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Nessuno è Nessuno
Solo show di Andrea Pinchi a cura di Marilena Saraceno con testo critico di Gianluca Marziani
Comunicato stampa
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Nessuno è Nessuno, il solo show di Andrea Pinchi, dove per la prima volta viene raggruppata la serie dei nuovi lavori, è un poderoso viaggio nell’onirico approcciato dall’artista attraverso il ricorso a un super eroe ‘il palombaro’, alla mitologia greca e ai ricordi della sua infanzia (nasce in una famiglia di noti costruttori e restauratori di organi) che lo portano ad identificare Nemo per l’appunto con la figura dell’organo offrendoci una personale ed umana interpretazione del mito.
L’artista (che per questo ciclo di opere coglie anche le suggestioni del libro ‘Bibbia pagana’ di Giorgio dell’Arti), attraverso la sua pittura, si fa cantore della mitologia greca che non è rappresentazione sterile di quanto tutti conosciamo ma è il mezzo che gli consente di dare espressione e concretezza al suo mondo onirico, al suo viaggio interiore che poi a dirla tutta non è così lontano da quanto il mito ci insegna: le dinamiche divine sono quanto di più vicino alle dinamiche quotidiane nelle quali ci imbattiamo ogni giorno, gli dei commettono gli stessi errori degli uomini e sono vittime delle stesse passioni, gli dei sono prima ancora uomini e poi dei.
Il viaggio che la mostra propone allo spettatore sembra testimoniare sempre di più il paradigma che ogni vera creazione d’arte è indipendente da colui che l’ha realizzata, più potente dell’artista stesso: lo spettatore, a prescindere dai rimandi mitologici contenuti in ogni titolo, non può non ravvedere nelle tele dei messaggi primordiali che non necessitano di nessuna conoscenza mitologica.
La modernità e la facilità di percezione del messaggio di ‘She moves in a mysterious way (Poseidon Vs Pluto) sta nel Poseidone palombaro che allontana con il forcone Plutone, nelle tinte e nelle forme utilizzate che esprimono il negativo e la sua sconfitta o quanto meno il tentativo della sconfitta; in ‘Things are never as they appear (Dioscuri)’ la forma, che sta a simboleggiare l’uovo di Leda, si appropria della scena e crea un gioco di prospettive che aprono a dimensioni parallele e a diverse visioni del reale o, semplicemente, di ciò che appare.
Allo spettatore non resta che vestire i panni del palombaro, figura amorfa che rappresenta la ricerca e l’autocoscienza, e non dimenticare il messaggio suggellato nel titolo: in questo mondo nessuno è nessuno…
Biografia Andrea Pinchi
Nasce nel 1967 in una famiglia di costruttori e restauratori di organi a canne. Inizia a dipingere da bambino con Nereo Ferraris (1911-1975), pittore piemontese, compagno della zia Maria Pia Pinchi. Si avvicina alla scultura lignea grazie a Pietro Quagliarini, collaboratore per anni di suo nonno Libero Rino. Tra il 1989 ed il 1996 è in contatto con Aurelio De Felice (1915-1996).
Dal 2005 comincia a sperimentare nuove forme espressive con materiali provenienti dal restauro di antichi organi musicali, il Pincbau, come verrà definito da Maurizio Coccia.
Dopo il suo debutto con la mostra “Organbuilding Rebirth Project” nel 2011 al Museo di Palazzo Trinci di Foligno, a cura di Maurizio Coccia, partecipa alla 54 Biennale di Venezia, Padiglione Italia, a cura di Vittorio Sgarbi e Gianluca Marziani.
Nel 2014 lascia l'arte organaria per dedicarsi a tempo pieno alla sua attività di artista trasferendosi a Roma nello studio di Piazza Campitelli.
Nel 2015 la sua prima grande personale a Roma, al Complesso del Vittoriano, “Tra materia ed anima, tra memoria e tempo” a cura di Claudio Strinati.
Nel 2019 ritorna alla pittura pura con il progetto delle “Città Invisibili” ispirato all’omonimo romanzo di Italo Calvino. Infatti, dopo le mostre “Mirycae” alla Biblioteca Vallicelliana di Roma a cura di Roberto Gramiccia e “Pincbau” al Civico Museo L. Bailo di Treviso a cura di Gianluca Marziani con opere tridimensionali, nell’ottobre-novembre dello stesso anno presenta la grande opera “Eutropia” al Museo Macro di Roma a cura di Giuditta Nidiaci.
Ha partecipato ad altre mostre istituzionali come “Organbuilding Rebirth Project” a cura di Maurizio Coccia (2011) e “Traum und Vision” (2022) a cura di Alessandra Bertuzzi alla Zwinglihaus di Basilea, Museo Palazzo Collicola Arti Visive di Spoleto (2011 e 2012) a cura di Gianluca Marziani, “Chaos/Kosmos” al Mazowiecki Instytut Kultury di Varsavia, a cura di Paulina Grubiak, “Auberge de Reves” al Museo Riso di Palermo (2021) a cura di Floriana Spanò, Istituto Italiano di Cultura di Cracovia (2022) a cura di Paulina Grubiak.
E’ presente in Fondazioni e Collezioni private a Bari, Basilea, Bonn, Como, Bruxelles, Dubai, Firenze, Genova, Liegi, Londra, Tiblisi, Madrid, Milano, New York, Padova, Palermo, Pisa, Roma, Spoleto, Teheran e Tenerife.
Vive e lavora tra Roma e Bienne (Svizzera)
L’artista (che per questo ciclo di opere coglie anche le suggestioni del libro ‘Bibbia pagana’ di Giorgio dell’Arti), attraverso la sua pittura, si fa cantore della mitologia greca che non è rappresentazione sterile di quanto tutti conosciamo ma è il mezzo che gli consente di dare espressione e concretezza al suo mondo onirico, al suo viaggio interiore che poi a dirla tutta non è così lontano da quanto il mito ci insegna: le dinamiche divine sono quanto di più vicino alle dinamiche quotidiane nelle quali ci imbattiamo ogni giorno, gli dei commettono gli stessi errori degli uomini e sono vittime delle stesse passioni, gli dei sono prima ancora uomini e poi dei.
Il viaggio che la mostra propone allo spettatore sembra testimoniare sempre di più il paradigma che ogni vera creazione d’arte è indipendente da colui che l’ha realizzata, più potente dell’artista stesso: lo spettatore, a prescindere dai rimandi mitologici contenuti in ogni titolo, non può non ravvedere nelle tele dei messaggi primordiali che non necessitano di nessuna conoscenza mitologica.
La modernità e la facilità di percezione del messaggio di ‘She moves in a mysterious way (Poseidon Vs Pluto) sta nel Poseidone palombaro che allontana con il forcone Plutone, nelle tinte e nelle forme utilizzate che esprimono il negativo e la sua sconfitta o quanto meno il tentativo della sconfitta; in ‘Things are never as they appear (Dioscuri)’ la forma, che sta a simboleggiare l’uovo di Leda, si appropria della scena e crea un gioco di prospettive che aprono a dimensioni parallele e a diverse visioni del reale o, semplicemente, di ciò che appare.
Allo spettatore non resta che vestire i panni del palombaro, figura amorfa che rappresenta la ricerca e l’autocoscienza, e non dimenticare il messaggio suggellato nel titolo: in questo mondo nessuno è nessuno…
Biografia Andrea Pinchi
Nasce nel 1967 in una famiglia di costruttori e restauratori di organi a canne. Inizia a dipingere da bambino con Nereo Ferraris (1911-1975), pittore piemontese, compagno della zia Maria Pia Pinchi. Si avvicina alla scultura lignea grazie a Pietro Quagliarini, collaboratore per anni di suo nonno Libero Rino. Tra il 1989 ed il 1996 è in contatto con Aurelio De Felice (1915-1996).
Dal 2005 comincia a sperimentare nuove forme espressive con materiali provenienti dal restauro di antichi organi musicali, il Pincbau, come verrà definito da Maurizio Coccia.
Dopo il suo debutto con la mostra “Organbuilding Rebirth Project” nel 2011 al Museo di Palazzo Trinci di Foligno, a cura di Maurizio Coccia, partecipa alla 54 Biennale di Venezia, Padiglione Italia, a cura di Vittorio Sgarbi e Gianluca Marziani.
Nel 2014 lascia l'arte organaria per dedicarsi a tempo pieno alla sua attività di artista trasferendosi a Roma nello studio di Piazza Campitelli.
Nel 2015 la sua prima grande personale a Roma, al Complesso del Vittoriano, “Tra materia ed anima, tra memoria e tempo” a cura di Claudio Strinati.
Nel 2019 ritorna alla pittura pura con il progetto delle “Città Invisibili” ispirato all’omonimo romanzo di Italo Calvino. Infatti, dopo le mostre “Mirycae” alla Biblioteca Vallicelliana di Roma a cura di Roberto Gramiccia e “Pincbau” al Civico Museo L. Bailo di Treviso a cura di Gianluca Marziani con opere tridimensionali, nell’ottobre-novembre dello stesso anno presenta la grande opera “Eutropia” al Museo Macro di Roma a cura di Giuditta Nidiaci.
Ha partecipato ad altre mostre istituzionali come “Organbuilding Rebirth Project” a cura di Maurizio Coccia (2011) e “Traum und Vision” (2022) a cura di Alessandra Bertuzzi alla Zwinglihaus di Basilea, Museo Palazzo Collicola Arti Visive di Spoleto (2011 e 2012) a cura di Gianluca Marziani, “Chaos/Kosmos” al Mazowiecki Instytut Kultury di Varsavia, a cura di Paulina Grubiak, “Auberge de Reves” al Museo Riso di Palermo (2021) a cura di Floriana Spanò, Istituto Italiano di Cultura di Cracovia (2022) a cura di Paulina Grubiak.
E’ presente in Fondazioni e Collezioni private a Bari, Basilea, Bonn, Como, Bruxelles, Dubai, Firenze, Genova, Liegi, Londra, Tiblisi, Madrid, Milano, New York, Padova, Palermo, Pisa, Roma, Spoleto, Teheran e Tenerife.
Vive e lavora tra Roma e Bienne (Svizzera)
08
febbraio 2024
Nessuno è Nessuno
Dall'otto febbraio al 23 marzo 2024
arte contemporanea
Location
saracenoArtgallery
Roma, Via di Monserrato, 40, (RM)
Roma, Via di Monserrato, 40, (RM)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 11.00-19.00
Vernissage
8 Febbraio 2024, 18.00-21.00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico