trovano appagamento – una sequenza di immagini per tradurre i luoghi e il paesaggio del vivere umano in visioni silenti (sorta di cinematografici fotogrammi in slow-motion) nelle quali il rallentamento del ritmo e la conseguente consapevolezza di quanto si fa paesaggio intorno a noi prendono il sopravvento.
UNOPUNTOSETTE guarda e traguarda un paesaggio sempre profondamente e inevitabilmente umano: gli autori non fotografano visioni idilliache, nature bucoliche, panorami stereotipi per viaggiatori bulimici e distratti. Con loro il paesaggio – solitamente sfondo al nostro ordinario vivere, nell’istante infinito della piena presa di coscienza di cosa si sta guardando – improvvisamente incombe ribaltando la gerarchia tra chi vede e cosa è visto e si fa prepotentemente presenza e figura e ancora meraviglia … e scanto. Caltagirone, la città che ospita questa collettiva – e che da oltre quattordici anni, con la Galleria Fotografica Luigi GHIRRI, è sinonimo di fotografia – è stata e, sopra ogni cosa, resta terra di calanchi e crete che per millenni, e infiniti presenti, si fanno terracotta e ceramica. Le sue svariate fogge plasmate nei secoli, le sue architetture e le decorazioni che le rivestono concorrono a sedimentare un paesaggio del vivere che come ogni anno si è fatto presepe, un paesaggio dove la vita tra anfratti, costruzioni improbabili, cieli stellati e muschi disegna sul volto dei pastori la meraviglia dell’evento. E la meraviglia per antonomasia, tra le figurine del presepe, è nel volto congelato, nello sguardo trafelato del giovane che, dinanzi alla natività, paralizzato dallo stupore si ferma a guardare: “u scantatu”. Se nulla accade per caso forse, a chiudere l'esperienza espositiva - e lo "scanto/meraviglia" del Collettivo Unopuntosette, serve proprio una ... questa giornata di studio su un tema tanto comune quanto bistrattato: il paesaggio. I fotografi si confrontano con gli artisti, gli architetti, i critici e i creativi per rinnovare quella sorta di salvifica epifania dello sguardo che pare tardi ad arrivare.
Sebastiano FAVITTA e Attilio GERBINO
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI
Caltagirone, gennaio 2014
PAESAGGIO SUBÌTO
Quello che per generazioni è stato considerato un dono, ovvero la specifica identità di un luogo in cui si nasce, si vive e in cui quindi si desidera morire, sembra ormai una condanna per il siciliano che vive all’inizio del terzo millennio. Nella genealogia di Carmelo BUONGIORNO, nelle cui immagini impresse in un funereo bianconero svanivano i nitidi dettagli che contraddistinguono ogni forma e figura presente nel mondo, per questi più giovani fotografi isolani il posto in cui si viene al mondo è una sorta di prigione attraverso cui lo sguardo cerca solo di evadere, immaginando forme e figure diverse e mai viste. In questi sei autori la percezione del paesaggio in cui si abita è una violenza che si subisce, è una ferita dell’anima che annebbia nel dolore e nella rabbia ogni possibile riconoscimento e comprensione del dato reale. L’immagine fotografica scaturisce così da una sofferenza del profondo, che in TUDISCO diventa decostruzione, in FERRO il flusso del caos, in GAROZZO una rarefazione della materia, in ZZAVEN un precipitare in un buio insondabile, in VALENTI l’essere invece investiti da una luce che acceca. Solo Licia CASTORO, unica donna del gruppo, sembra accettare il paesaggio com’è e comprenderlo nei suoi limiti contemporanei, conoscendone la vita nel presagio di una luce che sembra trascolorare ogni morte.
Giovanni CHIARAMONTE
per la Galleria Fotografica Luigi GHIRRI, Milano, dicembre 2013
12
gennaio 2014
Nessun Paesaggio da ammirare
12 gennaio 2014
incontro - conferenza
Location
GALLERIA FOTOGRAFICA LUIGI GHIRRI
Caltagirone, Via Duomo, 11, (Catania)
Caltagirone, Via Duomo, 11, (Catania)
Orario di apertura
dalle 10:00 alle 17:30
Vernissage
12 Gennaio 2014, Ore 10:00
Autore
Curatore